Incomincio questo articolo scrivendo che sarei stata felice di leggere sul solito Messaggero Veneto, a firma del solito Mattia Pertoldi, non i soliti proclami del dott. Massimiliano Fedriga e di Riccardo Riccardi, il ‘condottiero’ della sanità Fvg e della protezione civile da ben 5 anni, ed ora rinominato dal Presidente della giunta per altri 5 senza essere eletto, con esiti prevedibili, ma la soluzione di qualche problema reale.

Invece macché, in fase di presentazione della progettazione regionale per un ambito così delicato come quello della salute, vediamo cosa ha detto, riprendendolo dal titolo dell’articolo sopraccitato, il Presidente vecchio/nuovo della giunta Fvg: “Fedriga: Rivedere il Pnrr. Il privato convenzionato è sempre sanità pubblica”, articolo che ha un occhiello comico se non fosse tragico: «Con la cultura si mangia, a condizione che i beni siano gestiti in modo manageriale». Oddio, penso fra me, chissà chi l’ha pensata questa …  Ma poi rifletto sul fatto che potrebbe essere il motto della giunta a guida leghista passata e futura. (1).

Insomma dopo che fiumi di inchiostro sono stati spesi per parlare della debacle della sanità regionale e nazionale, senza esito alcuno, ci si trova davanti ad uno slogan che ripropone il modello lombardo che è una catastrofe per la classe medio- bassa, e sopravvive solo per chi paga, e paga, e paga. (2).

E guardate cosa si può leggere, in rete, relativamente al sistema sanitario modello lombardo: «Dagli anni ’90 regione Lombardia si è scostata dal panorama nazionale sviluppando un modello atipico di SSR: ha progressivamente separato la funzione di “Programmazione/Acquisto/Controllo”, attribuita alle ASL, dalla “erogazione” delleprestazioni”, svolta indifferentemente da “erogatori” pubblici o privati, in competizione (apparentemente paritetica) tra loro. L’immagine sbandierata è stata quella della libertà del cittadino di scegliere a quale erogatore rivolgersi per ricevere le prestazioni (libertà peraltro garantita anche nelle altre regioni). Ma di fatto si è trattato di un’altra libertà, dei privati, di scegliere quali attività sviluppare in funzione della propria convenienza; purtroppo al di fuori di una programmazione regionale basata sull’analisi dei bisogni della popolazione nei diversi territori.

Il risultato è stato un sistema orientato ad erogare quante più prestazioni, specie se super-specialistiche e lautamente remunerate; un sistema con singole “eccellenze” osannate, tipicamente private; un sistema “ospedalocentrico” con servizi territoriali marginalizzati, benché la loro qualità e diffusione precedenti fossero buoni; un sistema con i propri ospedali pubblici, nonostante la secolare tradizione di capacità di cura-gestione-ricerca, in progressivo affanno a causa dell’impari competizione, aggravata dalle regole che solo il pubblico deve osservare per acquisire personale, strutture, attrezzature, materiali.

Tale china si è ulteriormente consolidata dal 2016: la LR 23/2015 ha infatti tolto alle ex ASL (trasformate in ATS – Agenzie di Tutela della Salute) tutte le attività erogative e le ha affidate sia ai privati, ormai già ben consolidati, sia alle nuove ASST – Aziende Socio Sanitarie Territoriali, ovvero le ex Aziende Ospedaliere cui è stato assegnato anche il compito di erogare le attività territoriali.

Tutto ciò, confermando da un lato la libertà per i privati di scegliere quali attività, ospedaliere e/o territoriali, svolgere; dall’altro, l’obbligo per i pubblici di fare tutto quanto necessario». (3). Infine sempre questo articolo parla di sanità programmata “in funzione dell’apertura alla logica “di mercato”.

