Ancora NO a quel nuovo canale voluto dal Consorzio di Bonifica, che dovrebbe prelevare acqua da quello Sade che ‘pesca’ nel lago di Cavazzo, che potrebbe lasciare comuni fra cui anche Lignano in povertà idrica.
Giorni fa, il 19 marzo 2025, è comparsa sul Messaggero Veneto una lettera di Claudio Polano, noto esponente dei Comitati per la salvezza del lago di Cavazzo, intitolata: “L’impatto del progetto sul canale Sade”, che ci narrava una strana storia. Inizialmente Polano, nel suo scritto, ha accennato al progetto presentato dal Consorzio di Bonifica della Pianura Friulana, per un nuovo canale derivatorio della portata di 10/15 mc/sec, per prelevare le acque del lago di Cavazzo dal canale Sade, portandole nel gemonese all’altezza di Campolessi, facendole passare sotto la falda freatica tilaventina, che potrebbe essere messa in serio pericolo. Ed ecco muoversi, contro tale progetto, i comuni di Bordano, Cavazzo, Osoppo e Trasaghis, oltre altri enti, comitati, ditte e privati cittadini, per l’incidenza di questa nuova struttura sulla falda e anche perché detto nuovo canale avrebbe un pesante impatto ambientale sul livello del lago detto anche dei Tre comuni, anche presentando debite osservazioni.
Polano quindi scrive che detto canale avrebbe un potenziale impatto «sulla falda freatica del Tagliamento che alimenta per il 70% la quantità d’acqua emunta dai pozzi del Cafc in Molin del Bosso (Artegna) che fornisce acqua potabile ad una quarantina di Comuni della Bassa, fra cui Lignano […]». Inoltre sottolinea come gli ultimi studi sullo stato di detta falda risalgano al 1980/2000 e meriterebbero uno specifico aggiornamento e approfondimento sul campo da parte della Regione, non certo di attenersi unicamente al modello matematico prodotto dal Consorzio, alla luce dei mutamenti climatici che hanno comportato e possono comportare anche lunghi periodi siccitosi, come accaduto nel 2022.
Ma come non bastasse, secondo Polano: «Il Consorzio si è inventato una condotta non prevista né tantomeno quantificata in termini economici nel suo progetto di collegamento fra il canale consortile e i pozzi di Molin del Bosso» per proprio uso, quando «nell’ordine di utilizzo delle acque la priorità è riservata all’uso potabile per il consumo umano, regolata da specifiche norme a protezione della salute umana» proteggendo, quindi, le risorse idriche da eventi pericolosi di qualsiasi natura, che diventa obiettivo inderogabile e fondamentale.
Polano si dice sicuro che questo sia il motivo per cui Uffici Regionali hanno annullato la Conferenza dei Servizi di ottobre e gennaio nel merito, anche se «Non si conoscono i motivi di questi continui rinvii ma è lecito pensare che questo progetto abbia suscitato qualche perplessità soprattutto a livello ambientale. Il silenzio ci porta lecitamente a pensare che i funzionari regionali abbiano ravvisato criticità o risposte parziali del Consorzio, ritenendole non soddisfacenti o esaurienti.
Ciò che però è evidente in questa vicenda – continua Polano – è la volontà di chi si sente forte, perché appoggiato dalla giunta regionale, di appropriarsi di una risorsa del nostro territorio, approfittando della sua debolezza demografica e politica. Invece la risposta del territorio, anche a livello popolare, portata avanti a tutti i livelli dai comitati e dalle istituzioni, ha prodotto un salutare ripensamento, che auspichiamo porti alla cassazione di questo impattante progetto, già respinto dalla giunta regionale nel 1987. Claudio Polano».
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Nel ringraziare Claudio Polano, proseguo con un comunicato nel merito di Serena Pellegrino, datato 26 marzo 2025 che fa riferimento a quanto scritto da Polano, senza però citarlo.
«Progetto del canale derivatorio del Consorzio di Bonifica Pianura Friulana: contrarietà dei Comuni e dei Comitati e interrogazione in IV Commissione del Consiglio regionale. Conferenza stampa a Udine, in Regione FVG, il 29 marzo. (in via Sabbadini, ore 11).
