Riuscita manifestazione a Tolmezzo in difesa della sanità pubblica. Eppure il vento soffia ancora ….
Tanta gente si è ritrovata oggi a Tolmezzo per rivendicare una sanità più giusta, più efficace e più efficiente proprio quando al suo orizzonte si notano nubi di un nero cupo, fulmini e tempesta. Gente di montagna e di pianura si è incontrata sotto le bandiere della Cgil e Cisl che sfidavano il cielo, un mare di rosso e bianco e bianco verde e rosso, che faceva da cappello ad un popolo dalle molte anime. C’erano affrattellati, i consiglieri regionali di minoranza, Honsell, Liguori, Mentil , Massolino, Moretuzzo,Pellegrino ed alcuni sindaci, mescolati fra la folla, con o senza fascia tricolore: Stefano Adami di Lauco, Erica Gonano di Prato Carnico, Lino Not di Ovaro con il suo vice- sindaco Alvise Stefani, Luca Scrignaro f.f. di sindaco a Paluzza, ma io ho visto di sfuggita anche Ermes De Crignis, presidente della Comuntà di Montagna e Lino Not. Se poi si siano fermati tutti a tutta la manifestazione non lo so, non chiedetemi cose che non posso sapere. Ma ci tengo a segnalare la loro presenza, anche se un po’ sparuta, perché non è vero che fossero del tutto assenti, ma non si trovavano sul palco, francamente non so perché. E poco prima che iniziasse la manifestazione, ho incontrato anche Aurelia Bubisutti, che mi ha detto, però, di non riuscire a fermarsi per molto tempo.
Stefano Adami, sindaco di Lauco, con Erica Gonano di Prato Carnico e Alvise Stefani vice- sindaco di Ovaro al centro. Foto dal profilo facebook di Maria Teresa Chiussi.
E non c’erano solo le bandiere della Cgil e della Cisl, ma pure quella della Uil e del Nursind, tenuta da un bimbo forse mentre suo padre parlava. Eravamo vecchi, giovani e anche bambini, ed uno batteva con un cucchiaio su di un pentolino, c’erano gli appassionati che riempivano la piazza, e non erano solo di sinistra, e chi girava un po’ al largo, come il solito, guardando ed ascoltando con fare indifferente.
La bandiera del Nursind. Foto di Laura Matelda Puppini
Ma credo che a nessuno sfuggisse che in Carnia si è spezzato quell’anello che lega il territorio all’ospedale, con la mancanza di medici di base (MMG) per oltre 10.000 persone, che ne sono prive e che possono solo ricorrere al medico di vallata, figura uscita improvvisamente dal cappello di qualche prestigiatore come escamotage per l’emergenza, e diventata figura fissa da circa 1 anno. E il comprensorio carnico è articolato in circa 150 località abitate e, data la limitata popolazione complessiva e la collocazione dei diversi nuclei, la dispersione insediativa risulta notevolissima. E spesso le case sono abitate da anziani soli, privi, anche nei nuclei abitati più grandi, di un ufficio bancario o postale, ma anche di un bancomat o postamat, di un negozio di prossimità ed ora anche di un medico nelle vicinanze. E non vorremmo ascoltare in modo amplificato e multiplo, in questa nostra terra che sta diventando per e di nessuno, le parole di quel vecchietto che viveva in una frazione forse di Cercivento, che, scoraggiato dalle difficoltà a raggiungere un medico di base e quasi rassegnato, mi disse: “Cosa vuole signora, per ora sto bene, poi quando verrà verrà (la morte sottinteso)”.
