Ma serve davvero un nuovo Burlo, unito a Cattinara per adulti? Chiediamocelo. Aggiornato il 3 febbraio 2023.
Ci sono problemi che attualmente fanno pensare, che riguardano la commistione di fatto tra ospedali per adulti e pediatrici, a causa della contiguità e della condivisione degli spazi esterni, che saranno, peraltro, privi di verde finchè, forse, qualche nuova piantina, locata al posto di un bosco già esistente e raso al suolo, attecchirà e crescerà, bagnata non si sa come. Ed il riferimento è al ‘nuovo Burlo’ pediatrico triestino, inserito nel complesso ospedaliero di Cattinara, nella logica del grande polo ospedaliero, piazzato ‘fuori dal mondo’ e caratterizzato da cubature e cubature di cemento.
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Il primo problema è dato dal fatto che i bambini devono venir tutelati da virus e batteri, che possono trovarsi in malati dell’ospedale per adulti, in particolare se bambini affetti da tumori e con sistemi immunitari compromessi, ma anche neonati ed in generale tutti i minori non in salute. Ora la soluzione di tenere il pediatrico scisso dall’ospedale per adulti appare anche oggi come quella più logica e garantista dell’igiene e della salubrità dei luoghi, ma forse a ben pochi del ‘gota’ politico’ questo importa.
Inoltre io credo che sia buona cosa pure separare ostetricia e ginecologia, ma anche neonatologia da ospedaloni per di tutto un po’, ma pare che il buon senso dei nostri vecchi non sia più trendy.
Inoltre solo chi di medicina non sa nulla può pensare al bimbo malato come ad un piccolo adulto, perchè «Se c’è un aspetto che più di ogni altro caratterizza la ricerca oncologica sui tumori pediatrici sono proprio i bambini, che richiedono molte attenzioni speciali su diversi fronti. Non si possono infatti adattare a misura di bambino le terapie dell’adulto riducendo semplicemente i dosaggi o la frequenza dei farmaci: se questo è vero per tutte le specialità pediatriche, la necessità di adottare un approccio specifico, ritagliato su misura, è nel caso dei tumori che colpiscono bambini e adolescenti più forte e sentita che mai fin dalle fasi sperimentali». (1).
Eppure, secondo Paolo Radivo, «Obiettivo dichiarato del trasferimento è l’integrazione funzionale dei due ospedali e la gestione interaziendale di alcune aree, in particolare radiologia, ostetricia e chirurgia. Ma nell’era dell’informatica e della virtualità è proprio così indispensabile l’affiancamento fisico? Davvero le sinergie non sarebbero altrimenti praticabili?» (2) senza magari che vada a finire che il nuovo Burlo diventi una appendice al ribasso del ‘Cattinara’ adulto?
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Non solo: «La carta di EACH rimarca l’importanza di ricoverare i bambini solo se strettamente necessario e di farlo in reparti dedicati, dove possano trovare compagni di avventura in altri bambini, con spazi dedicati all’apprendimento e al gioco. Essa sottolinea l’importanza del coinvolgimento nel percorso di cura di bambini e genitori, in modo equiparato alla loro età e capacità, oltre a sottolineare che i piccoli pazienti devono poter avere sempre accanto un adulto di riferimento e ricevere visite da persone care». (3). Ma i genitori come possono portarsi, per esempio dalla Carnia a Trieste, pagarsi un alloggio, stanziare senza lavorare, quando magari hanno un lavoro precario ed uno stipendio al ribasso? Ma forse quello che io chiamo ‘l’Olimpo degli Dei’ volge gli occhi al cielo, e non conosce i problemi della terra. E queste indicazioni per i bimbi, come possono conciliarsi con l’idea dell’ospedalone, che unisce vecchi e bambini, pur se teoricamente locati in settori diversi di spazi che diverranno un tutt’uno?
E così scrivevo in un mio articolo datato 31 dicembre 2021, dopo aver appreso che la regione aveva dichiarato il Burlo Garofolo di Trieste ospedale pediatrico di riferimento regionale, «forse per questo lo si vuole spostare in un edificio nuovo da costruirsi a Cattinara, accanto all’ospedale per adulti, assieme ad una miriade di posti parcheggio comportanti un peggioramento della qualità dell’aria e quindi della vita per tutti, in una commistione fra adulti e bimbi per continuità di strutture e, sparita anche la pineta, esposto ai quattro venti. Perché Cattinara si trova su di un cucuzzolo piuttosto freddo, e la struttura delle sue torri non ha nulla dell’’ospedale umano’ anche perché l’architettura è stata condizionata dallo spazio presente». (4).