“A che punto è l’iter del Paur/30 per il progetto di canale derivatorio del Consorzio Bonifica Pianura Friulana che tanti interrogativi e preoccupazioni ha suscitato nei territori interessati? Dopo il rinvio a data da destinarsi delle due Conferenze dei servizi attinenti a quest’opera, se lo chiedono Legambiente, il Comitato di difesa del bacino montano del Tagliamento, il Comitato Salviamo il lago di Cavazzo e il Comitato La Risorgiva, mentre da parte mia attendo risposta all’analitica interrogazione sul tema depositata in IV Commissione consiliare Ambiente.”
Lo dichiara la consigliera Serena Pellegrino, esponente di Alleanza Verdi e Sinistra in Consiglio regionale e vice presidente della IV Commissione Ambiente, annunciando sul tema una conferenza stampa congiunta, organizzata per sabato 29 marzo, a Udine, alle ore 11, nella sede della Regione FVG in via Sabbadini. Parteciperanno, insieme a Pellegrino, Franceschino Barazzutti, Sandro Cargnelutti, Claudio Polano ed Enrico Querini.
Spiega la consigliera: “ Il tema sul quale svilupperemo molteplici osservazioni è il canale derivatorio, del costo di 105 milioni di Euro, con una portata tra i 10 e i 15 mc/sec, nel periodo estivo, che dovrebbe prelevare le acque del canale Sade, emissario del lago di Cavazzo, in Comune di Trasaghis, convogliandole oltre il Tagliamento con una canalizzazione sotto la falda freatica alimentata dal fiume stesso, con il potenziale rischio di determinare interferenze gravi sulla risorgenza a valle, per poi attraversare il territorio del Comune di Osoppo fino al un canale sussidiario a Campolessi di Gemona.”
“Contro questo devastante progetto – approfondisce Pellegrino – si sono dichiarati contrari in seduta comune i Consigli comunali di Bordano, Cavazzo, Osoppo e Trasaghis, oltre a vari altri Enti come l’Autorità di Bacino, l’Autostrada Udine/Tarvisio, Legambiente, Comitati locali, Ditte e privati cittadini. Tra le motivazioni, da rilevare il pesante impatto ambientale sul territorio che dovrebbe essere attraversato e il mantenimento del livello del lago di Cavazzo a seguito del previsto prelievo. Ma soprattutto sussistono fondate preoccupazioni per i potenziali rischi a carico della falda acquifera tilaventina, che contribuisce per il 70% al soddisfacimento idropotabile del Consorzio Acquedotto Friuli Centrale al servizio di una quarantina di Comuni della Bassa fra i quali Lignano, che in estate ospita centinaia di migliaia di turisti.”
“I portatori di interesse – riferisce Pellegrino – ricordano che ultimi studi relativi a questa importante falda freatica risalgono al periodo 1980/2000 e pertanto, in conseguenza del cambiamento climatico in atto, devono assolutamente essere aggiornati e verificati, certamente non solo con un modello matematico quale è stato presentato dal Consorzio. Inoltre e giustamente, sottolineano che nell’ordine di utilizzo delle acque la priorità è riservata all’uso potabile per il consumo umano, con specifiche norme a protezione della salute e delle risorse idriche da potenziali rischi.
I Comitati, le associazioni e i cittadini vogliono sapere i motivi per cui la Direzione regionale Ambiente ha bloccato la procedura in corso e quali saranno gli sviluppi del Paur/30. Fino a quando non si conosceranno le motivazioni dei rinvii delle conferenze di servizi è inevitabile pensare che, nonostante il Governo regionale appoggi quest’opera, gli Uffici abbiano ravvisato criticità o risposte insufficienti o parziali nel progetto e di conseguenza abbiano bloccato il suo iter.” Conclude Pellegrino: “ Va riconosciuta ed evidenziata la risposta delle comunità territoriali, che rappresentano un autentico eco mosaico e un poliedrico insieme di aspettative per il futuro e il bene comune, tra la montagna e la pedemontana carniche, sostenuta in questi anni a tutti i livelli dalle Istituzioni locali e soprattutto dai Comitati, che hanno determinato una forte presa di coscienza dei cittadini e un corale appello alla definitiva archiviazione di questo impattante progetto, già respinto dalla Giunta Biasutti nel 1987.”
Ringraziando per l’attenzione invio cordiali saluti»
Serena Pellegrino Consigliera Regionale per Alleanza Verdi e Sinistra. Vice Presidente IV Commissione».
