Carestia e siccità catastrofiche in Africa come nello Yemen. La causa? L’uomo, con le sue guerre e il suo intervento su clima ed ambiente.
Così scriveva il 12 febbraio 2017, per Avvenire, il giornalista free lance Matteo Fraschini Koffi, nel suo: “Africa: «Senza aiuti 24 milioni di persone condannate a morte» in: http://www.matteofraschinikoffi.com/.
Nairobi, Kenya – «La nostra regione è nel mezzo di una gravissima siccità». È con queste parole che inizia il comunicato dell’Autorità inter-governativa per lo sviluppo (Igad), la comunità che include Paesi dell’Africa orientale e del Corno d’Africa. Una regione dove milioni dei suoi abitanti stanno soffrendo la fame e la sete. Circa 24 milioni di civili potrebbero morire se non arriveranno gli aiuti entro le prossime settimane – continua l’appello dell’Igad . I nostri dati stimano che almeno 11,2 milioni di queste persone versano ormai in gravissime condizioni». Le cause sono diverse. Innanzitutto, il cambiamento climatico. Fenomeni come La Niña e El Niño, legati ai cicli di variazione delle temperature dell’Oceano Indiano, hanno provocato l’anno scorso una forte scarsità di piogge: una mazzata per le coltivazioni e di cui si affrontano ora, anche dopo la fine dei fenomeni, le conseguenze. “Le reazioni delle autorità di governo avvengono spesso in ritardo: i finanziamenti sono pochi e c’è scarsa volontà di adottare le misure appropriate”, affermano invece all’unisono gli operatori di diverse agenzie umanitarie. Tale ritardo nell’intervenire provoca inoltre un aumento dei prezzi del cibo. Secondo l’Organizzazione Onu per l’alimentazione e dell’agricoltura (Fao), in Africa orientale ci sono attualmente “circa 17 milioni di persone” profondamente affetti dall’insicurezza alimentare. “Quasi tutto il territorio della Somalia non ha cibo e acqua sufficienti alla sua popolazione – conferma un recente rapporto Fao – . Ma la situazione è allarmante anche per gran parte del nord e del sud del Kenya, per il nord dell’Uganda, per zone estese dell’Etiopia e per diverse regioni del Sud Sudan”. Ma solo l’altro ieri il presidente keniano, Uhuru Kenyatta, ha dichiarato lo stato di siccità “un’emergenza nazionale”, accogliendo le forti denunce arrivate anche dai vescovi della Conferenza episcopale del Kenya (Kccb) […]. ».
Il 12 marzo “Avvenire” è ritornato sull’argomento con un articolo di Luca Miele intitolato: «Fame e conflitti, l’ONU accusa: “Il mondo soffre la peggiore crisi umanitaria dal 1945» – avente come sommario: «Servono 4,4 miliardi per salvare 20 milioni di persone», e che in riquadro riporta: «Yemen, Nigeria, Sud Sudan e Somalia sono sull’orlo della catastrofe umanitaria. Il sottosegretario delle Nazioni Unite O’ Brien conferma le cifre denunciate: «Senza uno sforzo globale collettivo e coordinato, la gente semplicemente morirà a causa della malnutrizione».
«Mohannad Ali ha cinque anni. Siede su un lettino in un ospedale dello Yemen, il volto serio. Il corpicino è ridotto a un rosario di ossa. Il suo cuginetto più piccolo, di due anni, è morto. Di fame. Una condanna a “morte” tutt’altro che rara. Un bambino muore […] ogni dieci minuti. Di una malattia curabile.
La metà dei bambini yemeniti è affetta da malnutrizione acuta. Secondo l’Uncef, 1339 bimbi sono morti tra il marzo del 2005 e il mese di ottobre del 2016». Yemen – precisa ancora Avvenire domenica 12 marzo 2017, a p. 17 – che vede schierati, in una guerra che è iniziata nel 2015, da una parte i ribelli sciti Houti, sostenuti dall’Iran, dall’altra il governo, sostenuto dall’ Arabia Saudita e da una coalizione di altri otto paesi arabi. (A cui vendiamo armi noi, italiani). E la metà della popolazione, che assomma a 18, 8 milioni di persone, ha bisogno di aiuto, e 7 milioni soffrono già per la fame.