Eloquenti cartelli. Foto di Laura Matelda Puppini
Inoltre con la creazione degli ambulatori di vallata e dei medici di vallata, tre pensionati ed una licenziatasi e quindi riassunta in quella veste, almeno così mi si è detto, vengono a formarsi, sul territorio, due tipologie di pazienti, quelli fortunati di serie A che hanno ancora un medico di base, e quelli di serie B che vagano nel limbo degli ambulatori di vallata che creano più problemi che risolverne e che non permettono ai pazienti di avere un medico sulla tessera sanitaria. E la politica non tiene conto neppure delle distanze e della percorribilità delle strade carniche, del servizio pubblico deficitario, che, in ambito sanitario, potrebbe essere coperto da un taxi convenzionato, e si vorrebbe pure togliere il punto nascita a Tolmezzo. Pertanto una donna incinta, che abita per esempio a Sauris, Lauco o a Forni di Sopra, che perde le acque, o a cui iniziano dolori fortissimi, o che ha una di quelle varie situazioni di cui mi ha parlato, a Moggio, l’ostetrica ora in pensione Lucia Zamolo della Cisl, o che ha iniziato la fase del travaglio, dovrebbe trovare chi la accompagna fino ad Udine, ad un’ora o più di distanza, (Forni di Sopra dista 90 chilometri da Udine, Lauco 62, Sauris 88), con le strade che, fino ad Amaro, sono quelle che sono, e con l’autostrada che ha sempre lavori in corso, (e se è notte e piove è peggio con peggio), con il rischio che qualcosa anche di grave accada alla madre ed al nascituro a causa dei tempi per il tragitto, come quello di partorire sulla strada, fra mille difficoltà e senza un ambiente sterile, mentre, se il punto nascita si trovasse a Tolmezzo, la gravidanza ed il parto potrebbero venir seguiti fra pareti amiche, e con tempi di intervento adeguati.
Un mare di bandiere …. Foto di Laura Matelda Puppini.
E poi ci sono casi di aborto spontaneo, che si possono palesare con una forte emorragia, di parto prematuro, di gestosi gravidica, le gravidanze da seguire, ecc. che possono essere adeguatamente presi in carico in un reparto di ostetricia non distante e senza stress e continui viaggi su mezzi pubblici o privati della gestante, quando magari sarebbe opportuno che stesse tranquilla. Quindi prima di fare scelte affrettate, che possono mettere a rischio la vita della madre e del nascituro, l’assessore dovrebbe leggersi un manuale di ostetricia anche sulla imprevedibilità del parto, che non sempre avviene a rigorosa scadenza, e sul fatto che è importante, per la madre ed il bambino, un parto in sicurezza ed in ambiente pulito, non in casa o sui sedili di un’auto.
Tolmezzo 4 ,maggio 2024. La Cgil in prima fila. Foto di Laura Matelda Puppini
L’incrocio fra: l’età media degli abitanti della Carnia, ove non brilla neppure Tolmezzo; la necessità che la popolazione anziana ma anche giovane o di media età debba essere seguita in modo costante da un medico di base per patologie varie; lo stato della viabilità normale; la possibilità di black out che interferiscono sulle comunicazioni online, la minore capacità della popolazione anziana in montagna di usare il computer ed anche il cellulare; la carenza talvolta di campo sulla base del gestore privato; la dispersione della stessa in 150 nuclei abitati a fronte di 28 comuni, portano a presuppore che, senza un servizio adeguato e full time in ogni comune di un medico di MMG, non si possa andare avanti.
Inoltre sulla montagna – Disneyland – pesa pure l’afflusso turistico – sia quello legato ad un singolo evento sia quello che si ferma per qualche giorno, al quale non riesce a far fronte neppure il Pronto Soccorso di Tolmezzo. Infatti così si è espresso il dott. Pier Paolo Pillinini: «[…] i numeri di coloro che arrivano in Carnia e nella montagna friulana sono molto diversi, ed i servizi non sono solo per gli stanziali. Abbiamo infatti una aliquota di persone che frequenta il nostro territorio, vuoi perché c’è un ritorno degli emigranti, vuoi perché ci sono i vacanzieri occasionali, vuoi perché si svolgono diverse attività sportive e quant’altro, che portano, nei week end, tranquillamente alla possibile presenza anche di 100- 150 mila persone. Ma le risorse sanitarie sono sempre quelle». (https://www.nonsolocarnia.info/pier-paolo-pillinini-direttore-del-pronto-soccorso-e-medicina-durgenza-di-tolmezzo-sanita-e-pronto-soccorso-in-montagna-il-presente-e-le-prospettive/).
Da sx a dx guardando: Aulo Maieron della Spi Cgil Alto Friuli, e i consglieri regionali: Simona Liguori, medico, di Patto per l’Autonomia; Furio Honsell di Open Sinistra Fvg; girato Massimo Mentil del Pd, ed accanto Massimo Moretuzzo di Patto per l’autonomia.
