Relazione del capitano del R.E.I. Francesco De Gregori, poi comandante partigiano Bolla, sui fatti d’arme alla fine della Zona Libera del Friuli Orientale. Da Archivio Fondazione Gramsci Roma.
Riporto questo documento di Francesco De Gregori per continuare a sfatare l’immagine dello stesso solo come antisloveno, grafomane, e vittima di Porzûs, uscita dai processi, e per ridare spessore alla sua figura di soldato per la libertà, comandante partigiano, ufficiale in servizio effettivo del R.E.I. prima dell’ 8 settembre. Bolla comandava, assieme a Sasso, Mario Fantini, le truppe partigiane unificate nella I^ Divisione Garibaldi – Osoppo della Zona Libera del Friuli Orientale quando giunse, nel settembre 1944, l’attacco da parte nemica, a cui questo scritto si riferisce.
Questo documento è presente in Fondazione Antonio Gramsci Roma. Archivio Storico della Resistenza. Fondo BG sez IX – Cart. 2 – Fasc. 6, è composto da 8 fogli numerati da 09362 a 09369, è dattiloscritto e manca di data e di firma autografa. Pertanto l’attribuzione, non conoscendo neppure la provenienza all’Archivio ove è depositato, non può essere certa, ma non vedo come non possa essere documento o copia di documento scritto da Francesco De Gregori. In altri documenti firmati da Bolla ho trovato la sua onestà e chiarezza nel descrivere fatti e limiti, come in questo. Purtroppo, però, in documenti riguardanti persone collegate a Porzûs, vi sono problemi. D’ altro canto questo documento è preciso nella denominazione di Divisione Garibaldi – Friuli, nel ruolo svolto da De Gregori e nelle informazioni che un comando poteva avere, ed evidenzia alcune reali difficoltà tra cui quelle di comunicazione. Pertanto lo ritengo interessante.
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RELAZIONE SUI FATTI D’ARME DI FAEDIS – ATTIMIS- NIMIS DAL 27 SETTEMBRE 1944.
I°) DISLOCAZIONE DELLA DIVISIONE AL MATTINO DEL 27 SETTEMBRE
Comando di Divisione a Forame con:
– Cp. Comando a Forame;
– Btg. Scuola a Salandri;
– Distaccamento femminile a Salandri;
– Guastatori Cp. ad Attimis;
– Cp. Deposito a Canerbola;
– Ospedaletto Divisionale a Gradiscutta;
– Autoreparto ad Attimis;
– Btg. Sloveno XVII^ Brigata a Platischis; (IV Battaglione della XVII^ Brigata Simon Gregorčič ndr)
– Cp. Btg. Attimis (Brigata Osoppo) a Subit con postazioni a Cernova.
Comando I^Brigata Garibaldi a Faedis con:
– Btg. Manara schierato a difesa nella zona di Faedis, da La Subida (escluso) a borgo Bertossi;
– Btg. Mameli nella zona di Rasciacco – Colloredo;
– Btg. Miniussi nella zona Prestento – Torreano;
– Btg. Fronte della Gioventù nella zona Torreano – Canalutto;
– Distaccamento Btg. Mameli a Canebola con postazioni a Bocchetta – San Antonio;
– Btg. Val Natisone nella zona di San Leonardo.
Comando I^Brigata Osoppo ad Attimis con:
– Btg. Valtorre, schierato nella zona la Subida – M. Giaou;
– Btg. Julio, schierato nella zona M. Giaou – Severgnano;
– Btg. Udine, schierato nella zona Severgnano- Passo M. Croce;
– Btg. Prealpi, in riserva nella zona di Attimis;
– Btg. Attimis (meno una compagnìa) in riserva nella zona Partistano – Poiana.
Comando II^ Brigata Garibaldi a Nimis con:
– Btg. Manin, schierato nella zona di Madonna delle Pianelle;
– Btg. Maresciallo Stalin, schierato nella zona di Sedilis;
– Btg. Verrucchi, schierato nella zona Sedilis – Uziunt;
– Btg. Corbatto, schierato nella zona Villanova- Vedronza;
– Btg. Pisacane, schierato nella zona Pradielis – Cesariis;
– Btg. Tarcento di riserva a Nimis.
2°) INFORMAZIONI AVUTE SULLE INTENZIONI NEMICHE PRIMA DELL’AZIONE.
– Schieramento di Batteria nella zona di Grions del Torre;
– Concentramento di truppe (non più di qualche centinaio di uomini) nella zona di Qualso;
– Presenza di carri armati al Campo Contumaciale di Udine e Cividale;
– Rinforzo del presidio di Cividale;
– Rinforzo del presidio di Tricesimo;
– Vaghe notizie di un rastrellamento in programma.