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Inoltre non è assolutamente chiaro come ed a quali condizioni la nuova Fondazione ‘Burlo Garofalo’, creata all’inizio del 2018 si inserirà in questo nuovo contesto locativo non più suo, perchè il committente è Asugi, ed anche per avere parola sulle altre pediatrie locali pubbliche presenti in regione, vi è solo una via, che sembra proprio quella seguita dalla nostra giunta e maggioranza regionale: quella di convogliare il Burlo, con le sue professionalità e con i suoi bilanci positivi in Asugi, prendendone il controllo politico e portando una realtà di ricerca di tutto rispetto ad adeguarsi ad i nuovi canoni politico- aziendal- affaristici della nostra Regione della finanza e non dei cittadini, e se erro corregetemi. E così si legge come obiettivo della Fondazione:
«La Fondazione – […] ha l’obiettivo di dare visibilità all’Istituto, dialogare con le imprese e con la società civile di tutto il Friuli Venezia Giulia, affinché nasca una forte alleanza, cresca ulteriormente lo spirito di collaborazione e si creino progetti e azioni di finanziamento a favore dell’Istituto, finanziamenti che serviranno a costruire progetti di ricerca, sistemi di cura e assistenza per i bimbi di tutta la Regione, in un’ottica di rete e stretta collaborazione con tutte le Pediatrie del Friuli Venezia Giulia. La Fondazione avrà il compito di rendere maggiormente visibile l’Istituto a livello nazionale e internazionale, e raccogliere fondi dialogando con il mondo delle imprese, della cultura e dello spettacolo, e con i cittadini tutti, perché solo una forte alleanza può far crescere le strutture sanitarie e la ricerca scientifica, dando valore al lavoro svolto negli ospedali». (5).
Io credo che la fondazione di un ospedale pediatrico debba, in primo luogo, avere come obiettivo il benessere e la cura di bimbi ammalati a cui la speranza in un futuro potrebbe essere stata tolta dal destino avverso, ma cosa volete, ormai siamo nel mondo americanizzato della finanza che sta imponendo la sua prassi e la sua etica sull’Europa dei valori realmente ‘occidentali’ e dell’illuminismo settecentesco, e nella quale l’essere impresa, l’apparire e questioni di marketing la fanno da padrone, quasi che tutto il resto fosse solo una quisquiglia.
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Ed il consiglio di amministrazione della neonata Fondazione, che deciderà su ricerche, studi e ‘mercato’, la cui composizione si trova in: https://www.burlo.trieste.it/nasce-fondazione-burlo-garofolo, comprende tutto il gota della nuova economia regionale: da Promoturismo Fvg a Confindustria, dalla Samer & Co Shipping, società costituita a Trieste il primo dicembre 1919 con il nome di Ellerman & Wilson Lines Agency Company Ltd., emanazione italiana del colosso armatoriale britannico EWL (6) con Enrico Samer della Pallavolo Trieste, una rappresentante dell’Università di Trieste ed uno di quella di Venezia e poco altro. Bisogna però precisare, ad onor del vero, che i consiglieri non percepiscono nulla per questo compito, sempre secondo la citata fonte, ma potranno incidere sulle scelte dell’Istituto e della intera pediatria regionale, da che ho compreso, in termini di ricerca ed indirizzo farmacologico, sempre meno in mano ai medici, ma ad aziende che traggono dalle cure profitti. Inoltre detto Consiglio, definito come «espressione delle Istituzioni del territorio» è stato studiato per rappresentare gli interessi (non si sa di che tipo, forse economici) di tutto il Friuli Venezia Giulia. E «Nella Fondazione hanno un ruolo decisivo la Regione FVG, il Comune di Trieste e l’Università di Trieste che hanno individuato i propri rappresentanti in seno al Cda (Mio per la Regione, Clarich per il Comune e Zacchigna per l’Università)». (7). E se ho capito male ed i miei dubbi sono infondati, scrivetemi, correggetemi.
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Ma bisogna pure riconoscere che questa ideona è stata inizialmente di Serracchiani e c in dirittura di arrivo, ma in sanità non pare che il duo Fedriga/Riccardi abbia cambiato rotta, anzi ha imposto un taglio centralistico, verticistico, aziendalistico di gestione di tutta la Regione, come fosse un bene di proprietà viene da pensare, ed ha distrutto di fatto sistematicamente il ssr, con la scusa della privatizzazione che non c’è e con un occhio alla sanità lombarda, ormai alla catasotrofe annunciata, a cui pare proprio guardi Fedriga, dopo aver sponsorizzato ‘io sono Fvg’. E sarei grata a chi mi dimostrasse che non è così, perché a me questo ‘modus operandi’ fa paura e mi chiedo se sia democratico. Inoltre l’attuale giunta regionale di Fedriga è quella degli accordi con la Novartis, relativiamente al contratto con la quale io ben poco ho capito, solo che la Regione potrebbe regalare tutti i nostri preziosi dati sanitari coperti da privacy a detta società elvetica, senza neppure contropartita. E si badi che questo non dipende dalla nota casa farmaceutica, ma dal Presidente Fedriga, che ha firmato senza neppure, come spessissimo ormai accade, passare attraverso il consiglio regionale (8). Ed anche per questo io invito i cittadini del Fvg a lasciar perdere Massimiliano Fedriga ed a convogliare il loro voto su Massimo Moretuzzo, perchè il FVG SIAMO NOI.
