Relativamente al Piano Attuativo – PA 2024 – programma e bilancio di previsione di Asufc. Parte prima.
Premessa.
Ci sono documenti che sono interessanti anche se poco dicono tranne che riportare obiettivi generici scontati e farci capire che Asufc non riesce neppure ad avere dati sul funzionamento del servizio che gestisce, visto che il suo piano attuativo non ha una solida analisi del reale su cui basarsi per partire in vista del futuro. E questo è il bello. Il riferimento è al Piano Attuativo – PA 2024 – programma e bilancio di previsione 2024 di Asufc, un assemblaggio di indicazioni per legge tutte poste in un unico calderone, presentate con dovizia di colori, parole e concetti astratti e nulla di più e da cui poco si viene a sapere sulla situazione reale e su come detta azienda sanitaria intenda muoversi. E parlo di Asufc perchè è la mia di riferimento.
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Il primo capitolo parla in modo generico degli ambiti specifici di miglioramento che incidono direttamente sulla qualità e sulla sostenibilità dei servizi erogati all’utenza. Essi sono relativi al miglioramento della risposta ai bisogni dei cittadini; alla sostenibilità economica; all’innovazione strutturale, tecnologica e organizzativa; alla “Accontability” termine che pare faccia ultimamente tanto ‘figo’ nelle aziende finanziariamente centrate e assume diversi significati, di fatto, con il variare del contesto di riferimento, se trattasi del problema della privacy sui dati, l’ambito della ricerca o altro. Riporto qui quanto scritto sull’enciclopedia Treccani alla voce ‘Accontability’: «Responsabilità incondizionata, formale o non, in capo a un soggetto o a un gruppo di soggetti (…), del risultato conseguito da un’organizzazione (privata o pubblica), sulla base delle proprie capacità, abilità ed etica. (…). L’accento non è posto sulla responsabilità delle attività svolte per raggiungere un determinato risultato, ma sulla definizione specifica e trasparente dei risultati attesi che formano le aspettative, su cui la responsabilità stessa si basa e sarà valutata. La definizione degli obiettivi costituisce, dunque, un mezzo per assicurare l’accountability». (Accountability – Enciclopedia – Treccani).
Ma proprio perché l’’accontabily’ guarda ai fini ma non ai mezzi, essa dovrebbe essere lasciata da parte in sanità, ove invece la troviamo applicata, genericamente, da Asufc nei seguenti settori: «Comunicazione, Formazione, Ricerca, Promozione delle azioni che rendono accreditabile Asufc» (1), come in generale non si sa, in modo specifico, per singola voce, neppure. Pertanto, a mio avviso, detto termine, troppo dipendente dai contesti e qui genericamente utilizzato definendone i settori di applicazione e non gli obiettivi, fra l’altro, non dovrebbe essere presente nel sistema salute, e “il fine non giustifica i mezzi”, dicevano un tempo, saggiamente.
Per raggiungere una comunicazione con qualcuno, il punto di partenza deve essere il desiderio di comunicare ma anche di confrontarsi con l’altro o altri, ma con chi stanno comunicando i vertici di Asufc ed in particolare il dott. Denis Caporale, dato che mi si dice che, fin dall’ inizio, si è negato e forse si nega anche ora persino ai sindacati e va avanti per la sua strada pare in solitaria o con pochi fedelissimi al fianco, ammesso sia vero? Forse con un paio di giornalisti del Messaggero Veneto a cui comunica cosa intende fare? Non so, se qualcuno lo sa me lo dica, e se erro correggetemi.
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Ma conosce davvero Asufc i bisogni dei cittadini?
Per quanto riguarda questa prima facciata, io francamente non so come faccia Asufc a mettere in primo piano la risposta ai bisogni della popolazione, se non come un mero obiettivo teorico, dato che nella pratica pare non conosca neppure quali realmente siano, perchè sembra non li abbia mai rilevati e non intenda ascoltare alcuno che tenti di farglieli presente. Ed anche in questo caso, se erro, correggetemi.
Ma rispondere ai bisogni del cittadino, cosa che pare Asufc faccia davvero poco, dovrebbe diventare una finalità primaria di una Azienda Sanitaria, ma per raggiungere questo obiettivo, come qualsiasi altro, servono una indagine ed uno studio approfondito ed una grande capacità di ascolto di chi li conosce. E non mi si dica che “Così fan tutti” perché non è scusa tollerabile.
