Vorrei scrivere solo due righe sulla querelle sorta intorno alla presenza, non da pochi giorni, di migranti provenienti dalla rotta balcanica nella nostra Regione FVG.

C’è attualmente un aspetto importante nella telenovela migranti in Fvg  a mio avviso: ed è che, come ormai ogni problema sociale, esso non viene più trattato di fatto dalla nostra giunta regionale che, in precedenza, voleva prima creare un muro copiando l’Ungheria, poi ha speso soldi nostri in inutili e propagandistiche fototrappole per migranti e passeurs sguinzagliando le forze nell’ordine sui terreni carsici ai confini (1), quasi nuove Frontex non si sa con quali autorizzazioni a farlo, infine non si è più interessata del problema, una volta ritornata al potere, ed ha applicato la solita politica del guardare altrove o del “fin che la barca va, lasciala andare …”, mentre un qualche esponente politico, in genere di destra, attraverso media e stampa, lanciava sue realisticamente improbabili soluzioni al problema ritenendolo, erroneamente, solo territoriale o qualche invettiva di vario tipo, od un qui no, là no, ottenendo risposte dalla sinistra regionale, anch’ esse teoriche.

Ma a mio avviso, e l’ho detto sin dall’inizio, il problema dei migranti è Europeo, ed a livello europeo si deve cercare una soluzione anche ben finanziata ed organizzata, non a livello di Fvg. Ma, però, non si può negare che il nostro Presidente di giunta, Massimiliano Fedriga, è anche il Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, e magari in quella veste potrebbe proporre e discutere con i rappresentanti delle altre istituzioni il problema, cercando una soluzione da portare all’attenzione del governo italiano e del Parlamento europeo subito, chiedendo che lo Stato e la Ue infine decidano. Ma bisogna avere ‘fegato’ per farlo.
Non solo: Massimiliano Fedriga era o è ancora, pure il commissario, credo con pieni poteri, per l’emergenza profughi ucraini (2), e qualcosa sul problema delle migrazioni dovrebbe sapere, anzi, chi meglio di lui?

Fedriga, presente al meeting di Comunione e Liberazione, (associazione che pare conduca ora le danze della finanza italiana e non solo, facendo forse inorridire lassù anche don Giussani, suo fondatore), pochi giorni fa in quella sede ha dichiarato: «Penso che serva un forte intervento europeo per fare accordi con i paesi delle rotte migratorie. (…). Accordi che poi però vanno fatti rispettare, altrimenti noi metteremo sempre delle toppe e non risolveremo mai il problema» (3), sacrosante parole, ma vorremmo sapere chi dovrebbe andare, al di là dei proclami, a dire questo in Europa se non lui, dato che poi, fra l’altro, in contemporanea, ha continuato a difendere l’autonomia differenziata ed a muoversi, a mio avviso, come il Fvg fosse uno stato nello stato. E se erro correggetemi. E francamente noi di parole non abbiamo bisogno ma di programmazione, fatti e linee guida. E, per inciso, che regolare le migrazioni fosse problema europeo lo avevo sostenuto anch’ io fin dal 2015 (4), ma anche tanti altri lo sostengono da anni ed anni.

Sinora però la Ue non ha deciso affatto cosa fare, né ha ripartito i migranti fra i paesi europei. Infatti i paesi dell’Est con cui vuole ora avere traffici ed armare, e che vuole dirigere anche a vantaggio, pare, di gruppi industriali e finanziari privati, non vogliono avere ‘stranieri’ e si arroccano sulla loro identità nazionale, però sbarcata in zona euro, e dettano legge dopo aver creato il gruppo di Visegrad; i ricchi paesi del Nord Europa, cioè Olanda, Danimarca, Finlandia e Svezia, ma credo ora anche la Germania (che anni fa aveva, con la Merkel, selezionato chi prendere, in particolare medici ed ingegneri dalla Siria) non serve nemmeno che si uniscano in un gruppo di pressione per dire no ai migranti, tanto guidano loro il parlamento europeo; e restano solo la Grecia dai campi profughi anche finiti in fiamme come quello di Moira sull’ isola di Lesbo, che era il più grande di Europa; l’Italia, la Spagna ed il Montenegro a riempirsi di persone in fuga anche da quelle guerre targate Usa, che l’Europa ha sempre sostenuto. Una prima soluzione sarebbe quella di finirla con le guerre, ed un primo passo sarebbe raggiunto. Ma invece, finita una, gli Usa, però non a casa loro, per i loro interessi ne iniziano o fanno iniziare un’altra, rinfocolando l’odio non la pace tra i popoli.

