Sanità ed esternalizzazioni. Posso fare una proposta limite? Perché, a questo punto, non esternalizzare anche l’assessorato salute e sanità?
Non intendevo occuparmi subito di sanità, infatti nessuno ama accorrere al capezzale di un moribondo per lo più pugnalato alle spalle, ma ci sono aspetti che lo impongono, in Fvg come nell’Italia tutta.
Non solo: continuando in una visione dell’Ente regione assolutamente non rispondente allo Statuto della Regione Autonoma Fvg, secondo me, Fedriga e Riccardi e giunta al seguito continuano a viverlo come una azienda personale ma con capitale nostro, di cui disporre a piacimento, per realizzare ogni ideona (e magari vassallaggio) che frulla loro nella testa ed in particolare per trasformarci in una colonia di tizio e caio, mentre molti cittadini, vittime del pallone e dello sport, oltre che del ‘taglietto’ e della ‘polenta e frico’ visti dalla giunta come l’unica risorsa culturale, (ma dalla medicina non sempre sono vissuti come elementi per i migliori stili di vita) sono restii a prendere atto di cosa sta accadendo palesemente sotto i loro occhi. Inoltre l’arma del potere legislativo in mano di fatto ad una giunta esecutiva, come accade a me pare qui, pone di fatto seri problemi di democrazia, o meglio: ove ciò accade non vi è più democrazia ma oligarchia con potere assoluto. Ma se erro correggetemi.
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Ma una cosa ci ha insegnato il dott. arch. Riccardo Riccardi per la sanità: se hai tanto pasticciato che non funziona più niente e non sai cosa fare, lascia perdere e non impegnarti a cercare una soluzione all’interno del modello presente, in collaborazione con gli uffici competenti, ora anche piazzati, pare, in una nuova sede prestigiosa al centro di Trieste da un paio di anni, ma rifila il tutto ad un altro, cioè esternalizza, ed arrivederci. Nessuno potrà dirti di non aver dato il servizio, se poi è pessimo o pone una congerie di problemi, non dipende da te, che sei l’assessore. E se magari diventa pessima l’area di pronto soccorso, affidata prima solo a professionisti capaci, ma ora anche a medici di cooperative non si sa da chi scelti ma strapagati a gettone, non è colpa tua che sei l’assessore, né della politica, ma del covid, di ‘Saturno contro’, del fatto che ti devi occupare anche del Lussari, primieramente, e della Protezione Civile, magari per metterla in competizione con i vigili del fuoco, che sono statali ed a costo zero. E miei lettori io non voglio offendere nessuno per carità, solo sfogarmi, e se pensate che abbia, per età o per altri motivi una visione errata delle cose, scrivetemelo qui a commento, fatemelo capire, insomma se erro correggetemi. Ed assessore regionale e presidente della giunta regionale Fvg: potete anche voi scrivermi che mi sbaglio, che non è così.
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Comunque, prendendo spunto dal modo di risolvere qui, in Regione Fvg, (scopiazzando magari dalla Lombardia) i problemi della sanità presenti da tempo nel settore, che implica che, quando non si riesce a far funzionare qualcosa, (che peraltro, nel caso della sanità, prima funzionava), si esternalizza tutto pagando profumatamente chi vince il bando con soldi pubblici, foraggiando così gruppi privati cooperativi o meno, invece che reinvestire nel pubblico, io, facendo mio, nel caso specifico, l’insegnamento della giunta regionale e del dott. arch. Riccardi, propongo di esternalizzare l’assessorato ‘sanità e salute’ a cui è affidata la nostra vita e quella dei nostri figli, perché chi l’ha guidato ha creato un sistema, a mio avviso, allo sbaracco segnato solo da obbligatori fai da te, divieti e pagamenti, invece che da sostegno ed invito a servirsi del sistema sanitario statale e regionale per migliorare la propria vita. Tanto per ottenere questi risultati, un sostituto che ci costi pure meno e che abbia qualche altra idea credo si possa trovare. E se erro correggetemi.
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Ma perché faccio questa proposta? Perché ho letto alcuni articoli riportati con nonchalance dalla stampa che sono da brivido per me, relativi a processi di esternalizzazione in sanità in atto.
