Marco Puppini. Carnici nella guerra civile spagnola 1936 – 1939.
L’anno 2016 è caduto l’ottantesimo anniversario dell’inizio della guerra di Spagna, originata dal colpo di stato militare del luglio 1936 contro un governo democratico regolarmente eletto in una Europa dove invece le dittature della destra più estrema andavano affermandosi ovunque. In Spagna per tre anni si combatté una guerra dove tutte le potenze europee erano a vario titolo impegnate, con la Germania nazista e l’Italia fascista che appoggiavano i militari, e l’URSS ed il Messico, ma soprattutto migliaia di antifascisti di tante nazioni europee che appoggiavano la Repubblica e le forze della sinistra rivoluzionaria spagnola. Come è noto, vi parteciparono dal lato repubblicano, antifascista, oltre 150 friulani, alcuni con ruoli di grande importanza militare e politica, come Tina Modotti, Giacomo Pellegrini, il boscaiolo di Venzone Domenico Tomat ed altri. Tra di essi, i carnici sono stati una trentina. Anche in questo caso, alcuni ben conosciuti.
Nessun tolmezzino può dimenticare Guglielmo Intilia, che aveva perso entrambe le braccia sul fronte di Madrid, e che era andato nel dopoguerra a vivere a Tolmezzo, dopo essere passato negli anni del fascismo da Arta, suo paese natale, alla Francia alla Spagna all’URSS.
Giovanni ed Ardito Pellizzari da Preone si erano stabiliti invece fuori dal Friuli, ma i loro compagni li ricordavano molto bene. Altri invece, sono quasi sconosciuti, di loro sappiamo solo qualche dato anagrafico, in alcuni casi spariscono misteriosamente. Qui vorrei ricordare alcuni di essi, ed eventualmente capire se qualcuno che abbia l’occasione di leggere queste righe sa dare notizie in più, notizie che all’Associazione Italiana ex combattenti antifascisti di Spagna – Aicvas, sarebbero graditissime.
Il primo di cui vorrei parlare è Linassi Erminio, che in Carnia è sconosciuto, però all’epoca era noto ai suoi compagni ed ha lasciato tracce in vari documenti. Linassi Erminio era nato nel 1903 in Svizzera, a San Gallo, “ultimo domicilio in Lauco, provincia di Udine” come recita la scheda a suo nome presente negli archivi dell’Aicvas. I suoi genitori erano evidentemente emigranti, all’inizio del Novecento, come sarà lui tra le due guerre. Vecchia roccaforte socialista, Lauco era un paese povero, profondamente segnato dall’emigrazione. Anche Erminio, con o senza famiglia, era evidentemente ripartito da Lauco per la Francia, perché negli anni Trenta risulta residente nel distretto della Seine et Oise, nel comune di Livry Gargan, cittadina di quarantamila abitanti ma situata nella grande cintura parigina, in quella rete di città che circonda Parigi e costituisce la Ile de France, confinando con i quartieri periferici della capitale dove si ammassavano in casette fatiscenti o in vere baraccopoli migliaia di operai emigrati di tutte le nazioni, italiani e friulani compresi.
Erminio Linassi ritratto in Spagna.
Nel 1936 Erminio non è più giovanissimo, ha 33 anni, è attivo comunista nei Gruppi di Lingua Italiani. Ma è anche uno sportivo, attivo, e parte per la Spagna per partecipare come delegato della Federazione Giovanile Sportiva del Lavoro alle Olimpiadi Popolari, organizzate a Barcellona dalle organizzazioni antifasciste internazionali per protesta contro le Olimpiadi che si dovevano svolgere a Berlino, che il regime nazista voleva trasformare in strumento di propaganda. La Repubblica spagnola era nata cinque anni prima, ed era retta da un governo riformista; aveva tra l’altro concesso uno statuto di autonomia alla Catalogna, dove i movimenti antifascisti, anarchici, comunisti e socialisti unificati, erano molto forti. Le Olimpiadi popolari dovevano iniziare il 19 luglio, sei giorni prima di quelle di Berlino, si erano iscritti circa seimila atleti da molti paesi del mondo, ma nessuno potrà partecipare alle gare. Il 17 – 18 luglio in molte caserme i reparti militari guidati da un gruppo di generali si ribellano contro il governo repubblicano. Molti atleti si uniscono alle milizie operaie, sindacali, di partito che combattono contro i golpisti, assieme ai militari rimasti fedeli alla Repubblica. Il colpo fallisce nelle maggiori città spagnole, Barcellona compresa, Franco chiede così aiuto a Hitler e Mussolini che inviano già alla fine di luglio i primi aerei da guerra. Ha inizio così la guerra di Spagna.