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Inoltre il ‘vecchio Burlo’ è stato ristrutturato, ed io ho visto gli interni zona ambulatoriale, e vorrei sapere perchè sostituirlo con una struttura nuova, sul ‘nido del cuculo’ di Cattinara, costosissima, e che cancella la pineta che aiuta a respirare malati e residenti.
«Innanzitutto – scrivevo tempo fa – a me pare che, nel caso del ‘nuovo Burlo’, si spendano euro, e non pochi, di denaro pubblico per fare un doppione, e questo non mi pare si configuri proprio come un esempio di politica che guarda lontano o che programma le sue spese in modo oculato. E io credo che, se i politici che hanno deciso e le ditte coinvolte dovessero spendere dei loro, si farebbero più cauti nelle spese. Ma ormai in Italia è così, ed anche quanto i nostri vecchi avevano risparmiato a livello statale è stato dilapidato, fra uno e l’altro, fra una Regione e l’altra. Ma si può dilapidare anche i fondi europei e poi restare con le tasche vuote, come mi si è narrato esser accaduto in Bulgaria. E quando i rubinetti sono chiusi, sono chiusi.
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Inoltre quale persona assennata taglierebbe, in una città chiusa intorno ad un golfo e già zeppa di case, alberi per mettere cemento inutile? Infatti anche l’Europa, prima di diventare un’entità guerrafondaia al serivizio di Biden e Zelensky, con la ossesione di doversi difendere ad ogni costo non si sa da chi, e di americanizzare cultura, economia e società, proponeva di piantare alberi non di tagliarli e di creare polmoni verdi nelle città asfissiate. Invece a Trieste la Regione intende tagliare la pineta di Cattinara per far spazio ad un mostro di cemento, inutile perché il Burlo poteva stare dov’era, ed è stato pure rimodernato, e togliendo un luogo di frescura e attività alla scuola vicina ed alla popolazione.
Infatti, come ho già scritto, «da un servizio video pubblicato il 19 dicembre 2022 da https://www.rainews.it/tgr/fvg/video/2022/12/, si apprende che lo storico ospedale pediatrico Burlo è stato dotato di 5 nuovi tavoli per chirurgia pediatrica, per otorinolaringoiatria, ortopedia, oculistica, ginecologia, sala parto; di una nuovissima tac con intelligenza artificiale, di un ambulatorio ortopedico rinnovato, di un secondo ascensore per diversificare l’accesso dei pazienti infetti, di una camera bianca adibita all’allestimento di preparazioni farmaceutiche sterili. E per il 2023 sono previsti sempre al vecchio storico Burlo, la creazione di un hospice per le cure palliative e lavori ulteriori nel settori di oncologia ed ostetricia. Il tutto per una spesa compessiva di 18 milioni e mezzo in tre anni. (9). Ma allora perché distruggere persino una pineta per costruire il nuovo Burlo, quando il vecchio bastava?
Inoltre come fa sempre notare Paolo Radivo, «La Regione ha finanziato con 7,2 milioni di euro l’acquisto e l’adeguamento di tre edifici attigui alla storica sede del “Burlo” in via dell’Istria, dove trasferire alcuni ambulatori, gli uffici amministrativi e tecnici e dove realizzare aree d’attesa, ludoteche, appartamenti a uso foresteria nonché, all’esterno, nuovi parcheggi». (10). Ma come pensano Fedriga e Riccardi di scindere, in un centro pediatrico, l’area della ludoteca da quella delle cure? Non so, ditemelo un po’ voi …
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Ed i lavori per il nuovo Burlo e torre covid, implicherebbero anni con dei cantieri edili aperti a ridosso dell’ospedale di Cattinara, con tutto ciò che questo implica: viabilità modificata e ridotta, cessi chimici dovunque, rumori incessanti anche di martelli pneumatici che notoriamente non fanno bene al cuore, a ridosso di un ospedale con pronto soccorso area di emergenza ed anche cardiologia, fumi di materiali, grida di operai. E poi, magari, se qualche medico anche bravo se ne andrà, si accuserà il fato, anche quando il fato come spesso accade, ha un nome ed un cognome.
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Non da ultimo, «il nuovo “Burlo” nascerebbe già vecchio e superato. Si eleverebbe infatti per cinque piani in superficie, mentre i più moderni parametri ospedalieri mondiali ne prescrivono al massimo tre». (11).
E per ora mi fermo qui. Ho scritto questo testo anche perché ho vissuto a Trieste 10 anni, e mi dispiace vederla ‘insultata’, a mio avviso, in vario modo, con il ‘nuoov Burlo’, l’ovovia, il porto di Trieste come futuro porto ucraino, se ho ben compreso, con scelta nazionale, ed un rigassificatore nuovo di zecca, ma anche e soprattutto perché ci sono aspetti su cui non si può tacere, ed i bimbi non hanno voce. Cerchiamo di averla noi per loro, difendiamo i nostri bambini, difendiamo i loro diritti.
