Ma cosa sono i contratti di fiume?
Ho incontrato casualmente a Paluzza, per la Festa delle Resistenze, Alberto Pertodi, Presidente del Comitato Amici del Roiello di Pradamano (con oltre 150 persone fisiche aderenti) che ha firmato a Udine in data 10 novembre 2022 l’ ‘Atto di Impegno del Contratto di Fiume’ per detto corso d’acqua.
Mi ha parlato in quell’ occasione dei ‘Contratti di fiume’ di cui nulla sapevo, e così gli ho domandato di inviarmi un testo sugli stessi per me e per voi, lettori. Ed ecco quanto Alberto Pertoldi mi ha spedito.
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«I Contratti di Fiume (CdF) sono strumenti volontari di programmazione strategica e negoziata che perseguono la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico, contribuendo allo sviluppo locale.
I Contratti di Fiume promanano dalla Direttiva “Acque” 2000/60/CE del Parlamento europeo che, nella Repubblica Italiana, è stata codificata dal D.lgs. 152/2006.
La Regione FVG nel corso dell’anno 2015 ha introdotto i Contratti di Fiume e ha emesso un articolo di legge che definisce e struttura per linee generali il processo di programmazione negoziata e partecipata dei Contratti di Fiume.
La metodologia dei CdF è del tutto innovativa per più motivi, ma ce n’è uno in particolare, una novità assoluta: partecipano sia le istituzioni pubbliche sia i privati (cittadini, associazioni, comitati, imprese, ecc.). Sono tutti portatori d’interesse. Senza i privati non si attiva un processo di “programmazione negoziata e partecipata”. Questa è un’impostazione imprescindibile.
Il CdF non riguarda solo i corsi d’acqua, i corpi idrici, i canali artificiali, i sistemi fluviali. Esso può essere utilizzato per le foci dei fiumi, le acque di transizione e di falda, le risorgive, le lagune e i sistemi lagunari, le aree umide, le riviere, le coste, i laghi.
La programmazione negoziata e partecipata è uno strumento di attuazione della pianificazione strategica nella logica di una governance multilivello, cioè relativa alle modalità di rapporto che la Regione instaura con i territori, gli Enti Locali, la società civile, le rappresentanze del mondo del lavoro e delle imprese, nel pieno rispetto dei cinque principi base della governance: apertura, partecipazione, responsabilità, efficacia, coerenza.
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I Contratti di Fiume sono stati recepiti dalla Regione FVG con l’art. 12 della L. R. n.11 del 29 aprile 2015, che si riporta per estratto di seguito.
(Contratti di fiume)
Art. 12 della L.R. n. 11/2015
1. I Comuni e i Consorzi di bonifica, il cui territorio è compreso entro un bacino idrografico, d’intesa con la Regione, possono istituire i contratti di fiume mediante il coinvolgimento di soggetti pubblici e privati interessati.
2. Il contratto di fiume è un processo di programmazione negoziata e partecipata basato sull’adesione volontaria e finalizzato ad attuare la riqualificazione ambientale e la rigenerazione socio-economica dei sistemi fluviali, coordinandone l’azione di pianificazione dell’uso, della tutela e della valorizzazione dei corsi d’acqua, coerente con le peculiarità e le potenzialità del territorio sotteso, nonché con la pianificazione territoriale e di tutela ambientale.
3. Il processo di programmazione negoziata e partecipata di cui al comma 2 è articolato nelle seguenti fasi:
a) costruzione della rete di attori coinvolti;
b) definizione di regole e strumenti condivisi;
c) rappresentazione del territorio allo stato attuale;
d) individuazione degli obiettivi di preservazione e di riqualificazione ambientale;
e) progettazione delle strategie e delle azioni;
f) valutazione del fabbisogno finanziario e indicazione delle risorse;
g) formalizzazione del contratto di fiume;
h) attuazione delle strategie e delle azioni;
i) monitoraggio dell’efficacia del processo e dei risultati ottenuti;
j) eventuale revisione del processo.