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Programmi di screening.
Inoltre detto documento riporta pure alcuni obiettivi in continuità con le linee strategiche individuate dalla programmazione regionale che sono: il rafforzamento dei programmi di screening; lo sviluppo della riforma dell’assistenza territoriale e conseguente adeguamento di quella ospedaliera in attuazione del PNRR e del DM 77/2022; l’implementazione delle reti cliniche; il governo dei tempi di attesa.
I programmi di screening sono importanti per evidenziare soggetti malati di cancro e curarli, dopo magari adeguate verifiche ed approfondimenti sulla presenza effettiva della malattia e la rilevazione della sua tipologia e stadio, ma che dire dato che all’ospedale di Tolmezzo potrebbe sparire la senologia, e in Carnia mancano persino medici di base e quindi la continuità diagnostica curativa ed assistenziale?
Ma uno può andare qui, può andare là, pensa magari qualcuno che viaggia con la macchina con l’autista costretto d’inverno a tenere sempre acceso, mi si dice, il motore, anche nel corso di incontri perché chi accompagna ad una riunione non trovi neppure per un secondo l’auto fredda al suo ritorno, ammesso che ciò sia vero? Ora una delle prime esigenze dei malati di tumore, persone fragili, e della popolazione in generale è proprio quello di curarsi a due passi da casa e quindi la territorialità delle analisi e delle cure, e non il sistema americano dei grandi centri in mano ai privati, intasati, spesso accessibili in base al reddito, e distantissimi per chi non abita nelle vicinanze. Inoltre anche qui una, ma anche uno di Tolmezzo, che si trova un esame che ipotizza a lei/lui un tumore al seno, dovrebbe magari, per un approfondimento, andare fino a San Daniele? Me se è sola/o e senza mezzi di trasporto o non può guidare, che fa? Sapete la via più breve e veloce per raggiungere da Tolmezzo San Daniele è andare con la diretta ad Udine e lì prendere una corriera per San Daniele. Spesa ipotizzabile per andata e ritorno sempre andando da San Daniele ad Udine e da Udine a Tolmezzo per il ritorno: 20 euro circa. Inoltre invece di ipotizzare che il cancro alla cervice ed al seno non si presentino più dopo una certa età non si sa basandosi su che studi, sarebbe importante prolungare il periodo dello screening. Ma il discorso delle distanze vale per tutti i malati di cancro, che non devono essere costretti a tour salvavita in condizione debilitata, senza magari alcun parente vicino.
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L’esternalizzazione di servizi sanitari anche ospedalieri non è prevista nel PA- Asufc , ha dei limiti posti dalla legge, ma anche in Asufc continua a venir attuata anche se non in forma totale.
L’ esternalizzazione, costosissima, dei servizi sanitari, portata avanti da Asufc (pronto soccorso Udine in parte sicuramente e punti di primo intervento) e figlia dell’assessore Riccardi (2) e del Presidente di giunta Fedriga, è giustamente uno dei terrori della popolazione e dovrebbe venir evitata, ma dato che è di fatto presente, dovrebbe esser posta come finalità primaria della programmazione e non passare sottobanco. Questo comporta pure un controllo sulle attività pagate dal pubblico e una valutazione precisa dei titoli dei medici esterni che vengono a lavorare nelle strutture regionali richiedendo gli stessi titoli del personale già assunto.
Invece quando Asufc fece il bando per esternalizzare parte del pronto soccorso di Udine, introdusse equipollenze fra titoli di specializzazione presi in serissime scuole pubbliche a corsetti privati on line, arbitrariamente scelti, pare, almeno io ho capito così, e se erro correggetemi. (3). E con queste novità sembra si vada a pagare tanto per avere poco, non controllabile e con esiti incerti e sicuramente verso la ‘cinesizzazione della sanità’ cioè la perdita di qualità.
Inoltre qualora si punti alla esternalizzazione parziale o totale dei servizi, bisognerebbe vagliare, prima di porla come possibile obiettivo, tutta la documentazione relativa ed anche magari articoli come quelli da me reperiti e citati nei miei, sempre su www.nonsolocarnia.info: Sull’esternalizzazione delle analisi in Fvg e Verso quale sanità in Friuli e Fvg mentre regna il caos? Chiediamocelo.