Erminio rientra così in Francia, ma in ottobre ritorna in Spagna, questa volta per essere inquadrato nelle Brigate Internazionali. E’ lui il “Sinassi Erminio” proveniente da Livry Gargan che le organizzazioni del Comintern segnalano in partenza da Parigi il 20 agosto assieme ad un folto gruppo di connazionali (Comintern, 545, 6, 476). Fa parte del battaglione Garibaldi ed è ferito sul fronte di Madrid. Viene ricoverato nell’ospedale di Benicassim; la cittadina costiera catalana che ospita attualmente il grande festival Raegge internazionale che il Friuli ha perso per l’opposizione di alcuni politici nostrani, era allora sede di un ospedale “Frente Popular” destinato ai “brigatisti” feriti ed ammalati. Di lui abbiamo una foto a Benicassim assieme ad altri feriti. Ma rientra alle Brigate nella primavera del 1938.
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Nel settembre 1938, esattamente settantotto anni fa, gli italiani della Garibaldi entrano in combattimento sul fronte dell’Ebro, dove da più di un mese era in corso forse la più grande battaglia della guerra di Spagna come impiego di mezzi e di uomini. Restano sul fronte sino quasi alla fine di settembre senza interruzioni. La Brigata ormai era composta in massima parte da spagnoli, nonostante questo gli italiani contano quasi 170 morti ed un numero elevatissimo di feriti. Erminio è colpito alla testa in modo grave.
Ricoverato subisce un delicato intervento alla scatola cranica. Dovrebbe riposare per recuperare le forze, ma le truppe del generale Franco e gli italiani del Corpo Truppe Volontarie, fascista, stanno avanzano in Catalogna. Deve seguire la colonna di militari e popolazione che fugge verso la Francia (centinaia di migliaia di profughi in fuga dalla guerra, quasi come oggi). Le sue condizioni peggiorano, arriva a Perpignano “in stato pietoso”, subisce una seconda operazione sempre a Perpignano ed una terza a Sevres nella Niévre, ma poi, malgrado le sue condizioni gravi, viene arrestato ed inviato dalle autorità francesi al campo di concentramento di Gurs dove giunge in condizioni disperate. La famiglia e le organizzazioni antifasciste si mobilitano perché possa rientrare a casa, a Livry Gargan. La campagna ha successo. Il 16 maggio 1939 giunge da Gurs alla stazione di Austerlitz, a Parigi, e di qui è trasportato in ambulanza a casa. Ma nella notte le sue condizioni peggiorano e viene portato d’urgenza all’ospedale di Montfermeil dove muore la sera del 17 maggio (Scheda Aicvas e Comintern, 545, 6, 498).
1937 Gruppo di garibaldini feriti all’ospedale di Benicassim. Linassi è il primo a sinistra seduto in prima fila.
Da Lauco venivano altri due combattenti, entrambi operai: Pietro Rossi e Silvio Polonia.
Di Pietro Rossi sappiamo di più. Nato nel 1901, residente in Alsazia Lorena, è segnalato in partenza da Parigi per la Spagna il 23 gennaio 1937 (Comintern, 545, 6, 476). Combatte con le Brigate Internazionali ed è ferito sul fronte dell’Ebro, pare per incidente e non in combattimento. In seguito rientra in Francia, poi non ne so più niente (Scheda Aicvas, Casellario Politico Centrale). Quasi nulla invece sappiamo di Francesco Ellero. Nato il 18 agosto 1897, muratore, combattente della guerra del 1915 – 18, poi emigrato in Francia (Casellario Politico Centrale). Probabilmente risiede a Parigi o dintorni, sappiamo che era iscritto al sindacato CGT e faceva parte nel 1936 delle organizzazioni di Fronte Popolare, quindi unitarie ed antifasciste. Parte per la Spagna da Parigi, ed il Comitato di reclutamento nelle Brigate Internazionali della capitale francese lo segnala in modo apparentemente contraddittorio come “elemento anarcoide ma serio e ponderato” (Comintern 545, 6, 493). In Spagna fa parte delle Brigate Internazionali e qui le nostre conoscenze terminano. Probabilmente si ferma in Spagna poco tempo, perché? E‘ stato ferito, era ammalato, se ne è andato per altri motivi?
Anche Silvio Polonia viene da una famiglia di lavoratori emigranti, della frazione di Invillino, comune di Villa Santina. Nato nel 1904, fin da ragazzo emigra a più riprese in Francia, tra 1924 e 1925 fa il servizio militare, a Sacile e poi in Tripolitania. Nel 1932 (a ventotto anni) si sposa con Emma Cargnelutti e parte poco tempo dopo nuovamente per la Francia, con passaporto regolare. Non ha infatti problemi con la polizia o il regime fascista, non ha mai fatto politica sino a quel momento, almeno apertamente. Da quel momento però, non fa più ritorno a casa e scompare.
