Asfo. Una Azienda che cambia volto in e con la radiologia.
Credo che un tempo esistesse anche in Asfo, come del resto al Santa Maria della Misericordia in Udine ed all’ospedale di Cattinara, un solo Dipartimento di Radiologia, a cui afferiva sia la radiologia clinica che quella diagnostica ed interventistica. Per la verità al Santa Maria degli Angeli, prima del 2010, esisteva una “Struttura Complessa di radiologia ed interventistica radiologica” presso l’ospedale di Pordenone. Poi vi erano diverse ‘Strutture operative semplici’ di radiologia presso gli ospedali di San Vito, di Sacile e di Spilimbergo, ora trasformati in Presidi Ospedalieri.
Dai primi Novecento la radiologia, oltre che diagnosticare, si occupa anche della cura di varie patologie, ed ormai la cura per il cancro si avvale di radiazioni per tutta una serie di patologie oncologiche. Pertanto non è errato secondo me scindere questo uso della radiologia curativa da quello della radiologia diagnostica, con l’aumento nell’utilizzo della prima. Ma questo deve tener conto anche del numero di radiologi presenti nell’ospedale e della loro formazione. E avere un corso online secondo me non è come avere una scuola pubblica di specializzazione ed essersi formati sul campo con bravi maestri.
Note dal testo del bando di gara per l’esternalizzazione del servizio di radiologia in Asfo.
La determinazione del Dirigente Responsabile di Approvvigionamenti e gestione contratti e servizi di Asfo n. 1313 del 29/12/2023, avente come oggetto”Procedura aperta in forma telematica per l’affidamento in favore dell’Azienda Sanitaria Friuli Occidentale di un servizio per l’esecuzione/refertazione di prestazioni radiologiche ed ecografiche comprensivo della fornitura delle apparecchiature radiologiche, dei lavori e servizi correlati. Indizione. cig n. a041fb20c8″ parla però genericamente di Radiologia, ed all’ interno del testo di radiodiagnostica e radiologia. La motivazione per passare all’ esternalizzazione è quella della carenza di personale pur avendo bandito concorsi. Inoltre si legge ivi che il direttore generale Tonutti aveva comunicato che la finalità dell’affidamento del servizio a esterni era quella di arrivare ad una riqualificazione complessiva della funzione aziendale di radiologia, e non solo dei singoli presidi, attraverso una serie coordinata di iniziative nelle quali il service (Servizio? Struttura?) si inserisce. In sintesi qui io capisco, però con i miei limiti, che Asfo vuole esternalizzare per giungere ad una riqualificazione, ma non ho capito come. Certamente e chiaramente nel documento sopraccitato si parla, come obiettivo, di un incremento nella produzione della radiologia tale da ritornare almeno ai livelli del 2019 in particolare per tutta l’attività ambulatoriale per esterni, erogata nelle sedi spoke. E, nella logica di una maggiore prossimità al cittadino, Asfo ritiene che l’affido del servizio di radiologia d’ urgenza ad esterni ed ad un operatore economico possa decongestionare gli ospedali, prevedendo la concentrazione in unica sede di tutta l’attività di emergenza notturna, sempre a cura della ditta esterna, ed incrementando l’attività diurna. Resterebbero invece ad Asfo la senologia e la Radiologia interventistica. Ma questo è a fine 2023. A questo punto però uno si chiede perchè 2 radiologi abbiano abbandonato Pordenone proprio quando stava per esser emanato questo bando, per andare a lavorare all’ ospedale pubblico di Conegliano Veneto.
Quindi nel 2023 ….
In quel periodo il dipartimento di Diagnostica per immagini comprende i reparti unificati di Pordenone e Sacile, quello dell’ospedale di San Vito, e di Spilimbergo. Quindi esisteva una struttura complessa di radiodiagnostica interventistica d’ urgenza per Pordenone/Sacile che a fine 2023 sta già per essere esternalizzata, ma che però il 3 giugno 2024 risultava sempre in capo ai 4 radiologi 2 coordinatori tecnici ed un infermiere in servizio e cioè ai medici: Mauro Valentino Biscosi; Fiorello Mariano Crozzoli; Anna Maria Daniele; Robert Mauro; ai coordinatori tecnici Matteo Fantin e Maria Luigia Maniago; al coordinatore infermieristico Ginetta Turchet. (SC Radiodiagnostica interventistica e d’urgenza, in: https://asfo.sanita.fvg.it/it/strutture/direzione_sanitaria/dipartimento-diagnostica-per-immagini/radiologia_pordenone_sacile/).