Nel primo riporto un articolo (4) in cui si parla di un ampio studio pubblicato dalla rivista Lancet, che ha valutato, in Gran Bretagna, il rapporto fra esternalizzazione dei servizi sanitari e aumento della mortalità, e quindi peggioramento della sanità stessa. Nel secondo riprendo l’analisi del sistema fallimentare Usa, a cui però noi guardiamo come una novità, sentendo Fedriga, ma che è già vecchio e bocciato anni fa, riportando pure alcune considerazioni di Donald M. Berwick, figura prestigiosa in America e tenuto in gran considerazione da Obama, quando era Presidente degli Stati Uniti d’ America. (5).
E non esiste alcuna norma giuridica che sostenga che i politici possano fare quel che vogliono con i soldi pubblici senza fra l’altro aver letto nulla, ma seguendo sogni, mode, ed il ‘volli, volli, fortissimamente volli’. E se erro correggetemi.
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Infine per quanto riguarda le esternalizzazioni, credo sia ancora in vigore una legge dello stato, il dl n.34 del 30 marzo 2023, poi coordinato con la legge di conversione del 26 maggio 2023 n. 56, che così recita normando il settore esternalizzazioni in sanità : «Le aziende e gli enti del Servizio sanitario nazionale, per fronteggiare lo stato di grave carenza di organico del personale sanitario, possono affidare a terzi i servizi medici ed infermieristici solo in caso di necessità e urgenza, in un’unica occasione e senza possibilità di proroga, a seguito della verificata impossibilità di utilizzare personale già in servizio, sia dipendente sia in regime di convenzione con il Servizio sanitario nazionale ai sensi del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, di assumere gli idonei collocati in graduatorie concorsuali in vigore relative all’assunzione di personale dipendente e di avvalersi in regime di convenzione del personale iscritto nelle graduatorie per l’assistenza specialistica ambulatoriale interna, nonché di espletare le procedure di reclutamento del personale medico e infermieristico autorizzate.
I servizi di cui al comma 1 possono essere affidati, per un periodo non superiore a dodici mesi, anche nei casi di proroga di contratti già in corso di esecuzione, ad operatori economici che si avvalgono di personale medico ed infermieristico in possesso dei requisiti di professionalità contemplati dalle disposizioni vigenti per l’accesso a posizioni equivalenti all’interno degli enti del Servizio sanitario nazionale e che dimostrano il rispetto delle disposizioni in materia d’orario di lavoro di cui al decreto legislativo 8 aprile 2003, n. 66.
Al fine di favorire l’economicità dei contratti e la trasparenza delle condizioni di acquisto e di garantire l’equità retributiva a parità di prestazioni lavorative, con decreto del Ministro della salute, sentita l’Autorità nazionale anticorruzione, da adottarsi entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, sono elaborate linee guida recanti le specifiche tecniche, i prezzi di riferimento e gli standard di qualità dei servizi medici ed infermieristici oggetto degli affidamenti di cui ai commi 1 e 2». (6).
Certamente se poco ci si applica, o non seguendo i modi migliori, per rendere attrattiva e funzionante la sanità pubblica, ci si troverà sempre in una situazione emergenziale, ma allora la funzione di una Ass diventa quella di rattoppare con pezze, che restano tali, qualcosa che ormai presenta diverse falle sempre più insanabili con il passare del tempo, al di là di documenti e paroloni. E scusatemi se penso così.
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D.M.77/2022.
Ho già scritto nel mio: “Aprile 2024. La risposta insoddisfacente di Riccardo Riccardi a Conficoni sulla possibile esternalizzazione del servizio prelievi in Fvg., relativamente a questo D.M., che riguarda i “Nuovi modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel ssn”, che l’assessore cita ovunque, ma senza dirci come verrà applicato in regione. Sugli aspetti che tratta mi sono così espressa, riprendendo da una fonte che li sintetizza: «Il d.l. 77/2022 parla di Case della Comunità; di un nuovo numero unico europeo, il 116117, per casi non urgenti, così di nuovo si propone il problema che sarà l’utente/cittadino a decidere se la situazione è urgente o meno; di una nuova centrale operativa territoriale per questi casi, quando in Fvg anche per l’urgenza esiste solo una centrale unica regionale e non territoriale; dell’Infermiere di Famiglia e Comunità; dell’unità di continuità assistenziale; della continuità assistenziale e dell’assistenza domiciliare; degli ospedali di comunità; della rete delle cure palliative; dei servizi per la salute dei minori, delle donne, delle coppie e delle famiglie, compito dei consultori; della telemedicina» (7), e quindi di ben altro, ed implica un discorso grossissimo.