Senza voler offendere alcuno e ringraziando Paolo Radivo ed il Comitato spontaneo per la pineta di Cattinara per le puntuali informazioni e per la sua attività, questo ho scritto.
P.S. Si sono verificati dopo l’inizio dei lavori per il nuovo Burlo e lo ‘sbancamento’ della pineta, allagamenti nelle zone sottostanti, che hanno interessato numerosi cittadini. Da qui una interrogazione del consigliere regionale Walter Zalukar alla Regione Fvg, un intervento presso il Comune di Trieste per delucidazioni del consigliere comunale Riccardo Laterza, capogruppo di Adesso Trieste e un’interrogazione parlamentare di Nicola Fratoianni ed Eleonora Evi, deputati dell’Alleanza Verdi e Sinistra, ai ministri dell’Ambiente e della sicurezza energetica, dell’Interno e della Salute su quali iniziative di competenza intendano assumere, anche attraverso la Prefettura di Trieste, per verificare se esista una correlazione tra gli allagamenti avvenuti il 15, 16, 17 e 18 gennaio 2023 ad Altura e i lavori di ristrutturazione del soprastante ospedale di Cattinara, nonché quali iniziative di competenza a protezione della cittadinanza e dei terreni limitrofi siano state intraprese dagli organi preposti. Per i comunicati relativi all’argomento, giuntimi sempre da Paolo Radivo, cfr. i miei primi tre commenti qui.
Laura Matelda Puppini
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Aggiornamento. 3 febbraio 2023. Comunicato da Paolo Radivo.
«Il vice-presidente della Regione con delega alla Salute Riccardo Riccardi ha risposto ieri (1° febbraio 2023) in Consiglio regionale a un’interrogazione del consigliere Roberto Cosolini (PD) sull’adeguamento, annunciato da Riccardi stesso il 19 maggio 2022 in terza Commissione, del progetto per il nuovo “Burlo” a Cattinara. Cosolini lamentava «i limiti di quello originario, che rischiava di determinare un ridimensionamento delle attività di ricerca e cura rispetto a quelle attualmente garantite».
Apprendiamo che Riccardi ha affermato: «Le verifiche erano necessarie per capire le condizioni e l’esisto è positivo. Abbiamo appurato che c’è la possibilità di un ampliamento di spazi da mettere a disposizione, e questo nell’ambito del contratto esistente stimandone i maggiori costi, e ci sono le risorse per sostenerli. Ora si deve entrare nel dettaglio, un lavoro che è in itinere».
Ma dove mai nel claustrofobico sito individuato a Cattinara per il nuovo “Burlo” si potrebbero ricavare questi spazi aggiuntivi? Praticamente non ve ne sarebbero verso la chiesa, l’asilo nido comunale italiano o la futura rotatoria su strada di Fiume, se non eliminando l’esile aiuola che separerebbe l’edificio dalla strada d’accesso all’autosilo sotterraneo. Verso via Valdoni sarebbero scarsi e cancellerebbero il giardinetto promesso in compensazione degli alberi da sopprimere. Anche verso Anatomia patologica e medicina legale gli spazi ottenibili sarebbero modesti, comunque a scapito del tetto giardino ed eventualmente della nuova strada per i veicoli dei vigili del fuoco.
Mancando quindi lo spazio per allargare o allungare l’edificio se non di pochissimo, lo si eleverebbe dai previsti 5 a 6, 7 o addirittura 8 piani? Contrariamente al sano principio di “ospedalità orizzontale” raccomandato a livello internazionale? In ogni caso il nuovo “Burlo” accrescerebbe ulteriormente il suo già notevole impatto paesaggistico specie a danno delle scuole e della chiesa. Diverrebbe ancora più ingombrante e minaccioso.
Ingrandire l’ecomostro comporterebbe poi a cascata la necessità di aumentare proporzionalmente il numero di stalli del suo autosilo sotterraneo, che andrebbe dunque ampliato: in larghezza, impedendo la promessa piantumazione di alberi sostitutivi, o in profondità, costruendo un terzo livello come ipotizzato nel 2009? Spazio in larghezza ce ne sarebbe solo sotto il lato sud-orientale della pineta, per qualche metro a nord-est verso l’asilo nido comunale o tutt’al più sotto via Valdoni. Spazio in profondità ce ne sarebbe sì, ma perforando la roccia. Ingrandire il nuovo “Burlo” causerebbe ad ogni modo una dilatazione sia dei tempi, sia dei costi, sia dei disagi per il cantiere, già notevoli.
Peraltro i laboratori del nuovo “Burlo” troveranno sede nel costruendo padiglione servizi C1, ossia in un edificio non direttamente collegato?
Nell’audizione del 19 maggio 2022 i rappresentanti di Regione e ASUGI sostennero che non si poteva modificare il progetto esecutivo per risparmiare la pineta, pena contenziosi con la ditta appaltatrice. Riccardi lo giudicò impossibile a pendenza di contratto e con alle spalle una risoluzione contrattuale, a meno di non voler «buttare via tutto e ricominciare da capo». L’ing. Massimiliano Liberale, dirigente ASUGI e responsabile dei lavori a Cattinara, aggiunse: «Mantenere la pineta vuol dire cestinare tutto il lavoro fatto finora». (…).
