Dal prezzo del legno dettato da Cina e Usa, alla mania regionale di costruire nuove camionali forestali , ad uno strano caso locale.
Correva l’anno 2021 ed erano i primi di agosto, quando i miei occhi cadevano su di uno strano articolo, pubblicato da radio studio nord news, intitolato: “Paularo, nuova strada camionabile in arrivo in località Spusinceis”, a firma della redazione. Iniziavo a leggerlo e, con mia grande sorpresa, mi imbattevo in queste parole:
«Grazie ai fondi stanziati dalla Regione Autonoma FVG, sarà realizzata una strada camionabile attesa da decenni. “L’iniziativa – racconta Francesco Del Linz – è nata per puro caso, quando ho conosciuto Marco Clama e gli ho fatto notare che tutto il versante del bosco di Chiaulis non era servito da nessuna strada, cosa assurda a mio avviso dato che si tratta di un comprensorio dalle vaste potenzialità. Oltre alle mie proprietà, saranno servite una cinquantina di particelle private ed è quindi un beneficio per la comunità (non solo per il sottoscritto)”.
“Grazie alle politiche della regione – spiega Clama – che mirano a strutturare ed infrastrutturare la montagna friulana nel rispetto e a salvaguardia dell’ambiente, stiamo raggiungendo risultati a dir poco eccezionali. Il coinvolgimento e il benestare di molti proprietari che mettono a disposizione i loro appezzamenti per realizzare opere strategiche, rappresenta un passo fondamentale per lo sviluppo montano e per la valorizzazione delle proprietà private.”
“Il progetto – prosegue Clama – non è fine a sé stesso: tra un paio di mesi daremo il via ai lavori per raggiungere il Bosco di Chiaulis e, contemporaneamente, raggiungeremo con una strada forestale anche il versante più a Nord, verso loc. Valsavarion. Pare quindi logico ed è quasi scontato pensare ad un collegamento tra i due assi viari che sarà sicuramente preso in considerazione per i prossimi anni; non solo, stiamo studiando anche il raggiungimento di loc. Fuarmi, meta che può essere raggiunta sia da Valsavarion che dalla strada comunale che attraversa il rio Mueia.”
“Si tratta quindi – prosegue Clama – di interventi che, oltre alla valorizzazione economica del territorio, permetteranno di crescere anche dal punto di vista turistico e sociale garantendo anelli ciclabili ed escursionistici semplici, alla portata di tutti, in quota e panoramici. Un tanto anche in virtù del fatto che con la Regione si è condiviso un nuovo modo tecnico di concepire la viabilità forestale, privilegiando pendenze più dolci, riducendo l’uso del cemento a favore delle tecniche di bioingegneria naturalistica.”
A questo punto trasecolo. Io non so chi sia Marco Clama, che mi dicono però sia quello che ha firmato il progetto per la strada da Casera Plotta al rifugio Marinelli , ma pare che lui e la Regione Friuli Venezia Giulia siano la stessa cosa, e che si va da lui, che poi saprò essere un dottore in scienze forestali e libero professionista oltre che docente, se volete una strada ve la fa fare subito.
Io per dire la verità non avrei firmato mai il pezzo di Radio Studio Nord perché qualche dubbio lo avrei avuto sulla correttezza di queste dichiarazioni, e il fatto che la regione finanzi con soldi pubblici strade in montagna perché un privato vuol tagliare il suo bosco ‘mi fa un po’ specie’, e poi quel ‘noi’ che unifica regione a Marco Clama fa un po’ rabbrividire. Pertanto sicura che Radio Studio Nord magari non abbia capito bene, chiedo lumi alla regione Fvg ed in particolare a Massimiliano Fedriga che guida la giunta, nel merito. Perché capite che quanto è scritto e pubblicato non è di poco conto.
Non solo: lo stesso articolo è ripreso in “Partono i lavori per la nuova strada forestale nel bosco di Chiaulis a Paularo” in: https://www.friulioggi.it/carnia/paularo/nuova-strada-forestale-bosco-chiaulis-2-agosto-2021/.
