Lago di Cavazzo ed acqua dolce. Perché bisogna lottare per rinaturalizzarlo e preservarlo.
Sto accingendomi a scrivere l’ennesimo articolo sulla telenovela ‘lago di Cavazzo’, che ha occupato uno spazio non certo minimo in questo mio blog. Ed in apertura ricordo l’importanza di un lago per l’equilibrio di un territorio, e quanti laghi siano andati perduti con risultati devastanti per il pianeta terra.
E così scrivevo nel lontano 2018 sempre su www.nonsolocarnia.info: «Molti laghi, fonte di acqua dolce ed indispensabili per gli ecosistemi, sono scomparsi nel mondo o si sono drasticamente ridotti, portando dissesti e desertificazione, basti pensare al lago Aral, uno dei più grandi del globo, in Usbekistan, il cui bacino orientale si è totalmente prosciugato, al lago Poopò, che era il secondo lago della Bolivia, al lago Bedwater, a carattere stagionale, nella Death Valley in Colorado, al lago Chad (anche Ciad) in Africa, al lago Owens, in California, ridotto ad un decimo della sua estensione, al lago Powell, sempre negli Usa, al lago Mead, tra Arizona e Nevada, al Goose Lake, al confine con l’Oregon». (1).
E scriveva nel merito Matteo Marini, nel 2016: «Siccità e desertificazione, dovute anche ai cambiamenti climatici e al riscaldamento globale, sfruttamento eccessivo delle risorse per l’irrigazione o per le attività estrattive e industriali: sono diversi i laghi e i fiumi (il caso più eclatante è quello del Colorado) che stanno sparendo in tutto il mondo. Corsi e soprattutto specchi d’acqua ancora presenti sulle cartine geografiche ma le cui rive disegnano profili sempre più stretti, lasciando a secco le imbarcazioni dei pescatori e delle attività turistiche. Una crisi idrica dagli effetti devastanti che non risparmia nessun continente, dall’Asia all’Africa alle Americhe e che mette a serio rischio l’economia delle zone in cui si trovano […]» (2).
Vediamo di non aumentare il numero dei laghi moribondi, penso fra me e me, avendo in mente il lago di Cavazzo. Perdere acqua dolce è una tragedia, ed ora come ora lo è ancor di più. E che lo vogliano o meno i politici, l’acqua dolce, indispensabile per la vita, sta finendo e ci sono luoghi come ci ha spiegato fratel Laurencig (3) ove una goccia della stessa è preziosissima. Eppure un tempo c’erano laghi, fiumi, mari non plastificati, economie legate alle risorse locali che permettevano di mangiare a tutti, ma ora siamo alla catastrofe mondiale.
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E l’acqua è talmente preziosa ed indispensabile che ««Si sta accelerando una tendenza preoccupante: le banche di Wall Street e i multimiliardari dell’elite stanno acquistando l’acqua in tutto il mondo ad un ritmo senza precedenti. Note mega-banche e colossi d’investimento come Goldman Sachs, JP Morgan Chase, Citigroup, UBS, Deutsche Bank, Credit Suisse, Macquarie Bank, Barclays Bank, the Blackstone Group, Allianz, e HSBC Bank, tra le altre, stanno consolidando il loro controllo sull’acqua. Anche magnati come T. Boone Pickens, l’ex presidente George H.W. Bush e la sua famiglia, Li Ka-shing di Hong Kong, Manuel V. Pangilinan delle Filippine e altri stanno comprando migliaia di ettari di terreno con falde acquifere, laghi, diritti di sfruttamento, aziende di erogazione, azioni in compagnie di ingegneria e tecnologia dell’acqua. La seconda tendenza preoccupante è che, mentre i nuovi baroni stanno comprando l’acqua in tutto il mondo, i governi stanno rapidamente limitando la capacità dei cittadini di procurarsela autonomamente […]». (4)