E così ha affermato Marco Fumagalli di M5S: «Con l’introduzione della possibilità di far diventare aziende ospedaliere anche gli ospedali privati si mette fuori dal gioco l’intera sanità pubblica lombarda. Il privato potendo contare su di una maggiore flessibilità acquisirà sempre più fette di mercato fino ad estromettere completamente gli ospedali pubblici dalla gestione delle patologie più gravi. (…). È un film già visto che ha portato in 30 anni la Lombardia ad avere 14 IRCSS privati e solo 4 pubblici. Gli ospedali pubblici verranno declassati a ospedali di comunità. Ma anche sulla medicina territoriale incombe l’opera del privato a cui viene data la possibilità di costituire le case della comunità. Per la sanità pubblica accerchiata e senza nessuna protezione è un requiem». (4).

Ed a me pare, da quanto ha detto Fedriga anche sui soldi in sanità del Pnrr,  che questo sia pure il suo modello sanità per il Fvg: che pensa ben poco a noi cittadini. 

Ora non si può negare che la sanità sia in affanno a livello nazionale, anche per gli ulteriori tagli fatti e previsti dal governo, basta leggere  ‘Urgenza sanità. “Rapporto civico sulla salute 2023” di Cittadinanzattiva (5) per rendersene conto. Ma il nostro governo è tutto volto a investire in armi per Zelensky e per prolungare una guerra che sta distruggendo l’Ucraina, e a sproloquiare su 25 aprile, via Rasella, ed altro, invece che ad affrontare seriamente il problema nazionale della sanità che, con l’autonomia differenziata, potrebbe presentare 21 modelli diversi, portando l’Italia nel caos definitivo, con problemi per i turisti e per tutti quelli che si spostano anche per lavoro da una regione all’altra.

E mentre i nostri politici regionali delle alte sfere e della maggioranza ci riempiono di parole ed ancora parole, togliendoci diritti e sanità e salute nel contempo, e prendendoci tutti per seguaci dello sport ad oltranza, che ora si finanzierà con apposito bonus, grazie ad una vecchia pensata dell’assessora Rosolen, noi, che non siamo politici strapagati ma i cittadini del ceto medio-basso del Fvg, ci arrabattiamo fra una “sanità on the road” e ormai quasi inesistente, una visita da attendere circa un anno anche con l’introduzione del privato convenzionato, e ben 1530 fra medici ed infermieri operativi nel ssr che hanno abbandonato la sanità regionale in tre anni. (6).

E se medici ed infermieri lasciano la sanità pubblica Fvg ma non vanno tutti al privato regionale, fra l’altro, non vi è esternalizzazione che tenga, né assicurazione, né convenzione con il privato. E dato che professionisti della sanità hanno lasciato e lasciano il sistema pubblico regionale, magari l’assessore avrebbe dovuto già da tempo aver avviato una seria indagine sul perché, e sul perché non siamo attrattivi, mentre prima del 2014 questo non accadeva e accadeva in misura minore prima del 2018. Qualcosa si è rotto, qualcosa si è infranto. 

Non da ultimo il privato si colloca spazialmente dove può avere più utenti e cioè nelle città e zone popolose e, in Fvg, potrebbe restare sguarnito quasi del tutto il territorio montano, Carnia, gemonese,  cividalese, Val Tramortina, spilimberghese, maniaghese e via dicendo, che hanno già perso gli ospedali territoriali di riferimento e si trovano con i fantomatici Punti di Primo Intervento, gestiti da medici di cooperative mi pare venete.

Ma su queste criticità per noi, la giunta destro-leghista pare passi dal dichiarare che comunque tutto va bene, all’appellarsi al governo italiano cioè allo Stato, dopo aver sostenuto la massima autonomia differenziata, mentre l’arch. Riccardi, a mio avviso con un bel po’ di faccia tosta, difende il proprio operato a spada tratta (7). E piano piano, anno dopo anno, noi poveri cittadini ci abituiamo ad ogni difficoltà, ad ogni imposizione dall’alto, mentre le nostre bocche si chiudono giorno dopo giorno, e le nostre tasche si svuotano.

