Franceschino Barazzutti. Degano: il torrente che fu.
Ho già scritto sulla possibilità che venga costruita una nuova centralina sul Degano un articolo a cui rimando: “Mentre fuori nevica e la Carnia è senza luce. No all’ennesima centralina, questa volta sul Degano, dove per inciso ce ne sono altre, in: nonsolocarnia.info, 10 dicembre 2020”, opponendomi a questo nuovo regalo di un bene comune, un tratto di fiume, che faremmo ad un privato, di privata utilità e non pubblica, avvalendomi anche di considerazioni fatte da Paolo Querini e dopo aver visionato la documentazione. Per inciso detta centralina, per fortuna non ancora realizzata, contempla uno sbarramento e verrebbe locata in una zona devastata da Vaia (alluvione 2018) su un progetto ben antecedente. Comunque Radio Studio Nord ci ha informato che anche i comuni di Ovaro e Comeglians, congiuntamente, hanno presentato alla Regione Fvg i loro rilievi nel merito, mostrando serietà nell’affrontare i problemi delle loro terre.
Propongo qui ora, sullo sfruttamento del Degano, che alcuni definiscono torrente altri fiume (1), ma che dai e dai potrebbe essersi trasformato da fiume in torrente, alcune interessanti riflessioni di Franceschino Barazzutti, che è sempre molto informato e preciso, e che ringrazio per questo suo contributo. Laura Matelda Puppini.
Il Degano dal ponte di Esemon verso valle. (Foto da Franceschino Barazzutti). Non serve una vista da falco per notare che è praticamente in secca. Ma anch’ io avevo scritto in un articolo di nonsolocarnia, forse due o tre anni fa, di aver visto il Degano senz’acqua, e che questo fatto mi aveva stupito.
«Degano: il torrente che fu.
Il torrente Degano nasce a quota 1.039 m s.l.m. nelle alpi carniche in comune di Forni Avoltri dalla confluenza dei rii Fleons e Bordaglia, percorre l’omonima valle e sfocia dopo 37 km nel fiume Tagliamento a quota 359 m s.l.m. tra i comuni di Villa Santina e di Enemonzo. Una percorrenza ed un dislivello di ben 680 m. che attraggono l’attenzione dei sempre assetati derivatori idroelettrici, che non hanno mancato di sfruttarlo unitamente ai suoi affluenti.
Sin dall’inizio del suo percorso il Degano subisce una notevole riduzione della sua portata a causa della derivazione che alimenta la “centrale Degano” della Comunità Montana della Carnia sita nei pressi dell’abitato di Avoltri. La sua portata naturale si ricostituisce solo allo scarico di detta centrale e si mantiene integra per circa 3 km lungo l’abitato e sino alla confluenza del rio Fulin, ma su questo tratto una domanda di derivazione idroelettrica è in istruttoria presso la Regione.
Alla confluenza del rio Fulin sono ubicate un’altra centrale della Comunità Montana della Carnia alimentata dall’omonimo rio con opera di presa sotto Collina e la derivazione dal Degano che alimenta, attraverso una lunga galleria, la centrale di Magnanins di Rigolato, con conseguente notevole depauperamento della portata per un notevole tratto. Tale depauperamento continua per un ulteriore tratto poiché lo scarico della centrale di Magnanins viene captato per alimentare la centrale della Secab in località Margò.
Solo allo scarico di quest’ultima centrale il torrente Degano riacquista la sua integrità, esce dalla stretta di Comeglians sotto lo stupendo colle di S. Giorgio e percorre libero e ben visibile il tratto di circa 3,5 km aperto e popolato della valle quasi pianeggiante, offrendo facilità di accesso alle sue sponde giù sino alla presa della cartiera di Ovaro. Questo è l’ultimo tratto di naturalità e di libertà del torrente. Ma anche questo tratto è interessato da una domanda da parte di una società extraregionale di concessione di derivazione idroelettrica in istruttoria in Regione.
Presa Cjarsò a Raveo. (Foto da Franceschino Barazzutti).
Immediatamente a valle della cartiera di Ovaro il corso del Degano è interrotto dallo sbarramento che lo convoglia, unitamente a tutti suoi affluenti a valle di destra e di sinistra, attraverso un lungo sistema di gallerie e di condotte, al serbatoio di Verzegnis che alimenta la centrale di Somplago della lombarda a2a. Il Deflusso Ecologico (DE) rilasciato allo sbarramento è tale che, anche a causa del fatto che sui citati affluenti a valle tale DE è inesistente, il Degano giunge moribondo al ponte di Esemon di Sotto e non raggiunge il Tagliamento, già di per sé ridotto ad una pietraia del tutto priva di acqua a causa delle derivazioni sull’asta del Tagliamento e sui suoi affluenti.
