Quei tribunali minori che resteranno per sempre chiusi
A seguito della decisione della Corte costituzionale di non accogliere la richiesta di referendum presentata da cinque regioni per riaprire i tribunali minori, lunedì 19 gennaio Franco D’ Orlando così scriveva nel merito al direttore di “La Vita Cattolica” che pubblicava integralmente l’intervento giovedì 22 gennaio 2015. Pubblico anche qui con il permesso dell’autore.
<La Corte Costituzionale alcuni giorni or sono ha dichiarato inammissibili le richieste di referendum popolare presentate da cinque regioni per abrogare la “grande riforma epocale della giustizia” che ha portato alla chiusura di una trentina di tribunali minori tra i quali anche quello di Tolmezzo.
Per quanto concerne il nostro Tribunale, però, nulla è cambiato; infatti, solo coloro che si attendevano “un miracolo” potevano fare affidamento su questo strumento referendario il quale, anche se avesse superato il giudizio della Corte, sarebbe stato poi sicuramente ostacolato in ogni modo e affossato dalla politica impegnata a difendere a tutto campo l’unica riforma, se tale può essere definita, che sinora ha “partorito”.
Il referendum poteva servire sopratutto per gli altri tribunali: il Tribunale di Tolmezzo andava e va in altro modo difeso e salvaguardato non solo per le tantissime valide motivazioni che lo riguardano (storico-culturali, socio-economiche, zona di confine, presenza supercarcere, vastità territorio, spopolamento, fattori ambientali, uguaglianza con gli altri territori …) ma anche per tutelare, difendere, valorizzare e dare dignità alla specialità della nostra Regione.
Così è avvenuto nelle regioni a statuto speciale Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta cui è stato concesso, mediante intese con lo Stato, di poter gestire direttamente la giustizia sui loro territori così come da noi per la sanità ( art. 1-comma 515 legge 147 del 27.12.2013 ): perché i loro rappresentanti hanno ottenuto questo importante risultato? Perché la nostra Regione, anche essa a statuto speciale, non è stata inserita in questo contesto?
Il nostro Consiglio regionale ai primi di aprile 2014 ha approvato, in merito e all’unanimità, un documento rivolto al governo nazionale nel quale, richiamandosi all’art. 1-comma 397 legge 147 del 27.12.2013, chiedeva gli venisse consentito di poter porre in atto apposite convenzioni, stipulate con le regioni, per l’esercizio decentrato di funzioni giudiziarie nelle sedi soppresse: pare che nessun organo governativo si sia degnato neppure di rispondere ! Quindi, tutto tace: inerzia totale del nostro Consiglio Regionale e del suo Presidente Iacop visto che, tra l’altro, neanche tra le cinque regioni richiedenti i referendum c’era la nostra.
La Presidente della nostra Regione Serracchiani, avvocato del foro di Udine, ora si guarda bene solo a sfiorare il problema: un comportamento del tutto ingiustificabile!
Abbiamo da tempo capito che “non si vuole” affrontare l’argomento e, quindi, che la specialità di questa nostra Regione viene fatta funzionare a intermittenza: quando serve per i territori in difficoltà, come nel nostro caso, arriva sino a Udine ( da sempre centro del potere politico-economico-sociale ) e lì si ferma.
Di sicuro ora c’è che su un terzo del territorio della Regione Friuli Venezia Giulia, quello riguardante la circoscrizione del Tribunale di Tolmezzo, il ricorso alla giustizia non è uguale per tutti; non si tiene conto, come spesso avviene anche per altro, di ciò che serve e di cosa chiede chi ci vive.
Con questa riforma epocale i cittadini qui residenti sono stati vilipesi, la giustizia sfregiata, oltraggiata e svenduta per quattro soldi bucati con tanti anni di storia gloriosa brutalmente interrotta.
Ci è stata ora imposta l’ingiustizia nella giustizia!
Franco D’Orlando e l’Unione Autonomista Alpina
già Consigliere Comunale di Tolmezzo>
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