Ci narrano che loro amministrano bene e per il nostro bene. Ma ditemi cosa abbiamo ricavato dall’accordo Novartis, costatoci non pochi milioni di euro regionali, ma ditemi che ricadute sulla nostra salute possono avere i grandissimi problemi in sanità ed il privatizzare, alla lumbard, il sistema sanitario regionale e pubblico. Ma per ora pare che nessuno inizi a pensare di essere stato preso in giro, anche perché i dati latitano o vengono comunicati attraverso i quotidiani locali, inevitabilmente commentati anche dall’assessore di riferimento. O forse un paio di persone lo pensano, ma non lo dicono, perché ormai quasi nessuno parla, se non quel quarto di votanti favorevoli alla destra leghista.  Ma posso sbagliarmi, e se erro correggetemi.

E mentre noi siamo sempre più in difficoltà per vari motivi, ma anche per la debacle del ssr, Fedriga ed i suoi alleati hanno riproposto l’alta velocità Venezia Trieste, che Cristian Sergo ha dimostrato far guadagnare forse qualche minuto, costando però tantissimo (8);  hanno  palesato, pure nel loro programma elettorale, il loro interesse precipuo per porti, ponti ed i soliti ed inutili stradoni; sostengono ancora nuove piste da sci, quando non nevica; hanno imboccato e scelto, come dichiarato da Sergio Emidio Bini al Messaggero Veneto pochi giorni fa, la via dei grandi eventi con migliaia di persone magari in un angolo montano del tarvisiano per un Crazy Bob, che utilizza polveri colorate non si sa quanto inquinanti di fatto. Ed oltre questo si privilegia a livello turistico, un discorso di marketing ed immagine, (9) mentre siamo senza sanità o quasi, senza sportelli bancomat o postamat in alcuni paesi, con la possibilità che la giunta permetta a società private di riempirci di metano aggiuntivo, grazie ai cogeneratori Siot ed all’Acciaieria di San Giorgio e che ne so io, e di polveri sottili se l’Ente Regione non produce un piano serio del trasporto pubblico, che è di sua totale competenza. Non solo: si pensa a piste forestali per prelevare legno da vendere, e non a fare una manutenzione seria alla viabilità ordinaria, che contempli anche il sostegno ai clivi cedevoli o di roccia friabile, che sputano massi, terra, ghiaia sui tracciati stradali.  

Ma mentre questi problemi andavano via via presentandosi, cosa ha fatto la trascorsa giunta regionale?  Ha dato, dal 2020, ben 80 milioni di euro a fondo perduto, distribuiti a pioggia a ben 55.000 beneficiari, prima amministrazione regionale Fvg a farlo, per sostenere ‘il tessuto socio-economico, ed ha deliberato altri 13 milioni, già distribuiti, per sostenere il caro energia delle aziende. (10). Insomma le aziende, le industrie, le infrastrutture, paiono al primo posto nel cuore di Fedriga, Riccardi ed i partiti che hanno appoggiato il presidente di giunta eletto, ma il prodotto di queste società private non servirà a noi ma servirà a foresti, dato che noi, cittadini della regione Fvg, stiamo già spendendo, abbiano speso e spenderemo molto di più in sanità, con il modello del privato seppur convenzionato, che è sempre però contingentato nel numero di prestazioni, e che tende a proporre visite private; gli stipendi sono quello che sono; il caro vita è quello che è. Elementare Watson, direbbe qualcuno, ma alla giunta regionale pare non venga in mente. Ed anche il nostro territorio, con la politica attuale, a mio avviso verrà trasformato da più punti di vista ed anche grazie alla politica turistica, in una colonia, neppure più in una riserva indiana.

Inoltre nel loro programma, i sostenitori di Fedriga presidente, per quanto riguarda la sanità, non scrivono assolutamente che vogliono investire sul privato e le esternalizzazioni, ma di sviluppo della medicina territoriale, potenziamento delle cure intermedie attraverso il potenziamento degli ospedali di comunità, dell’inserimento della nuova figura dell’infermiere di comunità, del potenziamento delle cure palliative,  del rafforzamento della medicina convenzionata e della telemedicina, che dico io, che ci sia ciascun lo dice, cosa sia nessun lo sa, di avvio delle Centrali Operative Territoriali (su modello lombardo) e di un numero unico, lunghissimo, per interventi non emergenziali tanto per far scegliere a noi, per confondere ancora di più i cittadini  ed eliminare, magari le utilissime  guardie mediche, sostituite da un operatore telefonico medico o infermieristico.

