Dalla prescrizione medica alla prescrizione governativa. Sanità in black out?
Quello che mi attendevo dalla politica del governo Renzi verso la nostra vita è puntualmente accaduto: l’israeliano Gutgeld ha detto di tagliare la sanità per guadagnare 10 miliardi di euro senza tagliare l’evasione fiscale, e l’operosa Lorenzin, diplomata, si è messa a fare il medico di noi italiani, insegnando il mestiere a quei “4” che si sono laureati in medicina e svolgono il loro lavoro in Italia. Così, bacchettando professionisti che da anni ed anni esercitano con scienza, coscienza, e talvolta sacrifico personale il loro difficile mestiere, il Ministero della Salute ha partorito il famoso decreto 9 dicembre 2015, avente come oggetto: “Condizioni di erogabilità e indicazioni di appropriatezza prescrittiva delle prestazioni di assistenza ambulatoriale erogabili nell’ambito del Servizio sanitario nazionale”, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 20 gennaio 2016. Per chi volesse conoscerlo rimando alla stessa od a : “http://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=35485”.
A me, avendo dato solo allo stesso un’occhiata, è parso discriminante, una presa in giro mentre i parlamentari possono avere tutto a nostre spese, discutibilissimo, forse impugnabile da vari soggetti, medici compresi, farraginoso, un moloch burocratico.
Tanto per fare un esempio, sullo stesso si legge che «Ai fini dell’applicazione delle condizioni di erogabilità nella prescrizione delle prestazioni di radiologia diagnostica di cui al presente decreto, per la definizione del «sospetto oncologico» di cui all’allegato 1, note n. 32, 34, 36, 38 e 40 devono essere considerati i seguenti fattori: 1) anamnesi positiva per tumori; 2) perdita di peso; 3) assenza di miglioramento con la terapia dopo 4-6 settimane; 4) età sopra 50 e sotto 18 anni; 5) dolore ingravescente, continuo anche a riposo e con persistenza notturna». (Art. 2 comma 2, decreto legge “Condizioni di erogabilità e indicazioni di appropriatezza prescrittiva delle prestazioni di assistenza ambulatoriale erogabili nell’ambito del Servizio sanitario nazionale”, in G.U. 20 genn.2016).
Una prima considerazione: può un medico in diagnosi possibile di cancro, invece che prescrivere l’accertamento radiologico, dare un farmaco a caso, non si sa per curare che cosa? E cosa significa che una prestazione è erogabile se vi è presenza di vulnerabilità sociale o di vulnerabilità sanitaria? Come e su che base si certifica? E in questa terra di evasori, su che base si valuterà la vulnerabilità sociale, e vi sarà forse qualcuno a cui non si potrà negare? – mi chiedo da italiana avanti negli anni.
Inoltre, per ritornare al “sospetto oncologico” io conosco un paio di casi in cui non vi erano questi sintomi. E se alla persona si gonfia solo una ghiandola, che si fa? – tanto per fare solo un esempio. Inoltre dopo aver sperimentato al buio un farmaco e visto che non fa nulla, con il rischio di esser denunciato, dopo un mese o un mese e mezzo, un medico dovrebbe fare la prescrizione per un esame radiografico, con tempi di attesa forse enormi, per giungere alla ipotesi diagnostica ed inviare a visita specialistica oncologica, oppure iniziare altro percorso diagnostico? Infatti dimagrimento, dolore con persistenza notturna possono avere molte cause. E intanto il tempo passa … Vi confesso che leggendo queste righe del decreto Lorenzin, la mia mente è ritornata a quando ero piccola, e sentivo che uno era morto di mal di pancia, uno di sfinimento … Moriremo così in Italia? E se si giungesse troppo tardi alla diagnosi, in questa politica non della buona sanità ma, pare, del “cragnino”, mentre si protegge l’evasione fiscale, e si spende per aereo del premier e F 35, ed il soggetto decedesse, dopo magari esser costato allo stato più di quanto sarebbe costato se fosse stato prontamente curato, rimanendo in vita? Perché la stessa Lorenzin chiama nello specifico la prestazione “radiologia diagnostica”. Inoltre in tal modo non si configura, forse, per chi ha approvato il decreto e lo ha firmato, l’esercizio abusivo della professione medica?