Da tutte le notizie il Comando di Divisione non ebbe la possibilità di formarsi un’idea precisa né sulla consistenza, né sulla data dell’attacco nemico, perché:
– il rinforzo dei presidi lasciava supporre più una volontà difensiva che offensiva contro la nostra attività sempre maggiore (conquista di Nimis, attacco di Povoletto, conquista di Vedronza);
– il concentramento di Qualso lasciava supporre soltanto una puntata offensiva con obiettivo massimo la conquista di Vedronza, importantissimo per il nemico, data la centrale elettrica ivi esistente;
– lo schieramento di artiglieria di Grions poteva far supporre un attacco in forze come una semplice azione di disturbo contro le basi della Divisione (comando, magazzini, ecc.);
– la presenza di carri armati ad Udine e Cividale non diceva assolutamente nulla in quanto spesso mezzi corazzati erano transitati, sostando, in queste località da e per il fronte;
– la mancanza di notizie di qualsiasi movimento alle spalle (zona Caporetto – Bergogna) escludeva la possibilità di un rastrellamento della zona.
Pertanto, alla sera del 26 settembre, il Comando di Divisione, pur ordinando a tutti i reparti dipendenti lo stato di allarme, non ave va affatto la sensazione che un attacco in forze fosse imminente.
3°) OPERAZIONI DEL GIORNO 27 SETTEMBRE
Poco dopo l’alba il nemico, accompagnato dal tiro di artiglieria e di mortai usando mezzi corazzati (carri armati Tigre e autoblinde), attacca la zona di Prestento, dove è schierato il Btg. Miniussi della I^ Brigata Garibaldi.
Verso le ore sette il nemico, preceduto da una intensa e precisa preparazione di artiglieria, attacca con molti mezzi corazzati la zona di Faedis, dove è schierato il Btg. Manara, della I^ Brigata Garibaldi.
Tanto nella zona di Prestento quanto in quella di Faedis, la reazione delle nostre truppe, malgrado l’enorme inferiorità qualitativa di mezzi, è violentissima. Mortai anti-carro e sbarramenti di mine riducono all’ immobilità 4 carri armati di tipo Tigre. Anche le nostre perdite sono gravi, perché molti (colpi) di artiglieria prendono in pieno le nostre postazioni, uccidendo i serventi e distruggendo armi.
Alle ore 10 circa, il Comando di Divisione riceve la notizia che Faedis è in possesso dei carri armati nemici che, mercé l’impiego di cercamine, sono riusciti a superare gli sbarramenti minati.
La caduta di Faedis produce un grave peggioramento della situazione, fino allora poco allarmante, perché:
– Viene a mancare il collegamento rapido tra il Comando della Divisione e il Comando della I^ Brigata Garibaldi, fino allora effettuato a mezzo motociclisti sulla rotabile Forame- Attimis – Faedis;
– Tutto lo schieramento della Brigata Osoppo, schierata a sud – ovest della rotabile Faedis – Attimis, viene minacciato alle spalle.
Di fronte a questo grave fatto nuovo, il Comando di Divisione reagisce:
– dando ordine alla I^ Brigata Osoppo si sbarrare la rotabile Attimis – Faedis dalla Subida a Monte Poiana, prendendo collegamento a M. Poiana con il Btg. Manara, che sbarra sempre al nemico l’ingresso nella Valle del T. Grivò;
– dando ordine alla I^ Brigata Garibaldi di stabilire un posto di corrispondenza a Porzus, per il collegamento, via Montagna, fra il Comando di Divisione (sempre a Forame) e il Comando della (I^) Brigata Garibaldi, (portatosi nel frattempo a Canale di Grivò).
Intanto anche la zona di Prestento è caduta e il Btg. Miniussi ha ripiegato nella zona di Valle. Continuano i combattimenti fra il nemico che occupa Faedis e il Btg. Manara, che sbarra l’ingresso alla Valle del Torrente Grivò, mentre fino a sera altri elementi, asserragliati nelle case di Faedis, resistevano valorosamente fino a sera contro il nemico ormai padrone dell’abitato.
Anche l’opposta ala della Divisione, quella settentrionale, è duramente investita dall’attacco nemico, sferratosi alle prime luci dell’alba, con intensi tiri di artiglieria e impiego di mezzi corazzati. Si combatte aspramente a Sedilis e a Madonna delle Pianelle, dove due carri armati nemici vengono immobilizzati dal tiro dell’anticarro della IIa Brigata Garibaldi.
In questa ala, per tutta la mattinata, la situazione rimane stazionaria.
Verso le 11 giunge notizia dal Comandante la Cp. del Btg. Attimis, dislocata a Subit, che il nemico ha attaccato le posizioni del Btg. Sloveno dislocato a Platischis con circa 250 uomini, discesi da 8 autocarri giunti fino al Ponte Vittorio Emanuele.
Il comandante della Compagnia, appena giunta questa notizia, d’iniziativa schiera tutti i suoi uomini (45 circa) a sbarramento della sella di Cernavoda, fronte alle provenienze di Prosenicco.
