Giochi di guerra con ‘elmo e fucile’ a Forni Avoltri per i ragazzi del comune. Quale educazione stiamo dando ai nostri giovani? E due considerazioni sul progetto Movimento in 3 S.
Mi giungono da Franceschino Barazzutti l’articolo di Gino Grillo: Basta videogames, i giovani vanno a giocare alla guerra, in: Messaggero Veneto 1 novembre 2017, ed un suo commento che totalmente condivido. Inoltre mi chiedo il perché di questa scelta da parte dell’Amministrazione comunale di Forni Avoltri, guidata dalla docente alle scuole superiori dott. Clara Vidale, e se ad essa competano scelte fortemente educativo- formative di questo tipo. Pare che detta attività sia stata tenacemente voluta da Patrizia Gaier, assessore con licenza di scuola media superiore, e mi domando se non sarebbe stato il caso di chiedere almeno la consulenza a qualche pedagogista, prima di avviare ragazzi ‘all’elmo ed al moschetto’, si fa per dire, e neppure tanto. I danni a livello educativo si pagano, e questa attività presuppone che a Forni Avoltri tutti i giovani utilizzino video games solo per giochi di guerra, non per altro. Inoltre una cosa è giocare ad un videogame, altra cosa è vivere il gioco in prima persona imbracciando un fucile ad aria compressa, che non è indolore se colpisce, (cfr. per esempio: http://milano.repubblica.it/cronaca/2014/10/27/news/milano_ventenne_spara_dalla_finestra_con_un_fucile_ad_aria_compressa_e_ferisce_una_ragazza-99117492/e https://www.ilgazzettino.it/nordest/pordenone/pordenone_zoppola_carabina_ferito_vicino_casa-362057.html) e che può comportare l’identificazione nel soldato, aspetto di mussoliniana memoria. E poi ci meravigliamo se …
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L ‘articolo in questione è il seguente.
«Gino Grillo: Basta videogames, i giovani vanno a giocare alla guerra, in Messaggero Veneto 1 novembre 2017. Sottotitolo: La proposta del Comune di Forni Avoltri per riportare i ragazzi all’aria aperta. Solo due famiglie contrarie su 22, coinvolti anche alpini e una società sportiva.
[…]. Giochi di guerra per aggregare la gioventù. È l’insolita proposta del Comune di Forni Avoltri che ha coinvolto i “suoi” ragazzi e le ragazze dai 14 ai 17 anni – studenti che frequentano diversi istituti superiori della provincia, ma tutti residenti in paese – in una “partita” di soft-air (attività ludico/sportiva basata su tecniche, tattiche e usi militari che prevede l’utilizzo di armi ad aria compressa) denominata “For Teen Softair Day”, nome creato giocando sull’assonanza di “fourteen” (14 in inglese) e “For”, Forni in carnico.
Sabato scorso il Comune ha dato l’avvio a un progetto di aggregazione rivolto ai propri adolescenti, organizzando assieme all’associazione sportiva Falchi della Carnia di Zuglio (la cui attività si concentra appunto nella pratica del soft-air) una giornata all’insegna della simulazione di guerra immersi nella natura.
L’assessore alle politiche giovanili, Patrizia Gaier, ha spiegato il perchè dell’iniziativa. «Sedici fra ragazzi e ragazze, di età compresa tra i 14 e i 17 anni, sono stati ricevuti dagli alpini di Zuglio che li hanno calorosamente accolti nella loro sede, per poi recarsi tutti insieme sul campo da gioco dei Falchi della Carnia e cimentarsi in un mini-torneo di softair. I giovani sono rientrati a casa stanchi, ma contenti per questa nuova avventura che li ha visti cimentarsi in quella che può comunque essere considerata una pratica sportiva all’aria aperta, coinvolti in un gioco di squadra e di collaborazione per salvare la terra da un terribile virus, disinnescare falsi missili e salvare un ponte strategico».
L’idea, certamente insolita, era quella di distogliere i giovani dall’inedia o dai pomeriggi trascorsi davanti alla televisione, ai videogiochi e al computer per riportarli alla natura. «Ne abbiamo discusso in municipio, poi – prosegue Gaier – abbiamo parlato con alcuni ragazzi, che ci hanno proposto il soft-air».
Ne è seguito un approfondimento, da parte dell’amministrazione comunale, sul tipo di attività proposta, giungendo alla conclusione che «più che un gioco di guerra, il soft-air è un’attività ludico-sportiva che in più insegna a rispettare le regole. Oltre al gioco di squadra, la partita ha portato i ragazzi a contatto con la natura, insegnandone il rispetto e la tutela. I Falchi della Carnia hanno stilato, pena l’uscita dal gioco, un elenco di regole imprescindibili tra cui, oltre a quelle di gioco, erano enumerati il rispetto dell’area di gioco e degli animali e il divieto di abbandono dei rifiuti».