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Ma per ritornare ai campi profughi, in questi agglomerati, talvolta mastodontici, vi è anche chi vive ormai, senza identità, una vita al limite e in un limbo che non avrà fine, sapendo magari di non poterne uscire più o perdendone, con il passare del tempo, la speranza. Sarebbe bastato che qualcuno in più si fosse mosso per prendersi la briga di venire a sentire l’interessante convegno intitolato: “I campi di confinamento nel XXI secolo e le responsabilità dell’Unione Europea”, tenutosi al centro Balducci di Zuliano il 7 ed 8 maggio 2022, come ho fatto io, per capire che i campi e i luoghi di concentramento non sono la soluzione per questo grosso problema.

E così Luca Rondi: «Nella strategia di esternalizzazione europea nei confronti di migranti e richiedenti asilo c’è un tema molto meno affrontato rispetto al tragico capitolo dei respingimenti. Si tratta dei campi di confinamento: dalla Turchia alla Grecia, passando per la Serbia, la Macedonia del Nord e la Bosnia ed Erzegovina. L’Unione europea ha intensificato, dopo la cosiddetta crisi dei rifugiati del 2015, la costruzione di “campi” e “centri” in cui rendere invisibili e confinare le persone che raggiungono -o vorrebbero farlo- l’Europa per chiedere protezione. “Molto si è detto dei respingimenti di coloro che tentano di arrivare sul territorio europeo, meno invece si è parlato del confinamento di queste persone sia nei Paesi terzi sia in quelli europei -spiega Gianfranco Schiavone, presidente del ‘Consorzio italiano di solidarietà’ e socio dell’’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione’. Si è sempre pensato si trattasse di cattiva accoglienza ma non è così, i campi sono un corollario della strategia di esternalizzazione europea». (5).

Cosa significa in questo contesto, “esternalizzazione europea”? L’esternalizzazione del controllo delle frontiere può essere definita «come l’insieme delle azioni economiche, giuridiche, militari, culturali, prevalentemente extraterritoriali, poste in essere da soggetti statali e sovra-statali, con il supporto indispensabile di ulteriori attori pubblici e privati, volte ad impedire o ad ostacolare che i migranti (e, tra essi, i richiedenti asilo) possano entrare nel territorio di uno Stato al fine di usufruire delle garanzie, anche giurisdizionali, previste in tale Stato, o comunque volte a rendere legalmente e sostanzialmente inammissibili il loro ingresso o una loro domanda di protezione sociale e/o giuridica». (6).

Insomma pare che le nuove politiche UE sposino più il non far entrare nei territori migranti piuttosto che l’accettarli, e non stiamo parlando né di clandestini né di persone che potrebbero venire, per qualche motivo, respinte, ma anche di migranti con le carte e la fedina penale in regola.

Ma a me non pare tutto così semplice, nemmeno la cosiddetta ‘esternalizzazione’, in particolare dopo l’inizio della guerra in Ucraina e l’attuale problema del grano per l’Africa che Putin avrebbe voluto inviare gratuitamente a quel continente affamato, ma pensate un po’ voi, Tajani, ma mi pare anche Zelensky, si sono detti contrari, così i migranti, affamati, aumenteranno. (7). E poi noi italiani eravamo quelli di ‘aiutiamoli a casa loro!”

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Intanto mentre Fedriga parla ma non agisce, e Tajani, vice- presidente del Consiglio e Ministro per gli Affari Esteri, predica di far in modo che Putin non invii grano gratis all’Africa, peggiorando la già grave situazione di quel continente, qui Roberto Novelli, consigliere regionale di F.I.,  cerca di dare lui, da solo, una soluzione al problema dicendo di concentrare tutti i migranti non collocati e collocabili in un luogo sperduto fra i monti (8), sollevando le ire dei più. Intanto perché coloro che riempiono Trieste, Gradisca ed altre zone della regione senza trovare reale accoglienza e costretti a vagare ed ad accamparsi dove capita, sono migranti regolari che avrebbero diritto all’accoglienza, poi perché a me questa soluzione pare proprio da campo di concentramento dei ‘nemici’; da costruzione di novelle ‘Ponza’ o ‘Ventotene’, che rasentano, in ipotesi, pure i penitenziari, quelli sì, talvolta, anche relegati in luoghi sperduti. E non credo che tale soluzione troverebbe molte adesioni in Europa, al di là dei problemi del controllo della struttura, del rimandare qualsiasi altra soluzione ad un poi fuori del tempo e dello spazio, dell’isolamento dei migranti e della fine di ogni integrazione. E ora si sa che anche il sindacato SIM dei carabinieri non condivide l’apertura di uno hot-spot a Palmanova frazione Jalmicco, per impossibilità a garantire la sicurezza sul territorio. (9). Figurarsi con quali forze e come farebbero in montagna!