Il Comando di Divisione, di fronte a questo fatto nuovo che dimostra attività nemica anche alle spalle, comincia ad avere la sensazione che si tratti di una operazione di rastrellamento in forze, fatta per tempi successivi, con aumento progressivo di direzione d’attacco e di dosatura delle forze per ogni direzione d’attacco. Tuttavia le forze finora messe in campo dal nemico non determinano l’impossibilità di resistere e al Comando di Divisione rimangono ancora molte possibilità di manovra:
– Impiegare riserve intatte della I^ Brigata Osoppo, non ancora attaccata, (2° Btg. meno una Cp.);
– Raccorciare i fondi della I^ e della II^ Brigata Garibaldi, pere recuperare almeno due Btg. da impiegare a copertura delle spalle e dove più era necessario.
Infatti, dopo che il V. Comandante della Divisione (Bolla stesso, che scrive, come facevano gli ufficiali in terza persona ndr), recatosi nella zona di Subit – Cernavoda, ha conferma della notizia dell’attacco alle spalle, aggravata, perché:
– Il Btg. Sloveno, quasi senza combattere, ha ripiegato verso Taipana lasciando aperte al nemico:
– la via di Cresta Platischis – M.Kripia – M. le Zuffine – M. Jiane- M. Nakrad – Sella Cernavoda;
– la via Platischis – Prosenicco Sella Cernavoda;
– la via Platischis M. Ostra Krass C. Faidutti Bocchetta S. Antonio;
che minacciano le testate delle Valli che sboccano ad Attimis e Faedis.
A Ponte Vittorio Emanuele sono giunti altri 40 autocarri, carichi di truppa (circa 1400 uomini che, uniti a quelli già segnalati, formano un complesso di circa 1650 uomini).
Il Comando di Divisione ordina al Comando della I^ Brigata Osoppo di:
– inviare alla Sella di Cernavoda un’altra Cp. del Btg. Attimis autocarrata;
– di essere orientata ad inviare nella stessa località il Btg. Prealpi.
La giornata passa tra le alterne vicende dei combattimenti sui fronti della I^ e della II^ Brigata Garibaldi, senza mutamenti sostanziali della situazione.Verso il tramonto, malgrado non si abbia sentore di avanzata nemica alle spalle, in previsione d’una improbabile, ma possibile, avanzata nemica notturna, il Comando di Divisione ordina:
– alla I^ Brigata Osoppo di inviare in zona Cernavoda il Btg. Prealpi e la rimanente Cp. del Btg. Attimis, per completare lo schieramento da M. Nakrad (compreso) al Carnizza (escluso);
– alla seconda Brigata Garibaldi di ripiegare sulla linea Quota 179 (sud di Molmentel S. Gervasio – M. Machesave – M. Prato, prendendo collegamento a destra con lo schieramento della Brigata Osoppo di M. Nakrad Carnizza.
Con questi ordini e i conseguenti movimenti si chiude la dura giornata di combattimento che lascia ancora molte possibilità al Comando, ma, verso le ore 24 elementi irresponsabili (semplici patrioti) portano una notizia che, se vera, dà un grave peggioramento alla situazione: il nemico avrebbe occupato la Bocchetta di S. Antonio.
Questa località, importantissima, perché rappresenta l’ingresso dall’alto nella Valle del torrente Grivò, è la depressione esistente fra il M. Carnizza e il M. Joanes, (attuale Joanaz) ambedue presidiate dalla I^ Brigata Garibaldi, che dovrebbe anche presidiare la Bocchetta stessa.
Se la notizia fosse vera, il nemico potrebbe dilagare, da Bocchetta S. Antonio:
– per Canebola – Clap Porzus, verso la Valle che sbocca ad Attimis;
– per Canebola – Gradiscutta, verso la Valle che sbocca a Faedis;
– per Canebola M. Kaludranza – Pedrosa – Valle, verso il fianco destro dello schieramento della I^ Brigata Garibaldi.
Poiché nessuna notizia del genere è pervenuta dal Comando dalla I^ Brigata Garibaldi, responsabile della zona, il Comando di Divisione non presta molta fede alla notizia, tuttavia dà ordine:
– al Btg. Scuola di schierarsi a difesa sulla linea M. Carnizza (compreso) – M. Uork – Porzus;
– a un ufficiale del Comando di Divisione di portarsi sul posto per organizzare il nuovo schieramento e accertare la notizia dell’avvenuta occupazione della Bocchetta di S. Antonio;
– alla Brigata Garibaldi di:comunicare se la Bocchetta si D. Antonio è in mano al nemico o meno; in caso affermativo di scacciarvi ad ogni costo il nemico, mediante due attacchi concentrici da M. Carnizza e da M. Joanes.
L’ufficiale inviato sul posto torna con incerte notizie che, però, confermerebbero la presenza del nemico a Bocchetta di S. Antonio.
È ormai chiaro che la minaccia alle spalle diviene sempre più grave.
4°) OPERAZIONI DEL GIORNO 28 SETTEMBRE.