Esiste poi, sempre presso l’ospedale di Pordenone/Sacile, il Dipartimento di Radiologia, diretto sempre dal dott. Biscosi ed avente come medici: Fiorello Mariano Crozzoli; Anna Maria Daniele; Robert Mauro, oltre a Ilaria Specogna medico responsabile del SSD Senologia e Giuliana Elisabetta Francescutti, radiologa in attività a San Vito. Poi ci sono i soliti due tecnici e la coordinatrice infermieristica. Almeno io ho capito così, ma se erro correggetemi. Insomma al di là delle strutture semplici o complesse, pare che i radiologi siano sempre i soliti 4 con un paio al massimo di aggiunti. Ma questo ha portato alla esternalizzazione o l’ipotesi di parziale esternalizzazione della radiologia ha portato alla fuga dei radiologi da Pordenone?
Nuovo colpo di scena: il decreto del d.g. Asfo 420/24.
Però mentre il bando di Asfo per esternalizzare la radiologia (non si sa se tutta o meno) , settore importantissimo negli ospedali, era in via di realizzazione, il direttore generale dott. Giuseppe Tonutti emanava un decreto, il n. 420 del 27/5/2024 con cui decideva le seguenti modifiche alla radiologia Asfo, dopo aver solo, per quanto di competenza, sentito i pareri del Direttore Amministrativo dott.ssa Elena Cussigh; del Direttore Sanitario dott. Michele Chittaro; del Direttore dei Servizi Sociosanitari dott. Carlo Francescutti, tutti nominati dopo il mese di marzo 2020.
L’oggetto di tale Decreto è “Atto Aziendale. III Revisione Organigramma”. Nel testo dello stesso, all’interno dei soliti richiami normativi, viene ricordato anche che “ogni azienda è autorizzata ad apportare modifiche ai propri atti aziendali (es. ridenominazione e diversa collocazione di strutture amministrative, tecniche o di staff, nuove composizioni dei dipartimenti, attivazione di dipartimenti funzionali, ecc.), sempre nel rispetto delle norme di programmazione vigenti (DGR 2667/2017)».
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Quindi Tonutti passa a fare questa considerazione: «tenuto conto che la radiologia interventistica ha assunto, soprattutto negli ultimi anni, un ruolo centrale nel percorso di cura dei pazienti, grazie all’implementazione di tecniche innovative efficaci e sempre meno invasive; considerato che per accompagnare lo sviluppo dell’innovazione nel campo della radiologia interventistica è necessario poter contare su personale medico dedicato a tale funzione, distinto rispetto a quello dedicato alla diagnostica programmata», allora si deve, a suo avviso, cambiare qualcosa. Ora l’assunto è teorico e realistico, ma in Italia pare manchino radioterapisti a livello nazionale, come riportato anche da Milena Gabanelli e Simona Ravizza, nel loro “Codice rosso”.’ Ed. Corriere della Sera, 2024, a p.80. «I neolaureati in Medicina – scrivono le due giornaliste – non si stracciano le vesti per intraprendere specialità con turni faticosissimi, rischiose e che non si prestano all’attività privata, che è poi quella che fa lievitare lo stipendio. Mezzi vuoti anche i posti di Radioterapia». E la specializzazione in radioterapia dura ben 4 anni. Ma ritorniamo a noi.
A questo punto Tonutti afferma che, «ritenuto pertanto necessario, fermo restando che la radiologia d’urgenza rimarrà ancora per diverso tempo esternalizzata», intende procedere ad una ricomposizione delle strutture della Radiologia di Pordenone-Sacile, con il fine di garantire una maggiore funzionalità, efficienza ed attrattività per i professionisti, individuando una responsabilità distinta per la radiologia interventistica rispetto alla
radiodiagnostica programmata», e così istituisce una SSD (Struttura Semplice Dipartimentale) di Radiodiagnostica programmata per Pordenone/Sacile; provvede alla mera riqualificazione della SC (Struttura Complessa) Radiodiagnostica di Pordenone in SC Radiologia interventistica e d’urgenza, assorbendo le funzioni e le competenze della SS Radiologia interventistica, attivata con decreto n. 103/2023 ma rimasta vacante. In tal modo, par di capire, ma se erro correggetemi, la Radiologia interventistica andrebbe a finire sotto quella d’ urgenza e quidi pure lei esternalizzata, in base al bando della fine 2023. Ma può darsi che abbia capito male e mi scuso subito con tutti se così è.
