Furio Honsell, del gruppo consiliare misto, ha prodotto questa relazione di minoranza sul DEFR 2025 (Documento di Economia e Finanza Regionale 2025), ricca di spunti interessanti su cui riflettere, e che pongo ora alla vostra attenzione, al mio rientro da un ricovero.

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Egregio Presidente ed Egregie Colleghe Consigliere ed Egregi Colleghi Consiglieri,

questo documento dovrebbe ricevere la massima attenzione in Consiglio Regionale, se la Politica al massimo livello di rappresentanza in FVG volesse progettare il futuro con l’orizzonte che le competerebbe, invece il Documento di Economia e Finanza Regionale 2025 (DEFR) – eccetto che in una o due commissioni di merito – non è stato discusso. Plauso a chi lo ha considerato. La ragione di tale scarso interesse è che c’è mancanza di programmazione strategica in queste legislature targate Fedriga; la Giunta e la maggioranza preferiscono concentrarsi sull’immediato sperando che le entrate continuino a crescere. Al riguardo vogliamo però ricordare che la speranza è concetto ambiguo e, nel mito di Pandora, come tramandato da Esiodo, era pur sempre contenuta nel vaso dei mali!

Il documento è comunque ricco di informazioni e parole chiave; è un “ottimo adempimento” che riceverà un ubbidiente approvazione in Consiglio Regionale in entrambe le due parti. Purtroppo una revisione metodologica ha fatto scomparire le preziose tabelle che in passato riportavano gli indicatori SDG e BES regionali, e li analizzavano in modo comparativo con i valori nazionali. Numerosi indicatori ci vedevano al di sotto della media nazionale: sforamenti della qualità dell’aria, uso di fitofarmaci, uso di fertilizzanti, consumo di suolo, perdite nel sistema idrico, superficie coltivata a biologico, ecc. Forse l’esserci soffermati pesantemente su quegli aspetti in passato ha fatto prendere l’infelice decisione di eliminarle. Ci chiediamo pertanto, se sono stati recuperati gli scompensi registrati fino all’anno scorso, dato che non se ne fa più menzione. La prima parte del DEFR 2025 è dunque così diventata essenzialmente la celebrazione della Regione FVG che, rispetto agli indicatori considerati, risulta essere superiore alla media nazionale. Ma per favore, non rivoltate queste frasi, come se la nostra fosse una critica agli ottimi tecnici dell’Ufficio Statistica della Regione che svolgono invece il difficilissimo compito di elaborare l’eterogeneità di dati statistici che vengono forniti dalle numerose fonti nazionali. Immaginiamo, infatti, che i documenti che ci vengono presentati siano concepiti dalla Giunta e non dagli Uffici!

Nella Grecia Antica, la verità era intesa come parresia, cioè parlare chiaro e dire tutta la verità (pan rhema). Non siamo sicuri che sia stata la parresia ad ispirare la prima parte del DEFR 2025.

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In questo documento ci si compiace che il PIL pro capite sia di quasi 40,2 mila euro (contro i 35 mila della media nazionale), che il reddito disponibile lordo pro capite sia cresciuto del 5,8% sul 2021 e si sia attestato sui 23,3 mila euro, ben 2,194 in più rispetto al valor medio nazionale. Ma, signori Consiglieri, se non ci vengono dati degli indici di concentrazione reddituale o geografici, quali il coefficiente di GINI o per lo meno la differenza con la media del terzile più debole, questi dati non aiutano a capire quello che a tutti gli effetti è il grande male della nostra epoca ovvero la disparità, che ricordiamo è sempre ingiustizia.

Non è sufficiente compiacersi che nel 2023 le persone che vivevano in famiglie con un reddito netto equivalente inferiore alla soglia di rischio di povertà, erano l’11,7% del totale, contro una media nazionale pari al 18,9%; oppure che nel 2023, il rischio di povertà è diminuito di un punto percentuale rispetto all’anno prima (12,8% del totale); oppure, infine, che le famiglie in povertà assoluta costituivano solo il 5% del totale, quota inferiore alla media nazionale (7,5%). Come ormai ripetiamo tutti gli anni, queste percentuali nascondono comunque dei numeri assoluti tragici. Si parla pur sempre di ben oltre 100.000 persone nel primo caso, e di ben oltre 50.000 nel secondo caso.