Alle ore 1 il V. Comandante (cioè Bolla ndr) della Divisione, accompagnato dal Capo della Missione Alleata, si porta al Comando della I^ Brigata Osoppo, per orientare il Comandante della Brigata sulla reale situazione e per prospettargli la necessità di un ripiegamento della Brigata (btg. dislocati in pianura) su una seconda linea già predisposta e più corta, allo scopo di recuperare truppe da inviare a protezione della zona montana alle spalle. Inoltre dà disposizioni perché siano costruite abbattute di alberi sulla rotabile Attimis–Faedis.
Fin a questo momento la I^ Brigata Osoppo è intatta perché:
– lo schieramento di pianura (M. Poiana – la Subida – M. Giaou – La Motta q. 179 – non è stato attaccato dal nemico;
– lo schieramento di montagna (M. Nacrad – Cernavoda – Carnizza) non è ancora entrato in contatto con le forze nemiche provenienti da Platischis.
Questa considerazione, pur non impedendo al Comando di Divisione di studiare fin d’ora la possibilità e le modalità di uno sganciamento totale della Divisione, induce a rimandare quest’operazione alla notte successiva, nella certezza di poter resistere altre 24 ore.
Il mattino si apre con:
– un attacco nemico contro le posizioni della I^ Brigata Garibaldi;
– un attacco nemico contro le posizioni della II^ Brigata Garibaldi;
– un violentissimo attacco nemico contro le posizioni del Btg. Attimis – Brigata Osoppo su M. Nacrad.
Mentre si combatte duramente su questi tre fronti:
– Il Comando della I^ Brigata Garibaldi conferma di essere sempre in possesso del M. Joanes, ma non conferma né il possesso della Bocchetta di S. Antonio né l’effettuazione del contrattacco con il nemico ivi giunto;
– Il Comandante del Btg. Prealpi, che ha assunto il comando di tutto lo schieramento da M.- Nacrad a M. Carnizza, chiede rinforzi, notificando che il nemico si è impadronito di una quota immediatamente ad ovest di M. Nacrad;
– Il Commissario Politico della II^ Brigata Garibaldi conferma personalmente di avere assunto lo schieramento a monte di Nougruella (Sic! Ma attualmente Nongruella e così da ora in poi ndr), a saldamento dello schieramento M. Nacrad – M. Carnizza della Brigata Osoppo.
Allora il Comando della Divisione:
– Dà ordine alla I^ Brigata Osoppo di inviare ancora due compagnie autocarrate nella zona di Cernavoda, affidandone il comando al patriota Alfredo (Marino Silvestri ndr), comandante del Btg. Attimis, che assume anche il comando di tutto lo schieramento montano della Brigata Osoppo di ritirare lo schieramento della pianura sulla prevista seconda linea;
– dà ordine alla I^ Brigata Garibaldi di effettuare ad ogni costo il già ordinato contrattacco nella zona di Bocchetta S. Antonio;
– dà ordine alla II^ Brigata Garibaldi di rinforzare con un mortaio da 81 la posizione a monte di Nongruella.
La situazione verso le 11, diviene criticissima, perché:
– l’occupazione della quota a ovest di M. Nacrad dà al nemico la possibilità di scendere rapidamente a Forame, sul Comando di Divisione, togliendoli ogni possibilità di continuare a dirigere la battaglia;
– cominciano a scarseggiare le munizioni, delle quali i reparti, ormai impegnati a fondo da due giorni, fanno continua richiesta.
Verso le ore 12, per il magnifico impeto dei Battaglioni della Brigata Osoppo comandati dal Patriota Alfredo, che riprendono, a costo di grave tributo di sangue (dieci uomini fra morti e feriti) la quota perduta ad ovest di M. Nacrad, la situazione migliora, rimanendo stazionaria fino alle ore 15 circa.
A quest’ora infatti, mentre:
non si ha alcuna notizia della situazione della I^ Brigata Garibaldi nella zona di Bocchetta di S. Antonio,
si continua a combattere duramente nella zona di M. Nacrad – Cernavoda,
la II^ Brigata Garibaldi comunica:
– che le posizioni a Monte Nongruella sono state perdute;
– che, non potendo più resistere, inizia lo sganciamento della Brigata verso Monteprato – Musi;
– che lascia a disposizione del Comando di Divisione il Btg. Tarcento, dislocato nella zona di M. Croce.
La caduta delle posizioni di Nongruella:
– influisce sulla situazione della II^ Brigata Garibaldi, perché il nemico per Nongruella – Cergneu – S. Gervasio può facilmente giungere alle spalle, tagliandola fuori dal resto della divisione;
-influisce sulla situazione della I^ Brigata Osoppo, perché il nemico, per Nongruella e Cergneu, può facilmente discendere su Forame dividendo in due tronconi la Brigata, e piombando sul Comando di Divisione.
Il Comando di Divisione si trova ormai di fronte al problema dello sganciamento totale della Divisione che, però, pur permanendo difficile, sarà solubile soltanto se il nemico verrà contenuto fino a sera.
