Quale organizzazione sanitaria si vorrebbe per il futuro in Italia? Parte prima: tra i problemi attualissimi energetici e le case della comunità.
Ho ascoltato il 6 ottobre 2022 l’incontro informativo, tenutosi a Tolmezzo presso la sala della Comunità di Montagna, intitolato: “Sanità in Alto Friuli- Bisogni di salute, ruolo dell’ospedale e dei servizi sanitari territoriali, crisi della medicina generale. Si risolverà tutto con il Pnrr?” Relatori sono stati i medici Giancarlo Miglio e Valentino Moretti, di Net/Work Sanità Fvg, che è un sito, prioritariamente presente con filmati, da quello che ho visto, che cerca di approfondire temi legati alla sanità e di riflettere sugli stessi. (1).
Il dott. Miglio, epidemiologo, igienista ed esperto in medicina preventiva, ha fatto pure parte della direzione medica dell’Ospedale di San Daniele e del Santa Maria della Misericordia, ha operato prima all’interno dell’Ass3, poi dell’Aas3 in ruoli amministrativo/dirigenziali, ha fatto parte, per un periodo, della Struttura Operativa Complessa “Programmazione, Controllo, Sviluppo, Innovazione” dell’Azienda per i Servizi Sanitari n°4”Medio Friuli” ed ha pure ricoperto il ruolo di direttore dell’area di programmazione della Direzione Regionale della Sanità. Il dott. Valentino Moretti, invece, è stato dirigente medico e direttore di dipartimento a Udine, Gemona, San Daniele e Tolmezzo, dove ha lavorato per circa 8 anni e si è sempre occupato di politica sanitaria. (2).
All’incontro doveva essere presente anche il dott. Pierpaolo Pillinini, direttore del Pronto Soccorso ed area emergenza dell’ospedale di Tolmezzo, che però non ha potuto partecipare, cosa già accaduta anni fa. Per quanto lo riguarda, ho però trascritto e pubblicato sul mio www.nonsolocarnia.info l’intervento che ha fatto ad Ovaro il 24 giugno 2022 con titolo: Pier Paolo Pillinini – Direttore del Pronto Soccorso e Medicina d’urgenza di Tolmezzo. “Sanità e Pronto Soccorso in montagna, il presente e le prospettive”, a cui rimando. Ma in questo momento anche altri problemi, ben più urgenti, affliggono la popolazione italiana e dell’Alto Friuli.
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Eravamo, quella sera, giustamente, a sentir parlare di ssn, mentre la Ue parla di armi e guerra, che inficiano ogni altro discorso … mentre il popolo d’Italia appare ferocemente contrario ad escalation militari, ma politici e mercati lo stanno portando alla povertà energetica, anche ospedaliera e sanitaria ….
Inizio dicendo che ho ascoltato con interesse i due dirigenti medici relatori parlare della nuova organizzazione sanitaria proposta dallo Stato ed accennare ad alcuni problemi non di poco conto, come quello, ancora insoluto, della transizione dal vecchio modello al nuovo, o quello della non ancora avvenuta valutazione della rispondenza del nuovo modello alle esigenze di salute e cura dell’utenza.
Nel contempo il giorno seguente ho letto che Zelensky, il Presidente dell’Ucraina, che spinge sempre più nel suo disegno volto ad una escalation bellica, in cui si sente già il vincitore grazie ai soldi ed alle armi ed alla totale incoscienza dei suoi alleati, detterà le linee di politica estera al Parlamento Europeo che, muto e riverente, starà ad ascoltare le sue richieste senza battere ciglio. Ascoltassero anche quelle dei loro cittadini con tale reverenza! Infatti in questo modo il Parlamento Europeo si configura come il rappresentante di uno stato estero belligerante, non come il legittimo rappresentante delle esigenze dei suoi popoli, sempre più poveri, abbandonati, scollati da questa Ue.
