La Carnia che si spopola, (ma è piena di servizi per i turisti e per chi va a motore anche su prati e rii) ha un ‘ altra emergenza, come non bastassero quelle già presenti: la mancanza di medici di base nei paesi, e quindi un ricorso maggiore al fai da te ed alla guarda medica e Pronto Soccorso, oltre che a quella soluzione, invero da tappabuchi e da sanità on the road, che chiamasi medici di vallata, che poi sono solo due, di cui uno già pensionato e forse anche il secondo, che coprono, a ore, le condotte mediche dei comuni di Cavazzo Carnico, Verzegnis, Villa Santina e Paluzza, mentre una nuove emergenza pare proprio si stia profilando a Tolmezzo.

E ricordiamoci che coloro che vanno negli ambulatori di vallata non hanno registrato medico alcuno sulla loro tessera sanitaria, da che mi è stato detto, che però è un loro diritto, e non hanno quindi alcuno che li prenda in carico in forma definitiva e vivono, se ho ben compreso, in una specie di limbo che potrebbe prolungarsi vita naturale durante. Ma così non viene forse a mancare il diritto, sancito dalla legge, ad avere l’assistenza sanitaria? Io a livello legale un pensierino lo farei, se dovessi ricorrere al medico di vallata.

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Ma invece a cosa pensa l’Assessore alla Sanità e Salute?

Ma tranquilli: l’assessore Riccardi, pure tenutario dell’assessorato sanità e salute, invece di vedere di questi problemi che riguardano cittadini del Fvg quasi senza sanità anche a causa delle disorganizzazione imperante che trasforma ogni aspetto in emergenza, invece di cercare di risolvere il problema che comunque è anche suo, si è portato di nuovo a Sauris in questi giorni, come dirigente della Protezione Civile, per studiare ulteriori lavori stradali di messa in sicurezza relativamente alla viabilità interna al comune e lungo la strada che unisce Ampezzo a Sauris, da fare credo in regime di urgenza, altrimenti il corpo da lui diretto non avrebbe titolo ad intervenire, appellandosi ai problemi, a me ignoti, sorti a causa delle calamità del dicembre 2020, che però hanno colpito altre zone nei comuni di Forni di Sopra e Forni Avoltri non in comune di Sauris, da che ho trovato io. E se queste informazioni sui danni del dicembre 2020 non sono precise correggetemi, per cortesia.

Inoltre, dopo il 2020,  la strada che unisce Ampezzo a Sauris è stata fatta oggetto di lavori impegnativi nel 2021, quando venne asfaltata da FVG Strade (https://www.fvgstrade.it/it/22666/asfaltata-interamente-la-srud-73-del-lumiei-da-ampezzo-a-sauris 26 ottobre 21)  e nell’estate 2022 (compresa la costruzione di una galleria artificiale al posto di una naturale (Lavori nella galleria del Lumiei, Sauris rischia di diventare inaccessibile, in wwwww.friulioggi.it 23 maggio 2022) ed ora si intende rimettervi mano a causa degli effetti di piogge o neve cadute nel 2020? Ma il 2020 non è forse pregresso al 2021 e 2022 e su quella viabilità si è poi intervenuti?  

O forse si continua ad intervenire su strade e territori senza avere una analisi precisa degli stessi e degli interventi necessari, il che potrebbe portare a moltiplicare i problemi invece che risolverli, della serie ‘il tacon xe peso del buso’.  Non so, alla luce di queste informazioni recentissime, chiediamocelo.  

«Per Sauris – ha dettagliato Riccardi – i fondi complessivamente messi a disposizione riguardano: per oltre 1,3 milioni di euro, la realizzazione di opere di difesa da rischio valanghe, a protezione dell’abitato di Lateis; per oltre 2,2 milioni di euro per la messa in sicurezza della strada regionale 73 con opere paramassi e con la realizzazione di una galleria artificiale a protezione della strada; per 540.000 euro per l’installazione di un sistema stabile a protezione del distacco di valanghe a Sauris di Sotto; per 455.000 euro per interventi di installazione di sistemi di allerta e monitoraggio, per le aree soprastanti la località di Velt e la frazione di Sauris di Sotto, a protezione degli abitati, anche in località Raitern e case sparse». (https://www.studionord.news/protezione-civile-riccardi-oltre-6-milioni-di-euro-per-resilienza-dellarea-sauris-ampezzo/).