Lo sganciamento eccentrico della II^ Brigata Garibaldi, se è salutare per la conservazione della Brigata stessa, è invece pericolosissimo per la I^ Brigata Osoppo, in quanto apre al nemico due vie ottime di penetrazione:
la via di Nimis – P. Monte Croce – Attimis;
la via di Nongruella – Cergneu – Forame.
A questo nuovo imminente e grave pericolo, il Comando di Divisione reagisce:
– mettendo a disposizione della I^ Brigata Osoppo il Btg. Tarcento della II^ Brigata Garibaldi;
– Ordinando al Comando della I^ Brigata Osoppo di ritirarsi sulla linea Castello di Attimis – S. Giorgio – Pecol Piccuile – M.S. Giacomo a sbarramento immediato delle provenienze:
∼ da Passo di Monte Croce verso Forame, per Attimis;
∼ dalla Valle di Cergneu nella valle di Malina per S. Giacomo.
Intanto giunge al Comando di Divisione il preavviso, da parte della I^ Brigata Garibaldi, di un totale ripiegamento della Brigata verso la Val Natisone, per Valle – Reant – Masarolis – Spignou, con inizio del movimento alle ore 20, sotto la protezione dei caposaldi di M. Carnizza e di M. Joanes.
Ormai non resta che studiare la migliore linea di ripiegamento per il Comando di Divisione e per la I^ Brigata Osoppo che, data la sua dislocazione, dovrà fatalmente riservare il compito d’onore di ripiegare per ultima, a garanzia del ripiegamento delle altre unità.
Poiché:
– Passo M. Croce è già occupato dal nemico;
– La Valle di Nongruella- Vergneu è già occupata dal nemico;
– La testata della valle del T. Malina è teatro di violenti combattimenti;
non resta, per il Comando di Divisione e per la I^ Brigata Osoppo, che una sola possibile via di ritirata: quella per Forame, Porzus, Valle, Reaut, Masarolis, Spignou, sotto la protezione dello schieramento: M. Nacrad, Cernavoda, Carnizza, Joanes, che dovrà ripiegare per ultimo.
Pertanto il Comando di Divisione dà ordine:
– al Comando Brigata Osoppo di iniziare il movimento di ripiegamento per la suddetta via alle ore 21;
– al Gruppo di Battaglioni della Brigata Osoppo comandato dal patriota Alfredo di iniziare il movimento di ripiegamento per la suddetta via alle ore 23.
Dopo la diramazione di questi ordini, alle ore 17.30 circa, il Comando di Divisione partiva da Forame per Porzus, dove permaneva fino alle ore 20.30 circa. Da tale località si portava a Valle, dove giungeva alle ore 24 circa, e dove trovava la maggior parte della I^ Brigata Garibaldi, che ripiegava ordinatamente verso la località stabilita. Ivi permaneva fino alle 2, in attesa della testa della colonna della I^ Brigata Osoppo. Non giungendo questa, lasciava un posto alle guide, ripartendo per Spignou, dove giungeva all’alba del giorno 29, senza alcun incidente.
La testa della I^ Brigata Osoppo, invece, giungeva a Valle alle ore 6 circa del mattino, ricevuta dal fuoco del nemico che aveva occupata la località alle prime luci.
In testa alla Brigata cadeva gloriosamente il comandante patriota Zanon (Ferruccio Fontanini ndr), nel tentativo di distruggere alcuni documenti per non farli cadere in mano nemica.
Allora la Brigata, visto il cerchio ormai chiuso intorno a lei, per iniziativa di comandanti in sott’ordine, si divideva in piccoli nuclei che tentavano di passare fra le maglie dell’accerchiamento nemico, nelle direzioni più divergenti. La maggior parte della Brigata si sottraeva così alla cattura, soltanto i più incerti, i più stanchi, i più inesperti, i più indisciplinati (salvo naturalmente delle eccezioni) cadevano in mano nemica.
Il Comando della Divisione, nel fissare le ore di partenza della Brigata Osoppo per l’inizio del ripiegamento, aveva tenuto conto abbondantemente delle necessità di passare per Valle prima dell’alba.
Infatti i tempi normali di percorrenza sono questi:
– Attimis – Porzus: ore 2
– Porzus Valle: ore 2 e 30 minuti primi.
Considerando anche i tempi aumentati del 50% a causa della notte e della massa:
– partendo alle ore 21 da Attimis, la testa della colonna avrebbe dovuto giungere a Valle alle ore 3 e 45 primi;
– Partendo alle ore 23 dal punto più lontano dello schieramento, la testa del gruppo Btg. Alfredo, avrebbe dovuto giungere a Valle alle ore 5.
Pertanto a cosa di deve il ritardo?