Intanto però cosa fare per i migranti che aumentano sempre più ed in particolare per le famiglie, ed i minori non accompagnati, dopo che in Carnia si è sloggiato Renato Garibaldi ed è destinata alla chiusura la struttura in via XXIII marzo ad Udine, che ospitava un numero doppio di giovani rispetto alla sua capienza? (10).  Non lo so, ma coloro che lautamente paghiamo per rappresentarci e risolvere i nostri problemi, dovrebbero mettersi subito intorno ad un tavolo e cercare una soluzione immediata magari cercando spazi privati, ex colonie ove organizzare l’ospitalità, senza che siano veri e propri hot spot ma luoghi decenti di vita, ed intanto andare a ‘battere i pugni’ si fa per dire, con Meloni ed in Europa. Ma invece ‘ i nostri’ vanno a parlare a Rimini, e lasciano che tutto vada così, senza programmazione alcuna ed intervento nel merito. E se sono migranti regolari neppure Frontex li può fermare, e lasciare che la gente muoia in mare grida vendetta al cospetto di Dio, come il caso della famigliola che nulla aveva fatto ad alcuno, con madre incinta e bimbo di un anno, originari della Costa d’ Avorio e in viaggio verso l’Italia, picchiata dai francesi. (11).

E si parla di centinaia di migranti regolari, forse 500, a spasso a Trieste o auto-collocatisi alla buona nel silos o in piazza, abbandonati a se stessi, e sono per lo più afgani e pachistani (12), e pure Gradisca scoppia e non da ora. E mentre uno dice ‘a’ e l’altro’ b’ nessuno riesce a dare realmente una risposta ai bisogni di queste persone, neppure pare i Prefetti, pur essendo di loro competenza, mi dicono, affrontare la situazione. Insomma, come il solito, di fronte ad una catastrofe da tempo annunciata, in questa nostra regione si demanda al poi, come in sanità, mentre solo la volontà di poche buone persone permette a molti migranti ancora di mangiare. Ma dovrebbero anche esserci latrine per loro e docce, altrimenti con il caldo il rischio di epidemie potrebbe aumentare.

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Ora è molto tardi per iniziare a organizzare una accoglienza diffusa, che è l’obiettivo umano e responsabile verso i migranti, che sono tanti e verso cui abbiamo, per lo più, ancora un atteggiamento di abbandono, del ‘fai da te’ e arrangiati, del ‘noi non ti abbiamo invitato’, del demandare. Eppure l’accoglienza è l’unica via, ed anche la redistribuzione sul territorio nazionale delle persone giunte può giovare, ma è ferma da un po’ di tempo (13). Perché, magari, la Lombardia non vuole migranti, il Veneto neppure, mentre i giornali, che ormai spesso parlano la stessa lingua, pur di vendere e riempire le pagine, sono pronti ad alimentare qualsiasi fuoco, a cogliere e rilanciare ogni parola, almeno a me pare così, senza un minimo approfondimento del problema.