Ora niente da dire se la Regione vuole impedire che frazioni  del comune di Sauris e Sauris di Sotto vengano sommerse da frane e valanghe, magari create dalle future motoslitte, (infatti questi mezzi generano valanghe), ma se questa non è la possibile motivazione per la messa in sicurezza ma il problema già sussisteva da tempo, allora questo lavoro era da farsi ben prima della inutile strada del Lussari, che può considerarsi, in una Regione con la sanità verso il baratro e tanti abitanti della montagna senza medico di base,  un vero e proprio costosissimo capriccio. Ma invero non pensavo che sarebbe già diventata pericolosa e pericolante, si fa per dire, la S.R. 73 che unisce Ampezzo a Sauris, tanto da massicciamente intervenire di nuovo su essa costruendo, in regime di urgenza, (altrimenti la Protezione Civile dovrebbe lasciare il passo a Fvg strade) una nuova e seconda galleria artificiale, dopo che per un periodo importante, l’anno scorso, è stata chiusa al traffico, deviato per il Pura, per la distruzione della galleria naturale, la creazione di una prima galleria artificiale e l’allargamento, se ben ricordo, del sedime stradale in alcuni tratti, ponendo pure problemi di trasporto af alcune attività produttive insite nel comune. E mi ricordo il suonar di trombe da parte dei soliti banditori per dirci che la strada, la S.R. 73, dopo gli ingenti lavori, sarebbe stata sicurissima. Sull’articolo pubblicato da Radio Studio Nord sopraccitato, si parla poi di eventi atmosferici avversi avvenuti dal 4 al 12 dicembre 2020, ma a me consta, come già scritto, che nel dicembre di quell’anno fossero stati colpiti altri comuni, non quello di Sauris.

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Se poi per la strada di Sauris si fanno passare pesantissimi camion pieni di tronchi, come quello che si vede nella foto che correda l’articolo già citato di Radio Studio Nord News, allora magari il passaggio di mezzi per il trasporto del legname, con le sue sollecitazioni, potrebbe essere la causa di possibili problematiche quali frane e cedimenti, su di una via che, fino alla realizzazione della nuova strada, ora detta S.R. 73, era considerata, dagli abitanti del posto, un sentiero per caprioli e camosci. E, se questo potrebbe essere il problema, si richieda alle ditte il trasporto aereo dei tronchi, come già avvenuto, perché una strada che rasenta la forra del Lumiei non so quanto reggerà ad un traffico pesantissimo.

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Ed io mi chiedo pure se siano stati fatti seri studi geologici ed idrogeologici prima di fare interventi stradali in quella zona tanto delicata. Infatti non si può fare una galleria in cemento prima di capire che riflessi avrà sul terreno circostante, e via dicendo. E le sollecitazioni a materiali e terreni sono aspetti noti. Ma questo Riccardo Riccardi lo sa perché è un architetto. Inoltre è interessante come Fvg strade abbia asfaltato l’intera strada regionale 73, quando poi, l’anno successivo, la Regione è intervenuta con lavori che certamente non hanno salvaguardato ovunque il nuovo manto stradale. Ma, forse, come dice il proverbio “fare e disfare è tutto un imparare”.