– Il Btg. Tarcento, messo a disposizione della I^ Brigata Osoppo, si sbandava lasciando solo il Comandante, ciò provocò la necessità di sostituirlo con altre truppe della Brigata, di qui marce e contromarce di alcuni reparti che ricevettero l’ordine di ripiegamento dopo le ore 21, quando ancora erano in movimento per raggiungere le posizioni assegnate alle ore 17 circa;
– La mancanza di mezzi di collegamento rapidi fra il Comando di Brigata e i Battaglioni dipendenti;
– La mancanza di addestramento alle marce notturne della maggior parte degli uomini, e ciò provocò il mozzarsi delle colonne, i cui tronconi persero spesso molto tempo per il ritrovar la strada percorsa dal troncone antecedente, e per attendere il troncone successivo;
– La deficiente disciplina delle truppe che lasciava che molti elementi non seguissero con convinzione i propri capi, discutendo ordini ricevuti e creando nelle file del panico e dello scoraggiamento;
– La stanchezza delle truppe, provate da due giorni di duri combattimenti.
5°) – PERDITE.
Le perdite accertate della Divisione, su una forza di circa 3000 uomini, sono:
– Caduti circa 45
– Feriti circa 50
-Prigionieri circa 170
Le presumibili perdite del nemico si aggirano sui 500 uomini fra morti e feriti. Particolarmente dolorosa la perdita di molte armi (per le quali, però, è già in atto un lavoro di recupero) e di molti viveri.
6°) – CONSIDERAZIONI.
La battaglia del 28 e del 29 settembre non è stata per noi una battaglia perduta perché mentre il nemico si proponeva l’annientamento della divisione, oggi questa sussiste con:
– La I^ Brigata Garibaldi quasi completa;
– La II^ Brigata Garibaldi quasi completa;
– La I^ Brigata Osoppo (la più provata) in via di ricostruzione, con 2 btg. ed il Comando di Brigata già in efficienza.
È stato dimostrato ancora una volta che quando la nostra lotta tende a passare dalla forma di guerriglia alla forma di guerra, è indispensabile aumentare:
– la capacità tecnica dei quadri;
– l’addestramento e la disciplina dei reparti;
– l’efficienza dell’equipaggiamento;
– il fabbisogno dei mezzi.
È stato dimostrato che, nelle nostre file, esisteva molta “zavorra”: gente senza ideale, che vedeva nelle formazioni partigiane soltanto la possibilità di evitare il servizio militare o il lavoro obbligatorio in Germania.
È stato dimostrato che, nelle nostre file, esisteva qualche “falso partigiano” il quale, oltre a effettuare lavoro continuo di spionaggio, al momento del ripiegamento, ha seminato o tentato di seminare il panico con le voci più tendenziose (autorizzazione da parte di capi di sciogliersi) e le notizie più allarmanti.
Pertanto si impone:
– Un maggiore tecnicismo dei quadri;
– Una maggiore oculatezza nell’ arruolamento;
– Un maggiore addestramento nei reparti;
– Una disciplina che, pur senza perdere la caratteristica umanità della nostra disciplina, sia ugualmente una disciplina di ferro.
IL V. COMANDANTE DI DIVISIONE BOLLA.
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Altre ricostruzioni dei fatti qui descritti.
Relativamente ai fatti qui descritti esistono altre relazioni. Una, attribuita sempre a Francesco De Gregori, ed intitolata: “Relazione del rastrellamento del 27, 28 e 29 settembre 1944 contro la zona libera del Friuli Orientale” è stata pubblicata in: Alberto Buvoli, Le formazioni Osoppo Friuli. Documenti 1944- 45, Ifsml, 2003, Documento 27, pp. 114- 118. Essa è presente, sempre secondo Alberto Buvoli, in: Archivio Osoppo, è composta da 6 foglietti scritti a mano, con scrittura ritenuta, senza però perizia calligrafica, del De Gregori ed è datata 9 ottobre 1944. (Ivi, p- 118). La relazione riguarda, nello specifico, maggiormente i movimenti e le azioni della I^ Brigata Osoppo, e potrebbe essere una ricostruzione fatta da Bolla su testimonianze orali, per capire cosa fosse accaduto, non essendo egli a guidarla, perché al Comando della Divisione con Sasso.