E negli Usa si è iniziato a quotare l’acqua in borsa, mentre in Italia «troviamo Multiutilty a Nord, multinazionali a Sud, shopping in borsa e attacco alle fonti: l’assedio all’acqua pubblica si fa sempre più stretto con buona pace del referendum del 2011. (…). I processi in corso vedono la multiutility emiliana Hera espandersi in Triveneto, la milanese A2A arrivare fino a Cremona, i genovesi di Iren che tentano di mettere le mani anche sull’acqua di Torino. Ci sono le grandi manovre, poi, di Acea, tra Toscana, Umbria, Lazio e Campania, mentre a vario titolo i francesi di Suez e Veolia (che già è dentro la calabrese Sorical e per il 59,6% in Idrosicilia) agiscono con la multiutility capitolina nel Mezzogiorno insidiando Aqp, l’acquedotto pugliese, con il progetto di una megamultiutility del Sud. Attraverso processi di acquisizione, aggregazione e fusione, i quattro colossi quotati in borsa – A2A, Iren, Hera e Acea – puntano a inglobare tutte le società di gestione dei servizi idrici, ambientali ed energetici. Gestioni distrettuali ultraregionali, le ha chiamate, un anno fa il presidente dell’autorità nazionale Energia Elettrica-Gas-Servizi Idrici. Tutto ciò serve a espandere il margine operativo dilatando la platea dei clienti e controllando le sorgenti più ricche». (5).
E che l’acqua dolce, indispensabile per la vita e non riproducibile in laboratorio stia finendo sul pianeta non lo dico io ma ce lo ha detto da tempo la NASA. E così ho riportato sempre nel mio, su www.nonsolocarnia.info: L’acqua dolce, quella che beviamo, con cui ci laviamo e cuciniamo, viene sprecata, venduta, inquinata, sottoposta ad un accesso aggressivo. Con quali risultati? Vediamolo. :«E chi dice che l’acqua del pianeta, quella potabile, sta finendo non è un menagramo qualsiasi ma la Nasa. «Secondo gli scienziati della Nasa, il nostro Pianeta rischia di restare a secco. Le immagini mostrate dai satelliti parlano chiaro: 20 delle 37 falde acquifere del Pianeta hanno oltrepassato il punto critico di sostenibilità, calando drasticamente. Di queste, 13 sono state dichiarate ad alto rischio e la situazione è destinata a peggiorare. Tra i fattori che maggiormente hanno messo sotto pressione le riserve idriche del nostro pianeta c’è la crescita della curva demografica, l’utilizzo delle risorse per l’agricoltura e per le attività minerarie. Il problema è globale». (6). E con il cambiamento climatico e la desertificazione del creato non può che andare peggio. E in Italia abbiamo già perso, alla fine dell’Ottocento, a causa di avventate scelte umane, il lago del Fucino, che era il terzo per grandezza della penisola. Ma anche allora pare che gli affari fossero affari.
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Pertanto quando qualcuno cerca forse di avere pieno potere sull’acqua del lago naturale di Cavazzo, come mi è parso di capire ad Alesso il 24 febbraio 2024, il più grande della regione, (ma il forse è d’obbligo), non è interessato solo a portare acqua a due campi, non si sa quanto redditizi, di mais, coltura che richiede ampie risorse idriche, ma ad appropriarsi di un bene pubblico. Ma se sbaglio correggetemi. E quando un accordo è siglato, è siglato.
E stiamo parlando del Consorzio di Bonifica della pianura Friulana, prima Consorzio Ledra- Tagliamento, che si rende talmente conto di quanto l’acqua sia preziosa, da aver sostenuto il convegno, tenutosi il 6 settembre 2023, dal titolo: “L’uso efficiente dell’acqua in agricoltura” (7), promosso dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia (credo dall’ Assessorato alle risorse agroalimentari, forestali ed ittiche), per mostrare come l’acqua dolce, ed un suo uso razionale, siano indispensabili all’agricoltura e siano essenziali per garantire alle colture produzioni elevate e di qualità. Però la qualità, da che so, dipende da diversi fattori interagenti, ed in particolare dal seme e dalla cura dei campi.
