Carnici che scrissero la storia della democrazia: Manlio Fruch, medico, figlio del noto poeta Enrico di Ludaria di Rigolato.
Spesso non conosciamo uomini che resero onore alla nostra terra, alla Carnia, al Friuli, ma che poi furono, per anni, sepolti nell’oblio. Fra questi vi è Manlio Fruch, medico, figlio del più famoso Enrico Fruch, il poeta, maestro, poi direttore ed ispettore scolastico, originario di Ludaria di Rigolato.
Enrico Fruch nacque a Ludaria di Rigolato il 20 settembre 1873. Suo padre si chiamava Giovanni Battista, sua madre Giovanna Puschiasis. Passò l’infanzia a Premariacco, studiò, fu maestro elementare a Resia, Osoppo, Moggio ed Udine, dove, nel dopoguerra, superò gli esami di ispettore scolastico. Morì ad Udine il 6 dicembre 1932. Enrico Fruch è noto per le sue poesie e per i testi di canzoni popolari. Sua è la notissima: “Aquilee” che inizia così: “Contadin che tu rompis la tiare di Aquilee/ ferme i bûs un moment” musicata da Oreste Rosso. (https://it.wikipedia.org/wiki/Enrico_Fruch, e Poesia Aquilee, di Enrico Fruch, in www.bostro.net/lettura/poesie/poesia).
E se queste scarne informazioni, che si desidererebbe fossero ampliate, possono esser anche note, meno noto è che Enrico Fruch ebbe un figlio Manlio, medico e partigiano e che curò partigiani, nato a Moggio Udinese il 6 aprile 1904, morto nel lager di Eresing (Germania) il 12 maggio 1945. (http://www.anpi.it/donne-e-uomini/1748/manlio-fruch).
Laureatosi in medicina e chirurgia a Bologna il 12 novembre 1929, con una tesi di laurea su: “La lotta contro la lue per il progresso demografico”, (http://www.archiviostorico.unibo.it/it/struttura-organizzativa/sezione-archivio-storico/fascicoli-degli-studenti/manlio-fruch), Manlio Fruch esercitò la professione prevalentemente a Pulfero, nelle Valli del Natisone, ove iniziò la sua attività di medico condotto il 1° maggio 1936 quale vincitore di concorso. (Luciano Chiabudini, I nostri morti nei lager nazisti, in: http://www.lintver.it/storia-dueguerre-russiacampagna.html).
«Il giovane medico, dalla rombante motocicletta e dal caratteristico pizzetto, entrò subito nelle simpatie della gente che egli metteva a proprio agio e che si recava a visitare in qualsiasi ora e con qualsiasi tempo fino nei più sperduti paesini allora privi di strade». (Ivi).
La sensibilità che egli dimostrava verso la gente umile, secondo alcuni, poteva esser stata da lui mutuata dal padre, il poeta friulano Enrico, insegnante e direttore didattico che commuoveva le scolaresche con la lettura delle sue poesie intrise di sentimenti di compassione verso i poveri.
Il dott. Manlio Fruch non condivideva le ideologie fasciste e naziste allora in voga e preferiva intrattenersi con la gente di paese piuttosto che con le autorità, con il podestà o il segretario del fascio, tanto per fare un esempio. Agli scolari stessi, che erano tenuti a salutarlo «romanamente» quale ufficiale sanitario rispondeva con un gesto scherzoso della mano, come di chi vuole scacciare una mosca.
La casa isolata, ove il medico abitava ed aveva l’ambulatorio, era continua meta di ammalati che molto spesso ricompensavano la sua prestazione con generi alimentari di cui potevano disporre: un pezzo di burro, frutta, un salame, cibi che spesso prendevano la strada delle famiglie piú bisognose.
