Nel merito di un commento all’intervento di Carla Nespolo, presidente nazionale Anpi.
Un lettore dell’articolo: “L’ Associazione Nazionale Partigiani d’ Italia: ancorata alle radici, pensando al futuro ed alle nuove sfide del presente”, o almeno spero che sia stato tale e che quello che ha scritto non sia solo una reazione emotiva alla parola Anpi, ha commentato detto articolo con un link da facebook: http://www.facebook.com/1659693762/videos/10218673256536792 che rimanda al reclame di un film “Il segreto di Italia” del 2014 diretto da Antonello Belluco con protagoniste Romina Power e Gloria Rizzato.
La pellicola racconta la storia d’amore tra la giovane Italia e il giovane Farinacci (io vorrei chiedere all’ autore della scenografia come mai abbia scelto questi nomi per i protagonisti: “Italia” nome in uso fra chi la voleva unita nell’Ottocento e primi Novecento, e Farinacci che richiama alla mente il notissimo Roberto Farinacci, fascista ma pare che esistesse davvero una persona con nome Farinacci e cognome Fontana) sconvolta dall’eccidio avvenuto a Codevigo fra l’aprile e il maggio del 1945. (https://it.wikipedia.org/wiki/Il_segreto_di_Italia).
La trama del film è la seguente: «L’anziana Italia Martin (Romina Power) ha un segreto che si porta dentro da tutta la vita. Quando la nipote si sposa è costretta a tornare a Codevigo, il suo paese di origine che non vede da 55 anni. Questo ritorno alle origini la costringe a fare i conti col suo doloroso passato. Le immagini della sua gioventù le tornano davanti agli occhi e rivive i ricordi che tanto aveva cercato di reprimere. Un amore iniziato in uno degli anni più difficili e drammatici per il popolo italiano: il 1945. Lei quindicenne al primo amore, lui figlio di un militante fascista: entrambi non immaginano la tragedia che sconvolgerà le loro giovani vite travolte dalla ferocia che solo una guerra può scatenare». (https://it.wikipedia.org/wiki/Eccidio_di_Codevigo).
Il film è stato premiato Miglior Film Straniero durante la 30ª edizione del Fort Lauderdale International Film Festival, svoltosi a Miami dal 6 al 22 novembre 2015. (https://it.wikipedia.org/wiki/Il_segreto_di_Italia). Il premio però non era relativo alla veridicità storica nel trattare le uccisioni di Codevigo, perché il Fort Lauderdale International Film Festival (FLIFF), voluto dalla Broward County Film Society, privata, non premia la ricerca storica dei contesti, ma altri aspetti.
Inoltre ho già più volte scritto di questa nuova moda strappalacrime da Carolina Invernizio, con tutta la stima e il rispetto per questa scrittrice di storie d’amore senza pretesa di analisi storica scientifica, in cui puntando su una storia di amore si pretende di criminalizzare storicamente uno o l’altro. E le storie romanzate, scritte in base a diversi generi letterari , anche quelle che hanno come contesto la seconda guerra mondiale come il Medioevo o l’antica Roma e via dicendo, si differenziano dalle analisi storiche, e questo ho riportato anche in: “Letteratura e resistenza. Note da un testo di Delmo Maestri”, pubblicato su www.nonsolocarnia.info il 31 luglio 2017.
E nel merito della produzione letteraria di Carolina Invernizio, nata però nel 1851, quando i toni forti del “noir” e della letteratura gotico/romantica erano di moda, ho trovato queste considerazioni che ben si prestano ai revival attuali del genere letterario citato, come quello proposto dal film “Il segreto di Italia”.
«I romanzi di Carolina Invernizio, con le loro trame intricate dai colori forti e le loro improbabili – o quantomeno non sempre verosimili – storie di amore e odio, si collocano nella tradizione del romanzo d’appendice o feuilleton. Mostrano infatti tutte le tematiche consuete del genere e la tipica contrapposizione netta fra eroi positivi e personaggi diabolici. Un gusto per il mistero e l’horror è evidente nei titoli di molti suoi romanzi, come Il bacio d’una morta (1886), La sepolta viva (1896), L’albergo del delitto (1905), Il cadavere accusatore (1912), e non mancano le ambientazioni che in qualche modo precorrono il genere poliziesco.
La reclame del film “Il segreto d’Italia” (ben studiato dal punto di vista del gioco sul nome della protagonista e dello Stato italiano) non a caso parla di ” storia di amore tenera ” di “vita quotidiana infranta in un momento”, di “Innocenti uccisi dalla furia partigiana”, di “vite che non si dovevano tutelare”, e chi più ne ha più ne metta, riportando appunto ad un genere letterario preciso, non ad una analisi storica puntigliosa, Ma è propaganda di un film, atta appunto a far vendere il prodotto.
Inoltre si ritorna, nella réclame del film, sul “vietato anche ricordare”, non si sa da parte di chi, cioè non è dato sapere chi abbia vietato detto ricordo, perché in Italia non abbiamo mai avuto governi comunisti – sottintesi in certa logica destrorsa- ma solo praticamente democristiani, berlusconiani, e via dicendo. E quando Moro volle fare un centro sinistra serio, furono subito le Brigate Rosse a farlo fuori.