Inoltre la Regione investirà, sempre secondo il programma Fedriga e c., in tecnologie, per chi e quali non si sa, sulla prevenzione in campo oncologico (ma si dovrebbe pensare anche alle cure, ed a garantirle a tutti nei tempi prescritti e debiti, dico io), nel tentare di tagliare i tempi biblici per una visita, negli Ircss, come il Burlo Garofalo, il cui consiglio di amministrazione è però formato da Promoturismo, Confindustria e altri, e che, con l’operazione ‘nuovo Burlo’ potrebbe passare sotto Asugi, ma mantenendo l’impronta amministrativa del privato. Più scoppiazzamento di così  dalla Lombardia, non si è mai visto, secondo me. Quindi è previsto un interesse particolare per la salute mentale che occuperà un posto privilegiato nella programmazione. (11). E fa bene la Regione ad interessarsi a questo settore, dato che le nuove condizioni di vita, la povertà crescente, le perdute certezze, il lavoro sempre più precario e ballerino, oltre al covid ed a tutti i balzelli che abbiamo dovuto subire e subiamo per la guerra in Ucraina, potrebbero portare tutti noi del Fvg ad un gravissimo stress e molti magari a schiattare. Sapete il fisico e la mente possono quel che possono.

A mio avviso sarebbe a questo punto però importante precisare alla nostra giunta regionale che l’America non è qui, che i modelli americani non sono l’optimum ed in sanità men che meno; che lo stesso Trentino Alto Adige sta dicendo stop a grandi assembramenti ambientalmente e globalmente non sostenibili, ed alla lunga anche dal punto di vista dell’ordine pubblico e della sanità, e che fanno solo guadagnare a quattro privati: albergatori o ristoratori, presentando poi a noi cittadini il conto, e che non capiamo perché la giunta regionale abbia deciso di investire molti denari per una salita del giro ciclistico d’Italia al Lussari, fra lavori, ed ancora lavori (non avevano messo le reti per la sicurezza sinora, ditemi un po’ voi, posizionate ora, e che poi resteranno lì, a sfregiare l’ambiente), tutto a spese nostre, per spettatori jugoslavi od austriaci per lo più (12), fra l’altro.

E si finanziano asili nido anche in piccoli comuni, ritenendola politica atta a favorire il ripopolamento (13), ma per chi non si sa, quando mancano i medici di base e la montagna del Fvg è, dal punto di vista sanitario, abbandonata a sé stessa e vittimizzata dalla ‘sanità on the road’, e non esistono neppure i taxi di paese, come in Normandia, convenzionati con il sistema sanitario regionale; mancano i medici di medicina generale, tanto che si sono creati gli ambulatori di vallata, aperti per alcuni giorni ed ad alcune ore, e con possibilità oraria di parlare direttamente con il medico risicata, con solo due dottori che coprono da Villa Santina a Paluzza a Cavazzo Carnico a Verzegnis. (14). E forse uno di loro è un pensionato (13). Inoltre in sanità i cittadini perdono davvero molto tempo in spostamenti e attese, ma tanto il tempo è nostro non è dei politici. E noi cittadini piombiamo per visite varie o esami di routine, magari dopo uno snervante viaggio in macchina, in luoghi sconosciuti, svolti da personale sconosciuto con l’orologio in mano, si fa per dire. Ed un tempo ogni comune aveva un medico condotto, che veniva a visitare a casa quando uno stava male, subito, non visitava solo su appuntamento facendo in modo così che ogni persona colta da malore finisse in pronto soccorso. Ma che mondo è mai questo? Mi chiedo io, che sono anziana.

Ma i pronto soccorso non reggono, ed ora si viene a sapere che ben 9 medici di pronto soccorso e molti infermieri mancano all’appello in Asfo, per avere un servizio che regga, ma non sta bene neppure l’ Asufc   che conta pure la morte di una dottoressa che lavorava sempre in quel settore. (15).