Ma credo proprio che per giungere a queste conclusioni generali non servisse un convegno, Questo, della durata di un giorno, è stato promosso nell’ambito della convenzione avviata con successo da ERSA (Agenzia regionale per lo sviluppo rurale del FVG), ANBI (Associazione nazionale bonifiche e irrigazione) e CER (Consorzio di secondo grado per il Canale Emiliano-Romagnolo). «Il convegno, curato da Pordenone Fiere e Udine Gorizia Fiere, si è articolato in due sessioni: una mattutina focalizzata su scenari e proposte per una gestione irrigua ottimale e una pomeridiana dedicata alle tecnologie irrigue 4.0 e alle soluzioni innovative già in uso» (8). A me francamente, il tempo dato per trattare temi così importanti pare davvero esiguo, e relegato ad un ‘evento’, mentre questi problemi avrebbero richiesto ben maggiori studi e confronti tra diverse parti che avessero cognizione dei problemi ambientali. Ma invece così va il mondo, in questa Italia ‘americanizzata’ culturalmente e con la frenesia del fare quello che aggrada, non certo a favore dei cittadini.
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Letto questo, io ho inziato a pensare, ma se erro correggetemi, che la giunta regionale non voglia più il bypass del lago di Cavazzo perché la priorità, per lei, dopo un ‘evento’ di 8 ore o meno, relativamente all’acqua del lago, nell’ottica finanziario-centrica che ha già distrutto il mondo intero e sta mettendo in serio pericolo la sopravvivenza del pianeta e dell’ umanità, sia quella che venga utilizzata per l’irrigazione per la coltivazione di mais, ormai poco utilizzato e le cui qualità più ricche (la pannocchia rossa o arancione piccola, dai chicchi lucidi e grassi) temo siano andate perdute, come è accaduto per quelle che aveva mio marito, a causa dell’ imbastardimento con semi di bassa lega, di ‘blava’ molto meno nutritiva.
Inoltre non si sa quanto l’acqua del lago senza bypass risulti pulita o fangosa, e studi certi di anni fa danno la morte del lago fra un centinaio di anni ma anche meno senza rinaturalizzazione che, anche per Paolo Strazzolini, docente di chimica organica presso l’Università di Udine, può avvenire solo con il bypass. (9).
E non dimentichiamo che sono proprio gli usi irrigui che hanno alimentato disastri e siccità nel mondo e desertificato laghi, oltre gli altri. Infine da anni il mais vale ben poco economicamente e il suo prezzo nel settembre 2023 era ancora in netto calo. (10). Infatti la politica europea tende ad acquistarlo dagli Usa, facendo sì che il prezzo di questo sia stabile, mentre quello di produzione italiana va scivolando sempre più giù, con perdite anche di 7 euro il chilo. (11).
Pertanto è intelligente e lungimirante utilizzare la preziosissima acqua dolce del lago per fini irrigui di campi di mais, senza bonifica alcuna dell’ acqua lacustre? Chiediamocelo.
E tristemente penso al modo illogico di procedere di questa nostra giunta regionale (che per lo più non porta neppure le sue scelte epocali al consiglio) e della politica in generale per punti scissi, evitando di guardare i problemi territoriali nel loro insieme, come scienza vorrebbe, senza studiare le relazioni, le interconnessioni, e spesso battendo, attraverso i mezzi di informazione, la grancassa del banditore.
Ed io, per esempio, che tendo ad informarmi, non so fino a quando si potrà irrigare e prelevare, se le 2 centrali e una miriade di centraline ad uso privato continueranno ad utilizzare l’acqua dolce della montagna, (indispensabile per far bere e far lavare la gente di pianura e per irrigare, per mantenere l’umidità dell’ ambiente e lavare i suoli), per produrre energia elettrica, aspetto che, insieme ai vorticosi cambiamenti climatici, potrebbe seriamente portare ad una progressiva ulteriore desertificazione. E se si desertifica il lago ed i fiumi montani è finita per tutti. E non crediate che sia una prefica.
