Mi sono giunte a fine dicembre due missive: una di Franceschino Barazzutti ed una di Franco D’ Orlando che ripropongono la provincia di Carnia, che è stato un vecchio sogno di alcuni poi infranto. Ma pare sia anche la proposta fatta, attraverso Dorigo, da Patto per l’Autonomia Civica ad Enemonzo, a sostegno di un nuovo ente intermedio fra la Carnia e la Regione. Alcuni accenni al problema sono da me stati fatti già in precedenza, ed io non credo ora come ora, vista l’esperienza della Comunità di Montagna della Carnia, prima Uti, ancor prima Comunità Montana ed all’ origine Comunità Carnica, che ci serva un altra struttura politica di riferimento, perchè non vi sono, a mio avviso, persone disposte a fare politica e con una cultura della partecipazione politica diversa da quella dominante, che  pare si  sia ridotta a salire sul carro del vincitore facendone ‘il dipendente’, lo yesman. (e se erro correggetemi). Non manca quindi un ente intermedio, via via svuotato però delle sue competenze e pare pavido, ma persone che sappiano riproporre un contesto democratico ed un sogno di cittadinanza attiva al tempo stesso infrantosi contro il ‘volli, volli fortissimamante volli’, degli ultimi anni. 

Però non sono contraria al dare maggiori poteri alla Comunità di Montagna, come propone Barazzutti, anche se poi il tutto andrà a infrangersi sulle persone, secondo me, donne e uomini che non sanno più rappresentare la loro terra, altrimenti per la sanità si sarebbero mossi da un pezzo. E rischiamo di trovarci Stefano Mazzolini Presidente pure della nuova comunità di montagna, visto ormai chi vota chi abita fra i monti.  E pare, pure, che il problema siano le regioni, con le loro corti ed orticelli, ma anche forse con il loro modus operandi ed il terrore dei locali di non vedere più un soldo se si fanno proposte autonome. Ma se erro correggetemi.

_________________

Oggi, scorrendo notizia sul cellulare, stancamente, ho notato un interessante articolo pubblicato su ‘Blog’ di ‘ilfattoquotidiano.it’ il 7 gennaio 2025, scritto da Renzo Rosso, docente di materie scientifiche a Milano, che riporta, in modo chiaro per tutti, i limiti della sanità nazionale prodotta anche da sistemi regionali che vanno per conto proprio. Esso è intitolato: “Se il declino della sanità pubblica è causato dalle Regioni, allora aboliamole”.  In questo testo l’autore, dopo aver proposto una disanima precisa della situazione sanitaria odierna in Italia, citando pure, ampiamente, una ricerca del periodico ‘Lancet’, così si esprime:

«In occasione del prossimo referendum sulla riforma costituzionale, approvata dal Parlamento nel 2024, perché non affiancare un quesito sulla opportunità o meno di mantenere l’ordinamento regionale? L’opinione della gente non è irrilevante sulle questioni istituzionali. Abolire le Regioni, ritornando allo Stato nazionale e alle deleghe provinciali, non dovrebbe essere un tabù, una idea affatto inconcepibile, ma un argomento di riflessione, una materia da esaminare con realismo, un tema di dibattito democratico. In fondo, le province custodiscono una eredità storica e culturale assai più profonda e radicata di quella regionale. Tranne alcune eccezioni, le Regioni così come sono oggi, non sono mai esistite sulle carte geografiche della storia.

Del resto già ai tempi di Renzi Presidente del Consiglio, era stato posto addirittura una figura per far irentrare la spesa sanitaria della Nazione, abnorme e piena di buchi a causa delle Regioni spendaccione e senza reali risultati. E lo scriveva il ‘Corriere della Sera. (Cfr. il mio su www.nonsolocarnia.info: “State allegri arrivano i tagli di Renzi/ Gutgeld/ Lorenzin /Boschi/. Addio a sanità e salute?” , scritto il 23 agosto 2015). Alla prova dei fatti pare che nulal sia cambiato da allora, e quindi l’ipotesi di abolire enti pubblici che non fanno gli inteessi dei cittadini pare, a mio avviso, da prendere in seria considerazione, se non vogliamo farci del male.

________________

Comunque, pur non rappresentando del tutto il mio pensiero, riporto per tutti il testo giuntomi da Franceschino Barazzutti e che ha trovato la piena approvazione anche Franco D’Orlado che è stato un noto rappresentanti dell’ Autonomia Alpina e un gran sostenitore della Provincia di Carnia ai tempi che furono.  (Per questo cfr. su www.nonsolocarnia.info il mio: In ricordo di Mario Gollino, industriale di Portis di Venzone.).

« Franceschio Barazzutti. Il ripristino delle vecchie province e la Carnia.  

