Il 24 agosto ci siamo incontrati a Socchieve per la presentazione del volume di Aldevis Tibaldi “L’isola infelice. Viaggio alla fine del mondo nella terra violata dagli abusi e dalla rassegnazione… ma non solo”, Kappa Vu ed. 2023. Relativamente a quell’incontro, ho già scritto un articolo qui, intitolato A Socchieve si è parlato di ambiente, di scelte regionali e nazionali, della crisi attuale della democrazia e della partecipazione alla presentazione di ‘L’ isola infelice’ di Aldevis Tibaldi.

In quel contesto Franceschino Barazzutti, ci ha narrato della sua famiglia e di sé, ma pubblicherò questa parte in altro articolo. Riporto solo qui un paio di frasi: «quelli della mia famiglia sono sempre stati gente di battaglia che non hanno mai rinnegato le posizioni prese. (…). E mio padre mi portava d’estate a lavorare con lui, “perché tu sepis di ce banda al ven il pagnùt”. E questo per dire che Franceschino anche a Socchieve ci ha detto, ancora una volta, che egli intende lottare per il lago e le acque della Carnia, riferendo pure delle novità che ci paiono davvero preoccupanti anche per il modo di procedere scelto.

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Barazzutti ha incominciato il suo intervento relativo alle acque della Carnia, che ci sono state tolte, a cui anche Aldevis dedica una parte del volume, ricordando che chi ha in mano ora la gran parte di esse, per produrre energia elettrica, è, per lo più A2A (anche a2a), una società che, ho trovato in rete, ha un fatturato di 2,8 miliardi di euro, ed un profitto netto del 33, 23% (1), e che ha come azionisti principali i comuni di Brescia e Milano oltre ad altri. Ed A2A, che sfrutta le nostre risorse idriche, addirittura ha impugnato la legge che le impone di dare una compensazione ai comuni interessati!

Questo si potrebbe definire un altro aspetto dello smarrimento della democrazia, con ricadute non di poco conto sulla partecipazione- ha sostenuto Franceschino Barazzutti. Ed il ruolo dei partiti è venuto meno: – ha continuato –  manca l’elaborazione politica, manca una lettura della società e una prospettiva che indichi dove si voglia andare a finire, e così viene a mancare anche il senso di comunità addirittura in quei piccoli paesi dove esso era forte come lo era l’attaccamento al territorio, che procurava i mezzi di sussistenza ai suoi abitanti.

Invece ora gli abitanti della Carnia vivono di altre attività e, nel contempo, manifestano disinteresse per la loro terra. Ora non si litiga più per i confini ma ormai è tutto abbandonato ed abitato da lupi, cinghiali e orsi, tra cui l’orso Francesco, e il: “io me ne fotto” sembra imperare. E l’unico momento di comunità sembra esser rappresentato dalla sagra paesana, e si pensa partecipando e dandosi da fare per la stessa, di aver assolto il proprio dovere di cittadini.
Certo non è che le sagre non vadano bene, ma il senso di comunità è tutt’ altra cosa: è interessarsi alla vita sociale e culturale del proprio comune e del territorio, «ed io nato a Mena di Somplago nel lontano 1936, mi sono interessato in particolare alle questioni del Lago di Cavazzo o dei tre Comuni che dir si voglia, difendendo le nostre comunità» – ha proseguito.

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Infine non bisogna dimenticare che furono proprio il maestro Romualdo Fachin, fondatore del Comitato Gianfrancesco da Tolmezzo di Socchieve, ed il maestro di Villa Santina Pietro Di Piazza a sollevare per primi il problema del cattivo utilizzo dell’acqua dei fiumi carnici e del suo impatto sul fragile territorio della Carnia con una pubblicazione intitolata ‘Tagliamento’, uscita nei primi anni ’70 del novecento. E ricodando i due maestri carnici, Barazzutti ha concluso la prima parte del suo intervento, rendendo omaggio al Comitato ospitante ed al suo fondatore.  

La lettera dell’ANCI FVG e la risposta di Barazzutti a nome dei Comitati.

Quindi Franceschino Barazutti è passato a trattare un problema che lo ha turbato ultimamente e che riguarda lago di Cavazzo.

