Ancora sulla sanità targata Fvg e quegli interventi sui codici bianchi che possono essere a pagamento.
Sulle visite codici bianchi in Pronto Soccorso ad Udine che possono esser a pagamento non si sa a discrezione di chi.
Vorrei riprendere qui, e poi in altro articolo, alcuni aspetti relativi alla esternalizzazione della diagnosi e cura dei pazienti a cui il triage infermieristico del pronto soccorso del Santa Maria della Misericordia ha attribuito un codice bianco (si spera non verde), il che contempla, fra l’altro, ora come ora, che essi paghino la prestazione. Infatti così si legge sul sito aziendale Asufc del Pronto Soccorso: relativamente ai codici bianchi: « Queste prestazioni possono essere soggette al pagamento del ticket». (1). Ma possono i medici privati di Amaltea prescrivere pure un pagamento prestazionale per Asufc, possibilità che io non ho letto però sulla documentazione, ma può essere limite mio?
Inoltre detto sito istituzionale dovrebbe esser immediatamente aggiornato, visto, fra l’altro, che la prestazione può essere a pagamento: infatti la dirigenza Asufc deve riportare, a mio avviso, a chiare lettere che i codici bianchi del Pronto Soccorso per ora solo del Santa Maria della Misericordia vengono trattati non da medici di pronto soccorso a tutti gli effetti ma da quelli della cooperativa Amaltea, che possono non aver frequentato una scuola pubblica di specializzazione in pronto soccorso ed emergenza urgenza ed elencarne nomi e titoli.
Infatti è diritto del cittadino sapere in che mani va a finire, che titoli vanta il medico che lo vede in una area così delicata come un Pronto Soccorso, soprattutto se paga. Ed è un dovere del dott. Denis Caporale, a mio avviso, precisarlo subito. Perché se io devo comperare, pagandola, una prestazione devo sapere chi la eroga e la qualità dell’erogante. Ma nello specifico io non ho trovato nulla di ufficiale, per esempio il nome degli specialisti esterni e della cooperativa e titoli posseduti. Insomma, non si può fare, secondo me, tutto alla buona, in ambito così delicato e che può contemplare un esborso economico. Così, infatti, il Pronto Soccorso di Udine risulterebbe formato da un organigramma preciso più alcuni ignoti di cui nulla si sa, unici però la cui prestazione potrebbe essere a pagamento. Ed uno potrebbe dire, fra l’altro, e mi scusi la dirigenza dell’Asufc se l’ho pensato, che chi paga viene trattato peggio degli altri. Insomma il fatto che le prestazioni in Pronto Soccorso ad Udine per coloro a cui è stato attribuito un codice bianco da un infermiere possano venir pagate non è di poco conto, e chi definisce questa possibilità pure. Perché ora dovrebbero essere i nuovi esterni a definire il pagamento della prestazione o meno.
Non solo: si deve tener presente che i codici bianchi «Identificano chi accede al servizio per problemi che non comportano in alcun modo un rischio vita; in questo caso l’attesa non compromette le condizioni cliniche dell’utente. Il tempo di attesa è solitamente lungo, anche qualche ora, poiché viene data priorità alle altre categorie di utenti». (2). Ma questi aspetti importantissimi sono valutati da un infermiere, non da un medico, e fino a che un soggetto non è visto da un medico di pronto soccorso nessuno può firmare diagnosi e cura.
Il parere del dott. Walter Zalukar, che fu primario di Pronto Soccorso presso l’ospedale di Cattinara a Trieste.
Alcune testate online hanno già ripreso le perplessità di Walter Zalukar sull’affido dei codici bianchi del Pronto Soccorso più grande della Regione, quello dell’ ospedale Santa Maria della Misericordia, dipendente da Asufc, retta da Denis Caporale, a medici di una cooperativa di Vercelli, e vi spiego subito chi è detto medico, perché capiate l’importanza di ciò che afferma. Nel lontano 1979, egli, triestino, incominciava a lavorare come medico nel Pronto Soccorso della sua città. Nel 1992 diventava responsabile territoriale del 118 della città giuliana, nel 2003 responsabile dell’astanteria dell’ospedale di Cattinara, nel 2008 veniva nominato direttore del dipartimento di emergenza e accettazione, cioè del Pronto Soccorso dell’ ospedale di Cattinara, e vi resta sino al pensionamento. (3). E riporto queste informazioni, per chiarire che Walter Zalukar, quando parla e scrive di sanità, lo fa da persona informata, che ha vissuto per oltre 40 anni sul campo.