Yemen, Sud Sudan, Somalia e Nigeria sono le tessere “impazzite” che compongono “la peggiore crisi umanitaria del mondo dopo la fine della Seconda Guerra mondiale”, come ha detto, davanti al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, Stephen O’Brien, sottosegretario delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari. La denuncia segue quella di febbraio, ancora targata Onu.
La Nigeria, detta anche la “tigre d’Africa” è ricca di petrolio, ma nel nord- est del paese infuria la carestia, anche a causa di razzie da parte dell’organizzazione armata Boko Haram; il Sud Sudan è allo stremo, con 5 milioni di persone che hanno urgente bisogno di aiuto e che cercano di mettersi in cammino verso i paesi vicini, a causa, pure, della guerra, la Somalia è in preda alla siccità e 2,9 milioni di persone si trova in una situazione di insicurezza alimentare.
«La situazione – scrive sempre Miele su “Avvenire” – secondo O’Brien è spaventosa. Venti milioni di persone rischiano di morire di fame» ed urge un intervento immediato e massiccio, quantificabile in 4,4 miliardi di dollari, senza il quale la povera gente morirà di fame. Ed in Sud Sudan, già ora un milione di bambini soffre di malnutrizione acuta, di cui 270 mila rischiano di morire. In Somalia un milione di bambini sotto i cinque anni potrebbe ridursi in stato di malnutrizione acuta, e manca l’acqua.
O’ Brien narra di aver visto donne e bambini in cammino verso i centri urbani, da settimane, alla cerca di acqua e di cibo, dopo aver perso il bestiame e dopo che le sorgenti di acqua si sono prosciugate. (Luca Miele, Fame e conflitti, op. cit., in: Avvenire 12 marzo 2017).
Ora un bimbo, come un adulto, ha bisogno di acqua a sufficienza. «Un bimbo di pochi mesi e di 7 kg richiede un litro di acqua al giorno, mentre un adulto di 70 kg in media 2 litri/die. Quando un bambino piccolo ha una malattia che porta a perdite di liquidi, es. vomito e/o diarrea, se non viene rifornito di acqua può correre pericolo di vita. Il bambino deve bere regolarmente ogni volta che ha sete e deve bere di più nei periodi caldi […]». I bambini necessitano da 1 litro e mezzo di acqua al giorno, da una a tre anni, per poi passare a 2 litri giornalieri.(http://www.pianetamamma.it/il-bambino/sviluppo-e-crescita/quanta-acqua-deve-bere-bambino.html).
Non si può dare però torto a Gianfranco Della Valle, quando, nell’ormai non certo vicino luglio 2011, scriveva che: «[…] vi sono questioni che da decenni organizzazioni non governative, ambientalisti, popolazioni locali e studiosi denunciano con insistenza e che restano irrisolte e inascoltate. Come è il caso del fenomeno del land grabbling ovvero delle terre in affitto o acquistate (e sottratte alle popolazioni locali) dalle multinazionali per produrre biocarburanti o prodotti alimentari da esportare e di cui la Fao si occupa da anni, […] senza avere il coraggio di trovare soluzioni definitive che mettono fine a questo scempio. Proprio su questo tema qualche giorno fa, mentre migliaia di persone muoiono di fame, vi è stata una denuncia si Survival International su terre fertili in Etiopia sottratte alle popolazioni locali e che chiama in causa anche imprese italiane. (…). Così come non possono essere trascurate le continue denunce sulla pericolosità delle deviazioni di corsi di fiumi per costruire enormi impianti di produzione elettrica che sottraggono acqua alle popolazioni locali e che hanno contribuito a peggiorare il quadro idrico dell’intera regione.
Sono state inascoltate le proposte dei movimenti contadini […] sulla necessità di regolamentazione del mercato agricolo mondiale atte ad impedire la speculazione finanziaria delle derrate alimentari.
Questi e altri temi (come ad esempio i costi esagerati della gestione dei grandi organismi internazionali) sono alla radice delle carestie ed è disumano continuare, da anni, a non affrontarli». (http://www.sancara.org/2011/07/siccita-carestie-e-ipocrisie.html). Infine Della Valle sottolinea come «In Africa si interviene solo nelle emergenze». (Ivi).
