Ancora sanità. Sui tagli alle analisi e visite ambulatoriali, sulle ultime trovate Lorenzin/Gutgeld, e sui geni della lampada, si fa per dire….
Ci sono delle notizie che mi colpiscono particolarmente e mi fanno indignare.
Sentite l’ultima! Tale Yoram Gutgeld, rigorosamente PD, foto con sorriso stampato sul volto, occhiali firmati e abito forse, rasato di fresco e forse cinquantenne o sessantenne, camicia aperta senza cravatta e visibile pancetta, commissario alla revisione della spesa, carica a me ignota, per coprire la quale non sappiamo quanto venga pagato, è entrato nella vita di tutti noi decidendo: udite, udite, di tagliare le prestazioni ambulatoriali e le analisi ai cittadini per far cassa e coprire altre spese.
Domenica scorsa l’occhio, in edicola, mi è caduto sul titolo di prima pagina di la Repubblica: «Tagli sulla sanità così risparmiamo dieci miliardi».
Compro subito il giornale, e un nodo alla gola mi coglie leggendo che codesto signore vuole fare cassa sulla nostra pelle, senza contare i possibili morti con i suoi tagli, sacrificati sull’altare della spending review.
Quello che mi viene alla mente subito è Matteo Renzi che annuncia urbi et orbi che taglierà le tasse, ed allo stesso tempo Yoram Gutgeld, sicuramente dei suoi, che taglia la sanità per fare cassa. Oddio che pensata! Trattasi, in sintesi, di togliere analisi e visite specialistiche, cioè la possibilità diagnostica a tutti, per abbassare l’IMU, problema dei ricchi e contenere l’aumento dell ‘Iva, problema noto da un pezzo!
Inoltre apprendo dal Messaggero Veneto che Yoram Gutgeld si è improvvisamente accorto che ci sono ospedali in rosso. Non è una novità ma il tecnico di spending review pare abbia scoperto ora quello che si sa da anni. E mandare via i cattivi amministratori? Io se uno mi facesse un buco economico, cioè spendesse più di quello che può, lo massacrerei, si fa per dire.
Per esempio il Santa Maria della Misericordia ha 10 milioni di euro di deficit. Perché non si mandano a casa direttore generale ecc.? (Alessandra Ceschia, “Buco da dieci milioni per l’ospedale di Udine. Le previsioni di bilancio per la fine dell’esercizio indicano una chiusura in passivo nonostante i tagli operati su farmaci, presidi e personale, in: Messaggero Veneto, 18 agosto 2014).
«Se continua così, a fine anno l’Azienda ospedaliero universitaria di Udine dovrà chiudere il bilancio con un buco da oltre dieci milioni di euro, 10.123.431 per essere precisi. Questo il risultato di gestione prospettato dal conto economico al secondo trimestre.
E tutto ciò nonostante la scure si sia abbattuta su ogni capitolo di spesa che è stato accuratamente rivisto. I costi al secondo trimestre rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e al 2012 hanno infatti subito una contrazione sensibile, ma se i trasferimenti diminuiscono, trovare la quadra diventa un gioco di prestigio.
“Purtroppo – conferma il direttore generale Mauro Delendi – la previsione del passivo resta, anche se è in leggera contrazione sulle stime precedenti […]. . (Ivi).
Cosa hanno tagliato ad Udine, per ridurre il deficit?
Secondo Alessandra Ceschia è stata tagliata la spesa: per farmaci, per i presidi e le protesi, per la dialisi, pare, per la manutenzione, per le fondazioni e per gli affitti. (Ivi).
Ma come si fa a tagliare l’indispensabile e la manutenzione, altra fissa dei novelli amministratori, compresi quelli comunali di Tolmezzo? Ma che studi sulla spesa hanno fatto coloro che agiscono così? Se non si mantiene un bene, poi si rovina e o si perde o si paga il doppio per sistemarlo, lo sanno quasi tutti.