Egli ha esordito dicendo che, grazie alle lotte del Comitato Tutela delle Acque del Bacino Montano del Tagliamento e di altri, si era riusciti ad avere, in Regione, una risposta positiva, relativamente alla protezione e rinaturalizzazione del lago, già in sede di esame della bozza del piano regionale di tutela delle acque, imposto dall’Unione Europea. Infatti, allora, la quarta commissione consiliare all’unanimità approvò un testo che diceva che, pur considerando lo snodo idrico strategico: Tagliamento (all’altezza di Ospedaletto di Gemona) – lago di Cavazzo e suo scarico, non potevano venir dimenticate le criticità del lago dei Tre Comuni, (altro nome tardivamente dato al lago di Cavazzo), proponendo quindi le conseguenti soluzioni finalizzate al permettere la rinaturalizzazione del lago e la sua fruibilità anche a fini turistici. Quanto proposto, in quella sede, venne definitivamente accolto nel Piano Regionale di Tutela delle Acque (2) e fu pure istituito, sotto la Direzione dell’Assessorato all’Ambiente ed Energia, un tavolo tecnico denominato ‘Laboratorio Lago’.

Ma, ha continuato Barazzutti, detto tavolo tecnico, regolarmente istituito, ad oggi non ha prodotto nulla, ed è presieduto e coordinato dall’ ing. Massimo Canali che è l’ex-direttore del Consorzio di Bonifica che da tempo vuole derivare l’acqua del lago per motivi irrigui, e l’assessore oggi è un triestino e pare poco si interessi del lago, mentre le cose vanno come vanno, e noi continuiamo a non perdere il coraggio.

Eppure gli esperti nominati dai tre comuni su cui il lago insiste, avevano formulato le loro proposte, ma il tavolo tecnico non ha mai prodotto ed approvato una sintesi, e non c’è ancora uno straccio di proposta di bypass.

Perché quello che si vuole e voleva è proprio che, contestualmente alla derivazione irrigua del lago, venisse realizzato un canale di bypass (come tubo o galleria) che comportasse di evitare che le acque fredde e limacciose dello scarico della centrale di Verzegnis andassero a finire nel lago di Cavazzo, ma le convogliasse a valle del lago stesso, permettendo di iniziare la sua rinaturalizzazione. E questo era già stato deciso ed è stata vista come una grande conquista. Perché tanto è il fango che si è andato accumulando sul fondo e nelle acque del lago, che persino le trote marmorate immesse nelle sue acque hanno trovato il modo di migrare verso lidi migliori.

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E questo è il testo del Piano Regionale di Tutela delle Acque, che è Legge Regionale dal 2018.

«(Omissis). Da quanto esposto ai paragrafi precedenti e in continuità con i criteri fissati nell’Analisi Conoscitiva, è stato scelto di definire il Tagliamento a valle di Ospedaletto come corpo idrico fortemente modificato. Tale individuazione è provvisoria e propedeutica al processo di designazione definitivo. In particolare il flusso di lavoro dovrà prevedere la valutazione di fattibilità di possibili azioni di mitigazione e una valutazione costi/benefici delle possibili alternative agli usi specifici esistenti. In particolare la valutazione delle alternative dovrà prendere in considerazione il progetto di realizzazione di una condotta di collegamento tra il lago di Cavazzo e il sistema derivatorio Ledra Tagliamento che consentirebbe di risolvere le difficoltà che annualmente si verificano ad Ospedaletto garantendo da un lato il fabbisogno del Consorzio e migliorando, dall’altro, gli ecosistemi acquatici del fiume Tagliamento a valle di Ospedaletto che ogni estate vengono messi a dura prova. Contestualmente dovrà anche essere valutata la fattibilità tecnico – economica di realizzazione di un canale di by – pass, o di altra soluzione progettuale che mitighi l’impatto dello scarico della centrale di Somplago sul lago di Cavazzo con lo scopo di recuperare le condizioni di naturalità del lago stesso e di garantirne la fruibilità». (3).

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Ma qual è l’ultima nuova che ha turbato Barazzutti e non solo?  Il consiglio direttivo della sezione Anci, Associazione Nazionale Comuni d’Italia del Friuli Venezia Giulia, presieduta dal dott. Dorino Favot, già sindaco ed ora consigliere comunale a Prata di Pordenone, della Lega, commercialista, che non risulta esperto, dal suo curriculum vitae, nel settore acque e su temi ambientali, ha inviato agli 84 Comuni serviti dal Consorzio di Bonifica della Pianura Friulana (ex Consorzio Ledra-Tagliamento) la seguente missiva, da lui firmata e datata Udine 27 luglio 2023.