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Si tratta di un percorso che si differenzia dai progetti di sviluppo locali e dalle azioni per l’adeguamento dei servizi previsti, ad esempio, dalla strategia per le Aree Interne. Le diversità consistono nel fatto che ai “progetti” si propongono i “processi” e che il ruolo delle Istituzioni pubbliche è integrato dal ruolo dei soggetti privati ai quali viene riconosciuta pari dignità. Una rivoluzione! Legittimata in questo caso».
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Fin qui Alberto Pertoldi. Ma altre informazioni sui contratti di fiume si trovano anche su: “https://www.contrattidifiume.it/it/contratti-di-fiume/”
Ivi si legge, relativamente alal Lombardia, che « Il Contratto di Fiume contribuisce a raggiungere gli obiettivi delle Direttive Europee sulle Acque (2000/60/CE) e sulle Alluvioni (2007/60/CE) supportando e promuovendo politiche e iniziative volte a consolidare comunità fluviali resilienti, riparando e mitigando, almeno in parte, le pressionidovute a decenni di urbanizzazione sregolata.
Da molto tempo i corsi d’acqua lombardi e, in particolare, quelli che attraversano l’area metropolitana milanese si trovano in situazioni critiche: inquinamento, crescente urbanizzazione e artificializzazione delle sponde sono solo alcune delle cause di degrado dell’ambiente fluviale e della scarsa qualità delle acque.
Sono territori, pertanto, fragili e sempre più vulnerabili agli eventi meteo estremi determinati dal cambiamento climatico; fiumi e territori fortemente modificati che hanno perso buona parte della loro naturale capacità di risposta alle pressioni. (…).
Negli anni recenti, sono numerosi i Contratti di Fiume nati dal basso promossi da un parco, da una comunità montana o anche dai comuni con la forma degli accordi di programmazione negoziata. Spesso regione Lombardia ha firmato i contratti di in qualità di sponsor ma non è apparsa come promotrice principale. Poi sono seguite altre regioni italiane: il Piemonte, l’Emilia-Romagna e tante altre a seguire».
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Infine per wikipedia, il Contratto di Fiume è un protocollo giuridico per la rigenerazione ambientale del bacino idrografico di un corso d’acqua.
Secondo la definizione data dal 2º World Water Forum, il Contratto di Fiume permette “di adottare un sistema di regole in cui i criteri di utilità pubblica, rendimento economico, valore sociale, sostenibilità ambientale intervengono in modo paritario nella ricerca di soluzioni efficaci per la riqualificazione di un bacino fluviale”». (https://it.wikipedia.org/wiki/Contratto_di_fiume).
Ed ancora: «I contratti di fiume devono avviare processi partecipativi dal basso e devono essere coerenti con il contesto territoriale, sociale e amministrativo in cui si inseriscono e con gli obiettivi di norme, programmi, piani o altri strumenti vigenti su quel territorio. I soggetti aderenti al contratto di fiume definiscono un Programma d’Azione condiviso e si impegnano ad attuarlo attraverso la sottoscrizione di un accordo. (…).
I contratti di fiume, quindi, devono essere coerenti con i piani distrettuali e devono focalizzarsi sulla qualità dell’acqua e sul rischio di esondazione. Le analisi sulla qualità dell’acqua devono essere, quindi, svolte dall’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente.
Con i contratti di fiume si perseguono i seguenti obiettivi:sostenibilità della governance fluviale;riqualificazione fluviale;riduzione rischio idrogeologico;miglioramento della qualità di vita; continuità fluviale;infrastrutture verdi;sviluppo delle potenzialità (turismo dolce); minimizzazione dei costi ed incremento della consapevolezza dei soggetti a tutelare i corpi idrici». (https://greenreport.it/news/acqua/contratti-di-fiume-a-che-punto-siamo-in-italia/).
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Considerazioni.
Questa proposta sarebbe stata interessante se in Fvg, dove peraltro è stata però già accolta dalla Regione anni fa, vi fosse la possibilità di dialogare con i portatori di interessi privati, che ormai dominano, con concessioni avute qui e là, quasi tutti i rii, i ruscelli, i fiumi della regione. E pare che coloro che hanno avuto concessioni per centraline in Friuli si siano persino uniti in un cartello per rivendicare i loro interessi e la quasi proprietà od usufrutto perenne dei corsi d’acqua. Ma se erro correggetemi, perché scrivo a memoria, e per essere precisa devo cercare il relativo articolo sul Messaggero Veneto. E ci mancherebbe solo l’acciaieria di San Giorgio di Nogaro che distruggerebbe la laguna a completare il quadro di una realtà dove i cittadini pare contino poco e nulla ed i privati abbiano vinto tutto il banco. In questa società ben poco civica, che senso ha pensare a contratti di fiume? Ma almeno parlarne è possibile.