Potevano mandare a casa chi ha fatto un buco da oltre 10 milioni di euro, Delendi e company, mandare altrove qualche chirurgo per addome e mammella, dato che mi pare siano 36, tagliare il superfluo, non l’indispensabile.
Ma sono i capitoli su cui si spende di più! – potrebbe dire il solito che nulla sa di bilanci. Per forza! L’indispensabile spesso costa più del superfluo. In tempi di guerra si spendeva tutto per mangiare.
Naturalmente chi deciderà sarà poi la politica, e deciderà con le sue regole e leggi, senza uno straccio di rilevazione dei bisogni, di analisi dell’esistente, superate dai lampi di genio, si fa per dire. E le regole per il bilancio non riguardano ormai i cittadini, ma Angeluzza nostra ( la Merkel- senza offesa) e company, in un clima italico, ormai da Grecia, ove partiti e politici operano come si fosse, scriveva qualcuno ma non ricordo chi, sempre e comunque in clima pre- elettorale.
Si punta al consenso, non si sa come facciano a sperarlo. E la Lorenzin chi l’ ha messa lì? Mistero. Forse sempre Renzi, che pare uno che si arrampica sui vetri, ora come ora.
Comunque che vi sia un legame fra le ultime esternazioni del premier e le proposte di Yoram Gutgeld/Lorenzin, lo ha capito anche il Messaggero Veneto, che ieri, 27 luglio 2015, intitolava: «Tagli alla Sanità per ridurre le tasse».
Su detto articolo si legge che:«Le misure previste dal commissario riguardano, tra le altre cose, gli acquisti di beni e servizi e l’appropriatezza delle prescrizioni”. (Tagli alla Sanità per ridurre le tasse, in: Messaggero Veneto, 27 luglio 2015).
Infine oggi, 28 luglio 2015, sempre dal Messaggero Veneto veniamo a sapere che i medici di famiglia contestano il principio di appropriatezza, che, se non presente, (ma nessuno sa chi dovrebbe contestarla) porterebbe il medico di base a pagare in proprio. Questo significa pure dover creare dei comitati di controllo, su base politica, perché ormai nulla esiste senza la politica, togliendo risorse alla sanità per aumentare i burocrati e la burocrazie. E i medici? E gli infermieri? Ma cosa vuoi che sia! D’ora in poi, come ha detto qualcuno, si curerà tutto via telefono!
Ma così si spera di superare la medicina difensiva! E come? Questa è solo pia illusione, fumo per allocchi.
E noi del Fvg già tartassati dalla Marcolongo – Telesca, che dobbiamo aspettarci?
Con gli esiti della riforma della sanità Marcolongo Telesca, oltre al futuro all’orizzonte con i tagli Lorenzi/ Gutgeld, definita Manovra Renzi, dal Messaggero Veneto del 28 luglio 2015, andrà a finire che a noi del Fvg, che amiamo discutere sulle facezie invece che incazzarci per le cose serie, non resterà che piangere, ed augurarci di star bene!
Infatti: il personale ospedaliero è sempre più in affanno. C’è chi ha scritto che ad Udine, un paziente con problema acuto ha atteso 13 ore per una ecografia, perché vi è un solo radiologo d’urgenza di guardia. Inoltre gli infermieri lamentano che sono pochi e fanno turni massacranti. L’assessore Telesca ha risposto che entro il 31 luglio sarà approvato il bando per il concorso unico degli infermieri. Poi il resto, dico io. Ci vorrà quanto per avere le nuove assunzioni in organico? E poi pare che non siano molti neppure i medici, almeno nelle periferie, e resteranno sguarniti di medico di base i piccoli paesi, che è come invitare la popolazione a prendere la valigia ed andare verso la città.
In compenso sono stati stanziati 16 milioni di euro, di intesa con i sindacati, per il lavoro notturno e festivo, per Ota e Oss. Ma se medici ed infermieri sono sempre quelli, come lavoreranno una notte dopo l’altra, anche se incentivati? Attendiamo comunque, fiduciosi, cosa sortirà da questa che l’Assessore definisce la “manovra estiva” memori, noi che abbiamo più di sessant’ anni, dei risultati delle cosiddette leggi agostane e ricordando cosa, quando tutti erano al mare, prima delle ferie, vari governi hanno partorito. (Articolo di riferimento: Sanità 16 milioni per i premi al personale, Messaggero Veneto, 23 luglio 2015).
