Ieri non ho avuto il tempo di leggere, al mattino, il giornale, e così, verso le due del pomeriggio, dopo aver pranzato in mensa, una volta tanto assieme a mio marito, volgo verso il bar alla stazione dove sono sicura di trovare il Messaggero Veneto ed il Gazzettino, per vedere se abbiano almeno pubblicato un articolo sui possibili resti di mura e di una torre in Tolmezzo, ritornati, pare ancora una volta, alla luce.

Sfogliando il Messaggero Veneto, lo sguardo mi cade sull’articolo di cronaca tolmezzina corredato da una immagine, a mezzo busto, dell’attuale Sindaco di Tolmezzo.
L’articolo si intitola: «Sì alla fusione di Carniacque con il Cafc – Tomezzo: l’assemblea della zona territoriale omogenea ha votato. Brollo è obbligo di legge». E fin qui io ho capito che Carniacque, che aveva milioni di debiti nell’ottobre del 2014, confluirà, probabilmente o sicuramente,  in Cafc, (Consorzio Acquedotto Friuli Centrale, s.p.a.) che a me rammenta tristi visioni di tagli d’acqua ai cittadini. Per quanto riguarda Cafc, quello che so lo apprendo dal Messaggero Veneto, che il 30 maggio 2015 scrive che Eddi Gomboso ne è diventato il presidente a costo zero, perché pensionato da amministratore del Cafc stesso; che il consiglio di amministrazione è stato completamente rinnovato ed è composto da: Nicola Bertoli, Bruna Flora, Oriano Turello, Edi Collaoni, Eddi Gomboso stesso; che è stato approvato anche il bilancio d’esercizio che chiude con un utile di oltre 5 milioni di euro;  e che detto risultato economico è frutto dell’efficientamento attuato a partire dal piano industriale del 2010, con l’incorporazione di Cdl spa e proseguita, nel 2013, con l’integrazione del ramo d’acqua di Amga. (Gomboso presidente del Cafc per un anno a costo zero, in: Messaggero Veneto, 30 maggio 2015).

Ma attenzione: «L’utile registrato lo scorso anno è anche frutto […] di alcune situazioni straordinarie quali la rivalutazione della partecipazione ricavata dalla vendita delle azioni Hera ereditate da Amga, pari a circa 1 milione e 833 mila euro. (…). Proseguiranno gli investimenti pari a 16 milioni di euro». (Ivi).

Il nome di Eddi Gomboso è impresso nella mia memoria in relazione al fatto che Cafc non intende erogare più acqua a chi non paga.

«La crisi incombe e migliaia di famiglie non ce la fanno a pagare le bollette dell’acqua. Lo scorso anno i tecnici del Cafc (Consorzio acquedotto Friuli centrale) hanno piombato 1.200 contatori. Questo significa che dai rubinetti non scende più acqua.

È l’atto estremo di una percentuale di insoluto che seppur contenuta non fa mancare i suoi effetti nelle famiglie meno abbienti che stentano ad arrivare a fine mese. Il dato è in leggero aumento perché se nel 2013 la percentuale delle bollette non pagate alla scadenza si fermava al 25 per cento, lo scorso anno si attestava al 26,5 per cento. E così anche l’interruzione del servizio è passata da 1.082 a 1.200 unità. Al momento non emerge alcuna inversione di tendenza. (…). E se qualche disguido nei pagamenti è stato favorito dal passaggio del ramo acqua da un’azienda all’altra, il fenomeno degli insoluti resta.
«Lo scorso anno abbiamo riscontrato un aumento delle bollette non pagate alla scadenza passate da 25 al 26,5 per cento del fatturato – conferma Gomboso – anche se il 15 per cento è stato recuperato entro 60 giorni dalla scadenza naturale».
Le attività di recupero crediti vengono attivate, infatti, per circa il 10 per cento delle bollette insolute. Ma alle volte, nonostante i solleciti inviati anche dai legali dell’azienda, le risposte non arrivano. E allora scatta la linea dura con la piombatura del contatore.

“Nel 2013 – riferisce il presidente – abbiamo effettuato 1.082 piombature, lo scorso anno 1.200”. Si tratta di azioni estreme che anche il Cafc fa a malincuore. “Prima di agire – aggiunge ancora Gomboso – ci confrontiamo con le assistenti sociali dei singoli Comuni. Se in un appartamento vivono anziani, minori o disoccupati anziché piombare l’utenza installiamo i riduttori di pressioni per garantire il minimo vitale”.
(Giacomina Pellizzari, Bollette dell’acqua non pagate, il Cafc taglia 1.200 contatori. Le piombature sono in aumento anche se in molti casi viene garantito il minimo vitale. Il presidente Gomboso: l’insoluto è pari al 10% ed è coperto da chi versa regolarmente, in: Messaggero Veneto, 19 giugno 2015).

A questo punto mi chiedo cosa ci dobbiamo aspettare in Carnia, dopo la fusione, se la vecchietta di una frazioncina di montagna, e non solo,  non riuscirà a pagare.  Solo il pensare a rubinetti che si vanno ad aprire per non veder uscire una goccia fa impazzire … figurarsi averli in casa, o vedere gocciolare l’acqua, se va bene. E poi senza acqua o con poca le ripercussioni sulla salute paiono inevitabili.