Esiste poi una versione degli accadimenti di quei giorni a firma di due osovani simpatizzanti per il Partito d’Azione: Antonio Moro – Vittorio ed Italo Romanelli – Mauri, datata 2 ottobre 1944, pubblicata da Giannino Angeli nel suo: Zona Libera Orientale. Nimis – Attimis – Faedis, A.P.O., Ud, 2005, citata da Gorazd Bajc nel suo: “Un esempio di incomunicabilità storiografica sul confine orientale. Il ruolo controverso del IV Battaglione sloveno”, in AA.VV., (a cura di Alberto Buvoli e Andrea Zannini) Estate – autunno 1944. La Zona libera partigiana del Friuli Orientale, il Mulino, 2016, p. 118 e nota 12 p. 118. Però Moro si chiamava Antonino secondo Romano Marchetti che lo conobbe personalmente, ed anche per: Ifsml, Fondo: Partito d’Azione Federazione di Udine, Serie: Attività cooperative, Fascicolo: Attività cooperative. Ufficio provinciale delle cooperative, Busta 13, Fasc. 687, Nota della Federazione di Udine del PdA ad Antonino Moro sulla costituzione di un consorzio costruzioni. cc. 1 date: 11/08/1945. Inoltre mentre Antonino Moro era, anche secondo Giannino Angeli, op. cit., in Zona Libera del Friuli Orientale, non costa, per ora, si trovasse ivi anche Italo Romanelli. (Cfr. Bruno Vasari, – a cura di Barbara Berruti-, Milano – Mauthausen e ritorno, Giuntina ed., 2010, nota 12 a p. 15 e Sandro Gerbi, I Cosattini, una famiglia antifascista di Udine, Hoepli 2016, nota 29, pagine non numerate).
Alessandra Kersevan, nel suo: “Porzus. Dialoghi sopra un processo da rifare”, kappa vu 1995, cita, (sempre secondo Gorazd Bajc, e mi devo fidare di lui in quanto non posseggo il volume per verificare), una relazione di Aldo Bricco presente in ifsml, un’altra scritta da Manlio Cencig – Mario e Giovanni Battista Marin – Plauto, datata 8 novembre 1944, relativa anche al comportamento del battaglione sloveno nei giorni finali della Zona Libera del Friuli Orientale, ed una firmata sempre dal De Gregori e datata 4 dicembre 1944, intitolata: “Relazione sui fatti d’arme dei giorni 26- 27 – 29 settem. 1944 in zona Nimis – Attimis – Faedis”, presente sempre in Ifsml. (Gorazd Bajc, op. cit., p.119 e note 13- 14 – 15, Idid.). Esiste pure una relazione di De Gregori scritta assieme a Eusebio Palumbo – Olmo, senza data, presente in Giannino Angeli, op. cit., pp. 85- 98, citata da da Gorazd Bajc, op. cit., pp. 119 – 120 e più ricostruzioni in particolare sul ruolo del Btg. sloveno operativo in zona. Il susseguirsi delle relazioni osovane sull’accaduto, ammesso siano autentiche, pare portino, talvolta, a far cadere le colpe di una disfatta annunciata, in una situazione insostenibile, sul btg. sloveno di stanza a Platischis, cioè il IV° Battaglione della XVII Brigata Simon Gregorčič, facente parte prima dal Brsko Benĕski Odred, poi della XXX Divisione del IX Corpus. Sul modo di comportarsi dello stesso esistono anche fonti slovene, citate in: Gorazd Bajc, op. cit., pp.123 – 125, e ivi, note 31- 32- 33. Una descrizione sommaria dei fatti è pure presente in “Diario storico operativo della Brigata Garibaldi – Natisone”, e il comportamento del VI° Brg. Sloveno è trattato pure in una lunga relazione di Hedley Vincent Tucker, capo della missione Coolant o Coolant Blue, datata 13 novembre 1944. (Gorazd Bajc, op. cit., p. 117 e p. 128).
Infine Gian Carlo Bertuzzi fa una veloce ricostruzione della fine della Zona Libera del Friuli Orientale, in forma discorsiva, ma non cita la fonte documentaria. (Gian Carlo Bertuzzi, La reazione nazista. Rastrellamenti, incendi, eccidi, deportazioni, in: AA.VV., Estate – autunno 1944, op. cit., pp. 238-241).
Le fonti slovene pare tendano a vedere l’attacco alla Zona libera del Friuli Orientale, non si sa perché, solo come un attacco alla Osoppo, (Gorazd Bajc, op. cit., pp. 124-125) non alla zona libera, come invece fu, e quindi pare che gli sloveni abbiano cercato di fare quello che hanno fatto alcuni osovani ed italiani, e cioè di rifilare molte colpe al prossimo meno amato.
Ma su questi documenti e relazioni, se datati post fine ottobre 1944, (il primo invito per contatto fra i vertici del IX° Corpus e il Comando della I^Divisione Garibaldi – Osoppo risale secondo Giovanni Padoan – Vanni, in: Abbiamo lottato insieme, Del Bianco ed., 1966, p. 208, all’8 o al 10 ottobre 1944) pesa indubitabilmente l’accordo fra il IX° Corpus e la Brigata Natisone per il passaggio di questa sotto la direzione operativa del primo, e il rifiuto di Bolla a farlo. (Sull’argomento cfr. anche: Relazione mensile sull’attività della 1a Brigata Osoppo, in Alberto Buvoli, Le formazioni, op. cit., documento 31, pp. 126- 130). Nel volume citato Giovanni Padoan Vanni, riporta anche una ricostruzione di quanto accadde il 27 e 28 settembre 1944 in Zona Libera del Friuli Orientale, che non differisce nella sostanza da quella giacente presso Archivio Fondazione Gramsci. (Giovanni Padoan – Vanni, op. cit., pp. 184- 190).