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Emma Cargnelutti, rimasta al paese, chiede più volte ai compaesani che erano emigrati con lui ed erano rientrati a casa cosa era successo, che le dicessero se magari aveva trovato un’altra donna, ma loro tacevano. Qualcuno però parla anche troppo, non con Emma ma in osteria o al paese. Polonia Pietro, cugino di Silvio, sette anni più vecchio e socialista schedato, che durante una visita alla famiglia proveniente dalla Francia nell’estate del 1937 dice che Silvio si è arruolato “nelle truppe rosse in Spagna”. L’informazione viene ascoltata da qualche spione che la riporta alla polizia fascista, così nel settembre 1937 viene aperto presso il Ministero dell’Interno un fascicolo a carico di Silvio. Come di consueto, il Ministero chiede notizie al Consolato Italiano di Parigi che cade dalle nuvole, informando che Polonia, muratore residente a Parigi, rue Chaligny 4, nell’autunno del 1935 aveva addirittura fatto domanda presso il Consolato stesso di essere inviato in Africa Orientale e di essere iscritto al Fascio (evidentemente prima non lo era).
In realtà in settembre 1937 Silvio era già in Spagna da un anno. Il suo nome compare in un elenco di ventinove volontari in procinto di recarsi a combattere in Spagna da Parigi in data 20 settembre 1936 (Comintern, 545, 6, 476). Del gruppo fanno parte personaggi importanti dell’antifascismo comunista allora in Francia, alcuni cadranno in Spagna. Di Silvio si dice che ha fatto il servizio militare in Italia e conosce diversi tipi di mitragliatrice e che era un “simpatizzante del P.C.”. Un successivo documento segnala che lo stesso gruppo, compreso Polonia meno tre che non si erano presentati ed un quarto che si era rifiutato, erano partiti il giorno 28 settembre per la Spagna.
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Qui però nuovamente le cose si fanno confuse. Infatti Silvio non viene arruolato come gli altri nel Battaglione Garibaldi, ma nell’Aviazione, nella squadriglia España dove lavora a partire dal novembre 1936 per un periodo come meccanico ed anche mitragliere (Scheda Aicvas). La squadriglia viene definitivamente sciolta nel febbraio 1937. Due mesi dopo, Silvio appare arruolato nelle Brigate Internazionali, non però nell’italiana, la XII^; bensì nella francese, la XIV^ Brigata. Utilizza un nome falso, “Massolini Bruno”. A questo punto però scompare veramente, è ritenuto caduto o comunque morto in Spagna ma l’informazione non è sicura. In ogni caso, in data 4 febbraio 1972 è dichiarata la sua morte presunta con sentenza del Tribunale di Tolmezzo. Oltre questo punto non sono riuscito più ad andare (Scheda Aicvas, Casellario Politico Centrale). Non credo abbia qualche significato che un suo compaesano, Fiorello Micolini, nato a Villa Santina nel 1900, emigrato in Francia nella regione del Rodano e decorato della Resistenza francese, una via dedicata a lui a Vaulx en Velin, avesse scelto come nome di battaglia “Polonia”.
Dicembre 2016.
Marco Puppini
Il dott. Marco Puppini è Vice – Presidente Aicvas (Associazione Italiana Combattenti Volontari Antifascisti di Spagna), e pure autore del volume, che ripropone anche altre figure di Carnici in Spagna: In Spagna per la libertà. Antifascisti friulani, giuliani e istriani nella guerra civile spagnola 1936/1939, ed. I.F.S.M.L., 1986.
In particolare sul volume potete trovare le schede dei carnici: Candoni Italico (p. 139); Contin Emilio (p. 146); Ellero Francesco (p. 156); Intilia Guglielmo (p. 171); Pellizzari Ardito (p. 199); Pellizzari Giovanni (p. 200); Plozner Benedetto (p. 206); Polonia Silvio (pp. 206-207); Rossi Pietro (p. 212); Siega Antonio (p. 218); Solari Dino (p. 221); Tassotti Olivo (pp. 225-226); Tassotti Primo (p. 226); Tassotti Silvio (p. 226); Totis Guerrino (p. 233); Zanier Davilio (pp. 250-251).
Se avete informazioni ulteriori su: Erminio Linassi, Pietro Rossi, Silvio Polonia e gli altri carnici potete scrivere a marcopuppini@libero.it.
Vietata la riproduzione integrale e delle immagini. Permesse le citazioni di parti purchè siano precisati fonte ed autore, come per ogni articolo di www.nonsolocarnia.info. L’immagine che correda l’articolo rappresenta la bandiera della Xv Brigada Internacional, è tratta da: http://www.indymedia.ie/article/81910, e si trova nell’articolo intitolato: Veteran of Spanish Civil War dies, relativo alla morte di Mr. Maley, scozzese, veterano della guerra di Spagna, pubblicato l’ 11 aprile 2007.
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