Inoltre, in questo clima di tagli pesanti alla sanità, sotto forma, di fatto, di tagli alle prestazioni, mi chiedo perché noi cittadini dovremmo pagare un’assistente sociale comunale perché lavori per la ditta privata Cafc.  Se la paghino. Il comune per ora è un ente pubblico, ed inoltre non si sa perché dovrebbe dare ad ente privato dati sulla salute e lo stato economico dei cittadini. E questo fa pensare a come il dare servizi essenziali per la vita ad un’azienda spa, abbia ricadute notevoli sulla salute, vita, ma anche sulla gestione di dati ed informazioni sui singoli, che prima restavano all’interno del comune, che li rilevava e provvedeva in caso di stato di indigenza o problematiche varie.
E comunque su che base di accordo il comune o l’ass di competenza, permettono alle assistenti sociali da loro dipendenti, di operare per Cafc? Sulla base del fatto (o ricatto) che se non fanno così i poveracci resteranno senza acqua, non potendo attingere, come un tempo, alle sorgenti ed ai fiumi? E se poi quelli a cui viene razionata al limite vitale (che io non so quale sia) o tolta, si ammalano, chi paga accertamenti e cure e che esami donna Beatrice Lorenzin prevede nel caso specifico? E se l’intervento di Cafc sulla pressione dell’acqua causa, in condominio, problemi di intasamento colonna comune dei water, e problemi o danni  alle tubature comuni, condominiali, non di Cafc, ma di propietà dei condomini, chi paga?

Inoltre, sempre pensando come la buona massaia, non so come si possano prevedere 16 milioni di investimenti con solo 5 di utili, pare dati da una convergenza propizia di fattori, se in Cafc entra Carniacque, che, da che si sa, è indebitata per milioni di euro.

E come pensa Francesco Brollo che Cafc faccia partire investimenti in montagna in questa situazione? (Tanja Ariis, Sì alla fusione di Carniacque con il Cafc, in Messaggero Veneto, 6 ottobre 2015).
Speriamo che non aumentino le bollette, perché «Ci dispiace tanto ma… noi dobbiamo guadagnare» con il risultato di aumentare quelli che si vedranno uscir gocce di acqua dal rubinetto, se, bontà di Cafc, resterà aperto.

Non mi dilungo sull’acqua come base per la vita, dono di Dio al mondo, e non a poche multiutility che agiscono, con il favore dei politici, in regime di monopolio, e che hanno, per loro fine, l’incremento del guadagno, che così diventano padroni di vita e salute,  perché sono anni che, da cristiana, tocco questo argomento, opponendomi alla privatizzazione dell’acqua, fonte per la vita. E non so perché non si occupino anche di questo i numerosi movimenti per la vita, che vogliono cancellare la legge che permette in Italia, dopo doveroso iter informativo e di sostegno, l’interruzione di gravidanza entro i primi tre mesi di gestazione.

Per terminare, scrivo che mi è dispiaciuto l’attacco incomprensibile del sindaco di Tolmezzo Francesco Brollo a Franceschino Barazzutti, laureato in scienze, docente stimato, sindaco di Cavazzo Carnico nel difficile periodo del post terremoto, che ha speso anni ed anni per la sua gente e per la salvezza del lago di Cavazzo, per l’ambiente, (per quell’ambiente naturale tanto amato anche da Brollo, se ben ricordo le sue belle fotografie scattate in montagna, su carnia.la), per la Carnia. Egli ha infatti dichiarato alla stampa «Certi commenti come quelli di Franceschino Barazzutti rendono un cattivissimo servizio al territorio, perché illudono la gente, mettono in cattiva luce i sindaci che invece stanno lavorando per il bene dei propri cittadini e sviliscono il dibattito politico. Se Barazzutti se ne esce con proposte così populiste in quanto impercorribili, c’è da chiedersi a cosa gli sia giovata l’esperienza e l’importante passato di amministratore pubblico.» (Ivi).

Relativamente a questa sua dichiarazione, mi sento di dire a Francesco Brollo che, in primo luogo, io, come credo molti altri, non sappiamo di che parli, se non cita dove trovasi le dichiarazioni di Barazzutti, che non so quali siano; che chi ci disillude e ci tiene con i piedi per terra sono Cafc, Gomboso, e le bollette; che non so cosa significhi, in lingua italiana, “proposte populiste”, nel caso specifico, poi, ignote, e quindi non so perché considerate vie impercorribili, se per esempio si rifanno all’esperienza trentina o napoletana; e perché sviliscano il dibattito politico, e non arricchiscano di documenti e proposte, alternative, uscendo dal pensiero omologato. Per i problemi legati alla privatizzazione dell’acqua, rimando ai miei precedenti, ed all’articolo di Franceschino Barazzutti da me pubblicato, sempre su www.nonsolocarnia.info.
Senza offesa per nessuno, ma solo per palesare, in modo documentato, il mio pensiero e continuare a parlare di un argomento così importante.

Laura Matelda Puppini

L’immagine che correda l’ articolo è quella già precedentemente utilizzata, tratta da: www.acquabenecomune.org/con variazione nel colore. Laura Matelda Puppini

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