Paolo Radivo. Comitato spontaneo per la Pineta di Cattinara»
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(1) https://www.airc.it/news/dal-laboratorio-al-reparto-i-bambini-non-sono-piccoli-adulti
(2) Paolo Radivo – Comitato spontaneo per la pineta di Cattinara- Comunicaro del 21 gennaio 2022.
(3) https://www.tecnicaospedaliera.it/diritti-dei-bambini-in-ospedale-ce-ancora-molto-da-fare/
(4) https://www.nonsolocarnia.info/perche-no-al-progetto-del-burlo-come-pediatria-di-riferimento-ed-hospice-pediatrico-per-la-regione/
(5) https://www.burlo.trieste.it/nasce-fondazione-burlo-garofolo.
(6) https://samer.com/corporate/la-storia
(7) https://www.burlo.trieste.it/nasce-fondazione-burlo-garofolo.
(8) Per gli accordi fra Fedriga e la Novartis, cfr., su www.nonsolocarnia.info, i miei:
Protocollo di intesa Regione Fvg- Novartis: un accordo che a me fa molta paura. Ecco perché.
(10) Paolo Radivo, cit.
(11). Ivi.
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Altri articoli pubblicati su www.nonsolocarnia.info sull’argomento:
Perché NO al progetto del Burlo come pediatria di riferimento ed hospice pediatrico per la regione.
Regione Fvg ed ambiente: tra buoni propositi e realtà.
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L’immagine che accompagna l’articolo mi è stata inviata da Paolo Radivo e mostra il progetto del nuovo complesso di Cattinara con inserito il pediatrico ‘nuovo Burlo’. Guardare per credere ed indignarsi. Laura Matelda Puppini
https://www.nonsolocarnia.info/ma-serve-davvero-un-nuovo-burlo-unito-a-cattinara-per-adulti-chiediamocelo/https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2023/01/Cattinara-Rendering-2.jpg?fit=1000%2C563&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2023/01/Cattinara-Rendering-2.jpg?resize=150%2C150&ssl=1ECONOMIA, SERVIZI, SANITÀCi sono problemi che attualmente fanno pensare, che riguardano la commistione di fatto tra ospedali per adulti e pediatrici, a causa della contiguità e della condivisione degli spazi esterni, che saranno, peraltro, privi di verde finchè, forse, qualche nuova piantina, locata al posto di un bosco già esistente e...Laura Matelda PuppiniLaura Matelda Puppinilauramatelda@libero.itAdministratorLaura Matelda Puppini, è nata ad Udine il 23 agosto 1951. Dopo aver frequentato il liceo scientifico statale a Tolmezzo, ove anche ora risiede, si è laureata, nel 1975, in filosofia presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Trieste con 110/110 e quindi ha acquisito, come privatista, la maturità magistrale. E’ coautrice di "AA.VV. La Carnia di Antonelli, Centro Editoriale Friulano, 1980", ed autrice di "Carnia: Analisi di alcuni aspetti demografici negli ultimi anni, in: La Carnia, quaderno di pianificazione urbanistica ed architettonica del territorio alpino, Del Bianco 1975", di "Cooperare per vivere, Vittorio Cella e le cooperative carniche, 1906- 1938, Gli Ultimi, 1988", ha curato l’archivio Vittorio Molinari pubblicando" Vittorio Molinari, commerciante, tolmezzino, fotografo, Gli Ultimi, Cjargne culture, 2007", ha curato "Romano Marchetti, Da Maiaso al Golico, dalla Resistenza a Savona, una vita in viaggio nel Novecento italiano, ed. ifsml, Kappa vu, ed, 2013" e pubblicato: “Rinaldo Cioni – Ciro Nigris: Caro amico ti scrivo… Il carteggio fra il direttore della miniera di Cludinico, personaggio di spicco della Divisione Osoppo Carnia, ed il Capo di Stato Maggiore della Divisione Garibaldi Carnia, 1944-1945, in Storia Contemporanea in Friuli, n.44, 2014". E' pure autrice di "O Gorizia tu sei maledetta … Noterelle su cosa comportò per la popolazione della Carnia, la prima guerra mondiale, detta “la grande guerra”", prima ed. online 2014, edizione cartacea riveduta, A. Moro ed., 2016. Inoltre ha scritto e pubblicato, assieme al fratello Marco, alcuni articoli sempre di argomento storico, ed altri da sola per il periodico Nort. Durante la sua esperienza lavorativa, si è interessata, come psicopedagogista, di problemi legati alla didattica nella scuola dell’infanzia e primaria, e ha svolto, pure, attività di promozione della lettura, e di divulgazione di argomenti di carattere storico presso l’isis F. Solari di Tolmezzo. Ha operato come educatrice presso il Villaggio del Fanciullo di Opicina (Ts) ed in ambito culturale come membro del gruppo “Gli Ultimi”. Ha studiato storia e metodologia della ricerca storica avendo come docenti: Paolo Cammarosano, Giovanni Miccoli, Teodoro Sala.Non solo Carnia
Il consigliere regionale triestino del Polo liberale Walter Zalukar ha presentato l’11 gennaio 2023 un’interrogazione alla Giunta regionale per sapere «se non ritiene doveroso interrompere immediatamente il taglio degli alberi nel comprensorio di Cattinara al fine di evitare un danno certo, immediato e irreparabile».