Io credo che il documento presente in Archivio Gramsci e da me qui trascritto, possa chiarire alcuni limiti ed alcune difficoltà incontrate, senza troppe colpevolizzazioni e precisazioni, pur non avendo data e firma autografa, e non sapendo da dove provenga.
Laura Matelda Puppini
Il mio permesso di lasciar stampare gli articoli presenti su questo sito per favorire la lettura ad anziani ed a chi voglia farla da copia cartacea, e la mia scelta di non porre vincolo alcuno, non implica la copiatura totale o l’inserimento, senza permesso e senza citazione della fonte e del mio sito www.nonsolocarnia.info, di articoli e documenti in studi personali o appendici di volumi facendoli passare per qualcosa di reperito in forma orginale. Questo dovrebbe essere chiaro a tutti ma purtroppo pare che almeno in un caso non sia stato così. Non costa nulla chiedere, non costa nulla citare una fonte.
L’ immagine che correda questo articolo è tratta, solo per questo uso da: http://www.anpiudine.org/a-salandri-e-attimis-cerimonia-in-memoria-dei-patrioti-caduti-sui-monti-della-zona-libera-del-friuli-orientale/ e rappresenta una lapide posta in ricordo della morte di un partigiano, e di tutti i partigiani immolatisi nei giorni della ritirata dalla Zona Libera del Friuli Orientale.
Laura Matelda Puppini
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https://www.nonsolocarnia.info/relazione-del-capitano-del-r-e-i-francesco-de-gregori-poi-comandante-partigiano-bolla-sui-fatti-darme-alla-fine-della-zona-libera-del-friuli-orientale-da-archivio-fondazione-gramsci-roma/https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2017/08/LAPIDE_GIM.jpg?fit=1024%2C768&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2017/08/LAPIDE_GIM.jpg?resize=150%2C150&ssl=1STORIARiporto questo documento di Francesco De Gregori per continuare a sfatare l’immagine dello stesso solo come antisloveno, grafomane, e vittima di Porzûs, uscita dai processi, e per ridare spessore alla sua figura di soldato per la libertà, comandante partigiano, ufficiale in servizio effettivo del R.E.I. prima dell' 8 settembre....Laura Matelda PuppiniLaura Matelda Puppinilauramatelda@libero.itAdministratorLaura Matelda Puppini, è nata ad Udine il 23 agosto 1951. Dopo aver frequentato il liceo scientifico statale a Tolmezzo, ove anche ora risiede, si è laureata, nel 1975, in filosofia presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Trieste con 110/110 e quindi ha acquisito, come privatista, la maturità magistrale. E’ coautrice di "AA.VV. La Carnia di Antonelli, Centro Editoriale Friulano, 1980", ed autrice di "Carnia: Analisi di alcuni aspetti demografici negli ultimi anni, in: La Carnia, quaderno di pianificazione urbanistica ed architettonica del territorio alpino, Del Bianco 1975", di "Cooperare per vivere, Vittorio Cella e le cooperative carniche, 1906- 1938, Gli Ultimi, 1988", ha curato l’archivio Vittorio Molinari pubblicando" Vittorio Molinari, commerciante, tolmezzino, fotografo, Gli Ultimi, Cjargne culture, 2007", ha curato "Romano Marchetti, Da Maiaso al Golico, dalla Resistenza a Savona, una vita in viaggio nel Novecento italiano, ed. ifsml, Kappa vu, ed, 2013" e pubblicato: “Rinaldo Cioni – Ciro Nigris: Caro amico ti scrivo… Il carteggio fra il direttore della miniera di Cludinico, personaggio di spicco della Divisione Osoppo Carnia, ed il Capo di Stato Maggiore della Divisione Garibaldi Carnia, 1944-1945, in Storia Contemporanea in Friuli, n.44, 2014". E' pure autrice di "O Gorizia tu sei maledetta … Noterelle su cosa comportò per la popolazione della Carnia, la prima guerra mondiale, detta “la grande guerra”", prima ed. online 2014, edizione cartacea riveduta, A. Moro ed., 2016. Inoltre ha scritto e pubblicato, assieme al fratello Marco, alcuni articoli sempre di argomento storico, ed altri da sola per il periodico Nort. Durante la sua esperienza lavorativa, si è interessata, come psicopedagogista, di problemi legati alla didattica nella scuola dell’infanzia e primaria, e ha svolto, pure, attività di promozione della lettura, e di divulgazione di argomenti di carattere storico presso l’isis F. Solari di Tolmezzo. Ha operato come educatrice presso il Villaggio del Fanciullo di Opicina (Ts) ed in ambito culturale come membro del gruppo “Gli Ultimi”. Ha studiato storia e metodologia della ricerca storica avendo come docenti: Paolo Cammarosano, Giovanni Miccoli, Teodoro Sala.Non solo Carnia
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