La signora Livia B. di Loch, che, ancora ragazzina, come allora si usava, prestava servizio in casa del dott. Fruch, che viveva con la moglie e la figlia Paola, a cui fece da bambinaia, rammenta molti di questi episodi. La signora Livia ricorda il periodo bellico, i partigiani che venivano a chiedere cura e soccorso, ed egli non negò mai la sua opera, sottoponendosi a rischi a causa di delatori. (Ivi).
E delatori, pare, informarono i tedeschi del fatto che Manlio Fruch aveva contatti con i partigiani. Infatti, nel dopoguerra, i suoi familiari sporsero denuncia contro persone di un comune vicino che avrebbero istigato alcuni residenti di Pulfero a sottoscrivere una informativa sui contatti del dott. Fruch con i “ribelli”. Infine il dottor Fruch fu arrestato. Restò in carcere dal 12 novembre 1943 al giorno di Natale. Rilasciato, tornò in prigione dopo una diecina di giorni. (Ivi).
Probabilmente egli si appellò al giuramento di Ippocrate per giustificare il suo operato, forse si trovò qualche prova o appiglio, oltre la delazione, per sostenere un suo collegamento al movimento partigiano.
Rinchiuso nel carcere di Udine, il 25 febbraio del 1944, Manlio Fruch fu prelevato dai tedeschi con un gruppo di detenuti politici il giorno seguente e deportato nel lager di Pratzweiber. (http://www.anpi.it/donne-e-uomini/1748/manlio-fruch).
«… Domattina partiró per l’esilio in Germania. Saremo in molti. Spero di tornare, e presto, e per sempre. Ma non si sa. Non mi sorprende la decisione presa nei miei riguardi, né mi risveglia proposiiti di rivalsa contro nessuno… Non piangere mamma, pensa a quante madri e figli hanno sofferto più di noi, molto più in questa illogica guerra. Vedrete in Paradiso il vostro Manlio se non tornerò…» – scriveva ai familiari il giorno prima di essere deportato in Germania. (Ivi.).
Dal lager di Pratzweiber, fu spostato, poi, in vari campi di concentramento in un lungo calvario ove a causa delle sevizie subite contrasse diverse malattie. (Ivi). Morí di tifo petecchiale il 12 maggio 1945, a Eresing-St. Ottilien, ove una lapide fatta erigere a cura di quel comune, ne individua il luogo di sepoltura. (Ivi).
Non sapevo nulla di Manlio Fruch, sino a che non lo incontrai leggendo l’articolo di Lino Argenton: “I medici durante la resistenza nella regione Friuli (1943- 1945)” pubblicato su: Storia Contemporanea in Friuli, ed. I.F.S.M.L., n. 21,1990. Ma la scheda più completa sul medico di Pulfero è certamente quella pubblicata da Luciano Chiabudini, in: http://www.lintver.it/storia-dueguerre-russiacampagna.html. L’ immagine che correda il testo è tratta da detto sito ed è quella posta a ricordo di Manlio Fruch, che potrebbe esser stato di ideali socialisti.