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Ma ritorniamo al documento. A p. 4 per quanto riguarda gli screening troviamo un mare di parole che esprimono in forma generica buoni intenti, ma nulla di più, mentre qui, in Carnia, ci chiediamo che fine farà senologia, dopo che in giugno era stato detto che veniva mantenuta e poi invece pare di no, tanto per dirne una sulla puntuale programmazione di Asufc e su una sanità che lascia i cittadini che ne dovrebbero fruire con il fiato in sospeso. Inoltre alcune righe fanno paura perché ipotizzano di demandare un discorso di diagnosi e cura allo stesso paziente che, per inciso, spesso è anziano e potrebbe essere solo, non saper utilizzare internet o avere una cataratta da operare, ma cosa vuoi che sia …. E penso a quei poveri quattro vecchi che vivono sulle nostre montagne con ben poco e facendosi coraggio.
Infatti così si legge sul documento di P.A.: «Sarà posta attenzione alla comunicazione per favorire l’alfabetizzazione sanitaria e la capacità degli individui di ottenere, elaborare e comprendere le informazioni sanitarie di base al fine di prendere adeguate decisioni di salute, accrescere la loro capacità di agire per la propria salute e per quella della collettività (empowerment) e di interagire con il sistema sanitario (engagement) attraverso relazioni basate sulla fiducia».
Ora pensate a come farà un anziano a prendere coscienza di cos’ ha da solo, usare i mezzi informatici e via dicendo … Inoltre di quale relazione di fiducia nel ssr parlano i vertici di Asufc, se molti pazienti non hanno neppure il medico di base, e sono sempre più; gli MMG in servizio sono in netta difficoltà a seguire decentemente oltre 1000 pazienti; farsi operare è un terno al lotto, e una visita specialistica può avvenire qui e là, tra due anonimi, ed in ambienti magari non noti? “Pieis di cussì”- mi viene voglia di dire, ma è sempre pensiero mio ….
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Inoltre sempre a p. 4 si precisa che «Nell’area dell’assistenza ospedaliera obiettivo primario sarà il recupero della tempestività nella risposta ai bisogni dei cittadini anche mediante il recupero dell’efficienza e appropriatezza nell’erogazione dei servizi», che è pura teoria che sinora è rimasta lettera morta nella pratica, inoltre «sarà avviata la revisione dei percorsi aziendali relativi alla presa in carico del paziente cardiologico, del paziente con frattura di femore, del paziente con carcinoma prostatico, dei percorsi nascita e di quelli dell’ emergenza-urgenza e del paziente in carico al dipartimento testa collo e neuroscienze e al dipartimento oncologico».
A parte che a me manca, per limite mio, una chiarezza sull’ importanza del dipartimento di testa collo e neuroscienze, tanto caro all’assessore che ha sostenuto, a margine di un convegno promosso da Asufc e detto dipartimento, che in area di emergenza i bisogni dei pazienti sono più di carattere sociale che sanitario (7), non so come sia stato stilato questo elenco, senza tener conto del fatto che in Asufc abbiamo perso attrattività verso i medici che scelgono altri lidi, e senza dato alcuno a supporto.
Per esempio a Tolmezzo, a proposito della presa in carico del paziente cardiologico, un cardiologo se ne è andato via senza esser sostituito, le pazienti oncologiche con malattia al seno dovranno forse prendere la valigia ed andare a San Daniele con quali mezzi non si sa, ed i pazienti con carcinoma prostatico attenderanno che un urologo abbia un posto libero per operarli, visto che San Daniele, Gemona e Tolmezzo hanno gli stessi urologi, che non si sa se siano nemmeno due, perché sul sito Asufc si trova solo il nome del dott. Ferdinando Bruschi e di una infermiera.