In rosso il percorso della nuova strada per la proprietà del Del Linz, costruita, pare in grazie a Clama. (Da: https://www.friulioggi.it/carnia/paularo/nuova-strada-forestale-bosco-chiaulis-2-agosto-2021/).
Detto questo, mi chiedo con quali fondi la Regione Fvg intenda finanziare questa nuova strada e quali siano le motivazioni per una spesa pubblica non di poco conto, quando per la sanità pare non ci sia una lira, quali sarebbero le tecniche di bioingegneria naturalistica di cui parla Clama, che permettono di passare a camion pesanti che trasportano tronchi in mezzo ad un bosco; se si è tenuto conto della friabilità del terreno, chi ha firmato la valutazione di impatto ambientale per quest’opera, se coloro che sono proprietari dei boschi che verranno attraversati dalla nuova strada siano stati avvertiti, e se sono consenzienti, oltre che quanto costano alla regione i vari contratti di compravendita, essendo per stessa ammissione del Del Linz quest’opera a servizio di un privato o più, e quindi non potendosi usare ed abusare della “pubblica utilità”.
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Ma perché questa ‘fregola’ regionale di fare strade anche per l’esbosco, senza sapere magari quante ne esistono già?
Infatti la brava massaia controlla pure quanti pacchi di pasta ha in dispensa prima di comperare un nuovo pacco, guarda che quelle piccole larve dette ‘farfalle della farina’ non abbiano intaccato il cibo, e tiene pulito l’armadio. Insomma attua nel suo territorio, prima di fare qualcosa di nuovo, una politica di controllo e manutenzione.
Non si sa invece cosa faccia la Regione Fvg, se abbia una mappa della viabilità montana aggiornata, se abbia mandato qualcuno a vedere lo stato di strade montane e sentieri, prima che non succeda ad una comunità intera di vedersi tagliata quasi fuori per un mese dal mondo come accaduto a quella di Collina di Forni Avoltri quest’ inverno. (https://www.rainews.it/tgr/fvg/video/2020/12/fvg-forni-avoltri-frazioni-isolate-collina-collinetta-sigilletto-frassinetto-f46149f9-8bf8-4e58-a09b-f87789cb8d9a.html). Bloccata il 5 dicembre 2020, la strada è stata riaperta un mese dopo a senso unico alternato con semaforo. «Da allora i cantieri sono fermi per diverse ed esposte ragioni». (https://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2021/07/07/news/un-ordine-del-giorno-per-mettere-in-sicurezza-la-strada-del-fulin-1.40473775). E mi ricordo di aver pensato quale calvario avessero dovuto vivere gli amici di Collina, conosciuti ai tempi dell’incontro sul maestro Caneva promosso da Confcooperative. E invece di occuparsi di strade per la malga Collina grande, credo che sarebbe più importante che la regione si occupasse di mettere in sicurezza la normale viabilità fra Forni Avoltri e Collina.
Ora pare che alla Regione, anche secondo quanto riportato sui due articoli sopraccitati, sia venuta l’idea di strutturare ed infrastrutturare la montagna, senza limiti, quasi non ci avesse pensato nessuno prima, senza studi che dicasi tali, senza vagliare la reale necessità della spesa e per chi serva, se non per dare lavoro a qualche ditta edile. Inoltre talvolta pare che si appalti il lavoro, così non si potrà più facilmente bloccarlo, prima di aver studiato la reale utilità di una nuova strada, che potrebbe solo far comodo ad un gestore di rifugio o a qualche motociclista, come nel caso del Marinelli.
Inoltre appare invero almeno discutibile l’articolo “Nuova strada verso il Marinelli la Regione conferma: si farà”, dove, ai puntuali rilievi di Massimo Moretuzzo, l’assessore Zannier ha risposto sui costi ed altro, ma precisando che si farà comunque. A questo punto uno si chiede cosa stia a fare il consiglio regionale, tanto pare faccia tutto l’assessore di turno, e che la Regione sia un ente che impone ai cittadini e dispone del loro territorio seguendo proprie visioni del mondo e degli affari, per aiutare un gestore di malga o di un rifugio. Ma spero di sbagliarmi e se erro correggetemi.