Grazie ad Alberto Pertoldi.
L’immagine che accompagna l’articolo è il simbolo dei contratti di fiume ed è tratta da: https://greenreport.it/news/acqua/contratti-di-fiume-a-che-punto-siamo-in-italia/
Laura Matelda Puppini
https://www.nonsolocarnia.info/ma-cosa-sono-i-contratti-di-fiume/https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2023/10/contratti-di-fiume.jpg?fit=512%2C410&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2023/10/contratti-di-fiume.jpg?resize=150%2C150&ssl=1Senza categoriaHo incontrato casualmente a Paluzza, per la Festa delle Resistenze, Alberto Pertodi, Presidente del Comitato Amici del Roiello di Pradamano (con oltre 150 persone fisiche aderenti) che ha firmato a Udine in data 10 novembre 2022 l' 'Atto di Impegno del Contratto di Fiume' per detto corso d'acqua. Mi ha...Laura Matelda PuppiniLaura Matelda Puppinilauramatelda@libero.itAdministratorLaura Matelda Puppini, è nata ad Udine il 23 agosto 1951. Dopo aver frequentato il liceo scientifico statale a Tolmezzo, ove anche ora risiede, si è laureata, nel 1975, in filosofia presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Trieste con 110/110 e quindi ha acquisito, come privatista, la maturità magistrale. E’ coautrice di "AA.VV. La Carnia di Antonelli, Centro Editoriale Friulano, 1980", ed autrice di "Carnia: Analisi di alcuni aspetti demografici negli ultimi anni, in: La Carnia, quaderno di pianificazione urbanistica ed architettonica del territorio alpino, Del Bianco 1975", di "Cooperare per vivere, Vittorio Cella e le cooperative carniche, 1906- 1938, Gli Ultimi, 1988", ha curato l’archivio Vittorio Molinari pubblicando" Vittorio Molinari, commerciante, tolmezzino, fotografo, Gli Ultimi, Cjargne culture, 2007", ha curato "Romano Marchetti, Da Maiaso al Golico, dalla Resistenza a Savona, una vita in viaggio nel Novecento italiano, ed. ifsml, Kappa vu, ed, 2013" e pubblicato: “Rinaldo Cioni – Ciro Nigris: Caro amico ti scrivo… Il carteggio fra il direttore della miniera di Cludinico, personaggio di spicco della Divisione Osoppo Carnia, ed il Capo di Stato Maggiore della Divisione Garibaldi Carnia, 1944-1945, in Storia Contemporanea in Friuli, n.44, 2014". E' pure autrice di "O Gorizia tu sei maledetta … Noterelle su cosa comportò per la popolazione della Carnia, la prima guerra mondiale, detta “la grande guerra”", prima ed. online 2014, edizione cartacea riveduta, A. Moro ed., 2016. Inoltre ha scritto e pubblicato, assieme al fratello Marco, alcuni articoli sempre di argomento storico, ed altri da sola per il periodico Nort. Durante la sua esperienza lavorativa, si è interessata, come psicopedagogista, di problemi legati alla didattica nella scuola dell’infanzia e primaria, e ha svolto, pure, attività di promozione della lettura, e di divulgazione di argomenti di carattere storico presso l’isis F. Solari di Tolmezzo. Ha operato come educatrice presso il Villaggio del Fanciullo di Opicina (Ts) ed in ambito culturale come membro del gruppo “Gli Ultimi”. Ha studiato storia e metodologia della ricerca storica avendo come docenti: Paolo Cammarosano, Giovanni Miccoli, Teodoro Sala.Non solo Carnia
Così il 7 febbraio Furio Honsell “”Oggi in Commissione Ambiente del Consiglio Regionale ci sono state le audizioni relative ai “Contratti di fiume” in regione.