L’assessore commenta che su 22 ragazzi compresi in quell’età, ben 16 vi hanno preso parte, con l’assenso dei genitori, alcuni dei quali hanno anche manifestato l’interesse e la volontà di accompagnare fattivamente i loro figli in questo gioco. Fra quanti non hanno ritenuto di prendere parte alla giornata solo due alunni, i cui genitori hanno dichiarato di non apprezzare questa tipologia di attività. Gli altri assenti, invece, non hanno partecipato perché malati o impegnati in appuntamenti sportivi precedentemente assunti.
L’assessore Gaier, dopo aver fugato «i dubbi di quanti, a mio avviso sbagliando, pensavano si trattasse di un gioco violento. Nulla di più falso: molti videogiochi, seppure virtualmente, sono molto crudi e violenti: aggettivi che proprio non trovano collocazione in questo gioco-sport», considerato l’esito positivo espresso dai ragazzi e dai genitori, sta già pensando di far diventare il “For Teen Softair Day” un appuntamento fisso per gli adolescenti di Forni Avoltri».
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Questo il commento del dott. Franceschino Barazzutti, già docente di scuola media e sindaco di Cavazzo Carnico:
La lettura dell’ampio articolo e le relative eloquenti fotografie sull’iniziativa del Comune di Forni Avoltri di organizzare per i giovani di età compresa tra i 14 ed i 17 anni degli “war games” (giochi di guerra) con “l’utilizzo di armi ad aria compressa” per distoglierli dal telefonino, dai videogames e portarli all’aria aperta mi ha indotto, lì per lì, a pensare se in tutto il bellissimo territorio di quel comune non ci siano boschi da visitare, studiare, mantenere, se non ci siano percorsi, sentieri di fondovalle, di mezza costa, in quota da percorrere e da conservare, se non ci siano malghe dove vedere ed imparare interessanti aspetti del lavoro e della cultura montanara, se non ci siano corsi d’acqua da studiare sotto vari aspetti e da curare, se non ci siano impianti sportivi e una palestra in cui svolgere una salutare attività sportiva, se non ci sia una sala cinema-teatro, se non ci sia una biblioteca per buone letture, se non ci sia una chiesa, se non ci sia una scuola. Potrei continuare ma mi fermo qui
Poi, passato il lì per lì, ricorro alla mia memoria: tutto quanto sopra elencato a Forni Avoltri esiste, eccome, quanto basta ed avanza!
Allora gli amministratori comunali di Forni Avoltri, anziché importare “novità” che nulla hanno a che vedere con la nostra cultura, guerresche e quindi diseducative, s’impegnino invece a che la gioventù esca dai videogames frequentando le strutture ed impianti esistenti a Forni Avoltri. Forse è il caso che li frequentino anche gli amministratori comunali e che si occupino di qualcosa di più serio per fermare il continuo declino della nostra montagna.
In un mondo già segnato da uno sfrenato individualismo dobbiamo saper educare i nostri ragazzi non a mettersi l’uno contro l’altro, ma l’uno accanto all’altro. Dobbiamo insegnare loro non ad essere antagonisti ma a collaborare, perché solo mettendo in comune le proprie capacità ed unendo le loro forze saranno in grado di affrontare le terribili sfide che li aspettano nel mondo di domani.
Mandare in giro un ragazzo con uno strano elmo-maschera ed un’arma spianata (ad aria compressa, scrive il giornale), come quello della foto riportata sul Messaggero Veneto è totalmente diseducativo: è l’esaltazione della forza anziché della ragione, di qualcosa che purtroppo abbiamo già visto e vediamo in altre parti del mondo e che non vogliamo più vedere, anche perché toccherebbe proprio ai nostri ragazzi di pagarne il prezzo.
Franceschino Barazzutti, già docente scuola media e sindaco di Cavazzo Carnico.
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Come non condividere che i ragazzi dovrebbero essere educati non a spararsi l’un l’altro con un fucile ad aria compressa, pericoloso e che non garantisce la sicurezza e l’incolumità, ma a stare uno accanto all’altro?
