ANPI nazionale propone un documentario sui campi di concentramento di Alain Resnais, nuovo riferimento per vederlo.
A.N.P.I. nazionale propone il documentario : “Notte e nebbia”. Il riferimento era errato. Visibile su you tube nel modo qui segnalato.
“Notte e nebbia è il titolo di un crudo documentario storico sui campi di concentramento di Alain Resnais che prende il nome dal destino dei resistenti sotto l’occupazione nazista.
Chi era riconosciuto colpevole doveva sparire, lasciando la famiglia e l’intera comunità nell’incertezza del fato del congiunto.
Il decreto “Nacht und Nebel” è del 1941 e colpì soprattutto in Francia, Belgio e Olanda. Le vittime arrestate di notte, velocemente trasportate in carceri lontane, seviziate oltre ogni dire e poi, se ancora vive, deportate in Germania”. Per vederlo diviso in 4 parti digitare:
extrait 1 Nuit et Brouillard – you tube; extrait 2 Nuit et Brouillard – you tube; extrait 3 Nuit et Brouillard – you tube; extrait 4 Nuit et Brouillard – you tube.
Attenzione che le scene sono particolarmente crude, e pertanto consiglio di non far vedere detti filmati a minori sotto i 14 anni e a persone molto sensibili.
“Alain Resnais, regista di Notte e nebbia, il controverso documentario presentato al grande pubblico nel 1956 e riproposto in questa unità, ci conduce in un viaggio della memoria negli orrori dello sterminio nazista. Le fotografie e i filmati girati dai tedeschi si alternano alle immagini dei campi di concentramento come apparvero nel 1955 agli occhi del regista. I treni carichi di deportati, i prigionieri nei campi, la nudità dei corpi vivi e quella dei cadaveri ammucchiati, i forni crematori, le prigioni, gli ospedali dove si praticavano amputazioni tanto brutali quanto inutili, l’assurda gerarchia del campo e la normalità domestica e familiare che si respirava nelle abitazioni dei comandanti.
Scandite da una dialettica che volutamente si snoda tra passato e presente, ma anche tra memoria e oblio, necessità di ricordare e bisogno di dimenticare, le immagini esplorano la paura, l’umiliazione, la fame, la sofferenza, la morte. Ma il filmato lascia emergere anche, insieme all’orrore, l’estrema resistenza dell’uomo che, nonostante tutto, riesce a lavorare, a scrivere, a sognare, a pregare, a organizzarsi politicamente e a mantenere intatto il senso dell’amicizia.
Le scene dei più alti ufficiali tedeschi che, al processo di Norimberga, negano ogni responsabilità individuale chiudono il documentario, il quale, se evita ogni esplicito commento politico e ideologico, affida alla crudezza delle immagini l’invito a confrontarsi con l’orrore. Con qualcosa che non può essere confinato in un tempo e in un luogo, ma deve essere inteso come una minaccia perenne all’intera umanità”.
( Da Anpi facebook 12 marzo 2015). Laura Matelda Puppini
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