Infatti basta vedere i rii ed i fiumi a tratti in secca percorrendo la Carnia, e basta leggere cosa ho trovato sui corsi d’ acqua montani, (e l’acqua viene dai monti e va al piano) che ho pubblicato su www.nonsolocarnia.info in: Sulle acque della Carnia e sui loro limiti dati in particolare dallo sfruttamento idroelettrico, su A2A ed altro ancora che vi invito caldamente a leggere od almeno guardare, scritto sulla base di dati reperiti anche se non recentissimi, per farsi una idea di come si potrebbe andare a finire, se non si cambia rotta. Ma alla politica dei proclami, mi vien da pensare, non servono dati, e se erro corregetemi.
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E per ora mi fermo qui, per poi riportare in altro articolo, quanto è stato detto ieri ad Alesso di Trasaghis.
Senza voler offendere alcuno, questo ho scritto e per poter riflettere su di un tema particolare in un’ottica generale. E vi garantisco che io non ho mai visto una Regione così incapace di pensare, di far realizzare studi seri, essendo nel 2024, come questa, che sembra non saper approfondire problema alcuno, ma che pare abbia invece una gran fretta di fare, di decidere di legiferare pure contro gli interessi della popolazione stessa che l’ha mandata al governo per rappresentarla. Infine, per concludere, vi invito a leggere l’articolo e guardare il video : “Riscaldamento globale e consumo umano: metà dei grandi laghi del mondo si sta prosciugando” in: https://www.rainews.it/video/2023/05/riscaldamento-globale-e-consumo-umano-meta-dei-grandi-laghi-del-mondo-si-sta-prosciugando-b00a4a80-dd94-4ef8-9554-7e578d2566c9.html.
Prima di fare scelte avventate la nostra giunta Regionale dovrebbe pensarci bene, ma pare che i suoi progetti attuali per il lago siano già di corsa passati alla fase di presentazione. E non è previsto by-pass alcuno. O tempora o mores! E mi vien da dire “Pies di cusì …”
Laura Matelda Puppini
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Note.
1. http://www.repubblica.it/ambiente/2016/01/27/foto/la_crisi_idrica_nel_pianeta_i_laghi_e_i_fiumi_che_stanno_sparendo-132136164/1/#1, righe da me citate su www.nonsolocarnia.info in: Lago di Cavazzo: ultima puntata. Rinaturalizzazione o lago finito?
2. http://www.nationalgeographic.it/wallpaper/2017/05/15/foto/lago_ciad_desertificazione-3528636/1/; https://www.focus.it/ambiente/ecologia/il-lago-aral-sparisce; http://www.meteoweb.eu/2016/06/desertificazione-wwf-a-rischio-almeno-il-40-delle-terre-emerse/704700/; Luca Mattiucci, Desertificazione e siccità, le nuove catastrofi naturali. A rischio 1,1 miliardi di persone, in: http://sociale.corriere.it/desertificazione-e-siccita-le-nuove-catastrofi-naturali-a-rischio-11-miliardi-di-persone/ ed altri. La parte qui riportata è citata dal mio: “su www.nonsolocarnia.info in: Lago di Cavazzo: ultima puntata. Rinaturalizzazione o lago finito?
3. Cfr. in www.nonsolocarnia.info: Fratel Dario Laurencig. Acqua, siccità, e ruolo missionario
4. http://www.affaritaliani.it/cronache/l-acqua-dolce-sta-finendo-super-banche090614.html. Ma anche: http://www.repubblica.it/ambiente/2016/01/27/foto/la_crisi_idrica_nel_pianeta_i_laghi_e_i_fiumi_che_stanno_sparendo-132136164/1/#1. Righe da me ciitate anche nel mio, su www.nonsolocarnia.info: L’acqua dolce, quella che beviamo, con cui ci laviamo e cuciniamo, viene sprecata, venduta, inquinata, sottoposta ad un accesso aggressivo. Con quali risultati? Vediamolo.