Nelle premesse l’esponente politico rammenta che «la ripresa dei lavori nel comprensorio ospedaliero di Cattinara sta procedendo con il taglio dei primi alberi e rappresenta quindi l’inizio dell’abbattimento della pineta». Evidenzia che «questa pineta rappresenta una delle poche aree verdi di vicinato ancora presenti a Trieste, accessibili da parte di persone a bassa mobilità come anziani, bambini, disabili, cioè chi più frequenta le aree verdi». Ritiene che «gli alberi del bosco di Cattinara, a prescindere dal valore botanico, hanno tuttavia un valore storico, simbolico e funzionale, in quanto formano un’area particolarmente preziosa per tutti coloro che sono nati e cresciuti nel paese di Cattinara, rappresentando un luogo di aggregazione, di passeggio, di rilassamento e benessere». Osserva che «il verde attorno alle strutture di cura svolge notoriamente una funzione terapeutica, aumentando la velocità di recupero dei pazienti». Sottolinea poi che «l’idea di trasferire il Burlo a Cattinara risale ad inizio secolo, che sono passati oltre 20 anni e che molti dei presupposti che ne motivavano la scelta sembrano ora venuti meno».
Zalukar evidenzia altresì che è «in atto una vasta mobilitazione dei cittadini di Trieste che chiede di rivedere il progetto di trasferimento del Burlo a Cattinara, visti anche i rilevanti investimenti in corso sull’attuale struttura del Burlo». Considera poi che «l’abbattimento della pineta è funzionale solo alla realizzazione del garage sotterraneo progettato per circa 700 autovetture e che tale abbattimento sarebbe scongiurato se si riducesse la capienza del garage portandolo a 400 autovetture». Giudica quindi che «in generale, e tanto più nel caso specifico, l’abbattimento di alberi ad alto fusto in salute per lasciare il posto al cemento di un garage non trova motivazione logica». (Da: “Zalukar: «interrompere immediatamente il taglio degli alberi nel comprensorio di Cattinara»”), comunicato da Paolo Radivo, 23 gennaio 2023).
Riccardo Laterza, capogruppo di Adesso Trieste nel Consiglio comunale di Trieste, ha presentato il 20 gennaio 2023 una domanda d’attualità alla Giunta sugli «importanti episodi di allagamento di scale, marciapiedi e strade dell’area di Altura» avvenuti domenica 15 e lunedì 16 gennaio «nelle aree sottostanti il cantiere del riordino dell’Ospedale di Cattinara (Via del Botro, Via Rio Storto, Via Montasio e Via Alpi Giulie)». Rammentando che «nei mesi scorsi l’area di cantiere è stata ampiamente disboscata e decespugliata, sbancata e parzialmente asfaltata o coperta» e che «tali episodi per gravità non hanno paragoni nel periodo precedente l’apertura del cantiere», il Consigliere ha chiesto al Sindaco o all’Assessora competente «se l’Amministrazione abbia preso contatto con chi di competenza presso ASUGI e Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia al fine di verificare che l’“invarianza idraulica” prevista dal progetto esecutivo delle opere nell’area tra Via del Botro e Via Valdoni stia effettivamente trovando riscontro nella realtà dei fatti dello svolgimento del cantiere e delle sue conseguenze, attuali e potenziali future, sulle persone e sulle cose».
Durante la prima fase della seduta del Consiglio comunale di Trieste in corso […] , lunedì 23 gennaio 2023, da dopo le ore 17, Laterza ha illustrato a voce la sua domanda d’attualità sottolineando come le piogge dei giorni scorsi non siano state «niente di particolarmente eccezionale». Eppure dalla collina di Cattinara sovrastata dal cantiere edile impetuose cascate hanno inondato le vie sottostanti, con gravi problemi alla circolazione sia pedonale (in particolare sulle scalinate) sia veicolare. Secondo il Consigliere, tale fenomeno, non avendo precedenti prima dell’avvio dei lavori il 4 febbraio 2022, «è da ricondursi agli effetti del cantiere che sta realizzando la strada di collegamento tra via del Botro e via Valdoni e i parcheggi di pertinenza delle nuove strutture ospedaliere».