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Ed ancora: il decreto Lorenzin vincola i medici che lavorano per il s.s.n.. Oddio, forse al Governo sfugge che anche i medici del s.s.n. fanno visite private, anzi sono i più, che di fatto la sanità italiana si regge su un sistema misto pubblico/privato, e che così si stravolge tutto il sistema sanitario, per le sue fisse e quelle dell’israeliano italianizzato Gutgeld, Pd, che non si sa quanto viene da noi pagato per fare quel che ha fatto, e che lavorava per la McKinsey, che non consta abbia esperienza in campo di sanità/ salute, ma di consulenza manageriale, che è altra cosa?
Se poi un poveraccio rimane senza denti cosa volete che sia …. Se uno muore per ritardi diagnostici cosa volete che sia … Se un medico di base od ospedaliero non riesce, umanamente, a valutare, per ogni visita, cosa può fare, non in base al principio di ” scienza e coscienza”, ma in base al testo ministeriale, all’allegato 1-2-3 , ecc. e deve porsi problemi di coscienza e di burocrazia ogni giorno, e se uno che sta male si è dimenticato di richiedere l’attestato di vulnerabilità, ammesso gli competa, ecc, ecc, cosa volete che sia … Credetemi i soldi ci sono, ci sono per mille cose inutili in questo stato, soldi che potrebbero esser investiti in sanità efficiente, dopo un adeguato studio del settore e sue criticità. Ma qui si va avanti alla garibaldina, si fa per dire … Se il ministro Lorenzin è cattolica, pensi a cosa sta facendo ai cittadini italiani e mediti, dato che non lo ha fatto prima. Ci ricorderemo il suo nome, ce lo ricorderemo … Se Renzi e Gutgeld sono credenti, meditino su ciò che hanno fatto, perchè ci ricorderemo il loro nome … Per fortuna che per la Costituzione Italiana la salute è un bene importante ed è un diritto fondamentale della persona. Così in che si è trasformata la sanità da cui dipende la nostra salute ora? – mi chiedo.
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Inoltre se uno ha pagato la sanità pubblica anche solo per qualche anno, ma pure per molti di più, come si fa a negargli una prestazione di cui necessita, per esempio un esame radiografico, ancor di più se potrebbe trattarsi di cancro? Chiediamocelo.
Ci hanno riempito le orecchie e gli occhi con la teoria che più presto si interviene meglio è, come credo proprio sia vero, ed ora … Ed ora? Che ne sarà del bimbo, della madre, del giovane, della giovane, dell’anziano, se non si diagnostica subito una patologia grave? Ma quale medico oserà negare una prestazione medica che ritiene necessaria, un farmaco che ritiene necessario?
Etica e professione medica, termini su cui riflettere, da approfondire … ma il governo Renzi pare abbia dimenticato la prima … Quali ricadute sul nostro futuro? Non oso immaginarlo. Intanto però il governo ha nell’immediato dieci miliardi, forse, ma ha fatto crollare l’intero sistema sanitario italiano, ed inciderà sul diritto alla vita ed alla salute, impoverendo, ma anche sulle entrate dello stato, sull’organizzazione ospedaliera, ecc. ecc.. e sull’economia. Chi non sa se avrà cure e deve volgere al privato, risparmia timoroso, non investe. Credetemi quello di intervenire sull’erogazione delle prestazioni è ciò che di più malefico si sia potuto pensare, in questo stato che stato non è più, ma pare proprio sia ridotto ad un governo “piovra” che funziona come lo sceriffo di Nottingham.
E come non ricordare le parole di Gino Strada, che sostiene che la sanità deve costare quanto serve per curare le persone che ne hanno bisogno, non una in più non una in meno, mentre in Italia milioni di italiani non si possono permettere cure adeguate? Inoltre egli precisa che la spesa sanitaria è il costo del sistema sanitario nazionale per lo Stato, non quello per curare le persone che ne hanno bisogno. Tagliamo allora la sanità gratuita ai parlamentari anche ormai non eletti dal popolo, tagliamo i burocrati, ormai a iosa in sanità, tagliamo commissioni e quant’altro, riqualificazioni di piazze, cattedrali nel deserto, opere faraoniche inutili, ecc. ecc. e si vedrà che si risparmierà ma non sulla salute e condizioni di vita.