Un principio basilare della buona politica è la rispondenza dell’assetto istituzionale alle caratteristiche ambientali, storiche, culturali di un territorio e dei suoi abitanti. Ove così non fosse ci troveremmo in presenza di una imposizione o, nel migliore dei casi, di una forzatura. Quindi la forte identità della Carnia esige l’applicazione concreta di tale principio.    è in corso la procedura istituzionale promossa dall’attuale Giunta regionale di ripristino delle vecchie province di Trieste, Gorizia, Udine e Pordenone soppresse nel 2016 dalla Giunta Serracchiani.  

Indipendentemente che si sia favorevoli o contrari a tale provvedimento l’assetto istituzionale del territorio è di estrema importanza e pertanto è all’attenzione della politica e delle istituzioni dei territori dalle quali vengono avanzate proposte che vanno al di là del semplice ripristino delle vecchie 4 province.

 Infatti il sindaco di Aquileia ha avanzato la proposta di nascita (o rinascita) della Provincia di Aquileia-Gorizia. Proposta presa in considerazione anche dai sindaci di alcuni comuni del Basso Friuli ricadenti nella Provincia di Udine richiamandosi addirittura all’appartenenza degli stessi all’Arcidiocesi di Gorizia. La già sindaco di Monfalcone e deputata europea Cisint ha dichiarato sia “un’opportunità” la costituzione della Provincia di Aquileia-Gorizia. 

 Questi fatti sono un indicatore che il ripristino delle vecchie province alla prova dei fatti va oltre al ripristino dell’esistente, ma provoca delle ricadute anche sugli attuali assetti istituzionali che, come nel caso citato, investono proprio la Provincia di Udine in quanto molto vasta e con un territorio molto differenziato.

In Provincia di Udine il territorio della Carnia supera di gran lunga quella della provincia di Gorizia, si estende compatto dalla confluenza del torrente Fella nel Tagliamento sino al Passo di Monte Croce, a Sappada, a Sauris -Zahre, al Passo della Mauria, nella parte superiore della Val d’Arzino e della Val del Lago.

La Carnia si distingue in modo particolare per una forte identità orografica, storica, culturale, per i suoi abitanti “i Cjargnei”, distinti dai “furlans”. Diverse sono le parlate nelle varie comunità: l’italiano, il tedesco, il friulano carnico, antichi dialetti tedeschi quali il saurano e il timavese.  In Carnia si trovano la piccola Aquileia Julium Carnicum (Zuglio) importante tappa della via romana verso il Noricum e ben 11 antiche Pievi che dal loro alto dominano e identificano le rispettive valli. In Carnia fu costituita la Repubblica Libera Partigiana 1944 con capitale Ampezzo il cui 80-esimo anniversario è stato onorato dalla presenza del Presidente della Repubblica Mattarella.  

Pertanto, considerato che dal ripristino tale e quale della vecchia provincia di Udine la Carnia sarebbe solo ulteriormente svantaggiata e ritornerebbe allo stato di periferia comandata dalla potente pianura. Preso atto che il ripristino delle Province provoca anche delle ricadute sugli attuali assetti istituzionali -territoriali come dimostra il caso della proposta Provincia Aquileia-Gorizia, è opportuno che i responsabili politici della Carnia approfittino di questa situazione per elevare la sofferente Comunità di Montagna della Carnia al rango istituzionale superiore di Provincia Montana della Carnia – erede della Repubblica Libera della Carnia 1944 – con ampi poteri di autogestione del territorio che è pure in sofferenza.

Lo facciano recuperando in (google – provincia della Carnia) quanto elaborato dal Comitato Promotore del referendum per l’istituzione della Provincia della Montagna svoltosi il 21 marzo 2004 riportando 73% di SI in Carnia ma con esito negativo per l’inimicizia del Canal del Ferro Valcanale e di Gemona verso Tolmezzo capitale. Lo facciano facendosi forti di quel 73% di SI dei cjargnei.

Franceschino Barazzutti, già componente della Commissione Statuto della Comunità Montana della Carnia».

________________

E con questo comunicato chiudo per ora questo articolo.

Laura Matelda Puppini.

________________

L’immagine che accompagna questo articolo è  una di quelle già utilizzate nel mio: In ricordo di Mario Gollino, industriale di Portis di Venzone.) e rappresenta un incontro per promuovere la Provincia di Carnia ai tempi che furono, dal compianto Mario Gollino. L.M.P.

 

https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2022/08/gollino-provinciacarniaImmagine1.png?fit=498%2C292&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2022/08/gollino-provinciacarniaImmagine1.png?resize=150%2C150&ssl=1Laura Matelda PuppiniSenza categoriaMi sono giunte a fine dicembre due missive: una di Franceschino Barazzutti ed una di Franco D' Orlando che ripropongono la provincia di Carnia, che è stato un vecchio sogno di alcuni poi infranto. Ma pare sia anche la proposta fatta, attraverso Dorigo, da Patto per l'Autonomia Civica ad...INFO DALLA CARNIA E DINTORNI