Foto del lago ora, da Franceschino Barazzutti. Ed è di questo che stiamo parlando, non del lago dei primi Novecento e neppure degli anni ’50.

«Oggetto: Progetto del Consorzio di Bonifica Pianura Friulana per la costruzione di una condotta di collegamento tra il “Canale Sade” e il sistema derivatorio Ledra-Tagliamento per il recupero parziale della portata di scarico della centrale di Somplago. Dichiarazione di intenti.

Pregiatissimi Colleghi,

il Consiglio direttivo di ANCI FVG, riunitosi il giorno 26 luglio u.s., ha deliberato di accogliere l’invito del Consorzio di bonifica della Pianura Friulana che chiedeva l’invio a tutti gli 84 Comuni interessati dell’allegata proposta di deliberazione della Giunta comunale recante “Progetto del Consorzio di Bonifica Pianura Friulana per la costruzione di una condotta di collegamento tra il “Canale Sade” e il sistema derivatorio Ledra-Tagliamento per il recupero parziale della portata di scarico della centrale di Somplago. Dichiarazione di intenti”.

I Sindaci delle amministrazioni interessate sono invitati ad approvare nella propria Giunta comunale questa delibera a sostegno di un’opera così importante e così tanto attesa da gran parte del nostro territorio.

Per informazioni di dettaglio è possibile contattare il Consorzio di Bonifica della Pianura Friulana in cui uffici sono a disposizione per ulteriori chiarimenti.

L’occasione mi è gradita per porgere i più cordiali saluti.

Il Presidente

dott. Dorino Favot».

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Questa la delibera, allegata alla missiva, che i Sindaci dovrebbero far approvare alle loro rispettive Giunte, neppure ai Consigli Comunali:

«Verbale di Deliberazione della Giunta Comunale. Oggetto: Progetto del Consorzio di bonifica Pianura Friulana per la costruzione di una condotta di collegamento tra il “Canale Sade” e il sistema derivatorio Ledra-Tagliamento per il recupero parziale della portata di scarico della centrale di Somplago.

Dichiarazione di intenti.

L’ anno XXXXXXX, presso il Comune di XXXXXXXXXXXXXXXX, convocata dal SINDACO, si è riunita la GIUNTA COMUNALE. Partecipa il Segretario Generale del Comune dr. XXXXXX Fatto l’appello nominale dei Componenti: […]
Assume la presidenza il SINDACO XXXX, il quale, riconosciuta la legalità dell’adunanza, dichiara aperta la seduta. La Giunta Comunale, quindi, procede alla trattazione di quanto all’oggetto.

LA GIUNTA COMUNALE

PREMESSO CHE:

– con D.P.Reg. 0204/Pres.dd. 22.10.2014 pubblicato sul BUR n. 45 dd.05.11.2014, in attuazione dell’art. 2 ter L.R. 28/02 è stato costituito il Consorzio di Bonifica Pianura Friulana, a seguito della fusione tra il Consorzio di Bonifica Bassa Friulana ed il Consorzio di Bonifica Ledra Tagliamento;

– il Consorzio è ente pubblico economico ai sensi della L.R. 28/02 a cui competono la manutenzione e l’esercizio delle opere pubbliche di bonifica ed irrigazione quale strumento indispensabile alla difesa e conservazione del suolo, alla tutela delle risorse idriche, alla regolazione delle acque, alla salvaguardia dell’ambiente, del territorio agricolo e del paesaggio rurale così come previsto dalle vigenti leggi statali, regionali e dallo statuto consortile;

– il comprensorio consortile comprende 84 Comuni, tra i quali anche il Comune di XXXXX;

PREMESSO inoltre che:

– una delle principali fonti di approvvigionamento idrico del Consorzio di Bonifica Pianura Friulana è il fiume Tagliamento mediante l’opera di presa situata a Ospedaletto in Comune di Gemona del Friuli;

– tale opera fu realizzata per la prima volta nel 1911 e sottende sostanzialmente tutto il bacino montano del Tagliamento. Successivamente negli anni 1940-60 furono realizzati gli impianti idroelettrici del Tagliamento che sottendono circa il 40% del bacino montano del Tagliamento, ma convogliano le relative acque nel lago di Cavazzo e tramite un emissario artificiale nel torrente Leale e quindi restituite nel Tagliamento stesso circa 6 km a valle di Ospedaletto;