Manca una politica europea, manca una politica nazionale, manca una politica regionale. Si spera che il fenomeno si attenui, si parla al meeting di Rimini, si usano i giornali per veicolare ogni ipotesi peregrina, ma nessuno si mette intorno ad un tavolo ed incomincia a studiare un problema notissimo, nessuno si impegna a ipotizzare soluzioni possibili realmente applicabili anche a livello di diritto internazionale. Perché anche i migranti hanno associazioni che li seguono, direi per fortuna, con tanto di avvocati. Dove potremmo fare qualche centro di accoglienza immediata? Quanti posti per accogliere migranti ci sono in altre regioni? Che titolo di studio hanno queste persone che entrano e che lavori potrebbero fare? Esistono sul territorio mediatori culturali? Insomma il punto 1 è costruire un data base per poter poi agire, non certo fare come a Gradisca, o lasciare che i comuni si arrangino. perché lasciare tutto così potrebbe diventare pure una questione di igiene pubblica tra l’altro, e non per colpa dei migranti ma della politica latitante che non dà loro, neppure, in molti casi, un gabinetto. E in questo delicato settore lo Stato e le Regioni potrebbero chiedere anche l’aiuto della chiesa, della Caritas. Ma senza un progetto, che non sia quello di rinchiudere i migranti in pseudo carceri, con questo menefreghismo generale della politica, come si può andare avanti? Inoltre se si conosce, tramite anche dati, con chi si ha a che fare e si è certi che vi sia una organizzazione di supporto a sostegno, la paura nei residenti scema.

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Contro l’ipotesi boutade di Roberto Novelli si è mosso anche ‘Patto per l’autonomia’ con un lunghissimo comunicato che qui riporto parzialmente.

«Patto per l’Autonomia dell’Alto Friuli: “Hotspot per migranti in montagna, proposta dai presupposti irricevibili. Interventi disarticolati e incongruenti per una terra ormai senza servizi e senza visione di futuro».

«Il dibattito politico sul tema dei migranti è ormai dominato da slogan populistici, retorica e incapacità di formulare riflessioni fondate su dati oggettivi: rispetto a una questione caratterizzata da grande complessità, invece di elaborare proposte costruttive, a molti pare più utile amplificarne l’incidenza problematica. Rivelatesi inefficaci le foto-trappole nei boschi di confine, l’ultima esternazione estiva del consigliere regionale Novelli, con disarmante naturalezza, riesce a coniugare due filoni di pensiero: che i migranti vadano isolati e ghettizzati e che il ghetto debba essere trovato in montagna. Una sintesi irricevibile – umanamente ancora prima che politicamente – che il consigliere farebbe bene a ritrattare con tanto di scuse». (…).

«Identificando la montagna come luogo perfetto per la localizzazione di un hotspot per migranti, Novelli di fatto esplicita la sua visione nei confronti di oltre il 40% del territorio della regione: una landa desolata abitata da poche anime (meglio se vaganti in un collegio elettorale non suo) sulla quale poter “scaricare” un problema, senza arrecare disturbi e turbamenti alle “magnifiche sorti” di altre parti della regione. La nostra contrarietà alla realizzazione di uno hotspot per migranti in montagna non deriva dalla convinzione che queste persone debbano essere respinte prima di varcare i confini, come propone il consigliere Mazzolini, che rinfodera linguaggi di “lotta e di governo”. Non discende neppure da un pregiudizio ideologico contro la presenza in regione di strutture di primissima accoglienza dei migranti in arrivo o in transito, che, rispettose della dignità umana, siano in grado di rispondere concretamente ai bisogni primari, prima del trasferimento verso una accoglienza più strutturata e più diffusa, evitando drammatiche condizioni di sopravvivenza in accampamenti spontanei come nel “silos” a Trieste o sulle rive dell’Isonzo. Riteniamo che sia necessario e urgente rimettere mano alle politiche sull’accoglienza sia nazionali che regionali poiché quelle attualmente operative, al di là della roboante propaganda, si rivelano inadeguate se non dannose.

Senza ipocrisia, dobbiamo riprendere e ripensare l’accoglienza diffusa superando luoghi comuni, stereotipi e pregiudizi, coinvolgendo le comunità locali dell’intero territorio regionale e tutti i soggetti, pubblici e privati, in grado di collaborare. Dobbiamo far conoscere ai cittadini e agli enti locali, alle associazioni di categoria i risultati positivi della integrazione e della formazione dei migranti: quali il contributo dato dalla manodopera “migrante” alla sopravvivenza di molte realtà aziendali regionali (agricoltura e secondario in primis) e di molti servizi indispensabili, dalla sanità alla assistenza. Secondo noi, bisogna riprendere e ripensare l’accoglienza e l’integrazione, evitando di realizzare nuovi ghetti, utili per costruire strumentali quanto velenosi consensi: istigare astio e discriminazione, può infatti anestetizzare i problemi reali delle famiglie e delle comunità, ma non risolverli. (…)». (14).