E vi garantisco che io talvolta non capisco quale sia la politica regionale per la montagna, perché se le strade servono, non servono dovunque, ed abbiamo già piste forestali. Inoltre porre ulteriore asfalto togliendo alberi per fare strade in quest’ epoca di cambiamenti climatici, mi pare assurdo. E per tagliare piante e trasportare tronchi vi sono ditte, credo anche ora, che intervengono per via aerea, dopo accordo con vari proprietari. E di questo sono certa, perché così hanno tagliato un bosco di mia madre a Sauris ed uno di mio marito a Rigolato. Inoltre io credo che una progettazione globale per la montagna, che preveda pure eventuali strade forestali e come realizzarle, solo se necessarie per la comunità di Carnia non per singoli, debba passare attraverso il consiglio regionale ed una attenta valutazione dell’impatto ambientale.
Ed ha ragione Massimiliano Pozzo quando precisa che la regione deve cercare, in primo luogo, «di risolvere i problemi strutturali della nostra regione: calo demografico costante, emigrazione giovanile fra le più alte d’Italia, economia a rilento senza grossi benefici per l’occupazione, vocazione della regione che non si delinea». (Massimiliano Pozzo, Alla politica regionale serve un risveglio, in Messaggero Veneto 20 luglio 2021). Ma non credo che sfregiando il territorio montano con nuove strade forestali, che si sommano alle già esistenti, si possano risolvere questi problemi che sono come una cancrena per la nostra terra.
Tronchi tagliati in zona Ligosullo Valdaier. 2017. Foto di Laura Matelda Puppini.
Io credo però che questa strada mania, questo voler asfaltare il futuro per produrre forse due formaggi in più in una malga in una stagione, per portare sulle vette sicuramente moto con o senza targa, per far andare su tutti ossessivamente con bici elettriche, che pesano, che sono pericolose in discesa, che contemplano un buon fisico, (cfr. https://www.visittrentino.info/it/articoli/outdoor-estate/e-mtb-istruzioni-per-l-uso), abbia anche a che fare con lo sfruttamento del bosco quando ora, (ma dico ora, non so se domani) il legno porta ad enormi profitti.
Allora via a far subito strade, per tagliare non due abeti, come in Austria, perché qui il peccio è distrutto dal bostrico, ma aghifoglie e latifoglie non si sa di quale valore, o che portano, come sul Marinelli dove non c’è bosco alcuno.
Ma andiamo per ordine. Il 20 luglio 2021 compariva sul Messaggero Veneto un interessantissimo articolo di Stefano Vietina intitolato “Prezzi alle stelle per il legname. Strategia di filiera per evitare le scosse”. Sottotitolo: “Tagliare di più e coordinarsi per trattenere in loco il valore”. In esso si leggono le dichiarazioni di Imerio Pellizzari, titolare della ditta Coradai, che si dedica a lavori boschivi, manutenzione stradale, produzione di cippato e sfalcio. Egli non solo si augura un coordinamento anche in Friuli Venezia Giulia delle ditte che operano nel bosco ma dice pure che, dopo il covid, vi è stato un aumento dei prezzi di tutte le materie prime. Inoltre prima la Cina poi gli Usa hanno fatto incetta di legname sul mercato e così il legno scarseggia e costa il doppio rispetto a inizio 2021. Ed a questa situazione ha contribuito anche il 110% su lavori per migliorare la classe energetica delle abitazioni. E secondo Andrea D’Ambros, i preventivi ora valgono solo una settimana. Inoltre mancano pannelli lamellari e pannelli edili a scaglie pressate, il cui prezzo è aumentato dell’80%. (Stefano Vietina, Prezzi alle stelle, op. cit.). E se il tronco schiantato di Vaia si pagava tre mesi fa 60 euro, ora si paga 90. (Stefano Vietina, Ecodolomiti punta su biomasse ed energie rinnovabili, in Messaggero Veneto 20 luglio 2021). Pellizzari, che però opera in Trentino, dice che si deve puntare alla filiera corta, per non dover portare i tronchi in Austria per poi farli ritornare sotto forma di tavole in Italia. E fin qui il ragionamento non fa una piega, peccato che noi abbiamo cancellato ogni segheria possibile ed immaginabile, o quasi, dal nostro territorio. E si potrebbe realizzare in loco cippato, e che l’industria di trasformazione debba restare vicino a quella di produzione, non è una novità per me, che sostengo tale idea da anni.