Non abbiamo trovato nel DEFR, un solo indicatore che desse una parvenza di fragilità al Friuli Venezia Giulia. Cari Consiglieri e care Consigliere gioite! Il Friuli Venezia Giulia sembra la terra promessa! Sono in crescita persino gli acquisti di nuove automobili e sotto il profilo dei consumi, le vendite di benzina in volume sono aumentate del 16,2% rispetto al 2022, quelle di gasolio del 24,3%! Evviva, chi se ne importa delle emissioni o della qualità dell’aria: non riportando tali dati i problemi si azzerano, e le conseguenze pure! I NEET sono solo l’11%, meno dell’anno scorso, ma comunque ben più di 20.000 giovani. Forse, solamente, il numero degli occupati in lavori a termine da almeno 5 anni sembra scendere. Ma il fatto stesso che compare nell’elenco forse vuole indicare che si ritiene dovuto ad un fattore positivo, ovvero il numero delle stabilizzazioni (comunque non è scritto). In verità un indicatore peggiore della media nazionale l’abbiamo trovato. Sono le giornate di caldo, secondo l’inquietante definizione ISTAT, ovvero il numero di giorni nell’anno in cui la temperatura massima è superiore al 90° percentile della distribuzione nel periodo 1981-2010, per almeno sei giorni consecutivi. È una definizione che, da sola, già dovrebbe far tremare le vene e i polsi.

Ebbene in Friuli Venezia Giulia sono aumentate dai 31 giorni del 2022 ai 43 giorni del 2023: impressionante! Ma per il DEFR sono aumentate solamente di 1 un giorno in più rispetto alla media nazionale. Certamente questa Giunta non ha sensi di colpa, per scaricarli sui paesi asiatici, basta non calcolare le emissioni di gas climalteranti pro-capite rispetto alla media della Regione, ecc. Ricordiamo, incidentalmente, che la cosiddetta Legge FVG GREEN aveva promesso questo dato! In conclusione, tutti i dati riportati sono migliori della media nazionale e se, come nel caso degli sforamenti di inquinanti in atmosfera, forse il dato non è così positivo rispetto alla media nazionale, allora si confronta il dato medio della ripartizione Nord-est. Ci si compiace infine della percentuale di metri quadri di verde urbano pro-capite, quasi il doppio della media nazionale: tagliamo dunque i tigli, ma guardiamoci dal misurare il consumo di suolo!

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Delle percentuali di cittadini che rinunciano almeno una volta a cure indispensabili invece non si fa menzione e nemmeno dei tempi medi delle liste di attesa in sanità. La stessa parola “sanità” compare nella prima parte del DEFR una sola volta in modo significativo, e udite, udite, per dirci che “[…] nella sanità (sia pubblica che privata o convenzionata) le unità di personale sono aumentate del 19,6%.”. Ma cosa ce ne facciamo di questo dato, se Riccardi ogni volta dichiara che manca il personale e i sindacati segnalano che al netto delle limitazioni non si coprono i pensionamenti, e se continua l’esodo dal pubblico al privato? Manca anche qualsiasi analisi sulla mancanza di lavoratori e sul contributo dei lavoratori stranieri e migranti. Ah parresia dove sei finita!

I dati devono aiutare a mettere a fuoco i problemi altrimenti li annebbiano. E ancora una volta ribadiamo che questa non è una critica agli uffici che hanno scritto il documento, se la Giunta non avesse ruolo nella stesura del DEFR, sarebbe ancora peggio per la Giunta.

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Cari Consiglieri e Consigliere, non è dimostrando che stiamo meglio degli altri, dimostriamo che tutti stanno bene. Questo, invece, dovrebbe essere il principio a cui tendere e dovrebbe ispirare il DEFR, secondo noi del Gruppo consiliare Misto in tutte le sue rappresentanze – Open Sinistra FVG, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra.

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Per quanto concerne la seconda parte del DEFR, ci auguriamo che nei prossimi sei mesi possa essere significativamente rimaneggiata e venga prodotta una Nota di Aggiornamento (NADEFR) il prossimo dicembre meno rapsodica e cursoria. Questo DEFR è assolutamente carente infatti nel delineare le strategie e nel quantificare gli obiettivi e ciò è ancor più vero proprio nei settori più critici: ambiente, sanità ed enti locali. 

Come prima osservazione però rileviamo, con sollievo, che non vale sempre il principio di transitività logica nel linguaggio, altrimenti partendo da “Io sono FVG” potremmo dedurre dai titoli delle varie linee strategiche, quali ad esempio “FVG è autonomie locali e lingue minoritarie” o “FVG è famiglia e salute” tutta una serie di identità alquanto comiche del tipo “Io sono salute” o “Io sono autonomie locali”. Continuiamo però, a non trovare particolarmente felice la scelta di questa Giunta di utilizzare nelle intitolazioni quella variante dell’Italiano, che in linguistica si chiamerebbe creolo, o pidgin.

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La palma per la linea strategica più carente è “FVG è salute” perché non riesce, non dico ad affrontare, ma nemmeno a formulare con chiarezza i problemi ormai cronici della sanità che, ormai siamo stanchi di ripetere, sono le liste di attesa, la carenza di personale pubblico e dei medici di base, il problema dei gravosi spostamenti per ricevere le cure, soprattutto per gli anziani che risiedono in aree interne, e l’inadeguatezza di sostituire le prese in carico con le prestazioni private.

