Giorgio Cavallo. I viaggi di Fedriga. Da: Il passogiusto.eu.
Ho letto questo articolo di Giorgio Cavallo e lo riporto qui perché lo reputo interessante, anche se, secondo me, l’idea che rincorre Fedriga, al di là delle apparenze è molto più complessa, e pare quasi che abbia in mente di far diventare il Fvg uno ‘stato cuscinetto’ nello stato italiano, una specie di protettorato americano in funzione dell’est Europa e della politica guerrafondaia della Ue. Ma è solo una mia ipotesi.L.M.P.
G. Cavallo. Geopotica, trading e manifattura, le relazioni globali del Friuli-Venezia Giulia, i viaggi di Fedriga.(titolo originale).
«Prima New York, poi altre mete negli USA, adesso Londra. Il nostro governatore, come mai nessun altro prima, sembra diventato un rappresentante di commercio. Non vende agroalimentare, a quello pensano altri, ma insediabilità industriali e immobiliari in un quadro di promozione multipla di affari. Trieste è il gioiello luccicante che serve da richiamo e l’allegato VIII del Trattato di Pace fa comunque drizzare le orecchie ai clienti.
Personalmente fino a poco tempo fa pensavo fosse un modo per stare un po’ lontano da casa e assaporare un po’ di jet set tanto per gradire. Ma poi ho iniziato a convincermi che probabilmente la mia analisi peccava più di provincialismo, e che fosse l’effettivo comportamento scelto da un “politico” un po’ enigmatico, banale in tutte le sue esternazioni da saputello virtuoso, incapace di interpretare un futuro della regione, ma sempre attento a non incappare in passi falsi nell’attuale palude politica ed a cogliere le occasioni di ribalta (come la presidenza della Conferenza delle Regioni) senza crearsi nemici. La domanda allora è: esprime sé stesso, ovvero è tutta farina del suo sacco, o in qualche modo rappresenta un qualche filone di interessi o di pensiero, “un dark tank”, il cui potere per i cittadini regionali potrebbe condizionare scelte e prospettive future?
Litorale Adriatico, Venezia Giulia, oppure angolo sud del Trimarium?
Nel rispondere a questa domanda serve una premessa che dal punto di vista matematico potrebbe chiamarsi assioma. Trieste è comunque al centro di un orizzonte che può andare lontano, ma che condiziona e congloba ogni sua azione. Non è una colpa e di per sé non significa che il resto della regione debba rivoltarsi contro. E però è un filtro che seleziona, mette a fuoco e può svelare.
Parto dalle vicende di cronaca dell’ultimo anno. In particolare vale la pena soffermarsi su tre particolari: il caso D’Agostino, il successo BAT, la vicenda Metinvest.
Circa 10 anni di guida da parte di Zeno D’Agostino hanno permesso di costruire una fama di eccellenza per il porto di Trieste ed hanno legato alle sue sorti l’intera logistica regionale. Si sono affermate due idee guida: una gestione pubblica efficiente e il trasferimento su ferrovia di una buona fetta di traffici. La partita della globalizzazione guidava i riferimenti principali sull’asse Estremo Oriente, Suez, Turchia, Germania. Non c’è stata una esplosione di milioni di tonnellate di TEU (containers), ma le prospettive c’erano. Oggi questo asse, che riguarda tutto l’Adriatico, si ristruttura, guarda con angoscia il futuro rapporto Cina-Germania, le vicende mediorientali ed i riflessi nel Mar Rosso, e ritrova la voce di un padrone USA che ne rivendica un più adeguato uso militare, vedasi la visita nel Golfo della portaerei Ford, e, perché no, anche una divisione del lavoro “transatlantica” di carattere manifatturiero a partire da una urgenza dell’industria bellica, cantieristica in primis. Da qui a ipotizzare che il futuro della regione sarà fare “corvette e droni” oltre a garantire sicurezza per la fornitura di petrolio (o idrogeno) ai nuovi carri armati tedeschi ce ne vuole, ma alcuni segnali si intravvedono. Pensare che D’Agostino se ne vada perché questo non è più il suo scenario, non è credibile, ma certo Trieste, Capodistria e Fiume devono ragionare su come si collocano all’interno di queste possibili novità.
Petroli, tabacchi e pattugliatori d’altura.
Il caso BAT (British American Tobacco) è un qualcosa che mi incuriosisce da tempo anche perché le lodi sperticate che si sentono in giro mi sembrano piuttosto fuori luogo. Certo, centinaia di occupati, ricerche raffinatissime, ma in fin dei conti il fine sociale è sempre quello di creare dipendenze (da nicotina) possibilmente con minori danni per la salute fisica. Per un mondo politico che si indigna per ogni utilizzo della cannabis light mi sembra una contraddizione. Ma forse la vera importanza dell’operazione è sperimentare il funzionamento della extra territorialità portuale per produzioni manifatturiere e superare tutte quelle difficoltà che ancora vengono frapposte in particolare a livello di Unione Europea. Per ora i vagoni di Da Ponte dotati di AI (intelligenza artificiale) aspettano di capire…
Quello che mi è difficile da interpretare è come Fedriga, andando in giro a promettere mari e monti a chi vuole investire da noi, giustifichi il rifiuto della acciaieria della laguna proposta da Metinvest e Danieli. Può sempre argomentare che è stato costretto dalla “politica” del consenso, ma questa in realtà è una aggravante per il futuro. Un conto è magnificare la qualità della vita in un territorio ricco di beni storici, culturali e di ambienti significativi per un grande rilancio turistico. Altro è convincere investitori che devono fare rapidi profitti sul fatto che siamo pronti ad accogliere, per dire, qualche decina di migliaia di immigrati per far funzionare al meglio una macchina produttiva per quello che gli USA ritengono debba essere oggi gestita “friendly” da gente di fiducia, nell’ambito di una ri-globalizzazione “priva di rischi”. Quel che è successo con la cantieristica di Monfalcone non può essere considerato un incidente di percorso, ma una vera e propria prospettiva futura di una regione la cui popolazione si sta incamminando verso gli 800 mila abitanti, e perlopiù anziani.