Invece preoccupa che si voglia subito tagliare il 60% del bosco, come Pellizzari dice si fa in Austria, ma dove non è noto. Perché se si creano piantagioni di pecci per il taglio e poi si tagliano al 60% è un discorso, se si taglia bosco misto è un altro, e diventa anche una questione di vitalità dell’intero sottobosco. Ed il Trentino, dove si taglia di più in Italia, si raggiunge il 30%, non il 60. E questo ragionamento non tiene conto dei tempi per far ricrescere il bosco, che dipendono anche dalla sua tipologia, ma solo, pare, del guadagno immediato. (Stefano Vietina, Ecodolomiti, op. cit.). Ma si sa che la domanda di una materia prima può variare sul mercato che ormai è mondiale.
Particolare di moderna segheria “dm diemme legno” in località Dobje. Val Canale. San Leopoldo/Laglesie/Leopoldskirchen/Villa Ecclesiae/Dipalja Ves. Foto di Laura Matelda Puppini. 2017.
Ed ecco allora cosa pensa Rinaldo Comino, che però non è un industriale del legno ma il direttore del servizio forestale della Regione Friuli Venezia Giulia: «In Italia – seppure con buone eccezioni […] mancano infrastrutture viarie adeguate per accedere in sicurezza, e a costi ragionevoli, ai boschi da diradare o rinnovare. E sono poi poche le reti di impresa fra le imprese forestali […]. (…).» Inoltre a suo avviso, come per Pellizzari, si dovrebbe stabilizzare il prezzo del legname, come non si sa, dato che noi della montagna friulana non possiamo fare filiera con la Cina o gli Usa. Non da ultimo noi non siamo l’Italia, e se in Sardegna, per esempio, possono mancare strade forestali, la regione ci deve dimostrare, dati alla mano, che mancano anche in Fvg. Inoltre queste dichiarazioni del dott. Comino fanno a me un po’ paura, perché si ‘sponsorizza’ la creazione di nuove strade forestali, par di capire, per far passare grandi camion così il costo del trasporto dei tronchi si abbassa. Ed egli parla di boschi da diradare e non da tagliare normalmente, e da rinnovare. Per fare questo Comino ipotizza “contratti di concessione pluriennali” per le ditte, ma forse li stipulerà con loro solo Emil Eberhard, che possiede ettari ed ettari di bosco in Cadore ed in Carnia, e che forse ha già tagliato molto. (Le dichiarazioni di Rinaldo Comino sono riprese dall’articolo: Stefano Vietina, Prezzi alle stelle, op. cit. Su Eberhard cfr. https://www.nonsolocarnia.info/l-m-puppini-marco-lepre-eberhard-il-padrone-di-ettari-ed-ettari-di-bosco-carnico-e-limpianto-della-vinadia/).
E così dopo un lungo ragionamento ritorniamo alla mania attuale della regione di costruire strade forestali montane ampie, senza sapere neppure quelle che ha già, pare, per le ditte, per pochi, forse per far spender meno, in buona fede per carità e desiderando un ritorno locale, lasciando però e magari quelli di Collina con il semaforo per mesi, se dovesse nuovamente franare la strada. E non è l’unica strada che è franata questo inverno. Non ci resta che attendere il prossimo?
Senza voler offendere alcuno, ma solo per riportare quanto ho compreso, in attesa di precisazioni e commenti, anche che contestino la mia chiave di lettura dei fatti, questo ho scritto e firmo. E se erro correggetemi.
