La macabra danza di interessi particolaristici sul morente Lago di Cavazzo o dei Tre Comuni.
Ricevo da Franceschino Barazzutti e volentieri pubblico. Laura Matelda Puppini
«Il Lago di Cavazzo o dei Tre Comuni va salvato, realizzando un bypass che porti le acque in uscita dalla centrale di Somplago direttamente alla attuale galleria di scarico nella montagna e solo dopo una parte delle acque potrà essere utilizzata per altri scopi. Ancora una volta i Comitati Salvalago ribadiscono la loro posizione sull’argomento, dopo le recenti prese di posizione dei dirigenti del Consorzio di Bonifica Pianura Friulana, che, a seguito di un loro incontro con l’on. Aurelia Bubisutti, recentemente hanno dichiarato la necessità di derivare parte di queste acque dato che “ il progetto ( di derivazione a valle della galleria ), non influisce sulla salute delle acque del lago “.
Così invece non è: infatti la derivazione proposta dal Consorzio assoggetterebbe il lago ( è da lì che viene l’acqua dello scarico!) a forti oscillazioni del livello in particolare quando la centrale è ferma e comunque non è accettabile che il lago faccia “da corridoio” per alimentare la derivazione irrigua – idroelettrica del Consorzio. Il lago, la sua valle e la sua popolazione di malefatte ne hanno subite troppe e non intendono essere ancora sacrificati per gli interessi dei signori della pianura.
Ancora una volta, ricordiamo a Lor Signori, che il Piano Regionale di Tutela delle Acque ( PRTA) prevede sì di “prendere in considerazione” il progetto di derivazione del Consorzio, ma prevede altresì che “Contestualmente dovrà anche essere valutata la fattibilità tecnico-economica della realizzazione di un canale di by-pass, o di altra soluzione progettuale che mitighi l’impatto dello scarico della centrale di Somplago sul lago di Cavazzo con lo scopo di recuperare le condizioni di naturalità del lago stesso e di garantirne la fruibilità” . I dirigenti del Consorzio e i rappresentanti delle istitutzioni si fissino ben in testa le parole “contestualmente, condizioni di naturalità, fruibilità” .
Per gli abitanti della Val del Lago qualunque prelievo delle acque del lago potrà avvenire soltanto dopo che il bypass sarà realizzato. E il by-pass è l’unica soluzione al degrado del lago!
Foto intitolata ‘azzurro pantano’ datata 12 maggio 2019 di autore ignoto inviata da F. Barazzutti con questo testo.
Purtroppo, dobbiamo constatare che il concorso di idee per la rinaturazione e fruibilità del lago indetto dalla Regione è andato deserto e ora la stessa dovrà intervenire in altro modo per ottemperare a quanto previsto dalla Legge già citata. Da parte nostra ci sarà come sempre massima disponibilità al dialogo e confronto, ma non accetteremo fughe in avanti da parte di interessi particolaristici.
Ricordiamo che studi recenti ,effettuati sia da parte del Comitato, sia da parte di un tecnico incaricato da alcuni Enti Pubblici territoriali hanno dimostrato che, senza un decisivo intervento, in 100/110 anni il lago diventerà una palude a causa del continuo deposito di fango nei periodi piovosi proveniente dai torrenti della Carnia alimentanti la centrale idroelettrica. Studi confermati l’anno scorso dai ricercatori dell’ISMAR/CNR di Bologna.
Tracciato condotta. Immagine inviata da F. Barazzutti con questo testo.
Il sistema idroelettrico del Tagliamento, di cui il lago di Cavazzo o Tre Comuni è il terminale, è stato progettato e realizzato negli anni ’40-50 senza alcun riguardo per l’ambiente, è gemello di quello infausto del Vajont e improntato ad un unico principio: trasformare tutte le acque indiscriminatamente in kw ed in denaro per gli azionisti della SADE. Tale sistema-dinosauro va sottoposto ad una severa verifica.
Va esaminato anche il tema del deflusso minimo vitale (DMV) nel Tagliamento di cui il Consorzio ha una concezione particolare di cui non fa parte l’uso plurimo delle acque. Se il legislatore ha definito come calcolare il DMV stimando che sia il minimo per garantire la vita di un corso d’acqua, bene pubblico da salvaguardare, non si capisce come mai ogni anno il DMV venga dimezzato per favorire interessi particolaristici della pianura.
Ci fa piacere che l’on. Bubisutti abbia deciso di interessarsi del problema Lago di Cavazzo. La invitiamo – anche come cjargnele – a stare con i piedi nell’acqua gelida e torbida di questo lago anziché in quella dei Canali del Consorzio.
Per i Comitati salvalago Franceschino Barazzutti
L’immagine che presenta l’articolo è quella intitolata “azzurro pantano” inviata da Barazzutti. Laura Matelda Puppini
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Per quanto riguarda la zona del lago, ma non il lago direttamente, leggo ora sul Messaggero Veneto del 23 giugno 2019 che il 26 giugno 2019 si sarebbe tenuto a Trasaghis un consiglio comunale avente come oggetto la convenzione per le due centraline denominate Tai 1 e Tai 2 su rio Leale. Sarebbe interessante sapere cosa è stato deciso. Inoltre da https://www.studionord.news/il-consorzio-di-bonifica-il-progetto-non-influisce-sulla-salute-del-lago-di-cavazzo/, si viene a sapere sia che il Consorzio vorrebbe derivare dal torrente Leale, ma anche che “Il canale di scarico allo stato attuale già prevede un manufatto, ubicato circa 4 km in linea d’aria a valle del lago, che consente di deviare, in condizioni di deficit idrico, parte della portata nel sistema derivatorio Ledra–Tagliamento”. 2 centraline, una deviazione già in atto, e poi cosa ancora? Altro che forra, biotopi e tutto natura!
Leggo poi che una centralina (ora pare siano due) sul torrente Leale era stata già bocciata dalla Regione il 7 marzo 2018, perchè “[…] questo ecosistema è talmente importante e meritevole di tutela che […] il Comitato Tecnico Scientifico per i Parchi e le Riserve si è espresso favorevolmente sull’istituzione del biotopo Forra del Torrente Leale, come richiesto a gran voce dall’amministrazione comunale di Trasaghis, da naturalisti e ambientalisti.
Nel torrente, infatti, sono presenti animali di elevato valore e alcuni piuttosto rari, come il gambero di fiume o l’ululone dal ventre giallo, specie di anfibio incluso nella direttiva europea habitat in quanto in forte diminuzione.
L’istituzione del biotopo dovrebbe, dunque, mettere definitivamente al riparo questo angolo incontaminato del nostro ambiente da interventi di vario genere, capaci di alterarne irreparabilmente lo stato di conservazione”. (http://www.ilfriuli.it/articolo/Cronaca/Il_torrente_Leale_%C3%A8_salvo/2/178118). Aiuto! Non ci capisco più nulla! La Regione ha cambiato parere?