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‘Aiutiamoli a casa loro’ poi, potrebbe non essere solo uno spot da rigettare, ma una linea guida, solo che bisogna far in modo che i territori altrui abbiano ancora acqua, ma presto 2 miliardi di persone non potranno più bere a causa della violenza alla terra di multinazionali, governi ed altri al seguito (15); bisogna fermare le guerre funzionali al capitalismo che vorrei dire è ormai così maturo da essere praticamente marcio, sposando modelli più ecologici e meno consumistici, capitalismo (il neoliberismo per me è una parola senza reale significato) che toglie cibo come in Ucraina, distrugge territori, inquina acque potabili, in nome di un progresso che è un regresso ed una questione di dominio che, come minimo, nulla ha a che fare con il buon senso e che va contro ogni interesse dei popoli.

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Senza voler offendere alcuno, questo ho scritto, ma chiedendo magari al dott. Massimiliano Fedriga ed alla giunta regionale di ‘darsi una mossa’, invece di parlare solo di quisquiglie come il giro ciclistico della Venezia Giulia che approderà a Sauris, comune che resterà di fatto senza medico di base ma con un ambulatorio aperto solo 2 ore a settimana, ma cosa vuoi che sia, o del Lussari. Perché a me pare che in giunta il vuoto incomba sui veri problemi regionali, come quello dei migranti e della sanità. Ma allora, con un pizzico di populismo, anch’ io mi chiedo: “Ma cosa li paghiamo a fare?”

Ed ad oggi in Fvg la situazione è quella descritta da Francesco Russo del Pd: «L’emergenza immigrazione che sta mettendo a dura prova la nostra regione, anche con la situazione a Trieste (al Silos e in piazza Unità) è sotto gli occhi di tutti, insieme al fallimento delle politiche del Governo Meloni e all’approccio ideologico di Fedriga e del suo Centrodestra. Il risultato del fallimento del Centrodestra è oggi confermato dal fatto che a gestire il fenomeno non sono più le istituzioni, ma le associazioni di volontariato». (16).  E vi sono donne che a loro spese hanno preparato e preparano pasti per i migranti senza nulla a Gradisca e li distribuiscono, mentre in Veneto Zaia si è già espresso per l’accoglienza diffusa (17), e, secondo Capozzi di M5S, la nostra Regione è riuscita pure a tagliare i fondi per cercare di risolvere il problema. (18).

E termino per ora qui, scusandomi per la lunghezza del testo, ma non riesco a vivere di spot, ma solo di approfondimenti. Se volete potete leggere solo una parte. Ci invito pure a leggere le parole e la preoccupazione del vescovo di Trieste, che ho postato come commento a questo mio.

Laura Matelda Puppini

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Note.

(1) Trieste, fototrappole per “catturare” i migranti clandestini alle frontiere con la Slovenia, in: https://www.repubblica.it/cronaca/2023/03/20/news/trieste_fotocamere_boschi_confine_gorizia_migranti-392942510/. Ivi si legge questa dichiarazione del questore di Gorizia, Paolo Gropuzzo: «Ben vengano gli strumenti in più da mettere a disposizione anche della nostra Polizia di frontiera e che potranno essere utili per monitorare il flusso migratorio”, […] “L’unica perplessità è legata al fatto che le fototrappole permettono di documentare il passaggio dei migranti, ma se poi questi chiedono asilo, dal punto di vista giuridico la situazione resta invariata, tanto più tenendo presente che la Slovenia si è chiusa a riccio sul tema delle riammissioni».

(2) Mattia Pertoldi, Guerra in Ucraina, Massimiliano Fedriga sarà commissario per l’emergenza profughi, in Il Piccolo, 4 marzo 2022.

(3) Fedriga “sui migranti serve un forte intervento europeo” in:https://www.rainews.it/tgr/fvg/video/2023/08/.

(4) Cfr. il mio: “Migration. Europa: un gigante dai piedi di argilla”, in: www.nonsolocarnia.info 19 settembre 2015.

(5) Luca Rondi, I campi di confinamento voluti dall’Unione europea per bloccare i migranti, in: https://altreconomia.it/.

(6) https://www.asgi.it/wp-content/uploads/2020/01/2020_1_Documento-Asgi-esternalizzazione.pdf.