Inoltre la C.R.I. e le Associazioni di volontariato, unite, si rivolgono a Debora Serracchiani perché non tolga le convenzioni con gli Enti privati che permettono, pure, il trasporto utenti, come, per esempio, la Croce Rossa Italiana e la Sogit. Le Associazioni rivendicano il principio di economicità e la valorizzazione delle risorse volontaristiche, e fanno notare che i volontari, in Friuli Venezia Giulia, sono circa 3000 e 100 sono i dipendenti. In ogni caso esternalizzare il servizio, senza volontari, costerebbe molto di più. (m. p., Appello della C.R.I. a Serracchiani, in Messaggero Veneto 22 luglio 2015). Si teme l’abrogazione dell’articolo 16 bis della legge 12 del 1995, e ci si appella al buon senso. (Anche le associazioni fanno gli interessi dei cittadini, in Messaggero Veneto, 22 luglio 2015).
Infine gli abitanti di Feletto Umberto, nei paraggi di Udine, si sono visti razionare la possibilità di fare analisi al poliambulatorio.
«Il poliambulatorio di Feletto non effettua più i prelievi del sangue per i cittadini esenti ticket. Il servizio, tra i più utilizzati della struttura di via Udine, è stato temporaneamente sospeso. Dal centro comunale confermano, ma i motivi restano da chiarire. Vuole vederci chiaro la consigliera comunale di Tavagnacco Adalgisa Di Bert (Progetto civico), che sulla vicenda ha presentato un’interrogazione al sindaco l’altra sera in aula.
Ma intanto scoppia la protesta dei molti utenti esenti ticket che erano abituati a rivolgersi al punto di Feletto per le analisi e che di recente, senza preavviso, non hanno più avuto accesso al servizio. Secondo Di Bert, la riforma sanitaria regionale suona il campanello d’allarme per tutto l’hinterland udinese, Tavagnacco compreso.
Ecco perché invita il sindaco, Gianluca Maiarelli a rizzare le antenne sulle conseguenze del provvedimento sulla copertura e sulla qualità dei servizi sanitari del Comune. Già ridotti all’osso.
“Il poliambulatorio ha ridotto e annullato alcuni servizi essenziali quali il prelievo di sangue a tutti i cittadini esenti da ticket – scrive –, mantenendo solo quello inerente a una specifica patologia, le certificazioni medico-legali e altri servizi già attivi”.
Una riduzione che ha disorientato gli utenti, “discutibile e inopportuna”, secondo la consigliera di opposizione, tanto più perché nessuna notizia della sospensione è stata comunicata ai cittadini, né da parte del Comune, né da parte dell’azienda sanitaria 4 Medio Friuli.
E non solo. C’è anche da chiarire il nodo della guardia medica, […].
Di Bert vuole sapere «se l’assistenza sarà trasferita, dove e quando». Considera poi grave «la parziale mancanza di aggiornamento sul sito istituzionale del Comune e della stessa azienda sanitaria, di ogni aspetto organizzativo dei servizi pubblici sanitari erogati all’utenza».
E ricorda che «l’impatto maggiore della riforma si avrà a Udine e Trieste», ma anche «nelle aree dei Comuni interessati. Dunque, nemmeno Tavagnacco ne resterà esclusa, e al momento ««non sappiamo nei fatti come funzioneranno ospedale e università e come si integreranno con il territorio».
Intanto, di fronte alla sospensione dei prelievi a Feletto gli utenti sono costretti a recarsi altrove. Il punto più vicino è l’ospedale di Udine». (Lodovica Bulian, Stop ai prelievi a Feletto: bisogna andare a Udine. Al poliambulatorio di via Udine potrà recarsi soltanto chi è esente da ticket. Maretta in consiglio, la minoranza chiede chiarimenti. Le proteste dei cittadini, in Messaggero Veneto, 9 luglio 2015).