Poi c’ è l’ospedale di Tolmezzo, non più territoriale, il che obbliga i carnici al ‘turismo sanitario’. Il pronto soccorso ha perso un infermiere in questi giorni, quando è già in affanno, i posti letto in medicina, per tutto l’Alto Friuli sono 66 quando prima, fra Tolmezzo e Gemona, erano il doppio, e si parla di tagliarne ancora; gli ambulatori di oculistica, dermatologia e diabetologia o non ci sono o sono a giornate, il che è l’anticamera per la chiusura, e la situazione non è rosea. Inoltre si legge che l’assessore Riccardi della giunta Fedriga vuole esternalizzare il servizio prelievi ed analisi, che vuole chiudere il pronto soccorso di San Daniele, per cui gli abitanti di Ragogna hanno già iniziato a protestare, mentre la situazione del pronto soccorso di Udine è catastrofica si dice, con decine di pazienti che attendono in barella di essere presi in carico, e rischia la totale esternalizzazione. (https://www.nonsolocarnia.info/20-aprile-a-tolmezzo-la-voce-di-due-medici-ma-anche-qui-un-interessante-articolo-sulla-possibile-influenza-di-privati-in-sanita/). Ed il personale, anche da una diretta testimonianza dal palco, nei Pronto Soccorso ed in sanità è allo stremo a livello psicofisico.
Cartello alla manifestazione. “Vendesi sanità pubblica Fvg. Rivolgersi Assessore Riccardi” . Foto di Laura Matelda Puppini.
Mancano medici, mancano infermieri manca tutto e di tutto, in sanità, mentre i nostri politici al governo ragionale continuano a parlare di grandi ‘riforme’ invece che di problemi, che pare non vogliano ascoltare, che sono sotto gli occhi di tutti. Ed a Tolmezzo c’erano anche il Comitato di San Vito, quello di Cividale, c’era Gemona e forse altri ancora. La privatrizzazione non è una via praticabile hic et nunc, e la Regione non è una società privata. E scusate se lo dico: ma se una società privata avesse persone come il nostro assessore quale ceo, dopo averlo sperimentato per 6 anni e visti i risultati, lo avrebbe già mandato a casa. Perché chi vaga nel buio, pare, invece di programmare, non può reggere una azienda. E ben 27 impiegati in Arcs Fvg, sembra abbiano presentato domanda di dimissioni E sarebbe questa la riforma Fedriga – Riccardi? Far scappre tutti? E se erro correggetemi. Grazie a tutti coloro che hanno partecipato alla manifestazione, ed ora guardiamo alla manifestazione di Trieste.
Laura Matelda Puppini
https://www.nonsolocarnia.info/riuscita-manifestazione-a-tolmezzo-in-difesa-della-sanita-pubblica-eppure-il-vento-soffia-ancora/https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2024/05/20240504_100839-scaled.jpg?fit=1024%2C768&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2024/05/20240504_100839-scaled.jpg?resize=150%2C150&ssl=1Senza categoriaTanta gente si è ritrovata oggi a Tolmezzo per rivendicare una sanità più giusta, più efficace e più efficiente proprio quando al suo orizzonte si notano nubi di un nero cupo, fulmini e tempesta. Gente di montagna e di pianura si è incontrata sotto le bandiere della Cgil e...Laura Matelda PuppiniLaura Matelda Puppinilauramatelda@libero.itAdministratorLaura Matelda Puppini, è nata ad Udine il 23 agosto 1951. Dopo aver frequentato il liceo scientifico statale a Tolmezzo, ove anche ora risiede, si è laureata, nel 1975, in filosofia presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Trieste con 110/110 e quindi ha acquisito, come privatista, la maturità magistrale. E’ coautrice di "AA.VV. La Carnia di Antonelli, Centro Editoriale Friulano, 1980", ed autrice di "Carnia: Analisi di alcuni aspetti demografici negli ultimi anni, in: La Carnia, quaderno di pianificazione urbanistica ed architettonica del territorio alpino, Del Bianco 1975", di "Cooperare per vivere, Vittorio Cella e le cooperative carniche, 1906- 1938, Gli Ultimi, 1988", ha curato l’archivio Vittorio Molinari pubblicando" Vittorio Molinari, commerciante, tolmezzino, fotografo, Gli Ultimi, Cjargne culture, 2007", ha curato "Romano Marchetti, Da Maiaso al Golico, dalla Resistenza a Savona, una vita in viaggio nel Novecento italiano, ed. ifsml, Kappa