E non a caso diverse organizzazioni pacifiste e non pacifiste, cristiane e laiche, come del resto Giuseppe Conte (3) e Vincenzo De Luca (4) stanno organizzando in Italia delle grandi manifestazioni per la pace, rappresentando, loro sì, le richieste del popolo italico che rischia freddo, fame, bombe anche atomiche, per l’Ucraina, per Zelensky che non ha voluto accettare la proposta che l’Ucraina non entrasse nella Nato ma rimanesse neutrale e che ha portato alla guerra ed a questi risultati. Inoltre il Parlamento europeo si è incontrato venerdì 7 ottobre, al castello di Praga, per ostentare il suo potere marcando la totale distanza dai cittadini delle proprie nazioni e, quasi, in spregio alla povertà presente nelle stesse.
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E bisogna ricordare che la Gue (Gruppo confederale della Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica) aveva presentato, in quella sede, una mozione per la pace, ma la stessa è stata osteggiata, nelle file italiane, dai rappresentati di F.I., FdI e renziani, mentre il Pd si è presentato diviso. (5). Ma cosa vuoi che sia se, per esser bellicisti in una guerra non nostra, cade sul nostro territorio una atomica! E la Ue, che pare stia facendo ora gli interessi altrui, procede come i crociati dell’ ‘avanti ad ogni costo!’ su di una nave che affonda o, meglio, è già per metà affondata.
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Ma perché scrivo questo? Perché incontri di questo tipo, che un tempo ci parevano importanti, potrebbero diventare inutili se la situazione degenerasse o il paese si impoverisse a dismisura, mentre il popolo italiano sta diventando un popolo ossessionato dal far quadrare i conti a causa delle bollette, che per molti può diventare un compito impossibile, e dar da mangiare ai propri figli.
E, se si va avanti così, nessuno sa se si potrà tener aperto un ospedale di base o di 1° o 2° livello, a causa dei costi energetici e non solo. E mi conforta in questo, o meglio mi sconforta, l’articolo comparso domenica 9 ottobre 2022 su ‘Il Fatto Quotidiano’ scritto da Valeria Pacelli e Natascia Ronchetti intitolato: “Bollette, ospedali travolti: rincari fino al 372%”. In esso si legge la grave difficoltà in cui versano gli ospedali in particolare quelli più grandi a causa della situazione creatasi, dove una tac, che consuma come 80 lavatrici sempre accese, ed un apparecchio per risonanze magnetiche non si possono staccare, i locali devono rimanere riscaldati, le sale operatorie predisposte, le terapie intensive funzionali etc. etc … Così potrebbe accadere, anche in sanità, un ulteriore razionamento ed impoverimento di alcuni servizi causa bollette, perché «non possiamo staccare nulla»; ed un ridimensionamento delle spese per personale, per innovazione e nuove tecnologie, mentre si attende ancora quanto verranno a costare ora le forniture, con i prezzi in ascesa. Ed è previsto, dalla Federazione delle aziende sanitarie ed ospedaliere, un incremento di spesa energetica in sanità che, dai 412 milioni pregressi, passa a quasi 3 miliardi. (6).
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Ma ritorniamo all’incontro del 6 ottobre, che non ho potuto registrare perché, ad un certo punto, il registratore si è rifiutato di funzionare a causa delle pile scariche. Del resto può accadere che avvenga un esaurimento delle fonti energetiche, e con i chiari di luna come quelli attuali, sarà preferibile abituarsi a questa evenienza.
Ho pertanto preso appunti, ma preferisco procedere per temi, inframmezzando quanto ascoltato con considerazioni mie, e non per intervento, perché quello che ho scritto si presta maggiormente ad esser riportato in questo modo. E mi scuso subito con i medici Miglio e Moretti.
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Il nuovo assetto: le case della comunità come assi portanti ed importanti della riforma, tanto simili ai pregressi Centri di Assistenza Primaria.
Il primo problema posto sul tappeto è quello che la sanità in Italia non può passare al privato, ma si deve efficientare e migliorare il sistema sanitario nazionale. Ma se, dopo il periodo tragico del covid-19, si era iniziato a parlare almeno dei troppi tagli fatti su una sanità che ne usciva falcidiata e ci si poneva nell’ottica di nuovi investimenti nel ssn, questa guerra anche energetica Usa Nato Ue – Ucraina da un lato e Russia dall’altro ha fatto fare di nuovo un passo indietro. E questo è un grosso grossissimo guaio. Anche perché, fra l’altro, essendoci stato imposto dalla Ue di investire in armi, portatrici di morte, il 2% del pil, per poi regalarle a Zelensky, vorrei sapere quanto resterà per il miglioramento della sanità.