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Ed io, da psicopedagogista ed insegnante anche di educazione fisica alle elementari quale sono stata, avrei qualcosa da dire, ma principalmente per l’adeguatezza fisica ed il clima competitivo proprio dello sport, anche sul progetto Movimento in 3 S, che implica di proporre per esempio tiro con l’arco alle elementari, (sport che sviluppa alcuni muscoli principalmente) senza far vivere il movimento come gioco, anche comune, come sviluppo di armonia e di coordinazione, ricercandone le potenzialità come anche la Grecia voleva. Ma questa è altra storia. (Articolo di riferimento: Stop a sedentarietà e obesità Studenti a lezione di salute, in Messaggero Veneto, 22 ottobre 2017). Mi ero subito precipitata a leggere l’articolo sul Messaggero Veneto, sperando in qualcosa di meglio di un generico avviamento a sport specifico sino dalle elementari, magari per enucleare i possibili campioncini di turno, quando si dovrebbe ancora giocare a ‘L’orologio fa tic tac’, ed ai vari giochi motori a cui la pedagogia, la psicologia ed anche la tradizione ci rimandano. Infatti una cosa è l’educazione al corpo ed al movimento e quindi l’educazione fisica, altro l’avviamento allo sport; una cosa è il gioco altra cosa è la competizione pura che si vede sempre più come unico elemento caratterizzante la pratica sportiva.
Senza voler offendere alcuno.
Laura Matelda Puppini
L’immagine che accompagna queste riflessioni mie e di Franceschino Barazzutti è quella che correda l’articolo citato di Gino Grillo ed è tratta dal Messaggero Veneto, solo per questo uso. Laura Matelda Puppini
https://www.nonsolocarnia.info/giochi-di-guerra-con-elmo-e-fucile-a-forni-avoltri-per-i-ragazzi-del-comune-quale-educazione-stiamo-dando-ai-nostri-giovani-e-due-considerazioni-sul-progetto-movimento-in-3-s/https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2017/11/giochi-di-guerra-a-forni-avoltri-.jpg?fit=558%2C338&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2017/11/giochi-di-guerra-a-forni-avoltri-.jpg?resize=150%2C150&ssl=1ETICA, RELIGIONI, SOCIETÀMi giungono da Franceschino Barazzutti l'articolo di Gino Grillo: Basta videogames, i giovani vanno a giocare alla guerra, in: Messaggero Veneto 1 novembre 2017, ed un suo commento che totalmente condivido. Inoltre mi chiedo il perché di questa scelta da parte dell’Amministrazione comunale di Forni Avoltri, guidata dalla docente...Laura Matelda PuppiniLaura Matelda Puppinilauramatelda@libero.itAdministratorLaura Matelda Puppini, è nata ad Udine il 23 agosto 1951. Dopo aver frequentato il liceo scientifico statale a Tolmezzo, ove anche ora risiede, si è laureata, nel 1975, in filosofia presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Trieste con 110/110 e quindi ha acquisito, come privatista, la maturità magistrale. E’ coautrice di "AA.VV. La Carnia di Antonelli, Centro Editoriale Friulano, 1980", ed autrice di "Carnia: Analisi di alcuni aspetti demografici negli ultimi anni, in: La Carnia, quaderno di pianificazione urbanistica ed architettonica del territorio alpino, Del Bianco 1975", di "Cooperare per vivere, Vittorio Cella e le cooperative carniche, 1906- 1938, Gli Ultimi, 1988", ha curato l’archivio Vittorio Molinari pubblicando" Vittorio Molinari, commerciante, tolmezzino, fotografo, Gli Ultimi, Cjargne culture, 2007", ha curato "Romano Marchetti, Da Maiaso al Golico, dalla Resistenza a Savona, una vita in viaggio nel Novecento italiano, ed. ifsml, Kappa vu, ed, 2013" e pubblicato: “Rinaldo Cioni – Ciro Nigris: Caro amico ti scrivo… Il carteggio fra il direttore della miniera di Cludinico, personaggio di spicco della Divisione Osoppo Carnia, ed il Capo di Stato Maggiore della Divisione Garibaldi Carnia, 1944-1945, in Storia Contemporanea in Friuli, n.44, 2014". E' pure autrice di "O Gorizia tu sei maledetta … Noterelle su cosa comportò per la popolazione della Carnia, la prima guerra mondiale, detta “la grande guerra”", prima ed. online 2014, edizione cartacea riveduta, A. Moro ed., 2016. Inoltre ha scritto e pubblicato, assieme al fratello Marco, alcuni articoli sempre di argomento storico, ed altri da sola per il periodico Nort. Durante la sua esperienza lavorativa, si è interessata, come psicopedagogista, di problemi legati alla didattica nella scuola dell’infanzia e primaria, e ha svolto, pure, attività di promozione della lettura, e di divulgazione di argomenti di carattere storico presso l’isis F. Solari di Tolmezzo. Ha operato come educatrice presso il Villaggio del Fanciullo di Opicina (Ts) ed in ambito culturale come membro del gruppo “Gli Ultimi”. Ha studiato storia e metodologia della ricerca storica avendo come docenti: Paolo Cammarosano, Giovanni Miccoli, Teodoro Sala.Non solo Carnia
Oltre alle doverose considerazioni pedagogiche sono soncertato. Non immaginavo fosse impossibile immergersi nella natura stando a Forni Avoltri. Forse si tratta di un avviso per scoraggiare eventuali turisti.