Laura Matelda Puppini
https://www.nonsolocarnia.info/dal-prezzo-del-legno-dettato-da-cina-e-usa-alla-mania-regionale-di-costruire-nuove-camionali-forestali-ad-uno-strano-caso-locale/https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2021/02/SAM_5359.jpg?fit=1024%2C768&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2021/02/SAM_5359.jpg?resize=150%2C150&ssl=1ECONOMIA, SERVIZI, SANITÀCorreva l’anno 2021 ed erano i primi di agosto, quando i miei occhi cadevano su di uno strano articolo, pubblicato da radio studio nord news, intitolato: “Paularo, nuova strada camionabile in arrivo in località Spusinceis”, a firma della redazione. Iniziavo a leggerlo e, con mia grande sorpresa, mi imbattevo...Laura Matelda PuppiniLaura Matelda Puppinilauramatelda@libero.itAdministratorLaura Matelda Puppini, è nata ad Udine il 23 agosto 1951. Dopo aver frequentato il liceo scientifico statale a Tolmezzo, ove anche ora risiede, si è laureata, nel 1975, in filosofia presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Trieste con 110/110 e quindi ha acquisito, come privatista, la maturità magistrale. E’ coautrice di "AA.VV. La Carnia di Antonelli, Centro Editoriale Friulano, 1980", ed autrice di "Carnia: Analisi di alcuni aspetti demografici negli ultimi anni, in: La Carnia, quaderno di pianificazione urbanistica ed architettonica del territorio alpino, Del Bianco 1975", di "Cooperare per vivere, Vittorio Cella e le cooperative carniche, 1906- 1938, Gli Ultimi, 1988", ha curato l’archivio Vittorio Molinari pubblicando" Vittorio Molinari, commerciante, tolmezzino, fotografo, Gli Ultimi, Cjargne culture, 2007", ha curato "Romano Marchetti, Da Maiaso al Golico, dalla Resistenza a Savona, una vita in viaggio nel Novecento italiano, ed. ifsml, Kappa vu, ed, 2013" e pubblicato: “Rinaldo Cioni – Ciro Nigris: Caro amico ti scrivo… Il carteggio fra il direttore della miniera di Cludinico, personaggio di spicco della Divisione Osoppo Carnia, ed il Capo di Stato Maggiore della Divisione Garibaldi Carnia, 1944-1945, in Storia Contemporanea in Friuli, n.44, 2014". E' pure autrice di "O Gorizia tu sei maledetta … Noterelle su cosa comportò per la popolazione della Carnia, la prima guerra mondiale, detta “la grande guerra”", prima ed. online 2014, edizione cartacea riveduta, A. Moro ed., 2016. Inoltre ha scritto e pubblicato, assieme al fratello Marco, alcuni articoli sempre di argomento storico, ed altri da sola per il periodico Nort. Durante la sua esperienza lavorativa, si è interessata, come psicopedagogista, di problemi legati alla didattica nella scuola dell’infanzia e primaria, e ha svolto, pure, attività di promozione della lettura, e di divulgazione di argomenti di carattere storico presso l’isis F. Solari di Tolmezzo. Ha operato come educatrice presso il Villaggio del Fanciullo di Opicina (Ts) ed in ambito culturale come membro del gruppo “Gli Ultimi”. Ha studiato storia e metodologia della ricerca storica avendo come docenti: Paolo Cammarosano, Giovanni Miccoli, Teodoro Sala.Non solo Carnia
Mi segnalano in costruzione una strada in zona Casera Campo. A casera Campo, mi dicono, ci sono larici vetusti di 600 anni e la zona sottostante il bosco Novarza è area wilderness studiata da Università di Torino per essere un bosco unico per caratteristiche ecologiche e forestali. La strada – che, mi si dice – nemmeno i cacciatori vogliono – va ad alterare e disturbare un luogo unico. Non da ultimo, se guardate: “Open Day delle foreste” in: http://eventi.regione.fvg.it/redazione/Reposit/Eventi/14942_locandina%20Ferragosto19CB2.pdf, a cura del centro didattico naturalistico, potrete notare che è previsto, nel percorso, il raggiungimento del “grande larice di Casera Campo, oggi riconosciuto come la pianta più vecchia del Friuli Venezia Giulia”, per poi immergersi in uno dei boschi più vetusti della regione, quel Bosco del Diavolo situato nel cuore di una valle remotissima e incontaminata: la Val Novarza, dove una strada interpoderale già esiste.