Ma in alcune regioni italiane forse poco ci si preoccupa, e si guarda ancora troppo ed insistentemente ad un futuro privatistico per la sanità, senza valutazione pregressa di tipo organizzativo né prestazionale, né avendo presente costi ed obiettivi e senza aver preso in considerazione le esigenze dei cittadini. Inoltre la sanità privata non copre tutti, ma solo chi può pagarsi una costosissima assicurazione, che per clausole varie può non coprire ogni spesa e neppure ogni persona. (7). E, non da ultimo, l’offerta del privato non è dovunque similare, in Italia, e non copre dovunque le aree delicate dell’emergenza – urgenza e del pronto soccorso, la medicina di base, le operazioni chirurgiche, i ricoveri, le terapie oncologiche ed altro.
Pertanto per permettere che i tre principi cardine della tutela della salute di ogni cittadino, e cioè: Il diritto alle cure, l’accessibilità alle stesse e la prossimità possano venir salvaguardati, è prioritario salvaguardare e potenziare il sistema sanitario pubblico nazionale.
D’altro canto, lo Stato italiano, con l’intento primario di tagliare le spese, da 10 anni a questa parte cioè dall’ epoca ‘Monti’, con un occhio all’Europa, ha deciso di dare una svolta ed una riorganizzazione al sistema sanitario nazionale, troppo centrato, sinora, almeno a detta del dott. Moretti, sulla specialistica. Però a mio avviso non si può, nel 2022, ritornare ad una medicina Ottocentesca, basata solo ed unicamente sul medico di base e sul farmacista, figura che attualmente stenta a trovare una sua collocazione nell’organizzazione sia presente che ipotizzata. Non solo: questa ‘riforma’ che si dice andare in senso europeo, ma non sappiamo quanto, è stata stabilita a livello teorico, cioè ‘sulla carta’, e risulta calata dall’alto, si presenta non suffragata da studi attuativi, non tiene conto delle diverse realtà e problematiche e delle richieste ed esigenze dell’utenza. Ed infine il governo non ha né alba né tramonto di come far transitare il sistema sanitario dalla situazione attuale a quella ipotizzata sulla carta, che si configura come una rivoluzione copernicana, non si sa quanto attuabile nella realtà.
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La riforma si regge sullo snodo centrale delle “Case della comunità” che risultano essere molto simili ai Centri di Assistenza Primaria, che però almeno prevedevano qualche specialista. Ma già allora ne furono creati pochi e ci furono diversi problemi che puntuali si ripresentano.
Le Case della comunità dovrebbero restare aperte dalle 12 alle 24 ore, ma non si sa, quando risultano chiuse, chi sostituirà il servizio, cioè chi coprirà la continuità assistenziale, vista la carenza di guardie mediche, utilissime, assunte però a chiamata e pagate a partita iva, uniche che visitano in casa e si adoperano, utilmente, come supporto alle case di riposo ed agli anziani. Ma una politica che non vede al di là del proprio naso, intende ridurle in ogni caso od eliminarle. Ed un servizio di call center, come ipotizzato dal dg dell’ Asufc dott. Denis Caporale e dal dott. Gianni Borghi dell’ Asufc e Conferenza sindaci, non risolverebbe in alcun modo il problema. Ma su questo aspetto mi sono già soffermata nel mio: “Invito ad un incontro sulla sanità in Alto Friuli”, su: www.nonsolocarnia.info, a cui rimando.
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Ogni Casa della comunità dovrebbe contemplare un servizio fisioterapico, uno pediatrico, un paio o più medici di medicina generale (d’ora in poi MMG), qualche infermiere ed uno o più amministrativi a coprire il servizio di segreteria, peraltro già previsto per i Cap. Non vi è però presenza di specialisti, che in questa ‘ristrutturazione teorica’ non si sa dove vengano collocati.
