E siamo giunti ad un’altra giornata mondiale della terra …
Oggi è la giornata mondiale della terra. C’è stata anche l’anno scorso, ma di nuovo c’è soltanto una guerra che spaventa tutti e che pone in ulteriore pericolo la madre terra e la vita, a causa dell’insipienza degli uomini. Cosa scrivere ancora una volta? Che aumenta il riscaldamento globale, che i ghiacciai si sciolgono, che i fiumi si seccano, che abbiamo usato molta parte delle acque sotterranee del pianeta, mentre i politici e le nazioni agiscono sulla base di concetti di difesa ed attacco retrò e pericolosissimi per l’umanità? Perché pare ancora che il pensiero dominante e motore dell’agire umano non si discosti di molto da quello che caratterizzò il colonialismo o le crociate e, dopo tanto parlare di aperture, siamo ancora a fare una guerra per un confine, per una linea rossa (1) ad ovest della Russia. E, come forse all’età della pietra, ma non dovunque, la nostra ‘mente collettiva e cosmopolita’ è incatenata al desiderio di potere, di supremazia, di dominio sul mondo, senza rispetto per alcuno ed alcunché.
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Nata il 22 aprile 1970 per sottolineare la necessità della conservazione delle risorse naturali ed ambientali, «la Giornata della Terra è divenuta un avvenimento educativo ed informativo. I gruppi ecologisti lo utilizzano come occasione per valutare le problematiche del pianeta: l’inquinamento di aria, acqua e suolo, la distruzione degli ecosistemi, le migliaia di piante e specie animali che scompaiono, e l’esaurimento delle risorse non rinnovabili. Si insiste in soluzioni che permettano di eliminare gli effetti negativi delle attività dell’uomo; queste soluzioni includono il riciclo dei materiali, la conservazione delle risorse naturali come il petrolio e i gas fossili, il divieto di utilizzare prodotti chimici dannosi, la cessazione della distruzione di habitat fondamentali come i boschi umidi e la protezione delle specie minacciate». (2).
Il problema è che, invece di prendere atto di una realtà che è sotto gli occhi di tutti ed incominciare a realizzare, a livello teorico-pratico soluzioni congruenti, si continua a ‘celebrare’ questa giornata quasi in ricordo, in memoria di una terra che fu, senza fare nulla per fermare una catastrofe annunciata. E si attua la politica delle tre scimmiette, e si scinde sempre più, a livello teorico/pratico, l’economia trasformata in economia finanziaria e di mercato, che pare volare sopra il nostro capo nella sua immaterialità, dalle risorse della terra a cui è collegata, senza alcuno sforzo per uscire dalla politica dello sfruttamento globale fino all’ultima risorsa. Pare che i potenti siano diventati di ghiaccio, senza più possibilità di diventare esseri pensanti, e che siano unicamente capaci di ripetere ossessivamente modelli desueti e distruttivi dell’ambiente di vita e delle vite altrui, mentre i giovani spesso «guardano ad un futuro libero dall’energia da combustibili fossili, in favore di fonti rinnovabili, alla responsabilizzazione individuale verso un consumo sostenibile, allo sviluppo di una green economy e a un sistema educativo ispirato alle tematiche ambientali». (3).
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Inoltre in questo nostro mondo si continua a demandare la soluzione di problemi indifferibili, come la salvezza del pianeta, dell’acqua, del suolo, delle foreste, degli ecosistemi, ed a persistere a spezzare equilibri millenari, che non si ricostruiscono più. Eppure basterebbe forse che ognuno di noi si soffermasse a studiare solo la meraviglia del corpo umano, a guardarne i contesti di vita ottimali, per riuscire a capire la scelleratezza di quanto, a livello mondiale accade intorno a noi. Ma vi è stato chi ha pensato che tutto si potesse sfruttare e distruggere a piacimento per poi ricostruire, chi ha scambiato l’uomo con Dio. Nell’Eden abbiamo assaggiato il frutto dell’albero della conoscenza, per farne un pessimo uso, oltre che rinunciare, secondo il racconto biblico, all’immortalità.