Inoltre perché pagare, d’ora in poi, la sanità se non è garantita dal governo, trasformatosi in medico?
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E veniamo al Fvg. Con queste norme nazionali, passate per decreto, e i tagli regionali, esiste ancora il diritto alla salute in fvg? – mi chiedo.
What’s up? Come va? – si intitola un programma regionale relativo alla salute, uno fra i tanti che riguardano gli aspetti psicologici e non sanitari.
Vorrei che l’Assessore Maria Sandra Telesca ce lo avesse chiesto prima e ce lo chiedesse ora, dopo il decreto Renzi-Gutgeld-Lorenzin, lo chiedesse ai più, pazienti e medici, non gli uni contro gli altri armati, ma uniti contro il governo, lo chiedesse ai medici che non sanno più che fare, quando ormai il governo li ha esautorati di fatto dall’esercizio della professione, e trasformati in impiegati, almeno pare.
E che fare nell’immediato, ce lo chiediamo anche noi, montanari della Regione e dell’aas3, mentre alla prima è stato richiesto, dall’ ass4, un finanziamento per la cittadella per la salute udinese, che dovrebbe costare 23,7 milioni di euro, (Alessandra Ceschia, Ecco la cittadella della salute, Messaggero Veneto 6 gennaio 2016), e sempre dall’ass4, che riempie le pagine del Messaggero Veneto, è stato richiesto personale, ormai indifferibile a suo dire, di guardia attiva, ed in generale; mentre la divisione Neurochirurgica e quella di Chirurgia vertebro-midollare, sempre del Santa Maria della Misericordia di Udine, pare che scalpintino per scindersi, creando due reparti, con due primari, ecc. ecc.. L’ospedale di Udine, poi, pare abbia bisogno di molto più personale per i trapianti cardiaci, in quanto il reparto deve essere sempre attivo, ma dette operazioni non possono essere molte. Nel proposito il commissario Mauro Delendi ha già avvisato la Regione: «L’Azienda, per sanare le carenze di infermieri e operatori sforerà il vincolo di spesa posto dalla Regione», (Alessandra Ceschia, Manca personale in ospedale: entro l’anno settanta assunzioni, in Messaggero Veneto, 17 gennaio 2016) con buona pace di tutti. E pare che l’assessore Telesca abbia assunto subito 7 infermieri.
Ed allora uno si chiede chi fa la politica sanitaria regionale, se ognuno la fa per sè, se Udine la fa da padrona, ecc. ecc.?
Inoltre io credo che, quando si centellinano persino gli accertamenti radiografici in ipotesi di neoplasia e si passa a 5 anni l’esame del colesterolo anche per controllo diagnostico, i reparti di trapianti costosissimi e con pazienti non certo tutti residenti in regione, (Cfr. Patrizia Buzzoni Bellulovich, Una sanità eccellente, lettera al Messaggero Veneto, 10 gennaio 2016), non possano esser mantenuti con fondi regionali. Mi si dice che la chirurgia neurologica di Udine ed il centro trapianti regionale hanno valenza nazionale. Benissimo: li mantenga lo stato. Si potrebbe fare, però, anche un centro unico per trapianti ed interventi lunghissimi al cuore, ed un centro chirurgico neurologico interregionale, con concorrenza di spesa tra regioni e stato. Così non credo si possa andare avanti, facendo pagare pesantemente alla montagna, ove non si sa neppure se sia previsto, in ogni comune, il mantenimento del medico di base.
Inoltre dal mio punto di vista noi dell’aas3 non siamo per nulla virtuosi nella cura della nostra salute se siamo posti in una regione che, rispetto alle altre italiane, si trova in coda alla classifica per spesa sanitaria pro-capite, e, nel finanziamento pro capite assegnato dalla Regione alle Aziende sanitarie, l’aas3 risulta essere il fanalino di coda (Elena Del Giudice, Sanità, friulani penultimi in Italia, in: Messaggero Veneto, 27 aprile 2015. Dati ripresi e citati anche in: Laura Matelda Puppini, Governo, regione, sanità, delle entrate e delle spese, 28 dicembre 2015, in: www.nonsolocarnia.info), mentre le distanze incidono sulla spesa e sulla fruibilità dei servizi, assieme ad altri aspetti già da me presi in considerazione, e le prestazioni si allontanano sempre più.