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Ma ritorniamo al sistema sanitario nazionale e regionale che sta diventando in Carnia inesistente, anche nei comuni più a bassa quota cioè parzialmente Tolmezzo e dintorni (Cavazzo Carnico, Verzegnis, Villa Santina). Infatti non solo l’ospedale pare che di notte, tranne il Pronto Soccorso, non funzioni, e mi si dice per certo che la radiologia resta chiusa dalle ore 20 alle 8 del mattino dopo, ogni giorno, e forse anche altri reparti, come per esempio pediatria, che mancano letti per cui il Pronto Soccorso non sa dove mettere persone in osservazione, e le disloca un po’ qui ed un po’ là, quando riesce, mentre l’ospedale di Udine pomposamente definito hub è in forte crisi e per il suo Pronto Soccorso, che è il più grande del Friuli, si è già pensato, senza dirlo a nessuno se non a cose fatte, a realizzare una soluzione di gestione a metà, con Amaltea cooperativa di Vercelli, che ha già avuto qualche problema da altre parti, secondo  Mariano Turigliatto (Cfr su www.nonsolocarnia.info il mio: Sanità friulana Ko (knock out). Ancora sulla folle idea di privatizzare parte dei pronto soccorso friulani spaccandoli in due e sulle chiusure estive dell’unico ospedale che dicasi tale in Friuli.), e la sanità territoriale è al lumicino ed ora mancano anche i medici di base.

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Sulla carenza dei medici di base in Carnia, problema su cui si è espresso anche Massimo Mentil, consigliere regionale Pd e prima sindaco di Paluzza, facendo pure una interrogazione nel merito.

Il 17 giugno 2023 compariva, sul Messaggero Veneto, un articolo a firma Tania Ariis intitolato: “Mancano i medici di base. Mentil: la Regione intervenga”, in cui si leggeva che Massimo Mentil, neoeletto consigliere regionale per il Pd, laureato in economia aziendale, aveva chiesto alla giunta regionale di interessarsi al problema, preoccupante, della carenza dei medici di medicina generale o di base che dir si voglia in montagna, «coinvolgendo gli stessi professionisti». Infatti la Regione per ora ha risposto creando i medici di vallata, ma, e questo lo dico io, sono solo due che ruotano come trottole, e cioè il dott. Antonino Pontelli, in pensione, e il dott. Paolo Mario Bruno. E questa soluzione non regge non solo perché gli utenti, per lo più anziani, che non guidano, non hanno chi li porti negli orari per lo più lavorativi e nei giorni previsti non sanno come fare, ma anche perché questi utenti, che possono essere anche paganti, non hanno un reale medico di riferimento che li prenda in carico riportato sul tesserino, per cui ne risultano privi, entrando fra quelli che in sanità vanno oggi qui domani là, e ‘senza fissa dimora’.

  Ed a proposito così dichiarava Mentil, deciso a dare battaglia sull’argomento: «La preoccupante carenza di medici di base […] va affrontata in maniera strutturale […]». Infatti «La risposta «che ha dato la Regione attraverso il medico di vallata, sta creando non poche difficoltà ai cittadini e, nel lungo periodo non farà che acuire l’isolamento di un territorio, quello montano, sempre più abbandonato da un sistema sanitario che non riuscirà a dare più risposte di salute pubblica alle aree interne». (Ivi).

Inoltre sempre secondo Mentil, l’ Asufc ha dato indicazioni a coloro il cui medico si stava trasferendo in altro comune, di mantenerlo come medico di MMG. Ma cosa è accaduto, almeno pare dai racconti fattimi, a Tolmezzo? Che andando il 23 giugno in pensione il dott. Guido D’ Orlando, ed essendo venuta al suo posto la dott. Katia Romano, questa ha mantenuto, legalmente, i suoi vecchi pazienti paularini, con scelta loro, e così sono rimasti senza medico di base altrettanti pazienti tolmezzini, non essendoci più un posto libero fra i MMG di Tolmezzo. L’invito di Asufc è stato di rivolgersi ai medici di vallata, che però non si trovano a Tolmezzo, in attesa che un medico di vallata venga posto, chissà quando, nel capoluogo carnico, se si trova un pensionato che desideri svolgere questo lavoro, ma allora non si sa perché non si debba cercare un medico fisso e dipendente dall’Asufc, che pare anch’essa in via di smantellamento, e volgere al quasi nulla.   Inoltre ha ragione Mentil quando dice che il sistema dei medici di vallata, o tappabuchi che dir si voglia, non permette «il rapporto confidenziale esistente tra medico di base e paziente» e non garantisce un servizio di prossimità.