Ma, con buona pace di tutti, non si possono ricostruire foreste millenarie, sottoboschi con equilibri complicatissimi, non si può creare dal nulla l’acqua, elemento sempre considerato sacro nelle grandi religioni.
«L’acqua nelle religioni è sia oggetto di culto che simbolo. Come oggetto di culto la venerazione viene rivolta sia al signore delle acque che a spiriti viventi in una determinata acqua. Dal punto di vista simbolico l’acqua ha molti significati anche ambivalenti che si possono sintetizzare attorno a 4 nuclei: vita, morte, rinascita, purificazione. (…).
L’immagine esemplare di ogni creazione è l’isola che emerge dalle onde, richiama il prendere forma. In molti miti della creazione del mondo, l’acqua rappresenta la sorgente di ogni forma di vita e in quanto tale è associata alla fecondità femminile». (4).
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E così Greta Thumberg.
«Ovviamente, accogliamo tutti gli sforzi che si stanno compiendo per salvaguardare le condizioni di vita presenti e future. E questi target potrebbero essere un ottimo punto di partenza se non fosse per il piccolo particolare che sono ancora pieni di lacune e falle. Mi riferisco al fatto che tralasciano le emissioni provenienti dalle importazioni, dal trasporto aereo internazionale e dal trasporto merci ma anche dalla combustione di biomasse e da molto altro ancora. E finiscono per trascurare un aspetto globale fondamentale come quello dell’equità e delle emissioni storiche fino al presentare obiettivi che si affidano completamente alla fantasia o a tecnologie di riduzione del carbonio che a malapena esistono. (…).
Il punto è che possiamo continuare a utilizzare metodi di calcolo del carbonio ‘creativi’ e barare per far finta che quei target siano in linea con ciò di cui abbiamo davvero bisogno. Ma non dobbiamo dimenticarci che se possiamo ingannare gli altri, e persino noi stessi, non possiamo imbrogliare la natura e la fisica. Le emissioni sono ancora lì, sia che noi decidiamo di calcolarle o meno. Eppure, ora come ora, chi è al potere riesce a farla franca dal momento che c’è un gap di consapevolezza enorme. Ed è proprio questo il nocciolo della questione. Se si definiscono queste promesse e questi impegni come “coraggiosi” e “ambiziosi”, allora significa che non è stata compresa la gravità della situazione in cui ci troviamo.
Ho incontrato molti leader mondiali e persino questi ammettono che i loro target non sono in linea con gli impegni che sottoscrivono. E questo è normale. Dopotutto stanno semplicemente facendo quello che ritengono essere politicamente possibile. Il loro lavoro è quello di onorare i desideri di chi li ha votati e se gli elettori non esigono vere e proprie misure sul clima, non ci sarà mai nessun cambiamento. (…). E se vogliamo un cambiamento allora dobbiamo fare opera di sensibilizzazione e rendere possibile ciò che sembra impossibile. (…).
Dobbiamo credere che possiamo farcela perché possiamo davvero. Quando l’umanità si unisce e decide di realizzare qualcosa, riusciamo ad ottenere quasi tutto.
Ora quando i leader presentano questi impegni, ammettono di arrendersi al target di 1,5°C. Si stanno dando per vinti – rispetto alle loro promesse e al nostro futuro. Non so voi, ma io non sono pronta ad arrendermi. Mai e poi mai. Continueremo a combattere per un futuro sicuro. Ogni frazione di grado conta e conterà sempre.
Forse pensate che siamo ingenui per il fatto che crediamo che il cambiamento sia possibile. E va bene così. Ma almeno non siamo così ingenui da credere che il tutto possa essere risolto da Paesi e aziende che si prefiggono target vaghi, distanti e insufficienti senza alcuna pressione da parte dei media e della gente». (5).
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E così Papa Francesco: «Tutti dobbiamo contribuire a fermare la distruzione della nostra casa comune e ripristinare gli spazi naturali: governi, aziende e cittadini dobbiamo agire come fratelli e sorelle che condividono la Terra, la casa comune che Dio ci ha affidato». (6). Francesco I papa ha pubblicato una enciclica coraggiosa e doverosa, frutto, per la parte scientifica, di un pool di studiosi, che si intitola ‘Laurato si’’. Ma pure il mondo cattolico l’ha presa ben poco in considerazione, senza darle la giusta attenzione, pensando magari ad una esagerazione della situazione reale, ma non è così.