Il Carnia, Canal del Ferro, Val Canale sono previste in tutto otto Case della Comunità: una a Tolmezzo e le altre a Ampezzo, Ovaro, Paluzza, Pontebba, Tarvisio e Sappada, ma quest’ ultima con andamento stagionale, forse invernale, ma Dio solo lo sa. Con l’introduzione delle stesse, come del resto nel caso dei Cap, in montagna però tutto si complicherebbe, venendo a mancare, sul territorio, i medici di base che prestano servizio ambulatoriale magari in due o tre paesi o comuni per qualche giornata a settimana, risolvendo una serie di problemi non acuti, modulando le cure, facendo alcuni interventi di carattere farmacologico e terapeutico, ed invogliando il paziente a recarsi dal medico. Inoltre la sanità anche territoriale si trasforma ulteriormente in sanità “on the road” dove, non venendo più il medico a visitare in casa e non essendoci ambulatorio in alcuni comuni, gli anziani che popolano ancora il territorio montano dell’Alto Friuli rischiano di non avere cure e di morire anzitempo.
E almeno in Normandia hanno dei taxi che vanno a prendere a casa l’anziano per portarlo alle visite di routine, e che collaborano con i centri sanitari preposti, ma qui non c’ è nulla, nemmeno un taxi per paese, e spesso vecchietti e vecchiette vivono da soli, magari non vedono benissimo, e sono poco avezzi al cellulare.
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Inoltre il sistema centralizzato 112, i cui limiti sono continuamente fatti presente dall’encomiabile dott. Walter Zalukar, che ringrazio personalmente per quello che fa per noi tutti, e la mancanza di mezzi di soccorso sufficienti in Alto Friuli, in particolare la notte, come fatto presente pure dallo stesso dott. Pillinini, direttore del pronto soccorso ed area emergenza di Tolmezzo, oltre la non presenza, sul territorio, di un’automedica con medico a bordo, rischiano di far mancare interventi immediati che possano portare a valutare da parte medica, e non da un operatore di call center, la gravità di un soggetto, in presenza di sintomi vaghi (ho mal di pancia, mi fa male la schiena ecc. ecc.). E, tanto per fare un esempio, un “mal di schiena” può essere causato da un’ernia del disco con magari compressione del nervo sciatico, oppure da una polmonite con versamento pleurico o da una infezione renale. E senza accertamenti specialistici, vorrei sapere come fa un medico, ora come ora, a diagnosticare, magari connesso in ‘telemedicina’.
E nel 2022 non possiamo ritornare al medico di medicina generale che sa tutto e che diagnostica senza esami a conforto e senza una valutazione specialistica, ricadendo nella notte dei tempi. E neppure le Università preparano i medici a questo. Non solo: gli specialisti servono pure al Pronto Soccorso che invia, se serve, per consulenza ed eventualmente diagnosi e cure.
Inoltre, per ritornare al discorso sulle guardie mediche, vi sono i teorici che dicono che non servono, senza fornire dati ed informazioni a supporto della loro inutilità, ma chi ha frequentato di notte il loro servizio, come me, sa che risultano sempre più utili, perché coprono le notti, i festivi e prefestivi, perché visitano subito, perché evidenziano la gravità del soggetto, anche in caso di cadute o altre patologie notturne o festive dell’anziano, liberando il Pronto Soccorso da casi altrimenti gestibili. Un tempo però coloro che svolgevano detto servizio non avevano neppure il computer, e operavano senza strumentazione, con limitata, se ben ricordo, possibilità di prescrizione e dotazione di farmaci ridotta all’osso, tanto che io, scherzando, dicevo che erano medici che lavoravano “a mani nude”.
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Insomma, come il solito in Italia, non possono essere i politici, che per lo più vivono come si trovassero ‘nell’Olimpo degli Dei’ a decidere su un aspetto così delicato come l’organizzazione del sistema sanitario nazionale che tutela la salute dei cittadini, senza conoscere le reali esigenze dell’utenza. E nulla di buono può nascere dalla mera imposizione senza dialogo e confronto, senza conoscenza delle problematiche territoriali che differenziano, per esempio, una grande città da un territorio montano.