Laura Matelda Puppini
https://www.nonsolocarnia.info/carnici-che-scrissero-la-storia-della-democrazia-manlio-fruch-medico-figlio-del-noto-poeta-enrico-di-ludaria-di-rigolato/https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2015/12/F-Immagine1.jpg?fit=272%2C309&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2015/12/F-Immagine1.jpg?resize=150%2C150&ssl=1STORIASpesso non conosciamo uomini che resero onore alla nostra terra, alla Carnia, al Friuli, ma che poi furono, per anni, sepolti nell’oblio. Fra questi vi è Manlio Fruch, medico, figlio del più famoso Enrico Fruch, il poeta, maestro, poi direttore ed ispettore scolastico, originario di Ludaria di Rigolato. Enrico Fruch...Laura Matelda PuppiniLaura Matelda Puppinilauramatelda@libero.itAdministratorLaura Matelda Puppini, è nata ad Udine il 23 agosto 1951. Dopo aver frequentato il liceo scientifico statale a Tolmezzo, ove anche ora risiede, si è laureata, nel 1975, in filosofia presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Trieste con 110/110 e quindi ha acquisito, come privatista, la maturità magistrale. E’ coautrice di "AA.VV. La Carnia di Antonelli, Centro Editoriale Friulano, 1980", ed autrice di "Carnia: Analisi di alcuni aspetti demografici negli ultimi anni, in: La Carnia, quaderno di pianificazione urbanistica ed architettonica del territorio alpino, Del Bianco 1975", di "Cooperare per vivere, Vittorio Cella e le cooperative carniche, 1906- 1938, Gli Ultimi, 1988", ha curato l’archivio Vittorio Molinari pubblicando" Vittorio Molinari, commerciante, tolmezzino, fotografo, Gli Ultimi, Cjargne culture, 2007", ha curato "Romano Marchetti, Da Maiaso al Golico, dalla Resistenza a Savona, una vita in viaggio nel Novecento italiano, ed. ifsml, Kappa vu, ed, 2013" e pubblicato: “Rinaldo Cioni – Ciro Nigris: Caro amico ti scrivo… Il carteggio fra il direttore della miniera di Cludinico, personaggio di spicco della Divisione Osoppo Carnia, ed il Capo di Stato Maggiore della Divisione Garibaldi Carnia, 1944-1945, in Storia Contemporanea in Friuli, n.44, 2014". E' pure autrice di "O Gorizia tu sei maledetta … Noterelle su cosa comportò per la popolazione della Carnia, la prima guerra mondiale, detta “la grande guerra”", prima ed. online 2014, edizione cartacea riveduta, A. Moro ed., 2016. Inoltre ha scritto e pubblicato, assieme al fratello Marco, alcuni articoli sempre di argomento storico, ed altri da sola per il periodico Nort. Durante la sua esperienza lavorativa, si è interessata, come psicopedagogista, di problemi legati alla didattica nella scuola dell’infanzia e primaria, e ha svolto, pure, attività di promozione della lettura, e di divulgazione di argomenti di carattere storico presso l’isis F. Solari di Tolmezzo. Ha operato come educatrice presso il Villaggio del Fanciullo di Opicina (Ts) ed in ambito culturale come membro del gruppo “Gli Ultimi”. Ha studiato storia e metodologia della ricerca storica avendo come docenti: Paolo Cammarosano, Giovanni Miccoli, Teodoro Sala.Non solo Carnia
Ricevo da Adelchi Puschiasis, noto per i suoi studi su Rigolato e dintorni, che ringrazio, questo riferimento a Manlio Fruch, che aggiunge particolari alla sua storia, tratto da: Luigi Raimodi Cominesi, Aldo Tavoschi libraio in Udine, (1906-1985), in Metodi e Ricerche, n.s. XXVI, (gennaio, giugno 2007).
«A questi fatti familiari desidero aggiungerne un altro, non reso pubblico sino ad ora. Durante l’occupazione nazista dell’Adriatisches Künstenland, il dottor Manlio Fruch era entrato nelle file garibaldine, segretamente impegnato come medico. Aldo nulla sapeva di quella scelta del suo amico, figlioccio del proprio padre Gustavo, come lui lo era del poeta Enrico, padre di Manlio. Quando il dottor Fruch fu arrestato per la seconda volta, Aldo tentò di sottrarlo alle grinfie della Gestapo, appellandosi ad una professoressa, della Berlitz School, che sembra avesse ben altri incarichi, oltre a quello di insegnare, presso il Plaz Kommandantur di Udine. La signora tedesca frequentava la libreria ed Aldo rischiò il tutto per tutto per salvare l’amico. Fu un tentativo vano: «Signor Tavoschi non si presenti mai più in questo luogo se non vuole fare la fine del dottor Fruch…». « I lo ga mandà in Germania» – ci diceva Aldo, «ghe avevo deto mi che el scampassi a Venezia, dopo el primo arresto, città grande, el podeva sconderse là … no go podù far gnente.»
Laura Matelda Puppini