La linea strategica “FVG è autonomie locali” continua a perseguire la reintroduzione delle Province a suffragio universale e diretto, con prevedibili enormi costi. Manca anche qualsiasi accenno al sempre più urgente tema del débat public per favorire il dialogo con quella preziosa intelligenza territoriale collettiva che altrimenti è obbligata a manifestarsi nelle petizioni e nei comitati in occasione di tante opere pubbliche.

Nel settore dell’ambiente continuano a essere fatti proclami, certamente importanti, ma se non si misurano le emissioni equivalenti e non si quantificano gli obiettivi, qualunque dichiarazione qualitativa si lascia scrivere. Gli obiettivi per il 2030 e per il 2045 non si realizzeranno se non con tabelle di marcia precise, misurando ciascuna azione intrapresa con le fasi di un PAESC regionale preciso, come andiamo chiedendo da anni.

Poco organica è la strategia di sviluppo economico e infrastrutturale che emerge nelle azioni delineate nelle Missioni 8, 9, 14, 17. Appare come un elenco cursorio di azioni un po’ in ogni direzione.

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Infine sulla gravissima emergenza umanitaria dei profughi e dei richiedenti asilo compare solamente un paragrafo di imbarazzante genericità e mancanza di consapevolezza nella linea strategica “FVG è Sicurezza e Protezione Civile”. Forse ci sarebbe bisogno di una Linea Strategica con un titolo che usi il verbo avere invece del verbo essere, ad esempio “FVG ha umanità”.

A fronte del contributo che i lavoratori stranieri danno al PIL della nostra Regione, che è ben superiore alla loro consistenza numerica percentuale, sarebbe stato opportuno prendere in considerazione le centinaia di giovani migranti economici che invece vengono tenuti, a volte in condizioni di degrado per tanti mesi in attesa di poter svolgere i lavori più umili. Tale opportunità dovrebbe essere colta non solamente per la dignità umana e civile di questa regione, ma anche per dare una risposta alla mancanza di lavoratori più volte denunciata da tanti settori economici.

Per tutte le ragioni sopra descritte, come Gruppo consiliare Misto – composto dalle forze politiche Open Sinistra FVG, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra – abbiamo espresso un voto non favorevole al DEFR 2025, in particolare la forza politica Open Sinistra FVG ha espresso voto contrario e MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra si sono astenute.

Furio Honsell – Consigliere Regionale Gruppo Consiliare Regionale Misto – XIII legislatura».

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Altri testi di Furio Honsell relativi a politica e finanza pubblicati su questo sito:

Documento di economia e finanza regionale 2022. Relazione di Minoranza: consigliere Furio Honsell.

Furio Honsell. Relazione contro le linee della legge di assestamento. Una regione senza una visione di insieme, del futuro, dei reali bisogni dei cittadini.

Sulle entrate, sulle attribuzioni di denaro, sul modo di procedere dell’ attuale giunta Fedriga. Relazione di Minoranza del consigliere Furio Honsell sul DDL n.8. – Gruppo consiliare Misto.

Critiche serrate di Furio Honsell alla giunta regionale. Un quinquennio deludente senza indicazioni per un futuro sostenibile e per il domani.

Pagina politico- economica. Critica serrata di Furio Honsell al modo di procedere di giunta e maggioranza in Regione, con riferimento al rendiconto finanziario 2021.

Furio Honsell. Relazione di minoranza su: “Proposta di Bilancio consolidato per l’esercizio 2022 della Regione FVG”, un’occasione per riflettere.

Furio Honsell. Relazione di minoranza sul DDL n. 6 “Assestamento del bilancio per gli anni 2023-2025 ai sensi dell’articolo 6 della legge regionale 10 novembre 2015, n. 26”

Furio Honsell. Gruppo consiliare Misto di minoranza. Relazione sul DDL n. 5 “Rendiconto generale della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia per l’esercizio finanziario 2022”.

Furio Honsell. Regione Fvg. Soldi tantissimi: strategie sostenibili per investirli: nessuna. Aggiornamento il 24 luglio con la posizione anche di Patto per l’Autonomia.

Furio Honsell. Perché NO alla politica regionale Fvg.

Furio Honsell. Sulla programmazione regionale voto No!

Furio Honsell. Relazione di Minoranza sul ‘Rendiconto generale della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia per l’esercizio finanziario 2020’.

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L’ immagine che accompagna l’articolo ritrae Furio Honsell ed è tratta da: https://www.triesteallnews.it/2020/03/furio-honsell-open-fvg-su-covid-19-sono-sbagliate-le-ulteriori-restrizioni-di-fedriga/. Laura Matelda Puppini

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