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Ed anche la stampa ed i mass media ci hanno dato e ci stanno dando segnali di ciò che sta accadendo: nuovi virus che sorgono, nuove malattie all’orizzonte, come la nuova forma di epatite che colpisce i bambini, effetti nocivi dell’inquinamento sul corpo umano, spermatozoi in affanno generativo, gravidanze sempre più medicalmente assistite, la desertificazione che avanza, il clima torrido che imperversa, migliaia e migliaia di persone che muoiono di fame e di sete. Eppure non pensiamo a questi problemi, pensiamo solo a guerre ed ad aumentare le spese per le armi: ma vi sembra logico tutto ciò? Infatti le armi sono distruttive, mai costruttive.
Molti giornali si beano di narrarci di nuove armi potentissime, presenti od utilizzabili, in questa sconsiderata guerra in Ucraina tra Russia e Usa – Nato (7) in territorio terzo invaso dalla Russia, dopo l’interruzione della discussione tra le due potenze per la definizione della linea rossa e delle rispettive zone di influenza e neutrali, già oggetto di molti trattati, quasi fosse un problema importantissimo per l’umanità, moritura se si va avanti così, mentre a noi magari interesserebbe che ci dicessero come salvare acqua, suolo, vite, perché la vita è sacra, o almeno dovrebbe esserlo. Ma invece siamo ancora alla politica degli amici e dei nemici, come ai tempi delle crociate.
Non solo: ora, per investire in altri settori ‘strategici’, come si dice pomposamente, si tende a tagliare drasticamente la spesa pubblica sanitaria, allontanando il concetto e la realtà della salute personale e nazionale dalle nostre esistenze, e cercando di farci credere che non sia così. Ed anche questo non aiuta la madre terra.
Scriveva un giorno una donna mi pare sul Manifesto che in ogni guerra si dovrebbe pensare, quando cade un soldato, una soldatessa, un civile adulto o bambino, insomma un uomo od una donna, a quanti mesi lo ha portato in grembo la madre per generarlo, ed alla perfezione del suo corpo. Speriamo che Dio riesca ancora a illuminare chi guida questa nostra terra, la madre terra, prima della catastrofe, prima della fine dei tempi che si potrebbe avvicinare, senza che necessariamente dobbiamo pensare come i testimoni di Geova, ma guardandoci intorno.
Laura Matelda Puppini
(1) Giampiero Gramaglia, La ‘linea rossa’ secondo il Cremlino, in: Il Fatto Quotidiano, 19 dicembre 2021.
(2) Earth Day – Giornata Mondiale della Terra, in: https://www.earthdayitalia.org/CELEBRAZIONI/Earth-Day-Giornata-Mondiale-della-Terra.
(3) Ivi.
(4) L’acqua nelle religioni. I simbolismi dell’acqua, in: https://www.icsedegliano.it/sezioni/insegnanti/Dcm/2Bradford/doc/AcquaRels.pdf.
(5) “Tante parole ma pochi fatti”. Greta Thunberg scrive una lettera appassionata sugli obiettivi “veri” che dobbiamo darci ora, in: https://www.vogue.it/news/article/giornata-mondiale-terra-greta-thunberg-lettera-crisi-climatica.
(6) 11:30 AM · Apr 22, 2022·TweetDeck.
(7) Albero Simoni, Usa e Nato mostrano i muscoli alla Russia. Tremila soldati americani già in Polonia, in: Messaggero Veneto, 8 febbraio 2022. Si noti la data: è ben prima del 24 febbraio 2022, data di inizio dell’ invasione russa dell’Ucraina.