Piano piano si toglie salute e sanità, si centralizzano servizi e si azzerano le periferie, mentre una nube grigia scende su questa nostra Italia, pronta a cantare il suo De Profundis. Nel frattempo gli italiani, che ormai stanno capendo da che parte va il vento, si attrezzano in prove di risparmio e sopravvivenza. (Italiani cauti, prove di risparmio. I dati Istat. Indagine Intesa-Einaudi: eroso il ceto medio. Cifre shoc per malattie ed invalidità, in: Messaggero Veneto, 22 luglio 2015).
Laura Matelda Puppini
L’immagine in evidenza correda l’articolo di Gianfranco De Felice ” Medicina, sanità economia” pubblicato il 14 aprile 2012, in: http://www.smoweb.org/Documenti/Medicina%20sanita%20economia.htm.
https://www.nonsolocarnia.info/ancora-sanita-sui-tagli-alle-analisi-e-visite-ambulatoriali-sulle-ultime-trovate-lorenzingutgeld-e-sui-geni-della-lampada-si-fa-per-dire/https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2015/07/Medicina-medievale.jpg?fit=220%2C221&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2015/07/Medicina-medievale.jpg?resize=150%2C150&ssl=1ECONOMIA, SERVIZI, SANITÀCi sono delle notizie che mi colpiscono particolarmente e mi fanno indignare. Sentite l’ultima! Tale Yoram Gutgeld, rigorosamente PD, foto con sorriso stampato sul volto, occhiali firmati e abito forse, rasato di fresco e forse cinquantenne o sessantenne, camicia aperta senza cravatta e visibile pancetta, commissario alla revisione della spesa,...Laura Matelda PuppiniLaura Matelda Puppinilauramatelda@libero.itAdministratorLaura Matelda Puppini, è nata ad Udine il 23 agosto 1951. Dopo aver frequentato il liceo scientifico statale a Tolmezzo, ove anche ora risiede, si è laureata, nel 1975, in filosofia presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Trieste con 110/110 e quindi ha acquisito, come privatista, la maturità magistrale. E’ coautrice di "AA.VV. La Carnia di Antonelli, Centro Editoriale Friulano, 1980", ed autrice di "Carnia: Analisi di alcuni aspetti demografici negli ultimi anni, in: La Carnia, quaderno di pianificazione urbanistica ed architettonica del territorio alpino, Del Bianco 1975", di "Cooperare per vivere, Vittorio Cella e le cooperative carniche, 1906- 1938, Gli Ultimi, 1988", ha curato l’archivio Vittorio Molinari pubblicando" Vittorio Molinari, commerciante, tolmezzino, fotografo, Gli Ultimi, Cjargne culture, 2007", ha curato "Romano Marchetti, Da Maiaso al Golico, dalla Resistenza a Savona, una vita in viaggio nel Novecento italiano, ed. ifsml, Kappa vu, ed, 2013" e pubblicato: “Rinaldo Cioni – Ciro Nigris: Caro amico ti scrivo… Il carteggio fra il direttore della miniera di Cludinico, personaggio di spicco della Divisione Osoppo Carnia, ed il Capo di Stato Maggiore della Divisione Garibaldi Carnia, 1944-1945, in Storia Contemporanea in Friuli, n.44, 2014". E' pure autrice di "O Gorizia tu sei maledetta … Noterelle su cosa comportò per la popolazione della Carnia, la prima guerra mondiale, detta “la grande guerra”", prima ed. online 2014, edizione cartacea riveduta, A. Moro ed., 2016. Inoltre ha scritto e pubblicato, assieme al fratello Marco, alcuni articoli sempre di argomento storico, ed altri da sola per il periodico Nort. Durante la sua esperienza lavorativa, si