Quindi si parla di proseguimento nell’attività di recupero e miglioramento dell’accessibilità, e qui magari qualcuno in Carnia si potrebbe sentire anche preso in giro, perché di fatto nel 2024 tutto è diventato ancora più difficile ed il ricorso al privato convenzionato, ma non in rete, massiccio, senza che questi garantisca anche la parte chirurgica, senza sapere nulla dei medici che ti visitano, e con una richiesta di 200 milioni per proseguire in qualche visita ambulatoriale qui e là. In compenso l’attività intramoenia, redditizia per l’azienda, è entrata a pieno titolo a far parte del piano.
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Assistenza Territoriale.
Sempre sul testo del P.A. leggiamo che è stato attivato, nel 2023, il Dipartimento di Assistenza territoriale Asufc, che costituisce il riferimento per lo sviluppo delle attività previste dal DGR 2042 del 29 dicembre 2022, e la progressiva attuazione del DM 77/2022, su cui, però, non sappiamo nulla, come su quasi tutto in sanità, dove i colpi di scena si sprecano, secondo me, e se erro correggetemi.
Si parla delle Case di Comunità, di cui a livello nazionale ancora non si è capito nulla, sperando che in Carnia non vogliano assemblare 4 medici di base in una sola casa di comunità per tutte le 35.000 persone che vi abitano, sposando per la città e la montagna lo stesso modello, perché sarebbe a dir poco ridicolo pensare che così vi sia una reale assistenza sanitaria e sociale ai soggetti per lo più in età anziana, come sottolineato da Gianni Borghi per i sindaci della Carnia, nel 2016. (8).
Infine sempre a p. 4 si parla delle cure palliative, prevedendo solo una implementazione dei posti letto, minimizzando il carico di problematiche presenti, e per le persone con disabilità e la non autosufficienza si scrive, sempre in modo generale, di «un potenziamento sistemico dell’integrazione sociosanitaria imperniata su un rapporto strutturato tra ambito territoriale sociale e distretto sanitario per tutte le aree dell’integrazione». (p. 5). Ma io a Tolmezzo tranne che per qualche manifestazione sporadica, vedo le persone con disabilità sempre più sole e meno inserite nel contesto sociale e aventi come riferimento un gruppo di simili. E l’impressione è che rispetto agli anni ’70 si sia tornati indietro parecchio. E posso dire questo con cognizione di causa.
Inoltre questa giunta del ‘fai da te’ pare abbia l’idea che moltiplicando gli enti burocratici si migliorino i servizi, ma non è così. Non solo: esternalizzando sempre più, tagliando servizi e indebolendo gli ospedali spoke, mancando medici, chiudendo reparti negli ospedali anche per ferie con il rischio di iper- affollamento degli hub, non so come Asufc possa porre come obiettivo primario nell’area dell’assistenza ospedaliera «il recupero della tempestività nella risposta ai bisogni dei cittadini anche mediante il recupero dell’efficienza e appropriatezza nell’erogazione dei servizi». Inoltre io, per limite mio, non ho mai capito questo concetto dell’’ assistenza ospedaliera’ perché l’ospedale è luogo privilegiato di diagnosi e cure anche di alto livello, e l’assistenza ospedaliera la dovrebbero fare gli oss.
Ed infatti l’unico escamotage che il dg ha comunicato alla stampa amica, sperando che tutti la leggano ma non è così, è quello di aprire gli ambulatori specialistici, all’interno degli ospedali, anche il sabato, per farvi lavorare personale sfinito e pronto a cambiare aria per le peggiorate condizioni di lavoro.
La pagina 4 poi, contiene pure una serie di obiettivi espressi in modo più che generico, praticamente infattibili, ma mancando una ricognizione del reale, si può scrivere di tutto.
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Comunicazione.
Per quanto riguarda poi la comunicazione, il sito Asufc relativamente al Santa Maria della Misericordia ma non solo anche relativamente all’ospedale di Tolmezzo è illeggibile, e vi compare una scritta che il sito è in rifacimento, il che contempla che vi siano inseriti dati risalenti al 2020, mentre dei reparti e dipartimenti non si sa praticamente nulla tranne che vi è un responsabile ed una infermiera, e tutto questo fa rimpiangere la vecchia impostazione e pone qualche problema sul funzionamento di Insiel. Inoltre un gruppo dirigente di una azieda sanitaria che ha da qualche anno il sito aziendale, nella sua parte comunicativa ed organizzativa più importante, ‘in aggiornamento’ non fa ben sperare e a mio avviso potrebbe violare la trasparenza. (9).