(7) “Putin offre gratis all’Africa il grano russo. “I nostri sono raccolti record, Mosca cruciale per la sicurezza alimentare globale”, in: Il Fatto Quotidiano, 27 luglio 2023, e “Tajani: no grano russo gratis ad Africa, in: https://www.rainews.it/, 28 luglio 2023.

(8) «Meglio un hotspot in una ex caserma in montagna che non interferisca con le comunità locali» in:  https://www.udinetoday.it/cronaca/ipotesi-hotspot-migranti-montagna.html, ove si legge: «”Meglio un hotspot sicuro, servito e, magari, collocato in una ex caserma in montagna che non interferisca con le comunità locali con esperimenti come l’accoglienza diffusa. Meglio la dialettica del Centrodestra rispetto alla retorica ipocrita, buonista e razzista al contrario della Sinistra”, ha dichiarato Roberto Novelli, consigliere regionale di Forza Italia».

(9) Hotspot per migranti a Jalmicco: “Collasserebbe la sicurezza”, in: “https://www.udinetoday.it/cronaca/sim-carabinieri-contro-hotspot-jalmicco.html.

(10) “Chiuderà entro un mese la casa a Udine che accoglie i minori stranieri non accompagnati”, in: https://www.rainews.it/tgr/fvg/video/2023/08/ e, per Renato Garibaldi, cfr. Annullate tutte le autorizzazioni, deve chiudere la comunità dei minori di Bosco di Museis”, in: http://www.friulioggi.it.

(11) https://video.repubblica.it/edizione/torino/i-gendarmi-cacciano-dal-treno-una-famiglia-ivoriana-tra-urla-e-proteste/451282/452244.

(12) Giampaolo Sarti, Migranti, a Trieste è emergenza umanitaria: centinaia di profughi dormono per terra in centro città, in la Repubblica, 25 agosto 2023 e Veronica Rossi, La drammatica condizione dei migranti in arrivo a Trieste: “500 persone abbandonate in strada”, in: https://altreconomia.it/.

(13) https://www.lastampa.it/cronaca/2023/08/25/news/migranti_a_trieste_e_emergenza_trasferimenti_bloccati-13011167/

(14) Comunicato di Patto per l’Autonomia datato 18 agosto 2023.

(15) “Acqua, l’allarme dell’Oms: 2 mld di persone senza acqua potabile e sicura e 1,4 morti l’anno per cause prevenibili”, in: https://www.sanita24.ilsole24ore.com/art/europa-e-mondo/2023-03-22/. Inoltre in: “Servizi igienici nel mondo: 3,6 miliardi di persone non ne usufruiscono e 2 miliardi utilizzano acqua contaminata da feci”, in: la Repubblica 19 novembre 2022, si legge che, «secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e del Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF), nel 2016 si sarebbero potuti evitare 1,9 milioni di decessi e più di 120 milioni di anni di vita persi per disabilità […] con migliori condizioni legate all’acqua potabile, all’igiene e alla sanità. Nel mondo, le acque sotterranee forniscono la metà di tutta l’acqua prelevata per uso domestico, compresa l’acqua potabile per la stragrande maggioranza della popolazione rurale. Con più di 2 miliardi di persone nel mondo che utilizzano una fonte di acqua potabile contaminata da feci, è imperativo assicurare strutture igienico-sanitarie gestite in sicurezza per proteggere le acque sotterranee dall’inquinamento dei rifiuti umani, e la salute degli umani stessi.

(16) Russo (pd): cdx ha fallito, ong gestiscono criticità, in: https://www.consiglio.regione.fvg.it/pagineinterne//Portale/comunicatiStampaDettaglio.aspx?ID=803955.

(17) Ivi.

(18). Capozzi (m5s): regione taglia fondi, sindaci in difficoltà, in: https://www.consiglio.regione.fvg.it/pagineinterne/Portale/comunicatiStampaDettaglio.aspx?ID=803702.

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Altri miei articoli sul problema pubblicati su www.nonsolocarnia.info:

Migration. Europa: un gigante dai piedi di argilla

Immigrati e residenti: un problema da affrontare in un’ottica globale.

Il possibile uso del problema dei migranti a scopo politico, senza approfondimenti.

L’immagine che accompagna l’articolo è tratta da: http://www.eunews.it/2017/07/29/eppur-si-muove-la-governance-globale-delle-migrazioni/91105, ed è già stata da me utilizzata. L.M.P.

 

 

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