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Inoltre Tonutti ritiene di modificare la Struttura Complessa di Radiodiagnostica Pordenone e Sacile trasformandola in una struttura semplice (SS) di Radiologia interventistica, pur in presenza di un direttore esperto in radiologia interventistica, perchè, sempre se ho ben compreso, a suo avviso, non sta consentendo di stabilizzare un’equipe capace di affrontare tutti i settori di attività previsti per una struttura complessa. Ma non so se qui per radiologia interventistica si tratti della normale radiologia non del reparto di radioterapia.
Ed è questo aspetto, a suo avviso, che ha determinato il progressivo abbandono di quasi tutti i medici assegnati alla stessa, al punto che, per assicurare le attività precedentemente svolta, la direzione aziendale è dovuta ricorrere a cooperative di medici, esternalizzazione del settore della radiologia d’urgenza, alla chiusura di attività nella sede periferica di Sacile, all’affidamento di ulteriori prestazioni al privato accreditato, a personale con contratti libero professionali ed ogni altro strumento lecito. In sintesi pare che per Tonutti che la fuga dei medici radiologi da Pordenone sia dovuta ad una questione di struttura complessa o semplice. Almeno io ho capito così ma se erro correggetemi.
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In tutto questo non si sa perché Tonutti non cerchi anche tecnici radiologi, che spesso nel privato e nel pubblico svolgono l’esame reale, che viene poi refertato dal medico. Ed un altro aspetto che potrebbe interessarci è il seguente: il privato che ha vinto il bando per l’esternalizzazione della radiologia Asfo, quanti medici radiologi e quanti tecnici in radiologia fornirà per una cifra notevole? Infatti i tecnici radiologi possono laurearsi anche online. (Cfr. “Diventa un Tecnico Radiologo con l’Università Online: Il Futuro della Formazione Medica!” in: https://sandara.it/blog/tecnico-radiologo-universita-online/).
Comunque sia come sia, il 3 giugno 2024 si trova ancora, in https://asfo.sanita.fvg.it/it/strutture/direzione_sanitaria/dipartimento-diagnostica-per-immagini/radiologia_pordenone_sacile/, l’esistenza della SC Radiodiagnostica interventistica e d’urgenza, con i soliti medici: Biscosi, Crozzoli, Daniele, Mauro, i due coordinatori tecnici e la coordinatrice infermieristica, ma quello che fa detta S. C. non è relativo alla radioterapia ma alla radiodiagnostica e cioè: “Diagnostica senologica clinica: RM mammella, ecografia mammaria, ago-aspirato ecoguidato, agobiopsia stereotassica, tomosintesi mammaria, RM mammaria con contrasto; diagnostica senologica di screening mammografico (2° livello); ecografia dei tessuti molli, muscolo-scheletrica, addominale, capo-collo; procedure di aspirato sottoguida imaging; posizionamento di drenaggi; radiologia convenzionale e contrastografica; RM total body, RM muscolo-scheletrica, angio RM, cardio RM, entero RM; TC total body, angio TC, cardio TC e colon TC. Speriamo bene con tutti questi esami in mano a privati di cui nulla si sa. E io continuo a credere che se bravi radiologi da Pordenone si sono spostati in strutture del Veneto viciniore, questa soluzione portarà solo vantaggi al Veneto.
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Il problema della preparazione del personale gettonista e privato viene anche sottolineato da Milena Gabanelli e Simona Ravizza nel loro volume, e pure quello che alle aziende della sanità pubblica basta ora coprire un posto e fornire una prestazione, senza controllo alcuno sul personale che la esegue che, in reparti esternalizzati, non dipende dal pubblico ma dal privato. Inoltre Tonutti darà ad Asfo radiologia privatizzata, macchinari nuovi e modernissimi a spese nostre, dando tutto al privato che non mette una lira. Ma i macchinari bisogna saperli anche usare, e le immagini devono venir lette ed interpretate, formulando così una diagnosi per ogni caso. E su queste immagini i chirurghi dovranno operare. Io vi garantisco che vedo ben incerti futuri per i pazienti, ma come sempre precisato, può darsi che mi sbagli.