Ecco quanto scrive Walter Zalukar nel merito, riportato in un articolo intitolato: «Affidamento a privati gestione codici minori pronto soccorso Udine: quale rischio per sicurezza della cure?»
L’affidamento ad un’azienda privata della gestione dei pazienti con codici cosiddetti minori nel Pronto Soccorso di Udine riguarda la sicurezza delle cure nella rete di emergenza urgenza e non è quindi questione di poco conto.
La gestione dei codici “minori” (bianchi e verdi) è delicata, poiché è proprio fra questi che si nascondono le insidie e i casi spesso più difficili da interpretare per il medico di Pronto Soccorso (es.: la lombalgia/dorsalgia che si rivela dissezione aortica, gli edemi cronici che nascondono uno scompenso cardiaco con edema polmonare imminente). Sono del resto proprio i codici bianchi e verdi a “produrre” più sinistri.
Tali esempi evidenziano come medici non opportunamente formati non possano ritenersi esaurientemente competenti nella diagnosi differenziale e nella gestione di tali criticità in ambiente ospedaliero. E va chiarito una volta per tutte che il codice colore del triage è solo una sorta di semaforo di priorità d’accesso, non un indice di appropriatezza di accesso al Pronto Soccorso, e neppure di gravità; quindi, è una regola su chi entra prima, cioè su chi è probabilmente più urgente rispetto ad un altro, pertanto ha un valore relativo.
Ieri in Consiglio regionale l’assessore Riccardi è riuscito a sfuggire al confronto su questo tema, come lo stesso assessore era riuscito ad eludere nell’ultima seduta del Consiglio della precedente legislatura un altro tema assai critico, quello dei ritardi di soccorso sul territorio. I problemi vanno affrontati all’origine, non nascosti sotto il tappeto, serve un’adeguata pianificazione, che sembra essere la grande assente del servizio sanitario regionale. Walter Zalukar». (4).
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Ma l’assessore alla sanità e salute pare occupato, ora, a visitare Sauris per interessarsi della sua strada su cui si è già intervenuti più volte e del recentissimo maltempo che ha flagellato, come da decenni accade d’estate, con forti temporali il basso Friuli e pordenonese (che da quando ero bimba ho sentito esser stato spazzato, da fine giugno ai primi di settembre da fenomeni di questo tipo oltre che da forti trombe d’ aria) nella veste di dirigente in capo della Protezione Civile, stabilendo, pare, una prima cifra regionale da spendere per questo prima ancora di avere una conta dei danni, e quidi a priori. (5). Quello che non capisco, a questo punto, però, nello specifico, è perchè si continui a procedere da emergenza in emergenza, senza prendere in considerazione un protocollo di intervento locale per questi notissimi eventi nella bassa, con veloce conta dei danni e una cifra accantonata per il bisogno. Tanto, a memoria, ogni anno si parla di alberi divelti, di qualche strada allagata, forse ma non sempre di qualche evacuato per prudenza, e di black out. Ma le reti energetiche non sono proprietà della regione, e il servizio di erogazione e trasmissione energia elettrica deve essere efficientato e manutentato da chi di dovere.
La Corte dei Conti sulla sanità FVG.
Infine anche la Corte dei Conti si è espressa sulla sanità FVG, retta da Riccardo Riccardi. “Liste d’attesa in sanità, la “pagella” della Corte dei Conti”, intitola un articolo sottotitolato: “I magistrati contabili: “mancato il rispetto dei valori soglia””. Richiamata la necessità di una migliore programmazione. Il PD: Regione bocciata””, datato luglio 2023. Le considerazione si riferiscono però al biennio 2020-2022.
Questo il testo.
«L’andamento dei tempi di erogazione delle prestazioni sanitarie nel periodo 2018-2022 ha mancato, nel suo complesso, il conseguimento del rispetto dei valori soglia fissati in sede di monitoraggio nazionale. Un quadro che, tuttavia, non è omogeneo, e che varia per tipologia e priorità.
Lo scrive la sezione di controllo della Regione della Corte dei conti, nel suo referto relativo al governo delle liste di attesa, diffuso dalla Regione stessa ai consiglieri.