La maggior parte dei friulani e dei triestini dormono sonni tranquilli e tutto sommato sono pronti probabilmente anche al terzo mandato di Fedriga, sicuri che è meglio un venditore di sicurezze che quelle bande di guerrafondai che circolano per l’Europa e il mondo. Ma forse cominciare a capire meglio che non è proprio tutto oro quel che luccica nell’informazione locale non guasterebbe».
Giorgio Cavallo. Da: https://ilpassogiusto.eu/, n.8. 28 marzo 2024.
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Ricordo che ho dedicato ai viaggi del dott. Fedriga ed alla sua politica più articoli su www.nonsolocarnia.info che sono:
Fedriga, autonomia differenziata, viaggio negli States e nucleare americano in regione.
Fedriga, i palestinesi, ed uno strano concetto di democrazia.
Fedriga, la politica sanitaria, le ‘opposizioni’ ed i problemi concreti.
Nazione Italia e Regione Fvg: Siamo passati dalla democrazia all’oligarchia?
Ricordo inoltre i 3 articoli sugli accordi Fedriga – Novartis e l’accenno a quello con Astrazeneca in:
Fvg. Basta sanità a pezzi! E’ ora che la giunta pensi a noi, non solo ad accordi con farmaceutiche!
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L’immagine che accompagna l’articolo è quella di Giorgio Cavallo ed è tratta da: https://ilpassogiusto.eu/author/gcavallo/. Laura Matelda Puppini.
https://www.nonsolocarnia.info/giorgio-cavallo-i-viaggi-di-fedriga-da-il-passogiusto-eu/https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2024/03/Giorgio-Cavallo.jpg?fit=433%2C454&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2024/03/Giorgio-Cavallo.jpg?resize=150%2C150&ssl=1ECONOMIA, SERVIZI, SANITÀHo letto questo articolo di Giorgio Cavallo e lo riporto qui perché lo reputo interessante, anche se, secondo me, l'idea che rincorre Fedriga, al di là delle apparenze è molto più complessa, e pare quasi che abbia in mente di far diventare il Fvg uno 'stato cuscinetto' nello stato...Laura Matelda PuppiniLaura Matelda Puppinilauramatelda@libero.itAdministratorLaura Matelda Puppini, è nata ad Udine il 23 agosto 1951. Dopo aver frequentato il liceo scientifico statale a Tolmezzo, ove anche ora risiede, si è laureata, nel 1975, in filosofia presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Trieste con 110/110 e quindi ha acquisito, come privatista, la maturità magistrale. E’ coautrice di "AA.VV. La Carnia di Antonelli, Centro Editoriale Friulano, 1980", ed autrice di "Carnia: Analisi di alcuni aspetti demografici negli ultimi anni, in: La Carnia, quaderno di pianificazione urbanistica ed architettonica del territorio alpino, Del Bianco 1975", di "Cooperare per vivere, Vittorio Cella e le cooperative carniche, 1906- 1938, Gli Ultimi, 1988", ha curato l’archivio Vittorio Molinari pubblicando" Vittorio Molinari, commerciante, tolmezzino, fotografo, Gli Ultimi, Cjargne culture, 2007", ha curato "Romano Marchetti, Da Maiaso al Golico, dalla Resistenza a Savona, una vita in viaggio nel Novecento italiano, ed. ifsml, Kappa vu, ed, 2013" e pubblicato: “Rinaldo Cioni – Ciro Nigris: Caro amico ti scrivo… Il carteggio fra il direttore della miniera di Cludinico, personaggio di spicco della Divisione Osoppo Carnia, ed il Capo di Stato Maggiore della Divisione Garibaldi Carnia, 1944-1945, in Storia Contemporanea in Friuli, n.44, 2014". E' pure autrice di "O Gorizia tu sei maledetta … Noterelle su cosa comportò per la popolazione della Carnia, la prima guerra mondiale, detta “la grande guerra”", prima ed. online 2014, edizione cartacea riveduta, A. Moro ed., 2016. Inoltre ha scritto e pubblicato, assieme al fratello Marco, alcuni articoli sempre di argomento storico, ed altri da sola per il periodico Nort. Durante la sua esperienza lavorativa, si è interessata, come psicopedagogista, di problemi legati alla didattica nella scuola dell’infanzia e primaria, e ha svolto, pure, attività di promozione della lettura, e di divulgazione di argomenti di carattere storico presso l’isis F. Solari di Tolmezzo. Ha operato come educatrice presso il Villaggio del Fanciullo di Opicina (Ts) ed in ambito culturale come membro del gruppo “Gli Ultimi”. Ha studiato storia e metodologia della ricerca storica avendo come docenti: Paolo Cammarosano, Giovanni Miccoli, Teodoro Sala.Non solo Carnia
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