In assenza dell’Assessora competente, l’Assessore comunale Michele Lobianco ha letto la risposta, spiegando che gli uffici comunali «hanno provveduto a contattare l’ASUGI per evidenziare queste problematiche che si sono palesate e approfondendo tutto il tema». «Dopo di che – ha aggiunto – vi è una nota aggiuntiva del Direttore Giulio Bernetti, che dice che gli uffici tecnici del Comune di Trieste non hanno pieno titolo di entrare direttamente in un procedimento di controllo sull’attività di un cantiere di opere pubbliche, perché di fatto vi è già il controllo pubblico da parte della Regione. Dunque gli uffici comunali hanno aperto con l’ASUGI un tavolo di conoscenza su ciò che accade con questo tipo di cantiere. E’ chiaro che sarà attenzionato giornalmente».
Laterza ha replicato ricordando che il Comune di Trieste è co-firmatario dell’Accordo di programma che ha portato all’apertura di tale cantiere. «Quindi – ha detto – una responsabilità, per quanto in quota parte, credo ci sia anche da parte dell’Amministrazione comunale se questi disagi sono oggi patiti dai residenti. E ci auguriamo tutti che non siano problemi strutturali, cioè che sia una situazione dovuta all’attuale fase di cantiere e non sia così anche in futuro quando i lavori saranno finiti. Se così fosse, ritengo che ovviamente l’Amministrazione comunale ne abbia ancora più responsabilità, perché gli effetti derivanti da fenomeni meteorologici abbastanza normali avvengono anche su aree pubbliche, come appunto via Alpi Giulie, rispetto alla quale è compito del Comune mantenere la garanzia che si possa percorrere in tutta sicurezza e non ci siano danni anche strutturali. Bene quindi che gli uffici si siano messi in contatto con ASUGI. Sarà mia cura chiedere anche qual è l’esito di questa interlocuzione, perché penso vadano tutelati i diritti e le legittime aspettative dei residenti di Altura».
Paolo Radivo – comunicato 23 gennaio 2023.
Zalukar: «interrompere il taglio di alberi a Cattinara per contrastare gli allagamenti»
Walter Zalukar, consigliere regionale del Polo liberale, ha depositato oggi, lunedì 23 gennaio 2023, un’interrogazione alla Giunta del Friuli Venezia Giulia ricordando che, «durante le piogge del 15 e 16 gennaio scorsi, si sono formati prima dei rigagnoli e poi dei veri e propri torrenti, tra il lato meridionale della collina di Cattinara e il settore superiore di Altura, in quanto l’acqua pluviale ha assunto notevole velocità specie nelle vie più ripide, come documentato con foto e video dai residenti».
«Da quando sono iniziati i lavori in via del Botro per le nuove rampe per l’ospedale di Cattinara – rammenta l’interrogante – ogni volta che piove, l’acqua, che il terreno non riesce a drenare, scorre giù provocando allagamenti che da via Montasio arrivano fino a via Alpi Giulie, come riportato dalla segnalazione pubblicata sul Piccolo del 20 gennaio. Del resto, non sembra esserci memoria di allagamenti così frequenti prima dell’avvio dei lavori per la ristrutturazione di Cattinara nel febbraio 2022. L’abbattimento di oltre un centinaio di alberi e di numerosi cespugli, lo sbancamento di terreni acclivi vegetali, la loro asfaltatura o copertura, gli scavi, nonché i movimenti di macchinari pesanti parrebbero rappresentare le cause del maggiore impatto di questi incresciosi fenomeni».
Zalukar fa presente che «i lavori in corso da quasi un anno sembrano aver già accentuato il dissesto idro-geologico tra la collina di Cattinara e Altura, malgrado le assicurazioni di “invarianza idraulica”», che «la prosecuzione della “Fase 1 del Sublotto 1” nel settore meridionale e inferiore della collina e l’avvio della “Fase 2 del Sublotto 1” nel settore settentrionale e superiore della collina stessa non lasciano ben sperare circa ulteriori e forse ancora più cospicui futuri allagamenti e/o cedimenti» e che «il previsto abbattimento dell’intera pineta, quindi il venir meno di centinaia di alberi e la cementificazione di una vasta aerea prima vegetale, potrebbe comportare rischi futuri ancora maggiori».
Il consigliere, rilevando «i gravissimi danni a persone, animali e cose provocati dai sempre più frequenti nubifragi nel nostro paese, di cui di Ischia rappresenta l’ultimo tragico esempio», chiede alla Giunta regionale «se la valutazione del rischio idrogeologico eseguita in fase di progettazione, quindi una decina di anni fa, è stata successivamente aggiornata in relazione all’incremento del rischio conseguente ai cambiamenti climatici», «se non ritiene prudente qualora tali aggiornamenti non siano stati eseguiti, e tenendo conto delle variazioni climatiche, interrompere immediatamente il taglio degli alberi nel comprensorio di Cattinara al fine di scongiurare il rischio di eventi dannosi conseguenti all’eventuale dissesto idrogeologico», e infine «se non ritiene doveroso rivedere l’abbattimento della pineta superstite prima che sia troppo tardi, visto che il venir meno di centinaia di alberi e la cementificazione dell’area potrebbe determinare condizioni di dissesto idrogeologico difficilmente riparabile».
Paolo Radivo – comunicato 23 – gennaio 2023.