E non si a neppure chi abbia posto ostacoli ad Antonello Belluco, regista, che forse voleva una pioggia di finanziamenti pubblici, che non sono giunti a lui come a tanti altri registi di storie d’amore. Ma tutti abbiamo dei sogni nel cassetto.
Comunque, come già scritto, da tempo la destra italiana cerca di condizionare la lettura storica dei fatti accaduti dopo il 25 luglio 1943, caduta del fascismo, sostenendo spettacoli e forme di comunicazione che utilizzano l’emotività e l’immedesimazione, per trasmettere uno stereotipo dello sloveno, comunista ed assetato di sangue italiano, del partigiano ammazza tutti che lascia pochi spazi interpretativi e di analisi storica reale partendo da quanto fu scritto da carabinieri, alleati e magistrati nel corso dei processi e delle indagini.
L’utilizzo della “strategia dell’emozione” a fini politici e di trasmissione dell’informazione, poi, viene raccontata nell’articolo di Anne Cecile Robert, intitolato, appunto “La strategia dell’emozione” in: Le monde diplomatique, Il Manifesto, febbraio 2016. Non a caso il filosofo Christophe Godin parla di «crisi della società» – si legge ivi – caratterizzata «dal dominio delle emozioni», che comporta l’idealizzazione di una vittima reale o presunta, volta per volta, che viene descritta e percepita come ripiena di virtù, dimenticando contesti, situazioni, e percorsi. Spettacolarizzazione di casi singoli e sentimento, che si sostituisce a ragione, pongono seri problemi anche alla democrazia attuale, e fanno perdere ad uomini e donne la dimensione collettiva, puntando a realizzazioni individualistiche, ed a giudizi dati sull’onda emotiva. E così «il senso critico, la cultura, la ricerca della verità si degradano». (Anne Cecile Robert, op. cit.). Vittime sacrificali di questo iper-sentimentalismo sono spesso le donne, che sono portate sempre più a leggere stampa che favoleggia casi singoli di vip e meno vip, scordandosi l’importanza della crescita personale civile e comunitaria, non necessariamente solo individuale. (Ivi).
Detto questo, le uccisioni o le esecuzioni dopo processo, non lo so, non ho studiato l’argomento, di Codevigo sono state oggetto di numerosi procedimenti giudiziari, quindi non si sa come si faccia a dire che il fatto rimase nascosto perché nessuno lo fece venire alla luce, come si dice nella réclame del film.
E viene chiamato, non si sa da quando e da chi, “eccidio di Codevigo”, l’esecuzione sommaria di 136 tra militi della Guardia Nazionale Repubblicana, delle Brigate Nere e civili avvenuta tra il 28 aprile 1945 e la metà di giugno dello stesso anno,(https://it.wikipedia.org/wiki/Eccidio_di_Codevigo), non si sa, da detta fonte, se dopo processo o meno.
Ma fu giustiziato anche Odorico Borsatti in Friuli, che tanti aveva torturato o fatto torturare nel carcere di Palmanova, dopo processo, anche se forse aveva moglie o fidanzata. E vi è chi ha fatto notare che molti comandanti nazisti erano ottimi padri.
«La Magistratura di Padova trattò la vicenda di Codevigo in numerosi procedimenti dal 1945 al 1950 e poi dal 1961-62 sulla base d’indagini condotte fin dall’inizio dalla polizia Alleata e dai Carabinieri. Furono giudicati anche quattro partigiani della 28ª Brigata Garibaldi, tutti e quattro furono assolti». (https://it.wikipedia.org/wiki/Eccidio_di_Codevigo).
Ma ritorniamo al film. «Esso racconta, pur mantenendolo sullo sfondo, l’eccidio di Codevigo , basandosi su alcuni libri come I giorni di Caino di Antonio Serena (Panda, 1990) e Ravennati contro di Gianfranco Stella (Off. Ravennati, 1991), nonché Il sangue dei vinti di Giampaolo Pansa (Sperling & Kupfer, 2003). Secondo taluni opinionisti, la sceneggiatura dà una lettura delle vicende sommaria e romanzata senza tenere conto delle ultime ricerche storiche documentate sull’argomento. Tali ricerche mostrano infatti che le vicende e i fatti furono imputabili a una pluralità di soggetti di differenti provenienze militare e civile accaduti in situazioni altrettanto differenti legate all’avanzamento del fronte, ad atti di vendetta individuali e di gruppo. Alla stesura della sceneggiatura ha contribuito largamente lo sceneggiatore Gerardo Fontana, già sindaco di Codevigo, e cugino di uno dei protagonisti, Farinacci Fontana». (https://it.wikipedia.org/wiki/Il_segreto_di_Italia).