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Che dire? Solo tre considerazioni. La prima: chi ha venduto armi all’ Arabia Saudita che le usa nello Yemen? Noi italiani con Finmeccanica ed il plauso ed interessamento diretto del Governo Renzi e di Matteo Renzi. E cosa vuoi che sia se altri Stati europei si sono rifiutati e si rifiutano di farlo, se rifiutano, di fatto, di partecipare alla carneficina di civili dello Yemen … (Cfr. Laura Matelda Puppini, Pillole di informazioni su cui riflettere, da vecchi giornali pronti per il cassonetto, www.nonsolocarnia.info. 15 dicembre 2016). Questo è uno di quegli aspetti che non si possono perdonare a Renzi e c. ed ai “Leopoldi”. (Cfr. http://www.huffingtonpost.it/2014/10/25/leopolda-2014-fabrizio-landi_n_6046038.html, e Leopolda, Landi (Finmeccanica): “Il network fiorentino esiste”, in: http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/10/27/leopolda-landi-finmeccanica-network-fiorentino-esiste/305604/, ma non sono i soli articoli che parlano del legame tra Fabrizio Landi, di Finmeccanica, Matteo Renzi, Maria Elena Boschi e gli altri).
La seconda è relativa alla disinvoltura con cui si sono regalate, di fatto, le acque carniche a Cafc, attraverso Carniacque, forse creata sull’onda emotiva e sul mito ideologico delle società s.p.a., sempre con forte sostegno dei Pd, forse allora sotto altro nome, forse ancora Ds. E se le sorgenti si prosciugassero? E se non vi fosse acqua sufficiente per gli acquedotti, dopo aver concesso la possibilità di costruire un tubo per portare l’acqua dai monti al piano? Ma cosa vuoi che sia … “Puppini, non fare la prefica” – potrebbe pensare qualcuno. Oddio, risponderei ad uno che pensasse così, ma legge lei i giornali? Ma si guarda lei intorno? Ma sa fare due + due? Inoltre bisogna garantire la potabilità dell’acqua …. Ma chi controlla tale aspetto? Non lo so e lo chiedo. (Cfr. Laura Matelda Puppini, Da Carniacque a Cafc: affare strategico, fusione obbligata, o privazione dell’acqua per la montagna e de profundis per la sua autonomia?, www.nonsolocarnia.info., 4 gennaio 2017).
La terza riguarda ciò che ci propinano la stampa ed i mezzi di cosiddetta informazione, con grande spazio ed accorrere di esperti. Si parla, ora più che mai, dei mal di pancia di un partito che ha voluto essere un ibrido fra il partito della nazione ed un non partito, cioè un gruppo di potere privo di ideologia se non quella di far cassa sulla nostra pelle e di far affari, e che immediatamente è stato diviso nei bravi e Leopoldi e negli Anacleti – gufi, quelli del “gu- gu”, cosa che così apertamente non hanno mai fatto neppure la vecchia Dc ed il vecchio Psi – Psdi, (quando però esistevano, comunque, il Pci, le vere feste dell’Unità, l’articolo 18, ed i sindacati avevano maggior spazio di contrattazione), per poi dividersi in correnti, e di altre quisquiglie. E non me ne vogliano i renziani, i Pd, i ….E se erro correggetemi, e comunque questo è il mio pensiero, confutabile. Per questo esiste la possibilità di commentare.
E la desertificazione dell’Africa, che produce migrazioni? Boh, hanno pur dedicato al tema qualche articolo il cattolico “Avvenire”, il “Fatto Quotidiano”, e forse “Repubblica” e qualche altra testata… Ma secondo me non basta. Così potete compredere anche perchè ho posto su questo mio sito/blog il ringraziamento di Fratello Dario Laurencig, che, evidenziando il perchè non avesse potuto rispondere subito, ha riportato ai contesti reali della vita delle popolazioni in alcune zone dell’Africa, che ci interessano direttamente, in primo luogo come persone. (Cfr. Fratel Dario Laurencig. Acqua, siccità, e ruolo missionario, www.nonsolocarnia.info, 5 marzo 2017). E credetemi, in questo momento, in cui si parla tanto di possibili notizie bufala, quella della carestia e siccità in alcune parti del mondo è notizia reale, e purtroppo datatissima, ma si preferisce magari, talvolta, sopprassedere su certe informazioni, e sulla analisi di certi fatti.
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L’immagine inserita è una di quelle che corredano l’articolo pubblicato online l’11 marzo 2017 da “Avvenire”, il cui testo differisce, non però nei contenuti, da quello pubblicato in cartaceo. (https://www.avvenire.it/mondo/pagine/carestia-onu-africa). L’immagine che correda l’articolo è tratta, solo per questo uso, da: http://www.sancara.org/2011/07/siccita-carestie-e-ipocrisie.html.
