Il Tagliamento è il re dei fiumi del Fvg e corre dai monti al mare, e per questo merita rispetto e non certo improvvisazione e un ‘volli, volli, fortissimamante volli’ per essere toccato da un’opera impattante che, all’ egida del risparmio, è stata pensata a Dignano a ridosso del nuovo ipotetico ponte, senza che noi, poveri crisitani non certo ignoranti come qualcuno ci vorrebbe, abbiamo un dato certo, una valutazione di impatto ambientale anche strategico, ma solo il nulla nel nulla. Ma io, tempo, fa, avevo scritto anche della siccità, causata dalla condotta forzata dei fiumi a fini energetici,  che segna una Carnia un tempo ricca di acqua e di umidità, creando un grosso problema a tutto il sistema regione. (Cfr. il miei, sempre su www.nonsolocarnia.info: “La cura del territorio montano e la prevenzione delle esondazioni: due facce della stessa medaglia. Invece si parla di una specie di diga fra Spilimbergo e Dignano“. e “Considerazioni sulla ‘diga’ o ‘traversa’ che dir si voglia di Dignano, con riferimento pure all’incontro in IV commissione regionale.”). In uno di questi articoli, parlo anche delle opere già realizzate a Latusana per contenere possibili piene del fiume, secondo quanto ho letto, e dei limiti di interventi tipo casse di espansione, a cui parrebbe richiamarsi la cosidetta ‘ traversa’ o ‘diga di Dignano.  

Ora più sigle propongono un incontro sul tema, che si terrà domani ad Enemonzo, ove parleranno diversi esperti, compreso il grande Franceschino Barazzutti, Marco Lepre, Antonella Astori, Fagioli e Pizzuti  e l’esperto Damiano.  Questa la locandina dell’ incontro che si terrà il 4 gennaio 2025 alle ore 15.30 presso la sala convegni del centro sociale.

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«FACCIAMO IL PUNTO SUL TAGLIAMENTO! È la Montagna – e non Latisana – ad aver subito i maggiori danni.

“Se qualcuno, a maggior ragione se a farlo fosse un’importante autorità istituzionale,
riferendosi al Terremoto del Friuli del 1976 lo chiamasse, in modo riduttivo, Terremoto di Osoppo
o Terremoto di Maiano, non esiteremmo a balzare sulla sedia e a correggerlo immediatamente”.
Sceglie questo efficace paragone Marco Lepre, presidente del circolo Legambiente della Carnia, per
presentare i presupposti del Convegno sul Tagliamento, in programma ad Enemonzo il prossimo
sabato 4 gennaio.
“In effetti” – spiega – “c’è un grosso equivoco, non si capisce se voluto (da coloro che
cercano di giustificare la costruzione di un grande sbarramento che riduca per la bassa pianura il
rischio di esondazioni del Tagliamento), o frutto semplicemente di ignoranza e superficialità: ogni
volta che si ricorda l’alluvione del 1966 in Friuli, si parla solo di Latisana e dei suoi morti. Lo
scorso 4 novembre, ricorrenza dell’evento, nell’aula del Consiglio Regionale riunita per
l’Audizione della Commissione Ambiente, si è osservato un minuto di silenzio per le vittime di
Latisana! Ora, con tutto il rispetto per i morti e per chi teme di vedere allagati i piani bassi della
propria casa, dal 1966 in qua Latisana e Lignano hanno dovuto fare i conti solo con la paura, ma
dagli argini del fiume non è traboccata una sola goccia e men che meno ci sono state perdite umane.
E’ bene sottolineare poi che, dei diciotto morti registrati nel novembre del 1966 nella nostra
regione, nessuno abitava a Latisana. Le vittime recuperate in quella località furono infatti quattro
veronesi, di origine isontina, il cui veicolo fu travolto a Latisanotta perché si trovarono
sfortunatamente a transitare al culmine della piena. Ben diversa era la situazione della montagna:
basterà ricordare i paesi della Carnia isolati per giorni, le frane e i ponti distrutti, le segherie
spazzate vie dalla furia delle acque e la decina di morti, a cominciare dal Sindaco di Forni Avoltri,
Riccardo Romanin, inghiottito da una voragine apertasi sul ponte del Degano, mentre con la sua
auto si recava assieme al tecnico comunale e a due operai a prestare i primi soccorsi alla
popolazione. Il discorso è valido anche per gli eventi successivi: la montagna ha sempre pagato di
più, basti citare i quattro morti di Paularo del 1983 o i due di Ugovizza del 2003.”
“Oggi – prosegue Lepre – di questo non si parla. Come abbiamo ascoltato all’Audizione di
Trieste dalla Giunta Regionale, dalla Vice-ministra all’Ambiente e dalla Segretaria dell’Autorità di
Bacino, l’obiettivo sembra essere uno solo: realizzare, finalmente, quella grande opera che
dovrebbe difendere Latisana e alcuni insediamenti turistici di Lignano dal rischio di esondazioni.
Quali vantaggi e quale sicurezza ne deriverebbero per i territori posti a monte della “traversa”
prevista a Dignano? Nessuno, come è fin troppo facile immaginare. Eppure, fin da piccoli ci hanno
insegnato, grazie all’esperienza e alla saggezza dei nostri vecchi, che la pianura si salva innanzitutto
in montagna, con la cura e la manutenzione del territorio. Lo avevano capito subito i Sindaci della
Carnia, che, riuniti a Tolmezzo il 10 novembre 1966, a nemmeno una settimana dall’alluvione,
individuavano le cause del disastro nell’irrazionale ed eccessivo disboscamento effettuato durante il
secondo conflitto mondiale, nell’abbandono delle attività agricole nelle aree più marginali e
nell’indiscriminato sfruttamento idroelettrico. La montagna, cioè, pagava il prezzo dell’abbandono
e delle sue condizioni di sottosviluppo.
Queste considerazioni hanno portato gli organizzatori del Convegno di sabato ad Enemonzo
(oltre al circolo di Legambiente ci sono il Comitato Popolare per la Tutela delle Acque del Bacino
Montano del Tagliamento, il Comitato Gian Francesco da Tolmezzo di Socchieve ed altre
associazioni) a sottolineare la necessità di tutelare le caratteristiche naturali del Tagliamento –
definito dagli studiosi di tutta Europa il “Re dei fiumi alpini” – dalla sorgente fino alla foce e di
considerarlo come uno ed indivisibile, quando si tratta di pianificare, con equilibrio e saggezza, gli
interventi lungo tutto il suo corso. In montagna questo significa ripristinare quell’utilizzo plurimo e
diversificato che, come non si stanca di ripetere Franceschino Barazzutti, costituisce la base della

nostra cultura dell’acqua e l’essenza stessa della civiltà alpina.
“Facciamo il punto sul Tagliamento” – il Convegno al quale hanno già assicurato il
Patrocinio i Comuni di Ampezzo, Enemonzo, Socchieve, Tolmezzo e Verzegnis – sarà dunque
un’occasione per ascoltare esperti e studiosi di vari ambiti, uniti dall’impegno e dalla passione che
hanno dedicato alla conoscenza del nostro principale fiume e per rendersi conto del progetto di
“Traversa” previsto a Dignano, sul quale si stanno confrontando con visioni contrapposte i Comuni
della Bassa Friulana e quelli del Medio Friuli.
Tolmezzo, 2 gennaio 2025

Circolo Legambiente della Carnia-Val Canale-Canal del Ferro»

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VI INVITO CALDAMENTE A PARTECIPARE !!!!!!

Laura Matelda Puppini. 

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