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L’immagine che accompagna l’articolo è tratta da: https://www.panoramasanita.it/2021/10/26/azione-per-il-clima-dellue-nel-2020-le-emissioni-di-gas-serra-sono-diminuite-del-31-rispetto-al-1990/.
https://www.nonsolocarnia.info/e-siamo-giunti-ad-unaltra-giornata-mondiale-della-terra/https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2022/04/Clima-e1588573925728.jpg?fit=416%2C386&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2022/04/Clima-e1588573925728.jpg?resize=150%2C150&ssl=1AMBIENTEOggi è la giornata mondiale della terra. C’è stata anche l’anno scorso, ma di nuovo c’è soltanto una guerra che spaventa tutti e che pone in ulteriore pericolo la madre terra e la vita, a causa dell’insipienza degli uomini. Cosa scrivere ancora una volta? Che aumenta il riscaldamento globale,...Laura Matelda PuppiniLaura Matelda Puppinilauramatelda@libero.itAdministratorLaura Matelda Puppini, è nata ad Udine il 23 agosto 1951. Dopo aver frequentato il liceo scientifico statale a Tolmezzo, ove anche ora risiede, si è laureata, nel 1975, in filosofia presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Trieste con 110/110 e quindi ha acquisito, come privatista, la maturità magistrale. E’ coautrice di "AA.VV. La Carnia di Antonelli, Centro Editoriale Friulano, 1980", ed autrice di "Carnia: Analisi di alcuni aspetti demografici negli ultimi anni, in: La Carnia, quaderno di pianificazione urbanistica ed architettonica del territorio alpino, Del Bianco 1975", di "Cooperare per vivere, Vittorio Cella e le cooperative carniche, 1906- 1938, Gli Ultimi, 1988", ha curato l’archivio Vittorio Molinari pubblicando" Vittorio Molinari, commerciante, tolmezzino, fotografo, Gli Ultimi, Cjargne culture, 2007", ha curato "Romano Marchetti, Da Maiaso al Golico, dalla Resistenza a Savona, una vita in viaggio nel Novecento italiano, ed. ifsml, Kappa vu, ed, 2013" e pubblicato: “Rinaldo Cioni – Ciro Nigris: Caro amico ti scrivo… Il carteggio fra il direttore della miniera di Cludinico, personaggio di spicco della Divisione Osoppo Carnia, ed il Capo di Stato Maggiore della Divisione Garibaldi Carnia, 1944-1945, in Storia Contemporanea in Friuli, n.44, 2014". E' pure autrice di "O Gorizia tu sei maledetta … Noterelle su cosa comportò per la popolazione della Carnia, la prima guerra mondiale, detta “la grande guerra”", prima ed. online 2014, edizione cartacea riveduta, A. Moro ed., 2016. Inoltre ha scritto e pubblicato, assieme al fratello Marco, alcuni articoli sempre di argomento storico, ed altri da sola per il periodico Nort. Durante la sua esperienza lavorativa, si è interessata, come psicopedagogista, di problemi legati alla didattica nella scuola dell’infanzia e primaria, e ha svolto, pure, attività di promozione della lettura, e di divulgazione di argomenti di carattere storico presso l’isis F. Solari di Tolmezzo. Ha operato come educatrice presso il Villaggio del Fanciullo di Opicina (Ts) ed in ambito culturale come membro del gruppo “Gli Ultimi”. Ha studiato storia e metodologia della ricerca storica avendo come docenti: Paolo Cammarosano, Giovanni Miccoli, Teodoro Sala.Non solo Carnia
C’è una sola cosa da fare. Cambiare metodo agricolo. Solo con modelli sostenibili neutralizzi la CO2 e la trasformi in humus nel terreno. Questo processo induce una caduta di consumo di petrolio ed un innalzamento della vitalità dei cibi che abbassano la spesa sanitaria. Il problema è: Chi lo fa? Non di sicuro i “baroni” di Agraria che vedono come il fumo negli occhi i metodi bio. A caduta tutti gli altri parassitizzati da agronomi della mutua prodotti da questi professoroni che sono ben piazzati nei gangli del sistema che fa da “cinghia di trasmissione” del potere della agrochimica attuale. Se ne uscirà quando la Natura si scrollerà di dosso questo parassita chiamato Uomo che la sta distruggendo e noi bio ci riprenderemo il ruolo che la storia ci ha assegnato. Nel contempo continuiamo a lavorare sodo stando ben distanti dai calcinacci che il mondo della agrochimica farà cadere cercando di colpirci.