Inoltre: come mai i privati trovano sempre radiologi, magari giovani ed inesperti, e il settore pubblico, che però forse domanda giustamente più garanzie di formazione, no? Chiediamocelo. Ma forse in questo mondo americanizzato, della fretta, dell’ immagine, dell’ individualismo, nessuno vuole più fare tanta fatica, porsi al servizio degli altri, studiare, ricercare, adottare il ocncetto della formazione in itinere ma sul campo. Si vuole invece più che mai subito apparire ed essere idolatrati, e questo è un guaio della società odierna. E mi sovviene anni fa, la notiza dei medici chirurghi di primo pelo, con il cellulare in sala operatoria a filmare …. ed inviare i filmati. Inoltre io credo che in medicina più che mai, ma anche in altri settori, il sogno della macchina che non ha bisogno dell’uomo sia pura follia, come il credere che un medico od infermiere possano formarsi non sul campo ma davanti ad un computer in situazioni simulate virtualmente. Sarebbe come scambiare, e scusatemi il paragone, un amplesso reale con uno con la bambola di gomma o simulato, che nulla genera e che può esser paragonato ad una masturbazione. Ed io ho notato che anche a livello di progettazione architettonica ed ingegneristica, si tende, utilizzando il mero computer, a non tener conto dei reali problemi e dei contesti. E la mia mente va al progetto di un villaggio turistico faraonico sullo Zoncolan, per fortuna cestinato, con laghi e laghetti, senza chiedersi dove si sarebbe presa l’acqua o se vi era ancora mercato per una impresa immobiliare di quel tipo, pensata negli anni cinquanta.
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Senza voler offendere alcuno questo ho scritto solo per cercare di capire, anche perché fra una sigla e l’altra rischiavo di perdermi, e se ho errato in qualcosa scrivetemelo anche come commento. E resta per me un mistero quanti radiologi medici o tecnici radiologi e con quale esperienza pregressa abbia deciso di investire la ditta esterna vincitrice della gara in Asfo e dove piazzerà il suo personale. Ma leggi qui e leggi là, forse e stremata, questi dati li troverò. Pare comunque che senologia e radioterapia, se esiste, perchè credetemi, non l’ho capito affatto.
A Pordenone si esternalizza la radiologia, in Asufc si spendono soldi pubblici rincorrendo in radiologia l’A I (Cfr. “Valutazione automatica delle immagini diagnostiche tramite l’intelligenza artificiale sfruttando la capacità degli algoritmi di elaborare, identificare e classificare eventuali anomalie o lesioni a supporto degli operatori in ambito diagnostico, in: https://asufc.sanita.fvg.it/it/progetti-ricerca/intelligenza-artificiale-.html). Ma detto utilizzo presuppone una marea di dati a supporto del macchinario, oltre un uso notevole di acqua ed energia che non ci possiamo permettere, e non implica di eliminare l’uomo, il radiologo, il medico. L’uso dell’ A. I in medicina contempla una serie complessissima di problemi anche etici, e lo scrivo in generale, che non possono essere assolutamente banalizzati, come del resto accadde per la medicina genetica predittiva.
Infine l’esternalizzazione dei servizi, oltre a portare la sanità e quindi quello che concerne la salute dei cittadini al di fuori della totale trasparenza e controllo del settore pubblico che paga, elimina l’urp e annulla la carta dei diritti dei cittadini, puntando non alla qualità ma solo alla quantità ed al guadagno, almeno a me pare così. E se erro correggetemi.
Laura Matelda Puppini
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Vi invito a leggere l’interessantissimo articolo: “Oggi tocca a te domani a tutti. Ultime notizie sulla progressiva scomparsa della Sanità Pubblica. #Co.S.Mo Comitato per la Salute della Montagna, in: https://cjantarole.wordpress.com/2024/11/10/oggi-tocca-a-te-domani-a-tutti-ultime-notizie-sulla-progressiva-scomparsa-della-sanita-pubblica-co-s-mo-comitato-per-la-salute-della-montagna/ In esso si tratta con ulteriori informazioni della esternalizzazione della radiologia pordenonese ma vi è anche un resoconto della riunione di Riccardi, come il solito a scelte già messe in atto, con i sindaci della Carnia sul problema del trasferimento della senologia che, par di capire, sembrava più una trasmissione di ordini che una possibilità di richiesta chiarimenti.