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Inoltre ogni bilancio viene “impostato” sulla base delle priorità di spesa, e così avviene, mi auguro anche per quelli relativi alle spese sanitarie di cui alcune sono inderogabili, per esempio quelle dei farmaci salvavita. Infatti le cure possono essere sia farmacologiche che chirurgiche. Secondo quali parametri e principi sono stati impostati il bilancio della sanità statale e regionale, mi chiedo? E dove si può trovare la ripartizione fondi ed i criteri base di stesura del bilancio sia statale che regionale? Perchè non riesco a trovarli, sui siti, ma è certamente limite mio.
Ed ancora: che cifre sono state lasciate alla discrezionalità di direttori, dirigenti ecc.? Si valutano a sufficienza gli incarichi esterni, che non dovrebbero esistere, se non come ultima spiaggia?A che serve, per esempio, uno sportellista in lingua slovena, in aas3? A che serve il progetto “Monitoraggio costo e profilo descrittivi dei consumi dei farmaci oncologici ad alto costo” che l’aas3 ha commissionato all’incarico esterno Tillati Silvia, spesa di circa 30.000 euro coperta con fondi regionali? Può darsi serva ad accantonare la cifra per la spesa, ma non è capace di fare un monitoraggio del genere uno dei vari dirigenti? Ma che fa uno dei tanti dirigenti nella sua giornata lavorativa?
What’s up? Come va, con questi chiari di luna? – mi chiedo io. Per esempio resteranno i medici di base in montagna? E si è pensato a quanto incidono i trasporti locali sulla friubilità del servizio sanitario e sulle cure? O ci stiamo avviando, in montagna, al fai da te?
Ed intanto il Governo, sostituendosi ai medici, ha raggiunto la finalità di stressare tutti, di creare incertezza e confusione in un campo ove non ce ne dovrebbe essere, ed i medici, giustamente, scendono in sciopero. Credo che si possa solo essere con loro. «Si fermano i medici: hanno proclamato uno sciopero per 48 ore per il 17 ed il 18 marzo. (…). L’intenzione è quella di mettere in evidenza il “malessere della categoria” […].». I camici bianchi si fermeranno per dire no ai tagli delle prestazioni erogate ai cittadini, contro «l’indifferenza del Governo ai problemi della sanità» per la salvaguardia del sistema sanitario nazionale. (Tagli alla sanità, Medici, due giorni di sciopero:”Cure a rischio”, in: Il Fatto Quotidiano, 22 gennaio 2016). Tutti saremo al loro fianco.
Se si va avanti così in sanità, diceva Zaia, Matteo Renzi, a cui sta tanto a cuore la modifica della Costituzione, potrebbe ormai cancellare il diritto alla salute da Stato e costituzione, senza perdere altro tempo. (“Regioni in rivolta. Scure sulla sanità, al vaglio le misure attuative. Il Ministero: «Discussione ancora aperta”, in: Corriere della Sera del 23 agosto 2015 ). Non sono leghista, né lo sono mai stata, ma semplicemente lo penso anch’io, e non solo io, se si legge l’articolo: “Farmaco salvavita negato. Tribunale condanna Asl Latina ad erogare farmaco gratuitamente a paziente con tumori e metastasi, in: http://www.quotidianosanita.it/lazio/articolo.php?articolo_id=30766.
Le motivazioni della sentenza sono, come «a fronte del diritto alla salute, costituzionalmente riconosciuto dall’art. 32 della Costituzione, non sia tollerabile che chi ha i mezzi per potersi curare può curarsi e sperare di sopravvivere e chi invece (come nel caso della donna di Latina) dovrebbe rinunciare alle cure solo perché costose come lo Stivarga che arriva a quasi 10mila euro a scatola. Diversamente sarebbe violato l’altro principio costituzionale indicato nell’art. 3 della Costituzione secondo cui “tutti sono uguali…senza distinzione…di condizione economica e sociale…”.
Di questo il Tribunale ha tenuto conto sanzionando, anche con la condanna alle spese legali, l’Asl di Latina che indipendentemente dalla nomenclatura normativa che stabilisce la fascia C per il farmaco avrebbe dovuto, e non lo ha fatto erogare comunque lo Stivarga alla donna». (Ivi).