Ed a tutti, in particolare a coloro che dirigono Asufc, bisognerebbe ricordare che l’obiettivo principale di detta azienda sanitaria è “Assicurare la piena e completa presa in carico della salute del cittadino e garantire la continuità dell’assistenza, nonché una maggiore efficienza, efficacia e uniformità nella gestione dei fattori produttivi” (10) che pare sempre più lontano dall’essere raggiunto. Inoltre quel termine ‘fattori produttivi’ in sanità, quasi si trattasse di una fabbrica di gorgonzola, risulta per me davvero inquietante.
E per quanto riguarda il Piano Attuativo – PA 2024 – Programma e bilancio di previsione di Asufc per ora mi fermo qui, per non essere troppo lunga, ma a questo testo ne seguirà un secondo e forse un terzo.
Senza offesa per alcuno, ma per cercare di capire da uno dei pochi documenti reperiti, questo ho scritto, perché per parlare di problemi bisogna anche leggere e discute su documenti e magari criticarli dal proprio punto di vista. E se pensate che abbia torto in qualche mia considerazione, ditemelo, scrivetemelo, contribuendo al dibattito, perché io non mi vivo certo come una persona che ha la verità in tasca, ed insieme si cresce, ma se nessuno parla ….
Laura Matelda Puppini
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Note.
- Piano attuativo – PA 2024 – Programma e bilancio di previsione, 15 febbraio 2024, approvato il 19 febbraio 2024 dal d.g. Denis Caporale.
- Per Riccardi cfr. quanto ha sostenuto sul partenariato pubblico privato, cioè che egli è molto favorevole a detta soluzione, che di fatto distrugge il ssn e il nostro ssr rispondendo al consigliere Conficoni e da me riportato su www.nonsolocarnia.info in: Aprile 2024. La risposta insoddisfacente di Riccardo Riccardi a Conficoni sulla possibile esternalizzazione del servizio prelievi in Fvg.
- Nel merito su www.nonsolocarnia.info sia “Sanità friulana Ko (knock out). Ancora sulla folle idea di privatizzare parte dei pronto soccorso friulani spaccandoli in due e sulle chiusure estive dell’unico ospedale che dicasi tale in Friuli”, sia Ancora qualche domanda sulla esternalizzazione codici bianchi (si spera non verdi) in Pronto Soccorso ad Udine, il più grande della Regione. Modificato in una parte il 17 agosto 2023.
- Marco Geddes da Filicaia, L’esternalizzazione dei servizi sanitari, in: https://www.saluteinternazionale.info, datato 25 luglio 2022.
- Donald M. Berwick, Salve Lucrum: The Existential Threat of Greed in US Health Care, originale in: Journal of the American Medical Association, leggibile on-line in: https://jamanetwork.com/journals/jama/fullarticle/2801097. L’articolo è stato lungamente citato da Primo Buscemi, nel suo: Medicina e profitto negli USA, in: https://www.saluteinternazionale.info/2023/05/medicina-e-profitto-negli-usa/.
- Testo del dl 34/2023 coordinato con la legge di conversione del 26 maggio 2023 n. 56, art. 10 commi 1-2-3-4-5, dalla Gazzetta Ufficiale del 29 maggio 2023.
- https://www.fnopi.it/aree-tematiche/dm-77-2022-regolamento-recante-la-definizione-di-modelli-e-standard-per-lo-sviluppo-dellassistenza-territoriale-nel-ssn/.
- Il 6 febbraio 2024, in riferimento ad un convegno sostenuto da Asufc e sponsorizzato dal Dipartimento Testa Collo e Neuroscienze, Riccardo Riccardi ha sostenuto che «Il modello organizzativo presentato oggi […] (è) un progetto basato sull’umanizzazione delle cure, riduce le tensioni, soprattutto nei punti di maggior attrito del sistema, ad esempio l’emergenza-urgenza, in cui i bisogni dei cittadini sono più di tipo sociale che sanitario» (In: https://www.facebook.com/story.php/?story_fbid=946539193705448&id=100050481279792&paipv=0&eav=AfanKwDok5ZThuqUh9K9-6bh-tgkeg0eqGUL5lsDRRCKPEb5BEKPh9zm8KBpX1ymBV8&_rdr, a cui si giunge digitando http://com/yc65c7h9 E in: https://www.facebook.com/photo?fbid=808991431242185&set=a.332029498938383.