In particolare qui mi riferisco all’esternalizzazione di parte dei pronto soccorso di Udine, San Daniele, Palmanova e Latisana che saranno gestiti, limitatamente ai codici bianchi, da una cooperativa piemontese di cui nulla si sa, avvenuta mentre ci imbottivamo di maglie rosa, Lussari, Ana, adunate ed alpini. Ora vi garantisco che a me, in presumibile infezione renale, è stato dato un codice bianco anni fa, ed allora mi chiedo: chi decide se io, presentandomi al pronto soccorso, sono un codice bianco? Lo decido io, andando verso una porta invece che un’altra? Ma allora siano ancora al fai da te. E se, umanamente, possono sbagliare anche gli infermieri di triage nell’attribuzione di un codice a terzi, figurarsi il malato! Non solo: se varco il pronto soccorso, chi mi può rimandare indietro, con regolare dimissione scritta o comunque foglio di mancata accettazione, senza che mi abbia visto un medico di pronto soccorso? Il triage infermieristico? Ma non è suo compito. Un medico che non ti ha visitato su quanto riferito da un infermiere?
E se il medico gettonista della cooperativa (che verrà sempre vissuto così), e non del pronto soccorso reale, si trova davanti ad un’emergenza, cioè, magari, ad un infarto scambiato inizialmente per mal di stomaco, che fa? E quali rapporti si verranno ad instaurare tra i medici dell’area di vero pronto soccorso e i ‘medici cooperativisti’ magari in servizio solo per 6 mesi? Io non credo saranno rapporti facili, anzi presumo che non esisteranno.
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E se oggi, a fine inebriamento da Lussari e adunata, si è giunti alla procedura di aggiudicazione del servizio alla cooperativa sociale ‘Amaltea’ con sede legale a Vercelli, contro cui nulla ho e che neppure conosco, vuol dire che il bando di gara era stato, di nascosto dai nostri occhi e dalle nostre orecchie, predisposto un bel po’ di tempo fa. Ma se era scelta così ottima, perchè comunicarcelo attraverso il solito Messaggero Veneto solo a cose fatte?
Inoltre non si sa se questo servizio privato sia collegato all’urp o no, se vigano i diritti dei cittadini in sanità anche qui, o se vigano contratti privati che legano utenti e servizio, al di fuori del ssn o ssr, se per fare causa devi andare a cercarti qualcuno o qualcosa a Vercelli, se hai, rispetto a questi gettonisti, potere e diritto alcuno. E credetemi, io non invento problemi per partito preso, ma perché esistono davvero. E l’Inps accetterà legalmente i referti di detti medici? Scusate se ve lo dico, ma a me pare che l’assessore la faccia facile, come si suol dire. E che senso ha esternalizzare per sei mesi? È pura follia secondo me, è rimandare il problema da Natale a Pasqua, da Pasqua a Natale, con l’assessore e il dott. Caporale che ogni 6 mesi possono fare un nuovo bando o continuare a suon di proroghe, ma sempre in primo piano, ed è cercare di far inghiottire il rospo piano piano.
Inoltre mi auguro che l’assessore ed il vertice di Asufc abbiano almeno discusso detta soluzione con i direttori dei pronto soccorso interessati, ma non lo so, e scelte di questo genere temo faranno fuggire i pochi medici di pronto soccorso e ospedalieri presenti sul territorio. Così la sanità avrà fatto boom!
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E vi garantisco che io ho conosciuto medici coscienziosi, ospedalieri e non, che operano ed operavano nel ssn o ssr che dir si voglia con abnegazione, fatica, senza conoscere quasi giorno di riposo e ferie, diventati dei senza famiglia, divisi fra sala operatoria, reperibilità notturna, attività in reparto, e se fossi uno di loro mi adirerei anch’io a veder giungere da una cooperativa piemontese giovani laureati magari di primo pelo, per fare qualcosa di più dei mezzi medici di base, senza grossa responsabilità, senza reale controllo da parte dell’azienda sanitaria ma invece con possibile controllo politico regionale, con orari di favore, con guadagni ben più alti per lavorare molto meno e fare un lavoro di ben minore qualità. Inoltre inserire personale per 6 mesi non dipendente da Asufc a fianco di un gruppo di professionisti consolidato, può creare problematiche di diverso tipo e non di poco conto. E lo dico io che, nel 2006, con missiva privata, proposi tale soluzione, ma non certo da appaltarsi a ditta esterna, un po’ come si trattasse delle pulizie dei locali o della disinfezione.