Sulla sanità/salute cure e farmaci non esistono ne se … ne ma … né ‘E mah’ …né indifferenza, nè il predominio di Mammona, pena il non essere uomini … men che meno cristiani. Qui si parla di diritto alla vita … se in Italia neppure quello è più garantito .. migrate, giovani, migrate, restiamo noi qui, che ormai siamo vecchi …
E termino con la solita frase: se erro correggetemi, e non voglio offendere nessuno, ma non so in che modo scrivere cosa penso nel merito, e lo scrivo secondo il mio sentire di cristiana, madre, cittadina, anche se ritengo che forse non si sia pensato abbastanza ai risvolti del far cassa ad ogni costo in sanità. Ma chi è al governo, e cerca di avocare a sè, pare, anche il potere legislativo, non può esimersi dal pensare, riflettere, studiare.
Laura Matelda Puppini
L’immagine che correda l’articolo è la copertina di un numero di Left, ed è tratta, solo per questo uso, da: www.left.it.
https://www.nonsolocarnia.info/dalla-prescrizione-medica-alla-prescrizione-governativa-sanita-in-black-out/ECONOMIA, SERVIZI, SANITÀQuello che mi attendevo dalla politica del governo Renzi verso la nostra vita è puntualmente accaduto: l’israeliano Gutgeld ha detto di tagliare la sanità per guadagnare 10 miliardi di euro senza tagliare l’evasione fiscale, e l’operosa Lorenzin, diplomata, si è messa a fare il medico di noi italiani, insegnando...Laura Matelda PuppiniLaura Matelda Puppinilauramatelda@libero.itAdministratorLaura Matelda Puppini, è nata ad Udine il 23 agosto 1951. Dopo aver frequentato il liceo scientifico statale a Tolmezzo, ove anche ora risiede, si è laureata, nel 1975, in filosofia presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Trieste con 110/110 e quindi ha acquisito, come privatista, la maturità magistrale. E’ coautrice di "AA.VV. La Carnia di Antonelli, Centro Editoriale Friulano, 1980", ed autrice di "Carnia: Analisi di alcuni aspetti demografici negli ultimi anni, in: La Carnia, quaderno di pianificazione urbanistica ed architettonica del territorio alpino, Del Bianco 1975", di "Cooperare per vivere, Vittorio Cella e le cooperative carniche, 1906- 1938, Gli Ultimi, 1988", ha curato l’archivio Vittorio Molinari pubblicando" Vittorio Molinari, commerciante, tolmezzino, fotografo, Gli Ultimi, Cjargne culture, 2007", ha curato "Romano Marchetti, Da Maiaso al Golico, dalla Resistenza a Savona, una vita in viaggio nel Novecento italiano, ed. ifsml, Kappa vu, ed, 2013" e pubblicato: “Rinaldo Cioni – Ciro Nigris: Caro amico ti scrivo… Il carteggio fra il direttore della miniera di Cludinico, personaggio di spicco della Divisione Osoppo Carnia, ed il Capo di Stato Maggiore della Divisione Garibaldi Carnia, 1944-1945, in Storia Contemporanea in Friuli, n.44, 2014". E' pure autrice di "O Gorizia tu sei maledetta … Noterelle su cosa comportò per la popolazione della Carnia, la prima guerra mondiale, detta “la grande guerra”", prima ed. online 2014, edizione cartacea riveduta, A. Moro ed., 2016. Inoltre ha scritto e pubblicato, assieme al fratello Marco, alcuni articoli sempre di argomento storico, ed altri da sola per il periodico Nort. Durante la sua esperienza lavorativa, si è interessata, come psicopedagogista, di problemi legati alla didattica nella scuola dell’infanzia e primaria, e ha svolto, pure, attività di promozione della lettura, e di divulgazione di argomenti di carattere storico presso l’isis F. Solari di Tolmezzo. Ha operato come educatrice presso il Villaggio del Fanciullo di Opicina (Ts) ed in ambito culturale come membro del gruppo “Gli Ultimi”. Ha studiato storia e metodologia della ricerca storica avendo come docenti: Paolo Cammarosano, Giovanni Miccoli, Teodoro Sala.Non solo Carnia
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