Non solo: in inverno in montagna può mancare la luce per giorni, le strade possono non essere percorribili, il muovere persone ammalate può essere difficilissimo, può mancare per periodi persino la rete telefonica per cellulari. E ieri, 10 ottobre, in centro a Tolmezzo mancava la connessione internet. E se non si abita a due passi dalla ‘Casa della Comunità’ che si fa? E non esistono più quelle persone che, sapendo qualcosa di medicina ed erboristeria, nel bene e nel male e fino al secondo dopoguerra, nei piccoli paesi prestavano un primo soccorso, chiamavano il medico, cercavano di orientare la diagnosi e prestavano alcune cure per problemi non gravi. (8).
Ed infine la politica dovrebbe imparare a far funzionare al meglio l’esistente, ed a far pagare chi ha fatto strage di soldi pubblici (9) per mala gestione o per altri motivi, e non a fare riforme ogni momento ed ad assillare i cittadini con novità e burocrazia.
Fine della prima parte. Laura Matelda Puppini
Note.
(1) Dalla presentazione dell’ incontro di Stefano Nonino e da https://www.youtube.com/channel/UCRmo9-rqs1P3BYbcGXlEvjA/about.
(2) I ruoli ricoperti dai due medicI sono rilevabili da quanto detto da Stefano Nonino che ha presentato l’incontro ed i relatori, e per il dott. Miglio da: http://www.aas3.sanita.fvg.it/opencms/export/sites/ass3/it/_organigramma/_curricula/miglio_giancarlo.pdf, e da: https://ricerca.gelocal.it/messaggeroveneto/archivio/messaggeroveneto/2004/01/28/UD_01_UDA5.html.
(3) https://tg.la7.it/politica/giuseppe-conte-propone-tutti-in-piazza-per-la-pace-senza-bandiere-07-10-2022-176461, e https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/10/07/manifestazione-per-la-pace-cosa-si-muove-in-vista-della-piazza-lanciata-da-conte-da-assisi-alla-rete-disarmo-le-iniziative/6831827/.
(4) Si veda la chiara posizione contro la guerra di Vincenzo De Luca, presidente della giunta regionale della Campania, che sta organizzando una grande manifestazione per la pace a Napoli, che si terrà il 29 ottobre. (Cfr. https://www.dire.it/06-10-2022/804312-vincenzo-de-luca-usa-toni-da-leader-e-lancia-una-grande-manifestazione-per-la-pace-in-ucraina/; https://www.askanews.it/politica/2022/10/08/ucraina-de-luca-manifestazione-per-la-pace-a-napoli-il-28-ottobre-pn_20221008_00034/; https://www.askanews.it/politica/2022/10/08/ucraina-de-luca-manifestazione-pace-tutti-invitati-nessun-recinto-pn_20221008_00035/. Inoltre rimando pure al mio, sempre su www.nonsolocarnia.info: “21 minuti di analisi lucidissima sulla guerra in Ucraina di Vincenzo De Luca governatore della Campania.”
(5) Cfr: https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/10/06/europarlamento-emendamento-per-la-via-diplomatica-alla-pace-in-ucraina-fdi-forza-italia-renziani-e-parte-del-pd-votano-contro/6830813/ Ivi si legge la dichiarazione dell’eurodeputata Laura Ferrara che si scaglia contro la bocciatura: “La pace in Ucraina è purtroppo un miraggio e il voto del Parlamento europeo di oggi lo dimostra. Oggi abbiamo sprecato l’occasione di indicare la strada alle istituzioni europee”.
(6)Valeria Pacelli e Natascia Ronchetti, “Bollette, ospedali travolti: rincari fino al 372%”, in il Fatto Quotidiano, 9 ottobre 2022.
(7) Per clausole e condizioni, quando è stato scritto l’articolo, per l’assicurazione privata sanitaria, che può costare 1000, 00 euro pro capite, cfr. ‘Ancora su: salute e sanità nazionale e regionale’ in: nonsolocarnia.info. (https://www.nonsolocarnia.info/ancora-su-salute-e-sanita-nazionale-e-regionale/).
(8) Su queste figure cfr. su www.nonsolocarnia.info Laura M Puppini. Intervista a Luca Petris, sindaco. Vivere a Sauris. Settembre 1984.