L’audizione sollecitata anche da noi di Open Sinistra FVG era volta ad ascoltare le proposte e le richieste di quelle associazioni di volontariato ed enti locali che con autentico idealismo civile si pongono a tutela dei corsi d’acqua per una pianificazione condivisa e rispettosa.
È indubbio che sono necessarie più risorse da parte della Regione. È importante però coinvolgere anche gli imprenditori. Ad esempio sarebbe essenziale coinvolgere le società titolari delle concessioni idroelettriche che controllano le captazioni delle acque in montagna per definire i contratti di fiume in Carnia, che davvero permettano il controllo del minimo flusso vitale dei corsi d’acqua.
Se il “contratto di laguna” in essere a Marano avesse coinvolto anche gli imprenditori non avremmo assistito a quell’autentico psicodramma regionale che è stato il progetto di nuove acciaierie in laguna.
Se infine ci fosse un “contratto di lago” relativo al Lago dei tre Comuni, che coinvolgesse anche A2A, le problematiche della sua tutela sarebbero da tempo condivise. I Contratti di Fiume sono uno strumento potenzialmente efficace ma tutti, a incominciare dall’Assessorato, e
dagli imprenditori devono riconoscerne la valenza aldilà delle parole. Intendiamo sostenere la presentazione di una proposta di legge al riguardo”. Così si è espresso Furio Honsell Consigliere Regionale di Open Sinistra FVG.
(Comunicato di Furio Honsell datato 7 febbraio con oggetto: Su audizione in IV Commissione su tema contratti di fiume).
In IV Commissione, a parlare di contratti di fiume, c’era anche Alberto Pertoldi, Presidente del Comitato Amici del Roiello di Pradamano, che mi ha inviato questo testo da lui presentato. ”
“Sono Alberto Pertoldi, residente a Pradamano. Mi presento affermando che non intervengo in merito al Contratto di Fiume Roiello di Pradamano, tantomeno in qualità di sottoscrittore del relativo Documento d’Intenti avvenuto nella sede del Municipio di Udine il 26 giugno 2017 e di sottoscrittore dell’Atto di Impegno avvenuto a Udine il 10 novembre 2022 presso il Salone di Palazzo Belgrado, bensì in qualità di persona che si è dedicata a studiare i Contratti di Fiume (CdF) a livello nazionale e regionale, in particolare a livello della Regione FVG; come pure in qualità di persona che era stata invitata a relazionare come case study all’incontro dell’Osservatorio Nazionale dei Contratti di Fiume tenutosi a Roma il 9 aprile 2019 sul tema “La partecipazione pubblica nella gestione dei corpi idrici”.
Mi sento in dovere di rivolgere per prima cosa un ringraziamento per la convocazione dell’Audizione innanzitutto al Presidente della IV Commissione consiliare permanente, Alberto Budai, ai suoi Vice Presidenti Edy Morandini e Serena Pellegrino, come pure agli altri quindici consiglieri regionali componenti la IV Commissione consiliare, in particolare ai consiglieri regionali Furio Honsell e Giulia Massolino che hanno chiesto di attivare l’audizione sui Contratti di Fiume della regione FVG.
Mi preme sottolineare il fatto che i Contratti di Fiume a livello nazionale, in particolare a livello di Ministero dell’Ambiente, ricevono il consenso e l’attenzione di tutte le forze politiche presenti in Parlamento. Ritengo che lo stesso valga anche per la Regione FVG.
I temi della pianificazione territoriale come pure della tutela dell’ambiente e del paesaggio, che riguardano materie di competenza della IV Commissione consiliare, sono temi di carattere generale importanti tra i quali rientrano i CdF, anche se la portata dei CdF è molto più ampia fino a comprendere la formazione, lo sviluppo territoriale locale, ecc.
Aver posto all’attenzione di tutti la necessità di approfondire il quadro relativo ai CdF della regione FVG ha il merito di voler mettere a fuoco non solo i singoli CdF ma anche il contesto in cui operano i CdF, ossia tutto l’insieme dei fattori che riguarda i CdF. In questa sede del Consiglio regionale, organo che detiene la potestà legislativa, desidero sottoporre un aspetto dei CdF che lo riguarda direttamente, ossia la necessità di legiferare in materia di CdF in sintonia con il relativo dettato del legislatore nazionale. La competenza primaria che la Regione Autonoma a Statuto Speciale FVG esercita in tema di CdF non la esime dall’osservare i principi contenuti nelle leggi fondamentali dello Stato Italiano, nello specifico le norme contenute nel Testo Unico Ambientale del D.Lgs. 152/2006 dove, all’art. 68 bis, viene data la definizione dei Contratti di Fiume.