– per tale motivo in caso di magra del deflusso naturale del fiume tale che il sistema derivatorio Ledra Tagliamento si trovi sotto competenza, il gestore degli impianti idroelettrici è tenuto a compensare tale deficit tramite dei rilasci dal serbatoio dell’Ambiesta con immissione delle portate nel Tagliamento circa 15 km a monte della presa di Ospedaletto;

– in tale situazione si verifica un assorbimento di parte del flusso idrico nel letto ghiaioso del fiume stimato nell’ordine del 40% dal serbatoio dell’Ambiesta fino alla presa di Ospedaletto;

– poiché è necessario compensare il gradiente di esaurimento del fiume con manovre di rilascio e ottimizzare il procedimento con gli effetti di eventuali piogge, risulta molto difficile in tali condizioni assicurare una alimentazione costante al sistema derivatorio Ledra Tagliamento;

– le portate d’acqua rilasciate dall’Ambiesta sono “deviate” dal sistema idroelettrico e non alimentano la centrale di Somplago che è la più grande centrale idroelettrica della regione;

– già negli anni cinquanta era stata verificata la fattibilità della realizzazione della condotta di collegamento tra lo scarico del lago di Cavazzo ed il sistema derivatorio Ledra Tagliamento che ovvierebbe a tutti gli inconvenienti sopra indicati e permetterebbe di ottimizzare i sistemi idroelettrici con quelli irrigui compatibilmente ai rilasci da effettuare per assicurare il deflusso minimo vitale;

PRESO ATTO che

– con Provvedimento n° 150/d/15 dd. 28.07.2015 il cessato Consorzio di Bonifica Ledra Tagliamento ha approvato il progetto preliminare relativo alla “Costruzione di una condotta di collegamento tra lo scarico del lago di Cavazzo e il sistema derivatorio Ledra-Tagliamento per il recupero parziale della portata di scarico della centrale di Somplago” redatto in data 08.07.2015 dall’Ufficio Tecnico consortile a firma dell’ing. Massimo Canali;

– con Provvedimento n° 549/d/20 dd. 16.12.2020 è stato approvato il progetto preliminare relativo alla “Costruzione di una condotta di collegamento tra lo scarico del lago di Cavazzo e il sistema derivatorio Ledra-Tagliamento per il recupero parziale della portata di scarico della centrale di Somplago” aggiornato in data 14.12.2020 dall’Ufficio Tecnico consortile a firma dell’ing. Michele Cicuttini;

– con Provvedimento n. 266/d/23 dd. 18.05.2023 è stato approvato il progetto definitivo aggiornato, relativo alla “Costruzione di una condotta di collegamento tra il “Canale SADE”; e il sistema derivatorio Ledra Tagliamento per il recupero parziale della portata di scarico della centrale di Somplago (commessa 1201)” redatto in data 15.05.2023 dall’Ufficio Tecnico consortile a firma dell’ing. Michele Cicuttini e per gli elaborati specialistici da professionisti della ditta ALPE ENGINEERING S.R.L. e della ditta HMR S.R.L., per l’importo complessivo di € 105.000.000,00, al fine di dare celermente avvio all’iter autorizzativo propedeutico al finanziamento dell’opera ed alla realizzazione dei lavori;

RICHIAMATA l’istanza Prot. 5023/2023 dd. 01.06.2023 con cui il Consorzio ha chiesto al Servizio gestione delle risorse idriche della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia l’attivazione della fase preliminare al provvedimento autorizzatorio unico regionale (PAUR) prevista dall’art. 26 bis del D.Lgs. 152/2006 al fine della definizione delle informazioni da inserire nello studio di impatto ambientale, del relativo livello di dettaglio e delle metodologie da adottare per la predisposizione dello stesso nonché della definizione delle condizioni per ottenere le autorizzazioni, intese, concessioni, licenze, pareri, concerti, nulla osta e assensi, comunque denominati, necessari alla realizzazione e all’esercizio del progetto di costruzione di una condotta di collegamento tra il “canale SADE” e il sistema derivatorio Ledra – Tagliamento per il recupero parziale della portata di scarico della centrale idroelettrica di Somplago;

PRESO ATTO che:

  1. il Consorzio di bonifica Pianura Friulana ha illustrato obiettivi, finalità e tecnicità del progetto ai Comuni del comprensorio in un’apposita adunanza tenutasi il giorno 20.06.2023;
  2. il Consorzio ha sottoposto all’attenzione del Comune di XXXXXX un documento di sintesi inerente il progetto di costruzione di una condotta di collegamento tra il “Canale SADE” e il sistema derivatorio Ledra-Tagliamento per il recupero parziale della portata di scarico della centrale di Somplago;
  3. il progetto consiste in una condotta che parte a valle del lago di Cavazzo e che quindi non modifica l’attuale ecosistema del Lago, per confluire, sottopassando il fiume Tagliamento, nel Canale Sussidiario appartenente al sistema derivatorio Ledra-Tagliamento ed è (Delibera di Giunta Comunale n. xxxxx del xxx) – – pag. 4 di 5 funzionale al conseguimento di una serie di obiettivi di natura ambientale e per assicurare la risorsa idrica attualmente già prevista negli atti concessori di derivazione per le attività agricole e di produzione di energia da fonte rinnovabile;
  4. il progetto vuole assicurare la capacità di derivazione già autorizzata ad uso irriguo, idroelettrico civico-igienico-domestico al Consorzio di bonifica Pianura Friulana senza determinare un aumento del prelievo dal fiume Tagliamento. Si conferma, infatti, che la portata massima derivabile sarà pari a 15 m 3 /s, mentre la portata media si può stimare in 10 m 3 /s, subordinando l’effettivo valore all’andamento idrologico del fiume Tagliamento presso la presa di Ospedaletto;
  5. il progetto è stato candidato dal Consorzio a diverse tipologie di finanziamento: PNRR, CIS Contratto Istituzionale di sviluppo “Acqua bene comune”, Piano siccità del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti;

CONSIDERATO che il progetto di costruzione di una condotta di collegamento tra il “Canale SADE” e il sistema derivatorio Ledra-Tagliamento per il recupero parziale della portata di scarico della centrale di Somplago, persegue i seguenti obiettivi strategici:

  1. mantenere l’ecosistema attuale nel comprensorio consortile, creatosi anche grazie alla presenza della rete dei canali consortili realizzati a fine ‘800 e la cui portata, in condizioni di pesante deficit idrico può essere pesantemente ridotta se non azzerata, come successo per alcuni canali secondari durante l’estate 2022;
  2. garantire un maggior livello di portata d’acqua nel fiume Tagliamento a valle della presa di Ospedaletto adeguandolo anche al valore del deflusso ecologico, attualmente in fase di determinazione sulla base di una apposita sperimentazione approvata dalla Regione;
  3. gestire ed utilizzare in modo più oculato ed efficace la risorsa idrica;
  4. garantire l’irrigazione su oltre 20.500 ettari della pianura friulana;
  5. assicurare la produzione di energia da fonte rinnovabile, da parte consortile e di società prevalentemente con sede regionale e locale, per soddisfare mediamente il fabbisogno elettrico annuo per circa 25.000 abitanti (dato calcolato sulla base della potenza delle centrali idroelettriche insistenti lungo i canali consortili, circa 19.000 kW, suddiviso per la potenza media di ciascuna abitazione di 3 kW e moltiplicato ipotizzando 4 persone a famiglia);

RITENUTO

di supportare il progetto del Consorzio riconoscendo allo stesso una indubbia valenza ambientale ed economica e di condividerne, pertanto, gli obiettivi strategici e gli intenti;

VISTO lo statuto del Consorzio di bonifica Pianura Friulana modificato come da Delibera di Giunta regionale n. 747 dd. 14.05.2021 e pubblicato su BUR n. 22 dd. 03.06.2021;

Visti il D.lgs 267 del 18 agosto 2000, lo Statuto Comunale;

DATO ATTO che la presente deliberazione non comporta impegno di spesa o diminuzione di entrate pertanto non necessita di parere favorevole di regolarità contabile;

(Delibera di Giunta Comunale n. xxxxx del xxx) – pag. 5 di 5 con voti favorevoli unanimi resi in modo palese,