E nuovamente senza offesa per alcuno, spero che il committente, sia esso l’assessorato a Sanità e Salute, sia esso il dott. Caporale nella veste di dg di Asufc od ambedue, almeno si sinceri che detti medici sappiano parlare decentemente italiano (in Germania devi saper parlare tedesco per qualsiasi attività lavorativa, è un obbligo) e capiscano qualche parola di friulano. Perché a me è capitato di non capire bene e di non esser capita altrettanto bene da un medico in servizio nel ssr Fvg, e non secoli fa. Ma non è colpa certamente del medico ma di chi lo ha assunto, senza fargli fare un corso base di lingua italiana.
Inoltre continuano a mancare ambulanze, medici di ogni tipo, mentre ogni cretino che va in montagna e si sente male o si incroda fa audience sui mass media, per via dell’elicottero e di personale che deve fare magari numeri da circo per recuperarlo.
Insomma, a mio avviso, questo dell’esternalizzazione per 6 mesi del servizio codici bianchi è un ulteriore modo con cui la politica si impossessa piano piano del potere sulla sanità e instaura gradualmente il concetto di arrangiarsi del cittadino, che non si sa più di quali diritti goda.
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E se la sanità Fvg non è più appetibile, magari si faccia un convegno nel merito e si cerchino soluzioni diverse e nel segno non della scopiazzatura ma del ‘problem solving’, e tenendo conto del fatto che quello che non è appetibile per i professionisti del settore, non può essere di qualità. E se proprio devo dirla fuori dai denti, ai tempi del fascio, che ora si vorrebbero riabilitare, almeno la sanità, anche allora grazie pure all’abnegazione di medici ed infermieri e retaggio del sistema della ‘defonta’, cioè dell’impero austro- ungarico, funzionava e, da fine Ottocento, le private opere pie vennero via via trasformate in ‘ospedali civili’. Ed il concetto di ‘civile’ in contrapposizione a ‘religioso’ fu napoleonico, fu figlio della Rivoluzione francese, fu massonico, in senso positivo. Ma ora fra un po’ ritorneremo forse ad un sistema simile a quello delle opere pie, gestite da enti privati e solo pubblicamente e privatamente finanziate? Ma la complessità e l’etica dei tempi moderni, che dovrebbe guardare alla persona, non richiedono un sistema né ancestrale né americano.
Inoltre in questo modo denaro nostro pubblico non viene utilizzato per noi ma, in un concetto dell’Ente Regione Fvg come mera finanziaria, e cioè come una banca senza rischi di capitale per chi gestisce, viene utilizzato per sovvenzionare privati, senza che questi reinvestano sul territorio. Ma allora perché, perso per perso, non esternalizziamo l’assessorato ‘sanità e salute’, cercando chi abbia qualche idea migliore di quelle lombarde?
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Infine, mentre proprio in questi giorni, la Corte Costituzionale, con sentenza n. 112/2023, ha deciso che per i precari non specializzati è incostituzionale l’accesso ai concorsi del Pronto soccorso, per garantire la qualità di chi opera in settore così delicato, in Fvg si crea una situazione esternalizzata che è pronto socorso ma non lo è dove è tutto possibile. Chi era ricorso a detta Corte contro alcune decisioni della Regione Veneto in materia di sanità, era stato, nel luglio 2022, il Presidente del Consiglio dei ministri, rappresentato e difeso dall’Avvocatura generale dello Stato, che aveva promosso questioni di legittimità costituzionale degli artt. 12, comma 2, e 21, commi 1, 2 e 3, della legge della Regione Veneto 27 maggio 2022, n. 12 (Disposizioni di adeguamento ordinamentale 2022 in materia di politiche sanitarie e di politiche sociali). Il testo intero della sentenza è leggibile in: https://www.eius.it/giurisprudenza/2023/307.
Ed a questo punto mi chiedo: esternalizzare parte del servizio di Pronto Soccorso a cooperative, che non credo abbiano personale specializzato, rompendo in due il servizio, è costituzionale o meno?
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Scusatemi queste mie considerazioni, e magari dimostratemi, vi prego, che sono prive di fondamento, ed io non voglio offendere nessuno ma solo dire la mia, finché possibile. E non so perché in questo disastrato Fvg si accetti tutto, e non so perché nessuno sia ancora sceso in piazza contro questa giunta vecchia/nuova che, a mio avviso, non fa assolutamente i nostri interessi di cittadini, che sa solo parlare, parlare, parlare, fare immagine, modificando, passo dopo passo, in senso colonialista i servizi, il territorio e la regione tutta, e stravolgere diritti acquisiti da noi cittadini, acquisendo lei potere. E se erro correggetemi e scusatemi. Chiedo venia pure ai politici citati, ma esiste in democrazia il diritto di critica e di scrivere proprie riflessioni, tenendo conto che potrebbero essere errate, e senza voler in modo alcuno offendere.
