Romano Marchetti è morto. Romano Marchetti vive in noi e con noi.
É morto il grande Romano Marchetti, uomo di cultura ed intellettualmente curioso, ufficiale dell’esercito italiano ed organizzatore della formazione partigiana Osoppo in Carnia. Ma egli vive e vivrà tra noi e con noi attraverso i suoi insegnamenti e nella sua strenua difesa della democrazia e della Costituzione italiana, nata dalla resistenza. Io giurerò sempre su questa, diceva ad Ampezzo sollevandone il testo.
Romano Marchetti, ufficiale dell’Esercito Italiano.
Cinque punti da lui sostenuti mi vengono in mente, pensando a Romano:
- La sua difesa della montagna contro il centralismo udinese, ed i suoi studi sui raggi di pendolarità per mantenere popolazione in loco;
Romano Marchetti mostra la mappa da lui realizzata con i raggi di pendolarità possibili per mantenere la popolazione in montagna.
- L’importanza della cultura, della scienza, della scuola di qualità pure professionale, da riproporre in Carnia, per riacquistare bagagli di saperi anche perduti e l’aiuto ai più meritevoli.
Romano Marchetti partigiano.
- Avere il coraggio di esprimere le proprie idee.
Copia di antica carta della Carnia e della Regione ora Fvg datami da Romano e poi resa, che dimostra il suo amore per la sua terra.
- La ricerca della verità, in un mondo che vive di opinioni.
Romano Marchetti alla mostra del lavoro carnico, promossa dalla Comunità Carnica, 1952.
- L’importanza della libertà, della democrazia, e di una Europa dei popoli che si tengano per mano e camminino insieme, non della finanza.
Romano Marchetti parla dei problemi della montagna al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Hasta la vista siempre, Romano, partigiano, socialista, fautore della cooperazione, riferimento per noi tutti. Laura Matelda Puppini
Per una biografia breve di Romano Marchetti cfr. il mio: Romano Marchetti, intellettuale, agronomo, antifascista, partigiano. Per il 105esimo compleanno. in: https://www.nonsolocarnia.info.
Se possiamo sentirci orgogliosi di essere carnici, in qualsiasi parte
del mondo ci troviamo, lo dobbiamo a persone come Romano Marchetti,
per quello che hanno fatto, per il coraggio e l’indipendenza con cui
hanno espresso le loro idee, per l’esempio che ci hanno dato.
Nella seconda metà degli anni Ottanta, in un periodo certamente non
facile, in cui ci si scontrava duramente con le amministrazioni locali
per ottenere un “Centro Culturale” a Palazzo Frisacco, Romano, che
aveva più di 75 anni, accettò di fare da presidente del Coordinamento
dei Circoli Culturali della Carnia, un’associazione in cui c’erano
molti giovani. In quegli anni il Coordinamento aderì a Legambiente,
che fece così la sua prima comparsa nel nostro territorio montano.
Agli incontri di “Università Verde” che allora organizzavamo in
accordo con il gruppo udinese, Romano dialogava con Gianni Mattioli,
Massimo Scalia, Cesare Donnhauser, Fabrizio Giovenale, su argomenti di
fisica, urbanistica, agraria, gestione dei rifiuti, etc. . Dopo le
conferenze ci ritrovavamo all’Albergo Roma, dove Romano e Geremia
Puppini, il papà di Laura e Marco, ci aiutavano ad intrattenere i
nostri ospiti. Tutti restavano colpiti della preparazione culturale e
della curiosità di questi nostri “vecchi”.
Grazie anche per questo Romano. Non ti dimenticheremo mai.
Marco Lepre
Apprendo ora della morte di Marchetti. Più delle parole, nelle poche occasioni che ho potuto condividere con lui, più che la figura e la fisionomia, pure indimenticabili, voglio ricordare la profonda, imbattibile dignità che esprimeva. Essa faceva tutt’uno con la sua instancabile dedizione per la Carnia. E per i carnici. Per questo sono tra i carnici che gli devono riconoscenza.