è interessata, come psicopedagogista, di problemi legati alla didattica nella scuola dell’infanzia e primaria, e ha svolto, pure, attività di promozione della lettura, e di divulgazione di argomenti di carattere storico presso l’isis F. Solari di Tolmezzo. Ha operato come educatrice presso il Villaggio del Fanciullo di Opicina (Ts) ed in ambito culturale come membro del gruppo “Gli Ultimi”. Ha studiato storia e metodologia della ricerca storica avendo come docenti: Paolo Cammarosano, Giovanni Miccoli, Teodoro Sala.Non solo Carnia
Oggi Gino Strada su facebook scrive che la sanità deve costare quanto serve per curare le persone che ne hanno bisogno, non una in più non una in meno, mentre in Italia milioni di italiani non si possono permettere cure adeguate. Inoltre egli precisa che la spesa sanitaria è il costo del sistema sanitario nazionale per lo Stato, non quello per curare le persone che ne hanno bisogno. Infine si sofferma sulle aziende sanitarie che funzionano, appunto come aziende profit. Il profitto nel settore della sanità in Italia è valutato, secondo lui, in circa 25 miliardi di euro annui. E se si iniziasse a tagliare da lì? – suggerisce. E se si optasse per una sanità no profit e per una medicina che lasci fuori della porta l’aspetto difensivo, e che punti alla qualità? Spesso dico io, per esperienza diretta, la spesa sanitaria lievita per errori diagnostici o leggerezza nel compiere il proprio lavoro. E chi non lavora bene in sanità dovrebbe avere un sistema che lo sanziona in qualche modo e lo fa riflettere, dato che si tratta della vita e della salute delle persone, bene prezioso, altro che medicina difensiva!
aggiornamento come commento.
Da la REPUBBLICA. COLPO DI SCURE SULL’ITALIA. TAGLIATA LA SANITA’ PUBBLICA DA RENZI, BRUSCHI, LORENZIN, ATTRAVERSO IL DECRETO OMNIBUS. MANCA SOLO L’O.K. FINALE.
Leggo, amareggiata sempre più e stupita, che Matteo Renzi, che pare non abbia mai analizzato gli esiti della politica berlusconiana, spera di ridurre le tasse alle imprese per favorire il loro venire in Italia.
Questa è puro sogno di una notte quasi di mezza estate, nulla di più. Ci ha provato caparbiamente l’uomo di Arcore con i suoi: risultato: gli imprenditori vengono ma vogliono l’America e poi fuggono quando gli comoda. Vedi in Carnia De Longhi, vedi altri qui come là. Io credo che sia stata proprio questa politica di far ponti d’oro agli imprenditori, senza garanzia alcuna, a portare l’Italia allo sfacelo, togliendo ogni diritto ai giovani ed ai lavoratori, e precarizzando il lavoro. E’ stato un suicidio politico, economico, ambientale, sociale, come il vendere e lo svendere i gioielli di famiglia, come il permettere che le associazioni industriali, per es. quella di Udine attraverso Alberto Valduga, promuovessero l’emigrazione delle ditte all’estero, in particolare in Cina, negli anni che furono.
Nel lontano 1969 o giù di lì, come gruppo Gli Ultimi segnalavamo il caso della Miro di Ovaro, fabbrica ampiamente incentivata, svanita nel nulla dopo un ipotetico fallimento, o quello della Marilù mi pare a Cavazzo Carnico, e via dicendo. Io se incentivassi qualcosa chiederei delle garanzie. In Italia abbiamo speso patrimoni per “incentivare” con ben pochi risultati per la nazione.