Due fonti mi segnalano pure in costruzione “la strada del Grego” per creare un collegamanto stradale tra la Val Saisera Val Dogna, per chi non si sa, ma forse le moto andranno a nozze. E stanno allargando quella che era una mulattiera, costruendo tornanti super larghi e scarpate altissime, mi comunica una delle mie fonti. E io penso: “Non finiremo mica come sulla Sila con i viadotti, che però furono costruiti decine di anni fa?” Ma cosa pensa di fare la Regione Fvg?
Ed è vero che, non so dove, ma sulla montagna friulana, per costruire una nuova strada montana hanno creato un movimento franoso prima inesistente, come mi si narra?
A proposito di strade abbandonate e non in montagna, quando se ne vogliono costruire di nuove, segnalo l’articolo di Tanja Ariis “La strada regionale 125 chiusa da otto anni. L’opposizione protesta” in Messaggero Veneto 9 settembre 2021. Detto articolo parla di un’interrogazione della minoranza in consiglio comunale a Tolmezzo rivolta al sindaco Brollo relativamente alla vecchia strada per Villa Santina, tratto Caneva di Tolmezzo – Vinadia, chiusa da anni e anni, che è una camionabile prima sempre utilizzata, e che ora “versa in totale stato di abbandono. Le piante stanno inglobando l’asfalto, gli alberi ormai ci crescono sopra, il guardarait è stato divelto in più punti dai massi che gli sono rimbalzati sopra dal dissestato versante soprastante, se non sono riusciti a fermarsi, come invece altri, sulla viabilità”. (Ivi). Nel 2018 erano stati concessi 400.000 euro per sistemarla, ma ora ne servirebbero almeno il triplo. (Ivi). Inoltre rimane chiusa la vecchia strada fra Sassotagliato e Amaro, a seguito dei danni provocati dal grave incendio dell’aprile 2021, mentre si pensa a mettere in sicurezza una zona fra Venzone e Moggio in vista della costruzione di una nuova pista ciclabile (Ivi). Ed io dico che queste vecchie strade, piene di storia (per quella da Tolmezzo a Amaro basti ricordare il reportage fotografico di Vittorio Molinari) e di memoria, erano pure quelle più bazzicate dai ciclisti, come mio marito per esempio, che ora devono percorrere vie molto più trafficate anche da mezzi pesanti, e passare vicino al poligono di tiro e pista guida sicura, che con il loro rumore distraggono chi guida qualsiasi mezzo.
Leggo con stupore crescente l’articolo “Elezioni, proseguono a Paularo gli incontri del candidato sindaco Clama” su radio studio nord news e le mie perplessità aumentano. Intanto secondo me il presidente di una regione si dovrebbe astenere dal fare campagna elettorale in un comune perché, anche se si reca in un luogo a titolo personale o per il partito a cui appartiene (come ora Fedriga a sostegno di Clama a Paularo e prima Serracchiani per Brollo a Tolmezzo), egli rappresenta il governatore, per dirla all’americana, di quella regione, prima che il membro di un partito. Ed idem dicasi per gli assessori, e questo è il caso ora del leghista Pizzimenti, dal cognome che sa di Sicilia e Calabria, dove è diffusissimo, più che di friulano. E l’articolo di radio studio nord è un tipico esempio delle confusioni che si creano. Dallo stesso veniamo poi a sapere che ‘mezza Lega Nord regionale’ si fa per dire, oltre uno a me ignoto della Sicilia andranno a Paularo a sostenere Clama in un programma che vuole una strada per una persona che gliel’ha chiesta ed un’opera faraonica per chi non si sa, dato che la popolazione paularina è poca, e i vecchi tanti. E Clama continua a sostenere, sul nulla di fatto, perché il consiglio regionale non ha deliberato nulla per la montagna, che egli incarna l’essenza delle scelte regionali, confondendo due soggetti di un partito che è il suo, e cioè la lega Nord, quella di Salvini con il rosario, del presepe, dell’ ampolla del Po, (https://www.adnkronos.com/dallampolla-sul-po-al-presepe-la-svolta-di-salvini_6dtKdG9524hsfduPxuW0tM) con la Regione Fvg. E, peggio