5. Checchino Antonini, Così proseguono gli affari sull’acqua, Left, 7 gennaio 2017, p.8, da me citato in: nonsolocarnia.info: L’acqua dolce, quella che beviamo, con cui ci laviamo e cuciniamo, viene sprecata, venduta, inquinata, sottoposta ad un accesso aggressivo. Con quali risultati? Vediamolo.
6. Da: https://rivistanatura.com/allarme-nasa-acqua-sta-finendo. Da me ripreso su www.nonsolocarnia.info nell ‘articolo: L’acqua dolce, quella che beviamo, con cui ci laviamo e cuciniamo, viene sprecata, venduta, inquinata, sottoposta ad un accesso aggressivo. Con quali risultati? Vediamolo.
7. https://www.bonificafriulana.it/convegno-6-settembre-2023-luso-efficiente-dellacqua-in-agricoltura/. Temi e relatori presenti si trovano a questo indirizzo online.
8. Ivi e “L’uso efficiente dell’acqua in agricoltura, in: http://eventi.regione.fvg.it/Eventi/dettaglioEvento.asp?evento=21541.
9. Cfr. dichiarazione di Paolo Strazzolini, da me riportata in: Lago di Cavazzo. Considerazioni su di un’altra parte del secondo studio voluto dalla Regione e dai comuni della Val del Lago. O tempora o mores!
10. https://www.informatoreagrario.it/filiere-produttive/seminativi/prezzi-mais-settembre-2023/
11. Ivi.
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L’immagine che accompagna l’articolo mostra il lago montano di Fradusta sulle Dolomiti che ha perso il 95% delle sue acque. Tanto per dire che può accadere. Immagine da: https://www.corriere.it/sette/attualita/21_settembre_24/quel-lago-sparito-tre-settimane-morte-diretta-un-ghiacciaio-bb2e3272-1d52-11ec-a854-dd0bdfda3385.shtml. L.M.P.
https://www.nonsolocarnia.info/lago-di-cavazzo-ed-acqua-dolce-perche-bisogna-lottare-per-rinaturalizzarlo-e-preservarlo/https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2024/02/LAGO-DOLOMITI-anno-1954-kC2F-U3290928753651hYB-656x492@Corriere-Web-Sezioni.jpg?fit=656%2C491&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2024/02/LAGO-DOLOMITI-anno-1954-kC2F-U3290928753651hYB-656x492@Corriere-Web-Sezioni.jpg?resize=150%2C150&ssl=1AMBIENTEECONOMIA, SERVIZI, SANITÀSto accingendomi a scrivere l’ennesimo articolo sulla telenovela ‘lago di Cavazzo’, che ha occupato uno spazio non certo minimo in questo mio blog. Ed in apertura ricordo l’importanza di un lago per l’equilibrio di un territorio, e quanti laghi siano andati perduti con risultati devastanti per il pianeta terra. E...Laura Matelda PuppiniLaura Matelda Puppinilauramatelda@libero.itAdministratorLaura Matelda Puppini, è nata ad Udine il 23 agosto 1951. Dopo aver frequentato il liceo scientifico statale a Tolmezzo, ove anche ora risiede, si è laureata, nel 1975, in filosofia presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Trieste con 110/110 e quindi ha acquisito, come privatista, la maturità magistrale. E’ coautrice di "AA.VV. La Carnia di Antonelli, Centro Editoriale Friulano, 1980", ed autrice di "Carnia: Analisi di alcuni aspetti demografici negli ultimi anni, in: La Carnia, quaderno di pianificazione urbanistica ed architettonica del territorio alpino, Del Bianco 1975", di "Cooperare per vivere, Vittorio Cella e le cooperative carniche, 1906- 1938, Gli Ultimi, 1988", ha curato l’archivio Vittorio Molinari pubblicando" Vittorio Molinari, commerciante, tolmezzino, fotografo, Gli Ultimi, Cjargne culture, 2007", ha curato "Romano Marchetti, Da Maiaso al Golico, dalla Resistenza a Savona, una vita in viaggio nel Novecento