Comunque per ritornare alla sanità, leggo su la Repubblica, non solo che si è approvata, in fretta e furia, una manovra da 2 miliardi di tagli alla sanità, passata con mille altre voci, quali per es. il salvataggio del Gran Premio di Monza, o i fondi per i dirigenti delle Agenzie fiscali, grazie ad un mega decreto omnibus, ma anche che, udite udite, la ignota Lorenzin Beatrice sarà colei che (forse con qualche funzionario, come quello che, pare, decise, fra un caffè ed un cappuccino, si fa per dire, di tagliare i tribunali, aiutando così la ministra Anna Maria Cancellieri) predisporrà precisi protocolli per i medici, per gli ospedali, per la sanità tutta, in qualche giorno. Siamo veramente alla frutta ed all’arrangiamoci per carità? Per esempio si può vedere come funziona la sanità estera, che prezzi fa, dato che il sistema sanitario nazionale, un fiore all’occhiello della nazione, è già sparito o sta per scomparire in un lamp, grazie a Matteo Renzi, mai votato dalla gente ma solo dai fedelissimi, a Beatrice Lorenzin che non si sa da dove sbuchi e che capacità abbia, a Yoram Gutgeld, israeliano,diventato italiano per matrimonio, e via dicendo. Essi hanno in mano la falce… per tagliare… azzerare…hanno in mano le leve del potere per decidere la salute di una nazione intera. Ma perché invece non li mandiamo a casa subito? E quanto ci costano? Ci sono manager che guadagnano 117 mila euro l’anno. Riduciamo il loro stipendio. Che ci servono tutti questi politici, se poi per far cassa hanno il lampo di genio di tagliare la sanità? Spero che almeno mio nipote abbia il buon senso quando sarà grande, di emigrare.
Comunque d’ora in poi credo che vivere in Italia sarà come partecipare allo show l’isola dei famosi! Se bravi e resistenti a tutte le difficoltà di vivere in Italia, magari da anziani, si potrà vincere salute e sopravvivenza.
Bisogna iniziare a pensare a forme alternative, di sanità? In Grecia lo fanno. Ci sono medici che curano anche per poco. E si potrebbero creare delle forme di società di mutuo soccorso. Infatti in questo che io definirei un gioco al massacro della popolazione, perché il governo vinca il banco, i cittadini devono puntare su di lui.
Cittadini, medici, infermieri, politici con ancora un po’ di senno, mandiamo a casa questi politici, Renzi Boschi e Lorenzin in primis, e diciamo un forte no a tagli nella sanità tali che potrebbero in ipotesi, garantire le cure solo a coloro che riescono a farsi un’assicurazione privata o neppure a quelli. Viva Obama che ha ribaltato il sistema in U.S.A., via i fantasmi reganiani dall’Italia! FACCIAMO PRESENTE CHE OGNI MORTO PER UNA SANITÀ CHE TAGLIA E REGOLA L’OPERARE DEI MEDICI PESERÀ SULLA COSCIENZA DI CHI L’HA DECISA, E CHE NON DIMENTICHEREMO I LORO NOMI! LI RIPETEREMO, LI MALEDIREMO…. SE QUALCUNO DOVESSE SOFFRIRE O MORIRE PER I LORO TAGLI, ANCHE SOLO UNO.
(Articoli di riferimento: Roberto Petrini “Meno ricoveri e fisioterapie, rischio di pagare Tac e esami, cosa cambia con il decreto”, in:la Repubblica 29 luglio 2015 – Annalisa Cuzzocrea, “ Sanità, tagli da 2 miliardi il Senato vota la fiducia Renzi: imprese, tasse giù”, in:la Repubblica 29 luglio 2015 – Rosaria Amato: “Nicola Zingaretti: Bisogna rispettare il patto tra governo e regioni “ Risparmi da reinviestire sulla salute dei cittadini non per sconti al fisco” in: la Repubblica 29 luglio 2015).
Laura Matelda Puppini
SANITÀ. AI PARLAMENTARI PAGHIAMO TUTTO. QUELLO CHE BOSCHI, LORENZIN E GUTGELD NON CI DICONO…
NOI lacrime e sangue, I DEPUTATI neanche fossero sultani e visir… …
Così scriveva Alberto Custodero, nel 2011, su la Repubblica: «ROMA – Per la prima volta viene tolto il segreto su quanto costa ai contribuenti l’assistenza sanitaria integrativa dei deputati. Si tratta di costi per cure che non vengono erogate dal sistema sanitario nazionale (le cui prestazioni sono gratis o al più pari al ticket), ma da una assistenza privata finanziata da Montecitorio. Va detto ancora che la Camera assicura un rimborso sanitario privato non solo ai 630 onorevoli. Ma anche a 1109 loro familiari compresi (per volontà dell’ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini) i conviventi more uxorio
(…).