Il consigliere regionale Walter Zalukar, vista la presenza di allagamenti dopo l’inizio del disboscamento, ha chiesto al Presidente della Regione Fvg, con una interrogazione, chiarimenti sulla possibilità che i lavori per il nuovo Burlo possano creare il dissesto idrogeologico del territorio, con consegunti notevoli danni per i cittadini. (interrogazione con oggetto: “Quale l’incremento del rischio di dissesto idrogeologico conseguente alla
distruzione delle aeree verdi e cementificazione nel comprensorio di Cattinara?”, presentata dal consigliere Walter Zalukar il 23 gennaio 2023).
Nicola Fratoianni ed Eleonora Evi, deputati dell’Alleanza Verdi e Sinistra, hanno chiesto in un’interrogazione parlamentare ai ministri dell’Ambiente e della sicurezza energetica, dell’Interno e della Salute (https://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=4/00316&ramo=CAMERA&leg=19) quali iniziative di competenza intendano assumere, anche attraverso la Prefettura di Trieste, per verificare se esista una correlazione tra gli allagamenti avvenuti il 15, 16, 17 e 18 gennaio 2023 ad Altura e i lavori di ristrutturazione del soprastante ospedale di Cattinara, nonché quali iniziative di competenza a protezione della cittadinanza e dei terreni limitrofi siano state intraprese dagli organi preposti.
Nelle premesse i due onorevoli osservano che «il comprensorio ospedaliero triestino di Cattinara si trova su un colle franoso, ventoso, soggetto a forti escursioni termiche, freddo d’inverno, ricco di sorgenti e caratterizzato da terreno poco permeabile che favorisce la formazione di pozze e torrentelli durante le piogge, con rischio di gelate in presenza di basse temperature».
Gli interroganti rilevano che «il 22 giugno 2020 l’ASUGI, proprietaria del terreno, aggiudicò alla Rizzani de Eccher SpA la progettazione esecutiva e l’esecuzione delle opere di ristrutturazione e ampliamento dell’ospedale» e che «il 4 febbraio 2022 è partito nel settore meridionale della collina il cantiere della “Fase 1 del Sublotto 1”, la cui conclusione è prevista per il 26 giugno 2024».
L’interrogazione rammenta che durante tale fase «si sono abbattuti 146 alberi, secondo quanto annunciato dai vertici dell’ASUGI, ovvero: 1) nell’area deforestata tra il polo cardiologico e via del Botro per realizzare il parcheggio “sud-ovest” e una duplice strada; 2) nell’ex aiuola della collina spianata tra l’asilo nido ASUGI, via Valdoni bassa e Anatomia patologica e medicina legale per costruire una rotatoria; 3) nella lunga fascia rettilinea disboscata a valle di via Valdoni bassa; 4) nell’aiuola eliminata tra via Valdoni bassa, Anatomia patologica e medicina legale, la torre chirurgica e la palazzina didattica per edificare il padiglione servizi aziendali C1».
Fratoianni e la Evi rilevano che «durante le piogge non molto intense del 15, 16, 17 e 18 gennaio 2023, sul lato meridionale della collina del comprensorio ospedaliero a valle del cantiere, si sono formati rigagnoli e torrenti, riversatisi poi sulla viabilità del sottostante rione di Altura», che «l’acqua pluviale ha assunto anche notevole velocità specie nelle ripide via del Botro, via Rio Storto, via Montasio e via Alpi Giulie, causando allagamenti, disagi e danni a pedoni, veicoli, nonché edifici limitrofi» e che «l’abbassamento delle temperature ha rischiato di provocare la formazione di ghiaccio al suolo, con i relativi pericoli per la circolazione».
I due parlamentari ricordano che «simili eventi si erano già verificati nei mesi scorsi durante le piogge, specie il 9 settembre 2022, ma non erano conosciuti in tale gravità prima dell’avvio dei lavori». «Il disboscamento e sbancamento di terreni vegetali scoscesi, la loro asfaltatura o copertura, i movimenti di macchinari pesanti e gli altri lavori in corso dal febbraio 2022 – scrivono – sembrano aver aggravato il dissesto idro-geologico sul lato meridionale della collina del comprensorio ospedaliero ed essere quindi le cause fondamentali del maggiore impatto delle piogge sul terreno, con tutte le conseguenze per residenti, lavoratori e frequentatori della zona, malgrado le promesse di “invarianza idraulica”». Peraltro «ampie fenditure sull’asfalto in via Valdoni bassa, accanto all’area di cantiere, implicano la persistenza o la recrudescenza di movimenti franosi».
Secondo Fratoianni e la Evi, «la prosecuzione dei lavori non può far escludere ulteriori e più cospicui futuri allagamenti e/o cedimenti».
L’interrogazione è stata depositata d’intesa con il Comitato spontaneo per la Pineta di Cattinara tramite Serena Pellegrino, della segreteria nazionale di Sinistra Italiana.
Comunicato da Paolo Radivo intitolato: “Un’interrogazione parlamentare sugli allagamenti tra Cattinara e Altura”, 25 gennaio 2023.