Chi volesse approfondire può leggere pure: “MSF denuncia in grave stato di malnutrizione in Sud Sudan“, 21 febbbraio 2017, https://www.pressenza.com/it/2017/02/msf-denuncia-grave-malnutrizione-sud-sudan/; “Sud Sudan e Somalia, popolazioni al collasso per la siccità”, 8 marzo 2017, https://www.pressenza.com/it/2017/03/sud-sudan-somalia-popolazioni-al-collasso-la-siccita/ Milena Rampoldi, “Salvate gli yemeniti”, 11 gennaio 2017, https://www.pressenza.com/it/2017/01/salvate-gli-yemeniti/.
Laura Matelda Puppini
https://www.nonsolocarnia.info/carestia-e-siccita-catastrofiche-in-africa-come-nello-yemen-la-causa-luomo-con-le-sue-guerre-e-il-suo-intervento-su-clima-ed-ambiente/https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2017/03/somalia-infanzia-a-rischio.jpg?fit=610%2C452&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2017/03/somalia-infanzia-a-rischio.jpg?resize=150%2C150&ssl=1ETICA, RELIGIONI, SOCIETÀCosì scriveva il 12 febbraio 2017, per Avvenire, il giornalista free lance Matteo Fraschini Koffi, nel suo: “Africa: «Senza aiuti 24 milioni di persone condannate a morte» in: http://www.matteofraschinikoffi.com/. Nairobi, Kenya - «La nostra regione è nel mezzo di una gravissima siccità». È con queste parole che inizia il comunicato...Laura Matelda PuppiniLaura Matelda Puppinilauramatelda@libero.itAdministratorLaura Matelda Puppini, è nata ad Udine il 23 agosto 1951. Dopo aver frequentato il liceo scientifico statale a Tolmezzo, ove anche ora risiede, si è laureata, nel 1975, in filosofia presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Trieste con 110/110 e quindi ha acquisito, come privatista, la maturità magistrale. E’ coautrice di "AA.VV. La Carnia di Antonelli, Centro Editoriale Friulano, 1980", ed autrice di "Carnia: Analisi di alcuni aspetti demografici negli ultimi anni, in: La Carnia, quaderno di pianificazione urbanistica ed architettonica del territorio alpino, Del Bianco 1975", di "Cooperare per vivere, Vittorio Cella e le cooperative carniche, 1906- 1938, Gli Ultimi, 1988", ha curato l’archivio Vittorio Molinari pubblicando" Vittorio Molinari, commerciante, tolmezzino, fotografo, Gli Ultimi, Cjargne culture, 2007", ha curato "Romano Marchetti, Da Maiaso al Golico, dalla Resistenza a Savona, una vita in viaggio nel Novecento italiano, ed. ifsml, Kappa vu, ed, 2013" e pubblicato: “Rinaldo Cioni – Ciro Nigris: Caro amico ti scrivo… Il carteggio fra il direttore della miniera di Cludinico, personaggio di spicco della Divisione Osoppo Carnia, ed il Capo di Stato Maggiore della Divisione Garibaldi Carnia, 1944-1945, in Storia Contemporanea in Friuli, n.44, 2014". E' pure autrice di "O Gorizia tu sei maledetta … Noterelle su cosa comportò per la popolazione della Carnia, la prima guerra mondiale, detta “la grande guerra”", prima ed. online 2014, edizione cartacea riveduta, A. Moro ed., 2016. Inoltre ha scritto e pubblicato, assieme al fratello Marco, alcuni articoli sempre di argomento storico, ed altri da sola per il periodico Nort. Durante la sua esperienza lavorativa, si è interessata, come psicopedagogista, di problemi legati alla didattica nella scuola dell’infanzia e primaria, e ha svolto, pure, attività di promozione della lettura, e di divulgazione di argomenti di carattere storico presso l’isis F. Solari di Tolmezzo. Ha operato come educatrice presso il Villaggio del Fanciullo di Opicina (Ts) ed in ambito culturale come membro del gruppo “Gli Ultimi”. Ha studiato storia e metodologia della ricerca storica avendo come docenti: Paolo Cammarosano, Giovanni Miccoli, Teodoro Sala.Non solo Carnia
http://www.eritrealive.com/eritrea-fame-e-siccita-sconfitte-dallagricoltura