vu, ed, 2013" e pubblicato: “Rinaldo Cioni – Ciro Nigris: Caro amico ti scrivo… Il carteggio fra il direttore della miniera di Cludinico, personaggio di spicco della Divisione Osoppo Carnia, ed il Capo di Stato Maggiore della Divisione Garibaldi Carnia, 1944-1945, in Storia Contemporanea in Friuli, n.44, 2014". E' pure autrice di "O Gorizia tu sei maledetta … Noterelle su cosa comportò per la popolazione della Carnia, la prima guerra mondiale, detta “la grande guerra”", prima ed. online 2014, edizione cartacea riveduta, A. Moro ed., 2016. Inoltre ha scritto e pubblicato, assieme al fratello Marco, alcuni articoli sempre di argomento storico, ed altri da sola per il periodico Nort. Durante la sua esperienza lavorativa, si è interessata, come psicopedagogista, di problemi legati alla didattica nella scuola dell’infanzia e primaria, e ha svolto, pure, attività di promozione della lettura, e di divulgazione di argomenti di carattere storico presso l’isis F. Solari di Tolmezzo. Ha operato come educatrice presso il Villaggio del Fanciullo di Opicina (Ts) ed in ambito culturale come membro del gruppo “Gli Ultimi”. Ha studiato storia e metodologia della ricerca storica avendo come docenti: Paolo Cammarosano, Giovanni Miccoli, Teodoro Sala.Non solo Carnia
Comunicato stampa di Patto per l’Autonomia. 4 maggio 2024.
«Sosteniamo la mobilitazione per la difesa della sanità pubblica».
I consiglieri Massolino e Moretuzzo oggi all’affollata manifestazione a Tolmezzo
I consiglieri regionali del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo e Giulia Massolino hanno partecipato all’affollata manifestazione a difesa della sanità pubblica promossa dalle sigle sindacali, da Coordinamento salute FVG e Comitato per la salute della montagna, che si è svolta oggi (4 maggio, ndr) a Tolmezzo.
«Sosteniamo convintamente le istanze avanzate dalle sigle sindacali nel corso della manifestazione alla quale abbiamo aderito. Riteniamo sia indispensabile una immediata e decisa inversione di rotta nella gestione del servizio sanitario regionale rispetto alle scelte che sono state fatte negli ultimi anni, in particolare rispetto all’aumento delle risorse destinate ai soggetti privati considerata dalla Giunta Fedriga l’unica soluzione alle drammatiche difficoltà del sistema sanitario del Friuli-Venezia Giulia – affermano Massolino e Moretuzzo –. Crediamo invece sia indispensabile ripartire dal rafforzamento dei servizi pubblici che devono essere accessibili per tutte e tutti, e dall’ascolto e valorizzazione delle persone che lavorano dentro i sistemi di salute e con grande abnegazione garantiscono le cure disponibili e delle realtà che da tempo si sono mobilitate impegnandosi in analisi e proposte su questo tema».
Comunicato di Furio Honsell ieri sera, 4 maggio 2024, dopo la manifestazione.
“La piazza di Tolmezzo era gremita questa mattina già dalle ore 9 da centinaia di cittadini che hanno fatto sentire la loro voce in difesa della sanità universalistica pubblica regionale alla manifestazione
organizzata dai sindacati e da una decina di comitati di tutta la Regione. Come Open Sinistra FVG abbiamo dato il nostro pieno appoggio alla protesta contro la deriva privatistica sia esplicita che
nascosta, che sta avvenendo in FVG ad opera di Fedriga, Riccardi e quel manipolo di dirigenti generali che continuano a venire ruotati tra le posizioni di vertice del sistema sanitario regionale.
La nostra regione ha l’autonomia finanziaria per essere attrattiva nei confronti di tutti i professionisti della sanità. E invece a centinaia si dimettono dal sistema pubblico. E le aziende sanitarie preferiscono
spendere di più per contratti milionari per esternalizzazioni, piuttosto che valorizzare i propri dipendenti. Fino a quando reggeranno i Pronto Soccorsi, che ricordo sono gli unici aperti 24 ore
su 24.
Molti sono i cittadini che si sono resi conto che la sanità pubblica regionale è stata indebolita dalle scelte costose di chi la governa ormai da oltre 6 anni.” Furio Honsell, Consigliere Regionale di Open Sinistra FVG.
