Imelde Rosa Pellegrini. Tempo infelice.
Ho ricevuto da Imelde Rosa Pellegrini, e volentieri pubblico, questo testo- sfogo personale sul fascismo che non muore, scritto da lei che quei tedeschi occupanti li ha visti, come i collaborazionisti dell’R.S.I., come ha visto quei giovani partigiani che penzolavano dalla forca per aver cercato di riconquistare la propria terra all’Italia. Imelde Rosa Pellegrini narra che, ai tempi della guerra di Liberazione, era una bambina di 10 anni, che viveva nell’alto vicentino, e che suo fratello era un capo brigata di Divisione partigiana. A casa sua si riunivano i partigiani, ed era lei, che, benchè piccola, veniva incaricata di portare le missive che suo fratello le affidava, dicendole: «Vai pure tu a portare questa lettera. Sei così piccola che nessuno sospetterà di te». (“Portogruaro: Celebrazioni 25 Aprile, Imelde Rosa Pellegrini, la testimonianza”, in: https://www.youtube.com/watch?v=rTaWtqfpa9g). Del resto l’utilizzo, come staffette, di bambine che si sperava insospettabili, è ben documentato anche in altre parti della penisola. Così Imelde Rosa iniziò il suo “impegno partigiano”, come lei lo definisce, che è durato per tutta la vita e continua, ed ha animato ed anima i suoi ideali anche pacifisti. (Ivi). Allora tutti furono coinvolti nel e dal regime prima, nelle vicende della seconda guerra mondiale, voluta dal fascismo poi, sia piccoli, sia grandi, sia vecchi che bimbi. Non a caso la Francia ricorda anche le sue vittime bambine della guerra. Ma ritorniamo al testo di Imelde Rosa.
«Tempo infelice
Non avrei mai immaginato che nel secondo millennio qualcuno osasse ancora esporre l’immagine di un dittatore fascista, trovasse accettabile scherzare sulle camere a gas dal cui camino sono usciti migliaia di bambini innocenti e poveri esseri colpevoli di essere nati ebrei, o zingari, o apolidi o portatori di handicap, collocati all’interno di cinquanta milioni di vittime del nazifascismo.
Non avrei mai immaginato che uomini di governo, di una Repubblica democratica fondata sulla Costituzione, guadagnata con il sacrificio di migliaia di uomini generosi, commentassero questi vergognosi episodi con superficialità, dimostrando la loro volgarità umana, politica, intellettuale e sociale.
Ciò è avvenuto.
Quale ex presidente dell’Anpi di Portogruaro, in ricordo degli impiccati che ho visto dondolare al vento, è tempo di appendere, come il poeta, le nostre cetre umane nel buio che conserva solo poche luci.
La tentazione è il silenzio. Ma il silenzio è morte.
Imelde Rosa Pellegrini.
Alle fronde dei salici
E come potevamo noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull’erba dura di ghiaccio, al lamento
d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento
(Salvatore Quasimodo 1944)»
_________________________________________
Poesia allegata al testo da: Imelde Rosa Pellegrini.
_________________________________________
Imelde Rosa Pellegrini (Cogollo del Cengio, Vicenza, 1933) vive a Portogruaro. Qui ha esercitato la sua professione di insegnante di lettere nelle scuole superiori, collaborando anche con giornali e riviste. È autrice di numerose opere storiche sulle vicende dei soggetti più deboli del Veneto orientale tra i quali L’eccidio di Torlano. Una famiglia contadina nella storia del Veneto orientale tra le due guerre; Storie di Ebrei; L’altro secolo. Cent’anni di storia sociale e politica a Portogruaro; Il cielo di cenere (a cura di) tutti per Nuovadimensione. Già presidente di alcune cooperative sociali, ha militato e milita nel movimento pacifista e si è impegnata e si impegna nella diffusione dei principi di civile accoglienza della marginalità con opere di contenuto antirazzista. Collabora con l’Istituto veneziano per la Storia della Resistenza e della società contemporanea, con il Centro di documentazione Aldo Mori ed è stata presidente dell’A.N.P.I. di Portogruaro. (https://nuovadimensione.wordpress.com/).