L’analisi fa rilevare che il rispetto dei tempi obiettivo è migliore quanto più ci si allontana dal perimetro del breve termine. Le prestazioni meno urgenti, in sostanza, vengono erogate nei tempi previsti: e questo, secondo il documento, lascia trasparire che le problematiche sono di tipo organizzativo e gestionale, e legate ad una certa rigidità del sistema e la mancanza di flessibilità nella gestione di risorse umane e mezzi.
L’emergenza pandemica ha sicuramente complicato le cose, dice ancora la Corte dei Conti, ma le difficoltà da essa generate si sono sommate a quelle legate al processo di riassetto del servizio sanitario. Secondo i magistrati contabili, quindi, è auspicabile consolidare e rafforzare l’assetto per dare stabilità al sistema.
Quanto all’attività svolta dai medici in regime di libera professione, essa – secondo la Corte – non presenta volumi complessivi tali da pregiudicare l’equiliberio rispetto all’attività istituzionale o causare problemi all’equitaà dell’accesso al servizio sanitario.
Per quanto riguarda, poi, il privato accreditato, sono emerse criticità nella programmazione del fabbisogno, e l’impiego delle risorse economiche è stato inferiore agli stanziamenti. La Corte sottolinea la necessità di un’attenta programmazione, e l’importanza del ruolo di regia e coordinamento regionale.
Il referto fa notare ancora come i fondi stanziati alle aziende sanitarie non sono stati impiegati nella loro totalità, e in modo differenziato tra azienda ed azienda: una forbice che, scrivono i magistrati contabili, appare sintomatica di difficoltà in ambito gestionale. Una disomogeneità di fondo che porta a riflettere sull’importanza di una programmazione più attenta e con una regia e coordinamento sovra-aziendale.
Il PD: «Regione bocciata».
«La bocciatura da parte della Corte dei conti sulla gestione delle liste d’attesa in Sanità da parte della Regione, conferma tutte le difficoltà che ogni giorno pesano sulla testa dei cittadini». Lo afferma il consigliere regionale Nicola Conficoni (Pd) commentando il referto della Corte dei conti.
«Dal rapporto emerge come i fondi stanziati per ridurre le liste d’attesa siano stati utilizzati solo parzialmente e in qualche caso la spesa sia addirittura stata pari a zero, come quella sostenuta nel 2021 dall’Asfo, ancora una volta distintasi in negativo. Un fatto inaccettabile per tutto quello che sta accadendo nel sistema sanitario pubblico: speriamo almeno che i dieci milioni stanziati con l’assestamento vengano effettivamente impiegati». Secondo Conficoni, «la fotografia fatta dai giudici contabili è deludente ed è superabile solo con un netto cambio di passo, a partire dal personale: per un vero recupero, infatti, è necessario investire nelle risorse umane, arginando la fuga verso il privato».
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Questi alcuni aspetti su cui riflettere, mentre sto preparando un secondo articolo su: codici bianchi ma anche verdi, secondo Zalukar, affidati a cooperativa nel più grande Pronto Soccorso regionale. E se pensate che alcune considerazioni siano errate, corregetemi, commentate, scrivete la vostra. È un diritto dei cittadini, pacificamente, senza offendere, dire le loro opinioni su quello che fanno i nostri ‘sorestanz’ termine che uso solo per non descrivere analiticamente una intera categoria di soggetti politici collegati con compiti decisionali ed amministrativi, e senza voler offendere alcuno.
Laura Matelda Puppini
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Note.
(1) https://asufc.sanita.fvg.it/it/servizi/pronto_soccorso.html
(2) Ivi.
(3) https://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2016/09/23/news/il-curriculum-1.14144977.
(4) https://www.walterzalukar.it/uncategorized/affidata-a-privati-la-gestione-codici-minori-pronto-soccorso-udine-quale-rischio-per-sicurezza-della-cure/ 5 luglio 2023.
(5) https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2023/07/13/maltempo-in-fvg-la-regione-decreta-lo-stato-di-emergenza_7428cd22-f2af-470f-b3a4-d40ef3fc7e38.html. Qui si legge che Riccardo Riccardi ha già stanzato 500.000 euro per ‘emergenza regionale’. Ora i forti temporali nella bassa si sono verificati il 13 luglio 2023, ed hanno contemplato, nell’ immediato, centinaia di chiamate alla Sores, credo, alberi caduti e 10 persone evacuate, forse solo per prudenza, ma non lo so, e black out. Ma il ripristino della rete energetica elettrica non ritengo sia compito dell’Assessore alla Sanità e Salute.