La grandissima parte del corso del Degano e dei i suoi affluenti è quindi depauperata da derivazioni idroelettriche, mentre sono solo due i tratti (e sono brevi!) in cui il torrente è al suo stato naturale, ma oggetto di domande di derivazione di privati in istruttoria. Derivazioni che, ove fossero concesse, captando la gran parte della portata ridurrebbero tutto il Degano in uno stato agonizzante dal momento che non c’è controllo del rispetto del DE (meglio definirlo Deflusso Misero DM).
Così stante la situazione del torrente Degano, il semplice buon senso suggerisce alcune considerazioni. L’obiettivo della nostra Regione a statuto speciale di autonomia e in particolare della Direzione Centrale dell’Ambiente – dovrebbe essere la preservazione almeno dei tratti più significativi della naturalità ed integrità dei corsi d’acqua e non quello di assoggettare l’intero loro corso allo sfruttamento idroelettrico a vantaggio di privati – e non della comunità – con un sistema di “centrali a catena” che verrebbe a configurarsi ove fossero accolte le domande di concessione presentate sui tratti ancora integri del corso del Degano.
Un simile accanimento nello sfruttamento del bene comune acqua, come se quella lasciata libera di scorrere in alveo fosse “acqua sprecata”, è tanto più inaccettabile dal momento che si sono affermate nuove tecnologie di produzione di energia elettrica verde. Si chiama “Assessorato alla Difesa dell’Ambiente, all’Energia e Sviluppo Sostenibile”, ma a giudicare dai fatti degli ultimi anni vi è tanta “energia idroelettrica” e ben poco “Ambiente” e “Sviluppo Sostenibile”, indipendentemente dal colore politico degli assessori succedutisi nella carica.
Mappa delle derivazioni già presenti per idroelettrico al 2011. Da Pellegrini, dalla Costa, Ferrario, Pertoldi, progetto Susplan 2011. Detto progetto fu approntato dalla Comunità Montana della Carnia (2). Provenienza dell’immagine: Franceschino Barazzutti.
Il Degano è un elemento identitario dell’intera valle, una risorsa importante. L’asservimento all’idroelettrico dell’intero suo corso sarebbe una perdita netta per la Val Degano, la Carnia, e non solo, tanto più se questo avviene a vantaggio di privati che non utilizzano l’energia per attività produttive ed occupazione in loco ma ne traggono unicamente profitti dalla vendita, con di più a prezzi maggiorati dagli incentivi dei certificati verdi pagati in bolletta dagli utenti. Pagati anche dagli utenti della Val Degano, che a ogni maltempo restano al buio: oltre al danno anche la beffa!
Franceschino Barazzutti, già presidente del Consorzio del Bacino Imbrifero Montano (BIM) del Tagliamento, già sindaco di Cavazzo Carnico».
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(1). Mio marito, che è di Rigolato, mi dice che anche a loro, bambini, avevano insegnato a scuola a dire: ‘torrente Degano’. Ma ben prima, a fine Settecento, Niccolò Grassi, nel suo “Notizie storiche della Provincia di Carnia” definiva tranquillamente sia il ‘Decano’ che la ‘Bute’ fiumi. (Niccolò Grassi, op. cit., copia anastatica 2006, p. 20).
(2). L’immagine è corredata da questa didascalia: «L’acqua è un patrimonio essenziale per la vita di qualsiasi comunità, l’acqua è la principale risorsa strategica della montagna e lo diventerà ancora di più a fronte dei cambiamenti climatici». Quindi si legge che però l’acqua del territorio è già stata sfruttata ampiamente sia per l’irrigazione sia per la produzione di energia elettrica con conseguenti impatti negativi sui sistemi acquatici.
L’immagine che accompagna l’articolo è quella inserita nel testo che mostra il Degano in secca.
Laura Matelda Puppini.
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Da che si legge sul comunicato M5S pubblicato da radio studio nord news, pubblicato l’11 gennaio 2021, « Il 16 dicembre scorso […] abbiamo chiesto al Consiglio regionale di prendere coscienza di quella che è la situazione della direzione Ambiente, di cui il servizio Energia fa parte, ricordando come è stato lo stesso assessore regionale Scoccimarro a lamentarne l’assenza di personale. Con un articolo della legge di Stabilità, tale difficoltà veniva messa nera su bianco, laddove si affidava a terzi il supporto alle pratiche istruttorie di competenza della direzione regionale.