La Regione FVG ha introdotto i CdF con l’art. 12 della L.R. n.11 del 29 aprile 2015. È vero che l’art. 68 bis è stato introdotto nel Testo Unico Ambientale con l’art. 59 della Legge n. 221 del 28 dicembre 2015, cioè successivamente all’entrata in vigore della legge regionale stessa. Ma è anche vero che la Regione FVG non ha provveduto negli anni successivi a fare propri i principi espressi dal legislatore nazionale in materia di CdF.
In sintesi, di cosa si tratta? Mentre la legislazione regionale sui CdF rivolge l’attenzione principalmente al corpo idrico, la legislazione nazionale tiene presente sia il corpo idrico, sia il territorio di cui fa parte il corpo idrico, li mette assieme e dà rilevanza a entrambi.
Ma c’è pure dell’altro, in quanto tutto il dettato legislativo e amministrativo regionale in materia di CdF è carente. A questo proposito si rimanda ai tre documenti inviati di recente alla Segreteria della IV Commissione consiliare dai quali si evince che c’è la necessità di emanare un’apposita legge regionale riguardo ai CdF.
In uno di questi tre documenti si sottopone all’attenzione della Regione FVG anche una bozza di testo di proposta di legge.
Inoltre, per la potestà amministrativa che la Regione FVG esercita in materia di CdF c’è da rilevare che il deliberato della Giunta regionale pro tempore n. 1448/2016 è incompleto. Non sono menzionati il Promotore e il Comitato Promotore. Di conseguenza occorre intervenire da parte della Giunta Regionale in carica per colmare anche questa carenza.
L’auspicio è che la Regione FVG rivolga ai CdF la considerazione che agli stessi spetta, perché costituiscono una modalità innovativa di intervento nei numerosi territori d’acqua presenti in regione. I CdF sono in grado di mobilitare Istituzioni, Comuni, Enti Pubblici, Persone, Imprese. A tutti questi soggetti, allorché divengono portatori di interesse, viene riconosciuta dalla legge pari dignità. Una rivoluzione, è vero, ma pacifica.
Spetta alla Regione FVG salvaguardare e valorizzare i suoi corpi idrici, che sono molti e presentano rilevanti problematicità. Con i Contratti di Fiume, nella loro versione aggiornata, la Regione FVG chiama a partecipare negli interventi rivolti ai suoi corpi idrici i Comuni, gli Enti pubblici, la Società civile, il Mondo produttivo in cambio della valorizzazione dei territori d’acqua e dello sviluppo sostenibile locale, dando così soddisfazione alle attese.” Alberto Pertoldi. (Iinvitato in audizione in IV Commisisone regionale FVG con competenza in: lavori pubblici, edilizia, espropriazione, pianificazione territoriale, viabilità, trasporti, porti e aeroporti civili, navigazione, protezione civile, energia, parchi e riserve naturali, caccia, pesca nelle acque interne, tutela dell’ambiente e del paesaggio, cave miniere, acque minerali. Incontro tenutosi mercoledì 7 febbraio 2024 ore 10.00 a Trieste presso l’Aula del Consiglio regionale, avente cxome oggetto la sottoscrizione dell’accordo di adesione della Regione FVG alla Piattaforma Nazionale dei Contratti di Fiume (PNCdF); per approfondire il quadro relativo ai Contratti di Fiume già esistenti o in corso di realizzazione in Regione.
Erano stati invitati: il Responsabile regionale dei CdF, prof. Francesco Visentin; i Responsabili dei Contratti di Laguna e di Fiume Roiello di Pradamano, Natisone, Livenza, Judrio, Torre, Noncello, Cormor, Malina e Corno; i rappresentanti delle Associazioni Amici del Roiello di Pradamano, Parco del Natisone, Judrio e Guardiani del Torre.