con peggio, Clama ha dichiarato che lui sa portare i politici a Paularo perché li chiama, quasi che Serracchiani non fosse mai stata in Carnia e Tondo non vi abitasse (2 legislature come presidente della regione). Un po’ pieno di sé questo Clama, giovane rampante, penso fra me e me, e socio fondatore dell’Associazione fondiaria Valli del But e di Incaroio. E cosa sta dietro tutta questa confusione e questo presenzialismo leghista? Non lo so ma a me non so perché non fa be sperare. Perché il peso politico di un governatore potrebbe certamente incidere sul risultato di una elezione, che si potrebbe configurare come dettata più dal peso dei sostenitori che dai progetti e dalla credibilità dei presenti in lista, ma così si capovolge la democrazia italiana e la libertà di scelta degli elettori. Senza offesa per alcuno ma per porre sul tappeto dei problemi Laura Matelda Puppini
Ieri 10 ottobre 2021, un motociclista, che faceva motocross sul Monte Tersadia all’altezza della casera omonima a quota 1370 metri, si è rotto una gamba ed ha impegnato seriamente i soccorsi per esser salvato. Erano in tre di lingua germanica con le moto, ma non è una novità che vi sia chi, carnico, italico o straniero, si si trastulla ad andare in montagna ed a fare pericolose acrobazie con moto da trial o da cross, (tanto qui si può fare quello che si vuole e vige, mi pare, la politica delle tre scimmiette e del ‘paron son mi’) non si sa se in sella a mezzi con targa o senza targa.E hanno dovuto accorrere le squadre della stazione di Forni Avoltri del soccorso alpino, la guardia di finanza e i vigili del fuoco, che hanno impiegato ore e tantissimi tecnici, fra cui uno facente funzione medica, (infermiere o medico?) per il soccorso. Questo mentre noi cittadini normali e magari anziani di questa regione, che con le nostre tasse siamo pubblici sovvenzionatori, perdiamo servizi sanitari a gogò e siamo stati invitati a non andare in pronto soccorso se non necessario, quasi noi lo sapessimo se stiamo davvero malissimo o meno, e se lo potessimo fare se il respiro manca e si sta avendo un infarto. Ormai qui in sanità quello che funziona è solo il soccorso alpino, che esce in ogni momento per persone che spesso se le vanno a cercare. (Cfr. https://www.udinetoday.it/cronaca/incidente-motocross-montagna-motociclista-straniero-10-ottobre.html e https://www.studionord.news/in-15-impegnati-per-il-soccorso-di-un-motociclista-a-casera-tersadia/). E vorremmo ancora riempire di nuove strade montane la Carnia? Oggi al Tersadia domani al Marinelli?
A Paularo è stato eletto nuovo sindaco Marco Clama. Assessora a Sanità, Politiche sociali, Istruzione e Cultura è stata eletta Sara Adami. Ma quest’ultima, pure Lei regolarmente eletta, si è dimessa da consigliere comunale, pur restando assessore esterno a Sanità, Politiche sociali, Istruzione e Cultura. (https://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2021/11/10/news/adami-resta-in-giunta-e-lascia-l-aula-scintille-in-consiglio-il-cambio-slitta-1.40907308). Così facendo ha lasciato libero un posto in consiglio comunale, che è stato occupato da Annino Unida che se non sbaglio è della Lega, che è stato il primo dei non eletti e gran sostenitore di Marco Clama. Nel merito così ha dichiarato Clama: “Le dimissioni dalla carica di consigliera […] rappresentano soltanto un modo per coinvolgere nell’amministrazione ulteriori persone che possono dare un contributo alla squadra”. “Hanno fatto lo stesso – segnala Clama – anche in altri Comuni limitrofi e con ottimi risultati. La composizione della giunta resterà invariata”.(Paularo. Adami resta in giunta e lascia l’Aula. Scintille in Consiglio : il cambio slitta, in Messaggero Veneto, 10/11/2021). Certo che ormai vi è una tale libertà di procedere per chi è in una giunta che non si sa che dire, almeno quando ero ragazza era tutto più semplice e lineare.