italiano, ed. ifsml, Kappa vu, ed, 2013" e pubblicato: “Rinaldo Cioni – Ciro Nigris: Caro amico ti scrivo… Il carteggio fra il direttore della miniera di Cludinico, personaggio di spicco della Divisione Osoppo Carnia, ed il Capo di Stato Maggiore della Divisione Garibaldi Carnia, 1944-1945, in Storia Contemporanea in Friuli, n.44, 2014". E' pure autrice di "O Gorizia tu sei maledetta … Noterelle su cosa comportò per la popolazione della Carnia, la prima guerra mondiale, detta “la grande guerra”", prima ed. online 2014, edizione cartacea riveduta, A. Moro ed., 2016. Inoltre ha scritto e pubblicato, assieme al fratello Marco, alcuni articoli sempre di argomento storico, ed altri da sola per il periodico Nort. Durante la sua esperienza lavorativa, si è interessata, come psicopedagogista, di problemi legati alla didattica nella scuola dell’infanzia e primaria, e ha svolto, pure, attività di promozione della lettura, e di divulgazione di argomenti di carattere storico presso l’isis F. Solari di Tolmezzo. Ha operato come educatrice presso il Villaggio del Fanciullo di Opicina (Ts) ed in ambito culturale come membro del gruppo “Gli Ultimi”. Ha studiato storia e metodologia della ricerca storica avendo come docenti: Paolo Cammarosano, Giovanni Miccoli, Teodoro Sala.Non solo Carnia
Messico. 27 febbraio 2024. “Siccità. Città del Messico senza acqua: emergenza idrica da tre mesi. (https://tg24.sky.it/mondo/2024/02/26/siccita-citta-messico-emergenza-idrica). Solo l’area metropolitana di Città del Messico ha 24 748 250 cioè oltre 24 milioni di abitanti. (https://it.wikipedia.org/wiki/Città_del_Messico).
“In gran parte del Messico manca l’acqua” “Attualmente il 71 per cento del paese si trova in una situazione di siccità anormale e il 19 per cento attraversa una siccità estrema”.
“A Città del Messico, una megalopoli costruita sul letto di un vasto lago che si è completamente prosciugato all’inizio del novecento […] la siccità sta minacciando la seconda fonte di approvvigionamento idrico: il sistema Cutzamala. (https://www.internazionale.it/notizie/camilla-desideri/2023/12/02/siccita-messico).
“Spagna Siccità in Catalogna: fiumi e stagni prosciugati” Ne risentono anche diverse aziende legate all’acqua come la palude Sau per turisti. (https://stream24.ilsole24ore.com/video/italia/spagna-siccita-catalogna-fiumi-e-stagni-prosciugati/AFqUcIaC). Si cerca di desalinizzare l’acqua marina, ma forse si dovrebbe anche deplastificarla, ed è soluzione costosissima. E sta iniziando una nuova ‘guerra dell ‘acqua’ fra regioni spagnole. Inoltre la siccità ha portato in Catalogna allo stato di emergenza idrica che prevede forti restrizioni per l’agricoltura, gli allevamenti e l’industria, ed al razionamneto dell ‘acqua per 5 milioni di abitanti. (https://www.greenpeace.org/italy/storia/20917/siccita-catalogna/).
E noi pensiamo a nuove piste da sci, ora se ho ben compreso anche sintetiche, e a bagnare mais con l’acqua del lago di Cavazzo!!!! O tempora o mores! Ma in che stratosfera vivono i nostri sorestanz regionali?
Cfr. anche: “È vero che i cambiamenti climatici, l’inquinamento dei corpi idrici e la dispersione hanno aggravato il problema della disponibilità di acqua potabile?”, in: https://www.ansa.it/ansa_verified/verifica_dei_fatti/ambiente/2024/02/27/e-vero-che-i-cambiamenti-climatici-linquinamento-dei-corpi-idrici-e-la-dispersione-hanno_9812665a-9890-4c1c-a16e-2da1f8c05610.html.