 DELIBERA

  1. di dare atto di quanto in premessa;
  2. di condividere gli obiettivi ambientali ed economici del progetto del Consorzio di bonifica Pianura Friulana, che si intendono attuare, con la realizzazione di una condotta che attinge le acque dal canale di scarico del lago di Cavazzo (Canale Sade) in comune di Trasaghis, a monte della loro immissione nel Torrente Leale e le trasferisce al Canale Sussidiario, in loc. Campolessi, Comune di Gemona del Friuli, integrandone le portate di competenza per utilizzo irriguo, meglio illustrati in premessa;
  3. Di manifestare il proprio impegno formale ad una collaborazione attiva, coerente e funzionale con il Consorzio di bonifica Pianura Friulana per la realizzazione della condotta di collegamento al Canale Sussidiario in oggetto condividendone gli obiettivi strategici e gli intenti;
  4. Di autorizzare il Consorzio di bonifica Pianura Friulana a trasmettere il presente provvedimento nell’ambito del procedimento autorizzatorio unico regionale (PAUR) e di tutte le altre procedure necessarie al compimento di una completa istruttoria tecnico- amministrativa finalizzata al rilascio di tutti i titoli abilitativi e necessari alla realizzazione e all’esercizio del progetto;
  5. di precisare, infine, che il presente atto non comporta impegno di spesa né diminuzione di entrate per il Comune di XXXXXX.

 DICHIARA con successiva e separata votazione unanime, immediatamente eseguibile la presente

deliberazione ai sensi del comma 4 art. 134 del D.Lgs. 267/2000». (3).

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Basta quindi che, secondo me, assessori comunali dicano sì senza neanche discutere o leggere, ed è tutto fatto! Che tristezza! Non solo: qui si parla del lago sostanzialmente come non fosse passato un secolo dal 1911, una delle date citate, le sue acque fossero sempre limpide, e tutto fosse facile ed immobile. Ma non è così, perché se i Sindaci friulani e quelli del direttivo dell’Anci Fvg od almeno il suo Presidente si fossero un po’ informati, invece che partire ‘con la lancia in resta’ forse a sostegno della solita ‘fretta Regionale’ del fare senza riflettere a sufficienza, sarebbero venuti a sapere che quell’acqua è limacciosa, non è più pulita, e che il bypass e la rinaturalizzazione del lago conviene anche a loro, oltre che essere previsti da norma regionale. Non solo: si vuole sfruttare ancora il Tagliamento ed il lago, con la scusa che l’acqua è ritenuta fonte di energia non si sa come rinnovabile, per produrre energia elettrica a valle, turbando tutta la già fragile idrogeologia del più grande fiume del Friuli, come il solito, senza alcuno studio di impatto ambientale, così, tanto basta che lo voglia la giunta regionale o qualche ufficio ed 84 sindaci firmino si spera leggendo. Ma queste sono mie amare considerazioni. E se erro correggetemi.

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Non solo: la lettera del direttivo Anci Fvg è inviata a 84 comuni del Friuli, ed a mio avviso si configura, sostanzialmente, come una ingerenza impropria, senza aver neppure sentito le Comunità di montagna della Carnia e del Gemonese ed i Tre Comuni del lago, ed è una forma di prevaricazione per far passare un bene nostro in altre mani, che diventeranno poi, magari, private. E il privato si fa pagare. Perché un consorzio pubblico sta un attimo, in questa società, a diventare privato. E l’acqua è l’oro del domani dicevano già 20 anni fa. Ma questo è solo un mio modo di pensare, e se erro correggetemi. Inoltre qui pare che nessuno si sia ricordato di tener conto della legge regionale 6 agosto 2019 di tutela dell’ambiente e dell’energia che prevede il laboratorio lago dei tre comuni che deve proporre e decidere sullo stesso, come ha ricordato Franceschino Barazzutti il 24 agosto a Socchieve. Solo che esso, presieduto dall’ing. Canali, lo stesso che sostiene la derivazione del lago, come ho già scritto, non ha mai deciso sulle proposte fatte dai tecnici nominati dai tre comuni di cui fa parte il lago.

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E questa richiesta e lettera, sempre secondo Barazzutti, pare un tentativo per far realizzare, alla svelta, il progetto di costruzione della derivazione dello scarico del lago di Cavazzo, spedendo le delibere, che potrebbero essere anche viste come un elemento di pressione verso la Regione FVG che sta già procedendo sulla via dell’approvazione del progetto, per accelerare l’iter, dicendo pure che, di fatto, i soldi ci sono già, (ma non per la sanità però dico io)  nonostante quanto deciso con il Piano regionale di Tutela delle Acque dica che, contestualmente, deve venire realizzato il bypass del lago.