Ma chiedetevi perché nessuno vuole più entrare nella sanità di Stato! Chiedetevi perché un laureato in medicina se ne va all’estero o nella sanità Privata! Fatta la domanda cercate la risposta. E se non ce la fate ve la dico io che non sono ne medico, ne sindacalista ne politico. La risposta sta nel fatto che nessuna persona dotata di buon senso intende più impegolarsi in un sistema come l’attuale dove, se vieni assunto, per primo hai i sindacati che ti comandano, poi hai una burocrazia che ti da uno stipendio da fame e i politici succubi di un sistema che non riescono a riformare. Poi c’è l’ “ORDINE” che in pieno stile fascista ha ubbidito al regime neofascista degli antifascisti e ha punito chi si ostinava a curare a casa la gente invece di prescrivere “tachipirina e vigile attesa”. Dunque tagli colossali da sinistra per oltre 10 anni con la scusa che ce lo chiedeva l’Europa, fascismo persecutorio dell’Ordine e tutto questo …per un pezzo di pane? Stiamo andando allo sfascio proprio per l’insipienza di questa sinistra che oggi sbraita e ha condotto in maniera criminale la cd “pandemia” del Covid. Quanto a Riccardi, neanche se fosse un genio del settore potrebbe far nulla contro il rifiuto, di protesta, categorico di servire sotto un regime da 8 settembre del sistema sanitario di Stato.
E già, è sempre colpa di quelli precedenti (di prima-prima in questo caso). Io, contrariamente a lei, sono medico, in pensione da poco più di 5 anni. Per 39 anni ho lavorato nella sanità pubblica, Non ho mai avuto problemi con il sindacato, lo stipendio non era da fame (sì, in ambito privato avrei avuto di più, ma avvicinandosi all’età pensionabile capita anche di desiderare una buona vita vita piuttosto che il denaro), la burocrazia era facilmente gestibile con un banale programma di computer, i noiosi cori d’aggiornamento in fin dei conti assolutamente indispensabili. Era bellissimo fare il medico in una delle migliori realtà sanitarie regionali (forse la migliore d’Italia fino a 5-6 anni fa).
Scusi Ganzit, ma se il sistema che governa il sito avesse chiesto a me di scegliere se pubblicare o no questo commento, forse non lo avrei pubblicato, perchè e mi scusi, io non ho capito niente, tranne che Lei fa un po’ di confusione globale. Leggo “Questa sinistra che oggi sbraita e ha condotto in maniera criminale la cd “pandemia” del Covid”. Tolto il fatto che si deve dimostrare che la conduzione della pandemia da parte di Speranza, credo il riferimento sia a lui altrimenti non capisco, sia stata criminale, non mi pare sia andata meglio, per fare solo un esempio, in Lombardia dove la sinistra manco si vedeva al potere con il lanternino! “Quanto a Riccardi, neanche se fosse un genio del settore”. Appunto, io non credo sia un genio del settore, almeno a me non pare abbia fatto nulla perché gli riconoscessimo questa qualità nello svolgere il suo compito, e cioè quello di organizzare il sistema sanitario regionale. E io non conosco Riccardo Riccardi, e nulla di personale ho verso di lui, ma però … come assessore alla sanità non lo approvo assolutamente e penso che dopo sei anni debba andare a casa, visti i risultati.
E se uno urla per anni : “Privato, privato, in fvg andremo verso il privato in sanità” chi vuole che venga nel pubblico? Inoltre i sindacati organizzatori della manifestazione erano quelli confederali dei pensionati e quindi non faccia confusione. Ma ha aderito anche il Nursind. E io sono convinta, come moltissimi lavoratori anche in sanità, che i sindacati tutelino i lavoratori. E lei deve provare il contrario. Comunque, se vuole provare un po’ di adrenalina, potrebbe affittare un casolare fra i monti, dove la strada è più ‘incerta’ per provare il brivido di vivere tra i monti, praticando il turismo sanitario, da solo e senza medico di base ma con un medico di vallata per 2 ore a settimana, e guardia medica che copre Paularo e Ampezzo oltre che senza uno sportello bancario o un postamat. Provare per credere!!!!! Poi ci risentiamo. Laura Matelda Puppini