Ebbene, nel 2010, deputati e parenti vari hanno speso complessivamente 10 milioni e 117mila euro. Tre milioni e 92mila euro per spese odontoiatriche. Oltre tre milioni per ricoveri e interventi (eseguiti dunque non in ospedali o strutture convenzionati dove non si paga, ma in cliniche private). Quasi un milione di euro (976mila euro, per la precisione), per fisioterapia. Per visite varie, 698mila euro. Quattrocentottantotto mila euro per occhiali e 257mila per far fronte, con la psicoterapia, ai problemi psicologici e psichiatrici di deputati e dei loro familari.
Per curare i problemi delle vene varicose (voce “sclerosante”), 28mila e 138 euro. Visite omeopatiche 3mila e 636 euro. I deputati si sono anche fatti curare in strutture del servizio sanitario nazionale, e dunque hanno chiesto il rimborso all’assistenza integrativa del Parlamento per 153mila euro di ticket.
A rendere pubblici questi dati sono stati i radicali che da tempo svolgono una campagna di trasparenza denominata Parlamento WikiLeaks. I deputati di Pannella chiedono i dati delle consulenze e degli appalti e contratti vari, e poi li pubblicano online “perché solo così – spiega l’onorevole Rita Bernardini – i conti della Camera sono sottoposti al controllo dell’opinione pubblica. In caso contrario alla Camera si sentono liberi di fare qualsiasi cosa perché tanto non c’è nessuno che li controlla”.
Ma non tutti i numeri sull’assistenza sanitaria privata dei deputati, tuttavia, sono stati desegretati. “Abbiamo chiesto – dice la Bernardini – quanti e quali importi sono stati spesi nell’ultimo triennio per alcune prestazioni previste dal ‘fondo di solidarietà sanitarià come ad esempio balneoterapia, shiatsuterapia, massaggio sportivo ed elettroscultura (ginnastica passiva). Volevamo sapere anche l’importo degli interventi per chirurgia plastica, ma questi conti i Questori della Camera non ce li hanno voluti dare”. Perché queste informazioni restano riservate, non accessibili? Cosa c’è da nascondere? (…).
Se gli onorevoli vogliono qualcosa di più dei cittadini italiani, cioè un privilegio, possono pagarselo, visto che già dispongono di un rimborso di 25 mila euro mensili, a farsi un’assicurazione privata. Non si capisce perché questa ‘mutua integrativà la debba pagare la Camera facendola gestire direttamente dai Questori”. (…).»
(Alberto Custodero, Omeopatia, dentista e psicologo tutti i rimborsi per i deputati. Tolto il segreto sui costi dell’assistenza integrativa dei deputati e dei loro familiari. Nel 2010 spesi oltre 10 milioni di euro. Ma non tutto è ancora pubblico, in la Repubblica, 11 aprile 2011).
VORREMMO SAPERE A QUANTO AMMONTA ORA DETTA SPESA, SE SONO ANCORA IN AUGE TALI BENEFICI.
INIZIAMO SUBITO LA SPENDING REVIEW TAGLIANDO I PRIVILEGI AI PARLAMENTARI E LORO FAMIGLIE.
Laura Matelda Puppini
RICORDO INOLTRE CHE QUESTO TAGLIO DI 2,5 MILIARDI ALLA SANITA’ E’ QUELLO FATTO D’INTESA FRA STATO REGIONI IN APRILE A CUI SI SOMMERANNO I 10 MILIARDI CHE YORAM GUTGELD E RENZI VOGLIONO TOGLIERE ALLA SANITA’. MANDIAMOLI A CASA, PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI.
Le dichiarazioni di Gutgeld mi ricordano Una modesta proposta di Swift.