“Preso atto della situazione, un mese fa abbiamo presentato un emendamento con cui chiedevamo la sospensione dei termini per le procedure di rilascio di nuove concessioni di derivazione a uso idroelettrico e di costruzione di impianti idroelettrici su tutti i corsi d’acqua naturale del territorio regionale – rammentano i consiglieri pentastellati -. L’emendamento è stato bocciato dal Centrodestra. Un’occasione persa”.
“Il parere favorevole rilasciato dalla conferenza dei servizi per l’impianto sul Degano rammarica ancor di più, pensando che il Comune di Forni Avoltri ha espresso parere contrario all’opera. La Regione – rammentano gli esponenti di opposizione – ha sostenuto che la nota dell’ente è pervenuta solo il giorno precedente alla conferenza dei servizi e che, per questo, non è stato possibile svolgere ulteriori approfondimenti giuridici”.
Probabilmente con un organico adeguato il tempo per leggere la nota ci sarebbe anche stato, magari non cambiava l’esito della procedura, ma almeno non sarebbe stata questa la motivazione adottata. Purtroppo – concludono i consiglieri – la politica regionale non ha voluto ascoltare l’ennesima proposta di buon senso avanzata dal Movimento 5 Stelle e a tre settimane di distanza ci troviamo con una nuova centralina».
(https://www.studionord.news/il-m5s-fvg-nuova-autorizzazione-dalla-regione-per-una-centralina-idroelettrica-sul-degano/).
Vorrei solo sapere se si tratta della centralina con sbarramento sul Degano in territori ricadenti nei comuni di Comeglians ed Ovaro o di altra. Tanto ormai le centraline non si contano più, mentre l’elettrodotto interrato si avvicina pericolosamente alle sorgenti. Ma cosa vuoi che sia …
Mi sono informata da fonte certa e la centralina di cui si parla è quella di Forni Avoltri, che era in stato ben più avanzato di iter di quella proposta dalle società EN.RI.COM S.r.l. e PARTEL S.r.l., con sbarramento del fiume, in una zona devastata da Vaia e via dicendo, di cui parlo nel mio: “Mentre fuori nevica e la Carnia è senza luce. No all’ennesima centralina, questa volta sul Degano, dove per inciso ce ne sono altre”,a cui si sono opposte le amministrazioni comunali di Comeglians e Ovaro con documento congiunto di ben 16 punti e che non ha ancora ottenuto la valutazione di impatto ambientale e men che meno l’approvazione regionale. QUINDI LA CENTRALINA SUL DEGANO APPROVATA E’ ALTRA, NON QUELLA CHE INTERESSA I COMUNI DI OVARO E COMEGLIANS.
Per aggiornare chi legge delle evoluzioni, preciso che il sopralluogo, della Regione, che ha preso atto del motivato parere negativo verso l’iniziatvia è avvenuto il 14 genniao 2021 presente anche il proponente e ci ha impegnato per parecchie ore. E’ stata data lettura di tutte le osservazioni presentate non solo dai Comuni di Comeglians e Ovaro, Servizio biodiversità, il sottoscritto (quale residente), Sandro Cimador (quale proprietario di un locale che si trova di fronte al sito della centrale, Barazzutti, Servel-Mera e Secab (quali proprietari delle centrali che si trovano a monte ed a valle).
Abbiamo esposto tutte le motivazioni ed è stato redatto un verbale sottoscritto da tutti. C’era Luca Boschetti che si è compiaciuto del modo con cui le due Amministrazioni hanno esposto le loro ragioni.
Nel corso del sopralluogo ho modo di scambiare il nostro punto di vista con il rappresentate della società proponente che è un mite ingegnere dai modi garbati: fa il suo lavoro che è prelevare acqua per trarne energia elettrica; attività lodevolissima se non fosse che di corrente ottenuta dai corsi d’acqua ne abbiamo già in abbondanza e desidereremmo mantenere in disponibilità la poca acqua residua.
Ci confrontiamo civilmente. Mi evidenzia che il suo proponimento è di lasciarci metà della portata. Con un sorriso gli chiedo se sarebbe altrettanto disponibile a cedere metà del suo conto in banca visto che l’altra metà gli è sufficiente. Inorridisce: non sono confronti che si possano fare. Così rimaniamo sulle nostre posizioni: i Comuni di Ovaro e Comeglians con la loro valutazione negativa sul progetto, l’educato ingegnere con i suoi programmi di sfruttamento.
La parola passa ora alla Regione, che ha concesso alle due società proponenti un termine di trenta giorni per controdedurre nel merito delle osservazioni fatte pervenire agli uffici. Verso metà febbraio ci aspettiamo perciò aggiornamenti sulla vicenda, che ha acquistato rilevanza anche a seguito dei pareri favorevoli espressi dalla Regione per le centrali di Forni Avoltri e Dierico