Ma se come si sa da wikipedia, perché io non ho fatto ricerche nel merito di questo fatto accaduto alla fine della seconda guerra mondiale, gli uccisi erano militari fascisti dell’ R.S.I. e delle bande nere, forse sarebbe opportuno che qualcuno si ricordasse che vi era la seconda guerra mondiale e non tutti erano amiconi e si volevano bene, e che amori civili, partigiani, fascisti furono distrutti dalla guerra, paesi interi bruciati in Italia da X Mas e Brigate nere, e che cosa fecero realmente le stesse, prima di perdere la guerra grazie al grande sforzo alleato e partigiano pure jugoslavo, assieme ai nazisti di cui l’R.S.I. era sodale e suddita, ed il cui potere voleva in Italia, in cambio di qualche briciola. (Cfr. Laura Matelda Puppini, Storia della collaborazionista X Mas con i nazisti occupanti, dopo l’8 settembre 1943. Per conoscere e non ripetere errori, in: www.nonsolocarnia.info).
E per una corretta informazione storica su fatti di contesto in un film d’amore non basta certo vedere solo lo stesso.
Infine anche i crimini di militari nazisti su civili italiani (la distinzione fra civili e militari è essenziale per quanto accade in una guerra) sono stati valutati da tribunali militari (Cfr. Intervento di Marco De Paolis ad Udine. Processi ai nazisti per le stragi in Italia. Ed uccisero donne e bambini … in: www.nonsolocarnia.info e Paolo Pezzino. Il duplice volto dell’Italia nel secondo dopoguerra, e quella difficile giustizia per i crimini nazisti, quasi negata).
In sintesi, caro commentatore, non capisco cosa c’entri il suo link del rèclame di un film con le parole di Carla Nespolo, lasciando perdere il suo commento “sul nuovo film”, che avrei dovuto censurare se non fosse passato senza moderazione mia. Ma mi ha permesso di precisare ancora una volta alcuni aspetti metodologici.
Senza offesa per alcuno. Laura Matelda Puppini
https://www.nonsolocarnia.info/nel-merito-di-un-commento-allintervento-di-carla-nespolo-presidente-nazionale-anpi/STORIAUn lettore dell'articolo: 'L’ Associazione Nazionale Partigiani d’ Italia: ancorata alle radici, pensando al futuro ed alle nuove sfide del presente', o almeno spero che sia stato tale e che quello che ha scritto non sia solo una reazione emotiva alla parola Anpi, ha commentato detto articolo con un...Laura Matelda PuppiniLaura Matelda Puppinilauramatelda@libero.itAdministratorLaura Matelda Puppini, è nata ad Udine il 23 agosto 1951. Dopo aver frequentato il liceo scientifico statale a Tolmezzo, ove anche ora risiede, si è laureata, nel 1975, in filosofia presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Trieste con 110/110 e quindi ha acquisito, come privatista, la maturità magistrale. E’ coautrice di "AA.VV. La Carnia di Antonelli, Centro Editoriale Friulano, 1980", ed autrice di "Carnia: Analisi di alcuni aspetti demografici negli ultimi anni, in: La Carnia, quaderno di pianificazione urbanistica ed architettonica del territorio alpino, Del Bianco 1975", di "Cooperare per vivere, Vittorio Cella e le cooperative carniche, 1906- 1938, Gli Ultimi, 1988", ha curato l’archivio Vittorio Molinari pubblicando" Vittorio Molinari, commerciante, tolmezzino, fotografo, Gli Ultimi, Cjargne culture, 2007", ha curato "Romano Marchetti, Da Maiaso al Golico, dalla Resistenza a Savona, una vita in viaggio nel Novecento italiano, ed. ifsml, Kappa vu, ed, 2013" e pubblicato: “Rinaldo Cioni – Ciro Nigris: Caro amico ti scrivo… Il carteggio fra il direttore della miniera di Cludinico, personaggio di spicco della Divisione Osoppo Carnia, ed il Capo di Stato Maggiore della Divisione Garibaldi Carnia, 1944-1945, in Storia Contemporanea in Friuli, n.44, 2014". E' pure autrice di "O Gorizia tu sei maledetta … Noterelle su cosa comportò per la popolazione della Carnia, la prima guerra mondiale, detta “la grande guerra”", prima ed. online 2014, edizione cartacea riveduta, A. Moro ed., 2016. Inoltre ha scritto e pubblicato, assieme al fratello Marco, alcuni articoli sempre di argomento storico, ed altri da sola per il periodico Nort. Durante la sua esperienza lavorativa, si è interessata, come psicopedagogista, di problemi legati alla didattica nella scuola dell’infanzia e primaria, e ha svolto, pure, attività di promozione della lettura, e di divulgazione di argomenti di carattere storico presso l’isis F. Solari di Tolmezzo. Ha operato come educatrice presso il Villaggio del Fanciullo di Opicina (Ts) ed in ambito culturale come membro del gruppo “Gli Ultimi”. Ha studiato storia e metodologia della ricerca storica avendo come docenti: Paolo Cammarosano, Giovanni Miccoli, Teodoro Sala.Non solo Carnia
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