- Vedi su www.nonsolocarnia.info le importantissime considerazioni dei sindaci riferite da Gianni Borghi e da me pubblicate nell’articolo intitolato: Gianni Borghi su: “La nuova proposta per la salute in territorio montano”.
- La scritta che compare in un riquadro in sovrimpressione, è la seguente: “Le informazioni inerenti le strutture aziendali, presenti su questo sito, sono in fase di aggiornamento, nelle more di attuazione dell’Atto Aziendale”.
- https://www.regione.fvg.it/enti-controllati/dettaglio?id=1820.
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L’immagine che accompagna l’articolo è tratta da https://udine.uildm.org/Medicina_legale e rappresenta il logo di Asuf. L. M.P.
https://www.nonsolocarnia.info/relativamente-al-piano-attuativo-pa-2024-programma-e-bilancio-di-previsione-di-asufc-parte-prima/https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2024/10/Logo-Azienda-Sanitaria-Universitaria-Friuli-Centrale.png?fit=1024%2C536&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2024/10/Logo-Azienda-Sanitaria-Universitaria-Friuli-Centrale.png?resize=150%2C150&ssl=1Senza categoriaPremessa. Ci sono documenti che sono interessanti anche se poco dicono tranne che riportare obiettivi generici scontati e farci capire che Asufc non riesce neppure ad avere dati sul funzionamento del servizio che gestisce, visto che il suo piano attuativo non ha una solida analisi del reale su cui...Laura Matelda PuppiniLaura Matelda Puppinilauramatelda@libero.itAdministratorLaura Matelda Puppini, è nata ad Udine il 23 agosto 1951. Dopo aver frequentato il liceo scientifico statale a Tolmezzo, ove anche ora risiede, si è laureata, nel 1975, in filosofia presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Trieste con 110/110 e quindi ha acquisito, come privatista, la maturità magistrale. E’ coautrice di "AA.VV. La Carnia di Antonelli, Centro Editoriale Friulano, 1980", ed autrice di "Carnia: Analisi di alcuni aspetti demografici negli ultimi anni, in: La Carnia, quaderno di pianificazione urbanistica ed architettonica del territorio alpino, Del Bianco 1975", di "Cooperare per vivere, Vittorio Cella e le cooperative carniche, 1906- 1938, Gli Ultimi, 1988", ha curato l’archivio Vittorio Molinari pubblicando" Vittorio Molinari, commerciante, tolmezzino, fotografo, Gli Ultimi, Cjargne culture, 2007", ha curato "Romano Marchetti, Da Maiaso al Golico, dalla Resistenza a Savona, una vita in viaggio nel Novecento italiano, ed. ifsml, Kappa vu, ed, 2013" e pubblicato: “Rinaldo Cioni – Ciro Nigris: Caro amico ti scrivo… Il carteggio fra il direttore della miniera di Cludinico, personaggio di spicco della Divisione Osoppo Carnia, ed il Capo di Stato Maggiore della Divisione Garibaldi Carnia, 1944-1945, in Storia Contemporanea in Friuli, n.44, 2014". E' pure autrice di "O Gorizia tu sei maledetta … Noterelle su cosa comportò per la popolazione della Carnia, la prima guerra mondiale, detta “la grande guerra”", prima ed. online 2014, edizione cartacea riveduta, A. Moro ed., 2016. Inoltre ha scritto e pubblicato, assieme al fratello Marco, alcuni articoli sempre di argomento storico, ed altri da sola per il periodico Nort. Durante la sua esperienza lavorativa, si è interessata, come psicopedagogista, di problemi legati alla didattica nella scuola dell’infanzia e primaria, e ha svolto, pure, attività di promozione della lettura, e di divulgazione di argomenti di carattere storico presso l’isis F. Solari di Tolmezzo. Ha operato come educatrice presso il Villaggio del Fanciullo di Opicina (Ts) ed in ambito culturale come membro del gruppo “Gli Ultimi”. Ha studiato storia e metodologia della ricerca storica avendo come docenti: Paolo Cammarosano, Giovanni Miccoli, Teodoro Sala.Non solo Carnia
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