 Quindi pare che ora ci si muova verso: niente bypass del lago e sì, con il sostegno dei sindaci della bassa, alla derivazione delle acque del lago a tutto vantaggio del Consorzio di Bonifica friulano. MA QUESTO VA CONTRO LA MONTAGNA, VA CONTRO IL LAGO CHE PARE NON INTERRESI PROPRIO AD ALCUNI SIGNORI SE CONTINUA A RIEMPIRSI DI FANGHIGLIA.

Infine Barazzutti ha detto che i Comitati Salva lago sono formati da persone responsabili, che non negano la possibilità di derivare le acque però a fini irrigui, ma intendono, come deliberato in sede di piano regionale di tutela delle acque che, contestualmente, venga costruito il bypass.

 E si è pure augurato che i sindaci della montagna prendano posizione dicendo ai colleghi dei comuni del Consorzio ed anche a chi siede nel direttivo Anci che la montagna non è al loro servizio. E l’impressione è che questi signori si comportino come i veneziani della Sade disponendo delle acque della montagna come a loro pare e piace. Ma questo non è accettabile, e noi ci troviamo ancora una volta a continuare questa lotta. Franceschino ha infine concluso dicendo che egli è sorretto nel portarla avanti, pur avendo 86 anni, dalla convinzione che la lotta per le acque sia giusta, perché è attaccato alla sua terra, a questa terra.

Ma resta aperto pure il problema dell’utilizzo delle acque anche in Carnia, perché DATO CHE C’È UNA LEGGE CHE DICE CHE, ENTRO IL 1929, TUTTO IL SISTEMA IDROELETTRICO FINIRÀ  NELLE MANI DELLA REGIONE, CI SI DOMANDA COSA ASPETTI LA REGIONE FVG AD APPROVARE I REGOLAMENTI DEL CASO, sperando che vengano scritti in modo tale che le nostre acque non vadano a finire di nuovo nelle mani di A2A, ma invece vengano date a quella SOCIETÀ REGIONALE PUBBLICA, GIÀ PROPOSTA NEL 2019 DA TUTTI GLI SCHIERAMENTI POLITICI IN CONSIGLIO REGIONALE, E CHE NON È STATA ANCORA APPROVATA E DI CUI PARE NON SI PARLI PIÙ, ma che è fondamentale per gestire, come fanno Trentino e Alto Adige, la risorsa idrica locale e per far ricadere sul territorio i proventi di questo sfruttamento delle acque, invece che farli andare ai comuni di Milano, Brescia, ed agli azionisti di A2A!!!!

Con questa posizione forte Franceschino Barazzutti ha chiuso il suo intervento.

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Il comunicato dei Comitati contro la lettera del direttivo Anci Fvg.

Questa la lettera dei Comitati, firmata per loro da Franceschino Barazzutti, in merito alla presa di posizione del direttivo dell’Anci Fvg all’UNCEM.

Al Presidente della

Delegazione Regionale dell’UNCEM

    Egregio Signor Presidente,

    con la presente sono a segnalarLe che il presidente della Delegazione Regionale dell’Associazione Nazionale Comuni d’Italia (ANCI) ha assunto un’iniziativa che esula dai compiti istituzionali della sua Associazione e con di più assume una posizione a favore di alcuni Comuni – quelli di pianura – contro altri Comuni con di più montani e in violazione del Piano Regionale di tutela della Acque PRTA. Che è legge!

   Anziché assumere tale partigiana iniziativa il presidente dell’ANCI regionale avrebbe fatto meglio a sollecitare l’assessore regionale nonché il direttore generale dell’assessorato all’ambiente coordinatore dell’apposito gruppo di lavoro denominato “Laboratorio Lago”, costituito già nel 2019, a produrre finalmente quella proposta di bypass del Lago dei Tre Comuni prevista dalle leggi regionali. Proposta di cui finora non si è vista l’ombra. 

    I termini della questione Le risulteranno chiari dall’esame della documentazione allegata nell’ordine riportata. Si tratta che il Medio Friuli vuole prepotentemente utilizzare le acque della montagna a suo piacimento. Le popolazioni della montagna, già depredate delle acque dalla SADE negli anni ’50 ed in particolare quelle della Val del Lago, non sono pregiudizialmente contrarie alla derivazione irrigua del Consorzio di Bonifica Friulana dallo scarico del Lago dei Tre Comuni, ma pretendono che sia rispettato il dettato del PRTA, cioè quel chiaro “contestualmente” al bypass per ripristinare la naturalità e fruibilità anche turistica del lago.