Post scriptum. Mi dicono che il bando per dividere in due i pronto soccorso friulani, compreso quello di Udine, potrebbe essere del dott. Denis Caporale, ma, in questo caso, non credo proprio che l’assessore non sapesse nulla di una rivoluzione epocale di questo tipo.
Laura Matelda Puppini
Cfr. anche: “Pronto soccorso in affanno, l’Azienda Sanitaria Friuli Centrale ha deciso: ai privati i casi meno gravi”, in: https://www.ilgazzettino.it/nordest/udine/ospedale_carenza_medici_esternalizzazione_servizi_perche-7448377.html
L’immagine che accompagna l’articolo è tratta da: https://www.formazioneturismo.com/outsourcing-hotel-rischi-esternalizzazione/. La parola outsourcing significa propio esternalizzazione. L.M.P.
https://www.nonsolocarnia.info/sanita-ed-esternalizzazioni-posso-fare-una-proposta-limite-perche-a-questo-punto-non-esternalizzare-anche-lassessorato-salute-e-sanita/https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2023/06/esternalizzazione-outsourcing-business-background-820x429-1.webp?fit=820%2C429&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2023/06/esternalizzazione-outsourcing-business-background-820x429-1.webp?resize=150%2C150&ssl=1ECONOMIA, SERVIZI, SANITÀNon intendevo occuparmi subito di sanità, infatti nessuno ama accorrere al capezzale di un moribondo per lo più pugnalato alle spalle, ma ci sono aspetti che lo impongono, in Fvg come nell’Italia tutta. Non solo: continuando in una visione dell’Ente regione assolutamente non rispondente allo Statuto della Regione Autonoma Fvg,...Laura Matelda PuppiniLaura Matelda Puppinilauramatelda@libero.itAdministratorLaura Matelda Puppini, è nata ad Udine il 23 agosto 1951. Dopo aver frequentato il liceo scientifico statale a Tolmezzo, ove anche ora risiede, si è laureata, nel 1975, in filosofia presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Trieste con 110/110 e quindi ha acquisito, come privatista, la maturità magistrale. E’ coautrice di "AA.VV. La Carnia di Antonelli, Centro Editoriale Friulano, 1980", ed autrice di "Carnia: Analisi di alcuni aspetti demografici negli ultimi anni, in: La Carnia, quaderno di pianificazione urbanistica ed architettonica del territorio alpino, Del Bianco 1975", di "Cooperare per vivere, Vittorio Cella e le cooperative carniche, 1906- 1938, Gli Ultimi, 1988", ha curato l’archivio Vittorio Molinari pubblicando" Vittorio Molinari, commerciante, tolmezzino, fotografo, Gli Ultimi, Cjargne culture, 2007", ha curato "Romano Marchetti, Da Maiaso al Golico, dalla Resistenza a Savona, una vita in viaggio nel Novecento italiano, ed. ifsml, Kappa vu, ed, 2013" e pubblicato: “Rinaldo Cioni – Ciro Nigris: Caro amico ti scrivo… Il carteggio fra il direttore della miniera di Cludinico, personaggio di spicco della Divisione Osoppo Carnia, ed il Capo di Stato Maggiore della Divisione Garibaldi Carnia, 1944-1945, in Storia Contemporanea in Friuli, n.44, 2014". E' pure autrice di "O Gorizia tu sei maledetta … Noterelle su cosa comportò per la popolazione della Carnia, la prima guerra mondiale, detta “la grande guerra”", prima ed. online 2014, edizione cartacea riveduta, A. Moro ed., 2016. Inoltre ha scritto e pubblicato, assieme al fratello Marco, alcuni articoli sempre di argomento storico, ed altri da sola per il periodico Nort. Durante la sua esperienza lavorativa, si è interessata, come psicopedagogista, di problemi legati alla didattica nella scuola dell’infanzia e primaria, e ha svolto, pure, attività di promozione della lettura, e di divulgazione di argomenti di carattere storico presso l’isis F. Solari di Tolmezzo. Ha operato come educatrice presso il Villaggio del Fanciullo di Opicina (Ts) ed in ambito culturale come membro del gruppo “Gli Ultimi”. Ha studiato storia e metodologia della ricerca storica avendo come docenti: Paolo Cammarosano, Giovanni Miccoli, Teodoro Sala.Non solo Carnia
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