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Io credo che questi siano argomenti che interessano tutti ed ho già scritto più articoli anche su questo canale, a cui rimando, ma ho pure spedito, da privata cittadina però con 3 nonni cavazzini, a tempo debito, alcune osservazioni in senso contrario. Infatti con i mutamenti climatici che fanno abbandonare pure le piste da sci, l’acqua dolce sta diventando bene preziosissimo ed il cui uso deve venire adeguatamente valutato. Inoltre il lago di Cavazzo è il più grande della regione Fvg, e nonostante sia stato più volte deturpato e violato è ancora bellissimo!!!! Andateci, visitatelo e fermiamo questo scempio!
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P.S. 29 marzo 2025. Leggo che l’incontro a Udine è stato un successo. Io non vi ho però partecipato perché avevo un altro impegno ma anche perché dato che devo pure tenere www.nonsolocarnia.info, faccio sempre più fatica a partecipare agli incontri fuori Tolmezzo, ed a Tolmezzo ormai non si tengono di mio interesse, perché la Carnia tutta pare non pensi, non creda, non sappia più né lanciarsi né rilanciarsi.
Laura Matelda Puppini
https://www.nonsolocarnia.info/ancora-no-a-quel-nuovo-canale-voluto-dal-consorzio-di-bonifica-che-dovrebbe-prelevare-acqua-da-quello-sade-che-pesca-nel-lago-di-cavazzo-che-potrebbe-lasciare-comuni-fra-cui-anche-lignano-in-pov/https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2024/03/lago-obiettivoimmagine1.png?fit=712%2C1024&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2024/03/lago-obiettivoimmagine1.png?resize=150%2C150&ssl=1AMBIENTEGiorni fa, il 19 marzo 2025, è comparsa sul Messaggero Veneto una lettera di Claudio Polano, noto esponente dei Comitati per la salvezza del lago di Cavazzo, intitolata: “L’impatto del progetto sul canale Sade”, che ci narrava una strana storia. Inizialmente Polano, nel suo scritto, ha accennato al progetto...Laura Matelda PuppiniLaura Matelda Puppinilauramatelda@libero.itAdministratorLaura Matelda Puppini, è nata ad Udine il 23 agosto 1951. Dopo aver frequentato il liceo scientifico statale a Tolmezzo, ove anche ora risiede, si è laureata, nel 1975, in filosofia presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Trieste con 110/110 e quindi ha acquisito, come privatista, la maturità magistrale. E’ coautrice di "AA.VV. La Carnia di Antonelli, Centro Editoriale Friulano, 1980", ed autrice di "Carnia: Analisi di alcuni aspetti demografici negli ultimi anni, in: La Carnia, quaderno di pianificazione urbanistica ed architettonica del territorio alpino, Del Bianco 1975", di "Cooperare per vivere, Vittorio Cella e le cooperative carniche, 1906- 1938, Gli Ultimi, 1988", ha curato l’archivio Vittorio Molinari pubblicando" Vittorio Molinari, commerciante, tolmezzino, fotografo, Gli Ultimi, Cjargne culture, 2007", ha curato "Romano Marchetti, Da Maiaso al Golico, dalla Resistenza a Savona, una vita in viaggio nel Novecento italiano, ed. ifsml, Kappa vu, ed, 2013" e pubblicato: “Rinaldo Cioni – Ciro Nigris: Caro amico ti scrivo… Il carteggio fra il direttore della miniera di Cludinico, personaggio di spicco della Divisione Osoppo Carnia, ed il Capo di Stato Maggiore della Divisione Garibaldi Carnia, 1944-1945, in Storia Contemporanea in Friuli, n.44, 2014". E' pure autrice di "O Gorizia tu sei maledetta … Noterelle su cosa comportò per la popolazione della Carnia, la prima guerra mondiale, detta “la grande guerra”", prima ed. online 2014, edizione cartacea riveduta, A. Moro ed., 2016. Inoltre ha scritto e pubblicato, assieme al fratello Marco, alcuni articoli sempre di argomento storico, ed altri da sola per il periodico Nort. Durante la sua esperienza lavorativa, si è interessata, come psicopedagogista, di problemi legati alla didattica nella scuola dell’infanzia e primaria, e ha svolto, pure, attività di promozione della lettura, e di divulgazione di argomenti di carattere storico presso l’isis F. Solari di Tolmezzo. Ha operato come educatrice presso il Villaggio del Fanciullo di Opicina (Ts) ed in ambito culturale come membro del gruppo “Gli Ultimi”. Ha studiato storia e metodologia della ricerca storica avendo come docenti: Paolo Cammarosano, Giovanni Miccoli, Teodoro Sala.Non solo Carnia
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