(9) Su questi aspetti cfr. su nonsolocarnia.info: State allegri arrivano i tagli di Renzi/ Gutgeld/ Lorenzin /Boschi/. Addio a sanità e salute? e “Ancora sanità. Sui tagli alle analisi e visite ambulatoriali, sulle ultime trovate Lorenzin/Gutgeld, e sui geni della lampada, si fa per dire…”
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L’immagine che accompagna l’articolo è tratta da: https://saluteugualepertuttis.org/2021/02/01/il-governo-pensa-di-potenziare-lassistenza-sul-territorio-con-le-case-della-comunita/, e precisa che il termine primo, rigorosamente inglese, come se la meravigliosa lingua italiana non avesse più valore, per definire queste strutture di base era: Heathy home, cioè casa della sanità, anche se l’articolo poi dice che non sono assolutamente la stessa cosa, ma non si capisce bene, nella realtà, la grande differenza. L.M.P.
https://www.nonsolocarnia.info/quale-organizzazione-sanitaria-si-vorrebbe-per-il-futuro-in-italia-parte-prima-tra-i-problemi-attualissimi-energetici-e-le-case-della-comunita/https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2022/10/casa-comunitahealthyhome.webp?fit=640%2C360&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2022/10/casa-comunitahealthyhome.webp?resize=150%2C150&ssl=1ECONOMIA, SERVIZI, SANITÀHo ascoltato il 6 ottobre 2022 l’incontro informativo, tenutosi a Tolmezzo presso la sala della Comunità di Montagna, intitolato: “Sanità in Alto Friuli- Bisogni di salute, ruolo dell’ospedale e dei servizi sanitari territoriali, crisi della medicina generale. Si risolverà tutto con il Pnrr?” Relatori sono stati i medici Giancarlo...Laura Matelda PuppiniLaura Matelda Puppinilauramatelda@libero.itAdministratorLaura Matelda Puppini, è nata ad Udine il 23 agosto 1951. Dopo aver frequentato il liceo scientifico statale a Tolmezzo, ove anche ora risiede, si è laureata, nel 1975, in filosofia presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Trieste con 110/110 e quindi ha acquisito, come privatista, la maturità magistrale. E’ coautrice di "AA.VV. La Carnia di Antonelli, Centro Editoriale Friulano, 1980", ed autrice di "Carnia: Analisi di alcuni aspetti demografici negli ultimi anni, in: La Carnia, quaderno di pianificazione urbanistica ed architettonica del territorio alpino, Del Bianco 1975", di "Cooperare per vivere, Vittorio Cella e le cooperative carniche, 1906- 1938, Gli Ultimi, 1988", ha curato l’archivio Vittorio Molinari pubblicando" Vittorio Molinari, commerciante, tolmezzino, fotografo, Gli Ultimi, Cjargne culture, 2007", ha curato "Romano Marchetti, Da Maiaso al Golico, dalla Resistenza a Savona, una vita in viaggio nel Novecento italiano, ed. ifsml, Kappa vu, ed, 2013" e pubblicato: “Rinaldo Cioni – Ciro Nigris: Caro amico ti scrivo… Il carteggio fra il direttore della miniera di Cludinico, personaggio di spicco della Divisione Osoppo Carnia, ed il Capo di Stato Maggiore della Divisione Garibaldi Carnia, 1944-1945, in Storia Contemporanea in Friuli, n.44, 2014". E' pure autrice di "O Gorizia tu sei maledetta … Noterelle su cosa comportò per la popolazione della Carnia, la prima guerra mondiale, detta “la grande guerra”", prima ed. online 2014, edizione cartacea riveduta, A. Moro ed., 2016. Inoltre ha scritto e pubblicato, assieme al fratello Marco, alcuni articoli sempre di argomento storico, ed altri da sola per il periodico Nort. Durante la sua esperienza lavorativa, si è interessata, come psicopedagogista, di problemi legati alla didattica nella scuola dell’infanzia e primaria, e ha svolto, pure, attività di promozione della lettura, e di divulgazione di argomenti di carattere storico presso l’isis F. Solari di Tolmezzo. Ha operato come educatrice presso il Villaggio del Fanciullo di Opicina (Ts) ed in ambito culturale come membro del gruppo “Gli Ultimi”. Ha studiato storia e metodologia della ricerca storica avendo come docenti: Paolo Cammarosano, Giovanni Miccoli, Teodoro Sala.Non solo Carnia
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