Confidando in una presa di posizione della Sua Associazione a difesa dei territori montani Le porgo

   Distinti saluti.

  Per i Comitati Salvalago: dott. Franceschino Barazzutti, già sindaco di Cavazzo Carnico, già presidente del Consorzio BIM Tagliamento, già consigliere regionale. 335 6371500

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Inoltre i Comitati hanno tenuto nella sede udinese della regione una conferenza stampa in cui hanno denunciato la mancata elaborazione da parte della Regione di una proposta di bypass; la prepotenza del Consorzio e del direttivo Anci (Fvg) e «chiesto con forza la realizzazione del bypass del lago per ripristinarne la naturalità e fruibilità anche turistica come previsto dal PRTA. Così i comitati lottano perché le acque del lago tornino azzurre, temperate-calde, balneabili, pescose come prima della costruzione della centrale».  (6).

E non si deve dimenticare che anche Cafc, grazie a quanto firmato nel momento del passaggio di Carniacque a Cafc, potrebbe avere una esclusiva sull’utilizzo delle ormai quasi inesistenti acque montane per far bere la pianura. (7).

Non da ultimo lo stesso Maurizio Ionico, urbanista e ricercatore, ha scritto nel merito delle acque montane e del Tagliamento un articolo, che porrò in seguito sul mio sito, essendo già stato pubblicato dal Messaggero Veneto con titolo: “La sete della pianura è la fame della montagna”.

Senza voler offendere alcuno questo ho scritto e riportato, tenendo conto che questi sono problemi importantissimi per la nostra montagna, che non è terra di conquista colonialista. E se sono stata imprecisa o non condividete la parte relativa al mio pensiero, per cortesia fatemelo sapere con un commento pubblico.

Laura Matelda Puppini

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Note.

  1. Riepilogo mercato, A2A, SpA. Dati finanziari trimestrali reperiti in rete digitando su google a2a- azioni. Inoltre da https://investire.biz/analisi-previsioni-ricerche/azioni/a2a-composizione-azionariato-societa-maggiori-azionisti, abbiamo conferma che «Il capitale sociale di A2A è costituito da 3.132.905.277 azioni ordinarie con valore nominale di 0,52 euro e da altrettanti diritti di voto. Il flottante risulta del 50%, ossia di 1.566.452.639 azioni. Sulla base di quanto previsto dallo statuto della società, nessun investitore al di fuori del Comune di Milano e del Comune di Brescia può possedere una quota azionaria superiore al 5% del capitale sociale: se tale soglia dovesse essere superata, il diritto di voto associato alle azioni detenute in eccesso non può essere esercitato». Non solo: la società ha anche un 30% di investitori, oltre che composto da italiani, anche fatto da stranieri: statunitensi, britannici, tedeschi, francesi. Per quanto riguarda i rivenditori al dettaglio di energia «la quasi totalità dell’azionariato ha residenza in Italia, con la Lombardia che occupa il primo posto (58%). In particolare, gli investitori al dettaglio si trovano a Milano (26%) e Brescia (14%)». (Ivi).
  2. Conclusioni 3.2.3. in: Piano Regionale di Tutela Delle Acque, approvato con D.P.Reg 74/2018 e pubblicato sul supplemento ordinario n. 22 del 4 aprile 2018 BUR n. 14 del 4 aprile 2018.
  3. Ibidem.
  4. Lettera a firma del dott. Dorino Favot, presidente dell’Anci FAVG, datata 27 luglio 2023, agli 84 comuni friulani che fanno parte del Consorzio di Bonifica friulano.
  5. Comma 35, Legge regionale 6 agosto 2019, n. 13 art. 4 (Tutela dell’ambiente e energia).
  6. “I comitati, i consiglieri regionali, i sindaci e il lago”- Comunicato a cura del Comitato tutela acque del bacino montano del Tagliamento e del Comitato difesa e valorizzazione del Lago dei Tre Comuni.
  7. Cfr. il mio: Da Carniacque a Cafc: affare strategico, fusione obbligata, o privazione dell’acqua per la montagna e de profundis per la sua autonomia?

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L’immagine, come quella posta a metà articolo , mi sono state inviate da Franceschino Barazzutti, e mostra la reale situazione del lago, ora freddo e fangoso. L.M.P.

 

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