(6) “Liste d’attesa in sanità, la “pagella” della Corte dei Conti”, in: https://www.rainews.it/tgr/fvg/articoli/2023/07/liste-dattesa-in-sanita-la-pagella-della-corte-dei-conti-2b678d17-6f97-44fd-bf9f-45c13826000d.html
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L’immagine che accompagna l’articolo rappresenta l’ entrata dell’ospedale di Udine ed è tratta da: https://www.ilfriuli.it/salute-e-benessere/ospedale-di-udine-35esimo-in-italia/, riferito al 2020. L.M.P.
https://www.nonsolocarnia.info/ancora-sulla-sanita-targata-fvg-e-quegli-interventi-sui-codici-bianchi-che-possono-essere-a-pagamento/https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2023/07/ingressopsudine2018_Thumb_HighlightCenter227777.jpg?fit=720%2C420&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2023/07/ingressopsudine2018_Thumb_HighlightCenter227777.jpg?resize=150%2C150&ssl=1Senza categoriaSulle visite codici bianchi in Pronto Soccorso ad Udine che possono esser a pagamento non si sa a discrezione di chi. Vorrei riprendere qui, e poi in altro articolo, alcuni aspetti relativi alla esternalizzazione della diagnosi e cura dei pazienti a cui il triage infermieristico del pronto soccorso del...Laura Matelda PuppiniLaura Matelda Puppinilauramatelda@libero.itAdministratorLaura Matelda Puppini, è nata ad Udine il 23 agosto 1951. Dopo aver frequentato il liceo scientifico statale a Tolmezzo, ove anche ora risiede, si è laureata, nel 1975, in filosofia presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Trieste con 110/110 e quindi ha acquisito, come privatista, la maturità magistrale. E’ coautrice di "AA.VV. La Carnia di Antonelli, Centro Editoriale Friulano, 1980", ed autrice di "Carnia: Analisi di alcuni aspetti demografici negli ultimi anni, in: La Carnia, quaderno di pianificazione urbanistica ed architettonica del territorio alpino, Del Bianco 1975", di "Cooperare per vivere, Vittorio Cella e le cooperative carniche, 1906- 1938, Gli Ultimi, 1988", ha curato l’archivio Vittorio Molinari pubblicando" Vittorio Molinari, commerciante, tolmezzino, fotografo, Gli Ultimi, Cjargne culture, 2007", ha curato "Romano Marchetti, Da Maiaso al Golico, dalla Resistenza a Savona, una vita in viaggio nel Novecento italiano, ed. ifsml, Kappa vu, ed, 2013" e pubblicato: “Rinaldo Cioni – Ciro Nigris: Caro amico ti scrivo… Il carteggio fra il direttore della miniera di Cludinico, personaggio di spicco della Divisione Osoppo Carnia, ed il Capo di Stato Maggiore della Divisione Garibaldi Carnia, 1944-1945, in Storia Contemporanea in Friuli, n.44, 2014". E' pure autrice di "O Gorizia tu sei maledetta … Noterelle su cosa comportò per la popolazione della Carnia, la prima guerra mondiale, detta “la grande guerra”", prima ed. online 2014, edizione cartacea riveduta, A. Moro ed., 2016. Inoltre ha scritto e pubblicato, assieme al fratello Marco, alcuni articoli sempre di argomento storico, ed altri da sola per il periodico Nort. Durante la sua esperienza lavorativa, si è interessata, come psicopedagogista, di problemi legati alla didattica nella scuola dell’infanzia e primaria, e ha svolto, pure, attività di promozione della lettura, e di divulgazione di argomenti di carattere storico presso l’isis F. Solari di Tolmezzo. Ha operato come educatrice presso il Villaggio del Fanciullo di Opicina (Ts) ed in ambito culturale come membro del gruppo “Gli Ultimi”. Ha studiato storia e metodologia della ricerca storica avendo come docenti: Paolo Cammarosano, Giovanni Miccoli, Teodoro Sala.Non solo Carnia
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