Ricordo che Imelde Rosa Pellegrini ha pubblicato, recentemente, un bel volumetto didattico sulla resistenza, intitolato: “Omaggio alla memoria partigiana”, ed. Anpi Portogruaro. L’elenco delle altre sue opere è leggibile in: http://www.storiastoriepn.it/imelde-rosa-pellegrini-opere-pubblicate/. L’immagine che correda l’articolo ritrae Imelde Rosa Pellegrini mentre concede, nel 2015, l’intervista da me citata all’ inizio, udibile in : https://www.youtube.com/watch?v=rTaWtqfpa9g. Laura Matelda Puppini
https://www.nonsolocarnia.info/imelde-rosa-pellegrini-tempo-infelice/https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2017/07/imelde-rosa-pellegrini-hqdefault.jpg?fit=480%2C360&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2017/07/imelde-rosa-pellegrini-hqdefault.jpg?resize=150%2C150&ssl=1ETICA, RELIGIONI, SOCIETÀHo ricevuto da Imelde Rosa Pellegrini, e volentieri pubblico, questo testo- sfogo personale sul fascismo che non muore, scritto da lei che quei tedeschi occupanti li ha visti, come i collaborazionisti dell'R.S.I., come ha visto quei giovani partigiani che penzolavano dalla forca per aver cercato di riconquistare la propria...Laura Matelda PuppiniLaura Matelda Puppinilauramatelda@libero.itAdministratorLaura Matelda Puppini, è nata ad Udine il 23 agosto 1951. Dopo aver frequentato il liceo scientifico statale a Tolmezzo, ove anche ora risiede, si è laureata, nel 1975, in filosofia presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Trieste con 110/110 e quindi ha acquisito, come privatista, la maturità magistrale. E’ coautrice di "AA.VV. La Carnia di Antonelli, Centro Editoriale Friulano, 1980", ed autrice di "Carnia: Analisi di alcuni aspetti demografici negli ultimi anni, in: La Carnia, quaderno di pianificazione urbanistica ed architettonica del territorio alpino, Del Bianco 1975", di "Cooperare per vivere, Vittorio Cella e le cooperative carniche, 1906- 1938, Gli Ultimi, 1988", ha curato l’archivio Vittorio Molinari pubblicando" Vittorio Molinari, commerciante, tolmezzino, fotografo, Gli Ultimi, Cjargne culture, 2007", ha curato "Romano Marchetti, Da Maiaso al Golico, dalla Resistenza a Savona, una vita in viaggio nel Novecento italiano, ed. ifsml, Kappa vu, ed, 2013" e pubblicato: “Rinaldo Cioni – Ciro Nigris: Caro amico ti scrivo… Il carteggio fra il direttore della miniera di Cludinico, personaggio di spicco della Divisione Osoppo Carnia, ed il Capo di Stato Maggiore della Divisione Garibaldi Carnia, 1944-1945, in Storia Contemporanea in Friuli, n.44, 2014". E' pure autrice di "O Gorizia tu sei maledetta … Noterelle su cosa comportò per la popolazione della Carnia, la prima guerra mondiale, detta “la grande guerra”", prima ed. online 2014, edizione cartacea riveduta, A. Moro ed., 2016. Inoltre ha scritto e pubblicato, assieme al fratello Marco, alcuni articoli sempre di argomento storico, ed altri da sola per il periodico Nort. Durante la sua esperienza lavorativa, si è interessata, come psicopedagogista, di problemi legati alla didattica nella scuola dell’infanzia e primaria, e ha svolto, pure, attività di promozione della lettura, e di divulgazione di argomenti di carattere storico presso l’isis F. Solari di Tolmezzo. Ha operato come educatrice presso il Villaggio del Fanciullo di Opicina (Ts) ed in ambito culturale come membro del gruppo “Gli Ultimi”. Ha studiato storia e metodologia della ricerca storica avendo come docenti: Paolo Cammarosano, Giovanni Miccoli, Teodoro Sala.Non solo Carnia
Rispondi