Nel merito del volume, appena uscito: “Un operaio comunista tra Friuli, Francia e Spagna. Le memorie di Giovanni Giuseppe Felice “Polo”…
Ricevo da mio fratello, il dott. Marco Puppini, e volentieri pubblico queste righe di presentazione del volume: Un operaio comunista tra Friuli, Francia e Spagna. Le memorie di Giovanni Giuseppe Felice “Polo” l’irriducibile (1905 – 1979), Prefazione di Pierluigi Di Piazza, Introduzione e note storiche di Marco Puppini, Kappa Vu – Aicvas, Udine 2020.
«La storia dell’emigrazione politica friulana tra le due guerre mondiali è un tema affascinante, ancora oggi poco indagato. Attraverso le esperienze di quelle migliaia di lavoratori antifascisti che hanno partecipato al grande laboratorio politico e culturale rappresentato dalla Francia degli anni Venti e Trenta e combattuto in Spagna, allora fronte principale della lotta al fascismo internazionale, la storia del Friuli si è trovata intrecciata alla storia politica e culturale europea, attraverso un percorso straordinario di solidarietà e di lotta.
Queste è la stagione politica ed umana che Giovanni Giuseppe Felice, per i familiari “Bepi” e per i compagni in Francia ed in Spagna “Polo”, antifascista e comunista irriducibile, condivide con tanti compagni. E che descrive nel libro appena uscito Un operaio comunista tra Friuli, Francia e Spagna. Le memorie di Giovanni Giuseppe Felice “Polo” l’irriducibile (1905 – 1979), edito da Kappa Vu con il contributo dell’Aicvas. Il suo racconto ripercorre alcuni momenti fondamentali della storia dell’emigrazione e del movimento operaio del Friuli, la storia di quella generazione di lavoratori migranti friulani nati tra la fine dell’Ottocento ed i primi anni del Novecento che hanno combattuto il fascismo in mezza Europa, compreso il Friuli stesso.
Particolare della copertina del volume, edito da Kappa Vu. Foto di Marco Puppini.
Felice parte da lontano, dalla sua fanciullezza passata nelle fornaci tedesche, in Baviera. I fornaciai erano allora la parte meno qualificata e più sacrificata dell’emigrazione friulana, obbligata ad un lavoro durissimo e rischioso che coinvolgeva tutti i membri della famiglia, anche in tenera età. Parla della sua formazione sociale e politica maturata attraverso le lotte rivoluzionarie dei primi anni Venti a Torino, durante l’occupazione operaia delle fabbriche. Racconta l’emigrazione in Francia.
La Francia aveva subito durante la prima guerra mondiale gravi danni, e soffriva di una cronica carenza di manodopera. In pochi anni centinaia di migliaia di lavoratori provenienti da tutta Europa arrivano in quella nazione, circa tre milioni in tutto; gli italiani sono il gruppo più numeroso, quasi un milione tra regolari e clandestini. Alcune decine di migliaia di friulani si stabiliscono in Francia, emigrati per ragioni di lavoro e politiche assieme, per sfuggire le rappresaglie fasciste ma anche spinti da licenziamenti e disoccupazione, per uscire da un ambiente dove era difficile vivere e che si pensava non potesse migliorare.
Negli anni Venti e nei primi anni Trenta la Francia diviene di conseguenza anche sede dell’attività delle principali organizzazioni antifasciste italiane. In Francia viene costituito il Centro Estero del PCI, gli immigrati vengono inquadrati nei Gruppi di Lingua, parte di una più ampia organizzazione diretta dal partito francese e rivolta agli immigrati provenienti da molte nazioni europee, la Main d’œuvre immigrée (MOI). In Francia si spostano anche la direzione del PSI, quella di Giustizia e Libertà dopo l’evasione di Carlo Rosselli, si trasferiscono alcuni esponenti anarchici molto noti. In seno a questa emigrazione era presente una minoranza, qualificata, una élite politica antifascista che in Francia, come farà poi in Spagna, matura esperienze importanti, che saranno preziose negli anni successivi. Felice “Polo” è parte di questa élite, e racconta in questo libro l’attività sindacale ed antifascista che conduce a Lione, gli arresti, la clandestinità, la difficile vita quotidiana dell’immigrato antifascista.
La guerra di Spagna, scoppiata nel luglio del 1936, tre anni dopo la presa del potere da parte di Hitler in Germania, rappresenta per Felice un momento fondamentale di formazione. Racconta così il “battesimo del fuoco”, la ferita subita sul fronte di Madrid, la permanenza negli ospedali ma anche i contatti con tanti compagni e civili spagnoli, una scuola che lo prepara alle esperienze future.
Gli anni che seguono la sconfitta dell’antifascismo in Spagna, sono per questa generazione di antifascisti i più duri. Nell’agosto 1939 con la stipula del patto tra URSS e Germania nazista, la linea antifascista sembra ormai superata e perdente. Le autorità francesi mettono le organizzazioni comuniste fuorilegge, molti comunisti italiani vengono rastrellati e condotti nei campi di concentramento allestiti in tutta la Francia meridionale.
Anche Felice viene internato assieme a migliaia di reduci repubblicani e di membri delle Brigate Internazionali nel campo di Vernet. In base al trattato di pace tra Italia e Francia finisce assieme a tanti compagni al confino a Ventotene, in Italia. Dopo il 25 luglio e l’8 settembre del 1943 “Polo” ed i suoi compagni tornano al fronte, in Friuli, ad organizzare, dirigere, realizzare le prime azioni armate contro fascisti e nazisti, impegnati a rischio della vita sul piano militare e politico. Nel suo racconto emergono tanti momenti e tante figure straordinarie attive nelle prime fasi di organizzazione della Resistenza in Friuli.
Il suo racconto comprende però anche i momenti di vita familiare, gli amori, la vita quotidiana, momenti che mostrano con grande efficacia l’intreccio nella vita quotidiana tra aspetto privato e pubblico che il narratore non vuole e non può separare.Emerge dal suo racconto una straordinaria galleria di personaggi, alcuni appartenenti alla sua rete familiare (eccezionale la figura della madre, ma anche della moglie Stellina, che lo sorregge in tutte le sue scelte, anche le più scomode, e che è a sua volta recapito per la corrispondenza tra antifascisti emigrati e famiglie rimaste in Italia), altri compagni emigrati come lui, destinati a incrociare la sua vita ed a lasciare un segno.
Il libro è stato curato da Marco Puppini, che ha scritto anche l’introduzione, la prefazione è di Pierluigi Di Piazza. Si può ordinare presso l’editore, Kappa Vu di Udine, o chiedere all’Aicvas scrivendo all’indirizzo aicvas.segreteria2@gmail.com.».
Marco Puppini – comunicato informativo.
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