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Il 22 giugno 2023 Massimo Mentil, in consiglio regionale, ha presentato il problema della carenza di medici di base in montagna a Riccardo Riccardi, il vecchio/nuovo assessore di competenza che però si sta occupando della già più volte sistemata strada per Sauris (e se Fvg strade o altri hanno fatto un pessimo lavoro nel 2021 e 2022 si chieda loro conto) invece che di noi che lo paghiamo lautamente e che in montagna ci abitiamo. Ebbene cosa ha risposto Riccardi? Leggiamolo nel comunicato che gentilmente il dott. Massimo Mentil mi ha girato.

«Sanità: Mentil (Pd), su carenza mmg in montagna nessuna soluzione alternativa a medico di vallata.

TRIESTE 22.06.23 «La risposta interlocutoria dell’assessore alla Salute, Riccardi sulla preoccupante carenza di medici di base in montagna non risolve il problema, né pone le basi per immaginare un quadro risolutivo differente da quella attuale, il medico di vallata, che ha dimostrato i suoi limiti nel rispondere a una problematica vissuta dai cittadini». Lo afferma il consigliere regionale Massimo Mentil (Pd) a margine della risposta all’interrogazione attraverso la quale chiedeva alla giunta regionale di avviare un’interlocuzione ufficiale con i medici di medicina generale e coinvolgere il Consiglio per affrontare le carenze soprattutto nella zona montana e garantire il servizio nella zona montana.

«È necessario privilegiare il servizio di prossimità e il rapporto confidenziale esistente tra medico di base e paziente, cosa che la soluzione che la Regione ha dato, con il medico di vallata, non ha garantito viste le diverse segnalazioni che abbiamo ricevuto da parte di cittadini il cui medico si è trasferito. Da Riccardi, nella sua risposta, abbiamo ricevuto solo una serie di dati, di normative che non danno l’idea di quello che si vuol fare per ovviare alla situazione difficile. Pur all’interno di un quadro nazionale di riferimento che pone responsabilità su vari livelli, non si può ignorare il fatto che il governo locale della salute pubblica è in capo alla Regione, la quale può certamente porre in essere azioni volte a migliorare situazioni di difficoltà» che è a mio avviso, suo compito.

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Finale? Se continua così a fine legislatura la montagna, dico io, vedrà un esodo, e prendere la valigia sarà l’unico risultato. O tempora o mores! Ma quelli che hanno votato Fedriga, ora cosa hanno da dire? Senza voler offendere alcuno, ma per trattare un altro grossissimo problema che ci angustia sotto questa vecchia/nuovo giunta, questo ho scritto.

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P.S. Intanto in Asugi, la Azienda triestino – isontina, i sindacati Cgil, Cisl e Fials hanno proclamato lo stato di agitazione, ed in Fvg è stata recuperata solo una prestazione su 5 saltate per il covid, facendoci scendere al terzultimo posto a livello nazionale. (https://www.telefriuli.it/cronaca/in-fvg-recuperata-solo-1-prestazione-sanitaria-su-5-saltate-per-il-covid/?fbclid=IwAR3j5Gy9uAwaRtgfRwJqOFwFHhuXWtKLJaZkw5Zuo0N3EM6tBS1WAuzAInc). Ha magari qualcosa da dire l’assessore nel merito? Perché di questo non si può certo accusare il governo Meloni, ma chi occupa il posto di assessore regionale a sanità e salute da oltre 5 anni.

Laura Matelda Puppini

L‘immagine che accompagna l’articolo è tratta da: https://www.sanitainformazione.it/speciali/medici-di-medicina-generale/numeri-carenza-medici-famiglia/.

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