Perché un aspetto è chiaro in sanità: il sistema sanitario della Regione Fvg non risponde assolutamente ai bisogni della popolazione, le liste di attesa sono lunghissime in certi casi, solo lunghe in altri. Ma mi dite voi come si fa ad attendere quasi un anno una visita neurochirurgica, o una visita dermatologica, mesi per una elettromiografia e mesi per una mammografia, quando, fra l’altro, un cittadino, spesso, se non si tratta di prevenzione o visite routinarie, ha già atteso, dopo aver manifestato i sintomi, l’appuntamento dalla segretaria del mmg, e si è recato da lui o lei per la prescrizione? E non vi è letterina maiuscola di urgenza che tenga, ormai il sistema è saltato ed è sotto gli occhi di tutti. Insomma qui si va da Natale a Pasqua e da Pasqua a Natale.

Inoltre il privato svolge solo alcune prestazioni, non fa in Fvg quasi mai attività chirurgica se non per piccola chirurgia e non dovunque, perché non ha sale operatorie, anestesisti, reparti dedicati, e noi, cittadini del Fvg, dobbiamo per lo più sperare nella buona stella, pensare, se abbiamo una salute da noi definita decente, “per ora sto bene, poi quando verrà verrà”, come mi diceva un carnico anziano, sperando poi di non finire morti davanti ad un ambulatorio chiuso come il povero Mazzolini di Ovaro. E dovremo, come già scritto, attendere, attendere, tanto che l’attendismo sarà la nuova parola magica in sanità, salvo poi capitombolare in pronto soccorso, sotto la nostra responsabilità. Ma i pronto soccorso scoppiano, ed il personale è in fuga. E poi i dirigenti sanitari ci dicono, a puntate e sempre attraverso la stampa, di non accedere ai pronto soccorso se non si è gravi, ma noi che ne sappiamo? Non siamo mica medici!  Insomma, a me pare che la Regione Fvg abbia sposato davvero per troppo tempo, in questo settore, la politica di «E se la barca va, lasciala andare, e se la barca va, tu non remare …» fino a questo punto, dove la barca ha perso timone e timoniere e fa acqua da tutte le parti.

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 L’11 di maggio 2023, in consiglio regionale, la minoranza formata dal gruppo misto, da Patto per l’Autonomia, dal Pd, ha sollevato il problema della sanità, delle infinite liste d’attesa, del personale in fuga, del troppo spazio dato al privato convenzionato. (16). Ormai, dico io, il paravento all’inefficienza del covid non regge più, ed i nodi vengono al pettine. Non solo: la nostra regione non è assolutamente attrattiva, se non per medici temporaneamente a gettone, che però non possono, giustamente, accedere ai dati del sistema pubblico dell’Inps. La minoranza ha chiesto di collaborare con la maggioranza per superare le difficoltà, anche nominando a presiedere la commissione sanità un suo membro, ma pare, e questo lo dico io, che questa giunta ami comandare non collaborare. Vedremo che farà. Intanto schiere di sanitari ed aderenti alla Protezione Civile si sono mossi per l’oceanica adunata Ana e si muoveranno per la salita ciclistica al Lussari, mentre noi, che purtroppo siamo il Fvg … aspettiamo Godot.

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Infine io penso che il volgere al privato convenzionato ponga  problemi seri di stabilità al ssr, espressione di quello nazionale, perché società private, che puntano per loro natura al guadagno, oggi possono esserci e domani no, oggi possono erogare tot prestazioni domani magari meno o cambiarle, oggi hanno personale, domani no, non si sa che personale utilizzino, che macchinari, che sistemi usino per esami ematochimici, che scuole o mode seguano per alcune cure. Inoltre dato che il privato non ha sale operatorie, va a finire che i medici al suo interno magari preferiscono soluzioni farmacologiche o fisioterapiche piuttosto che quelle chirurgiche anche se più rispondenti, ed in ogni caso la comunicazione fra chi prescrive e chi esegue (chirurgo pubblico) è attraversata da un abisso. E così si rivoluziona la costituzione (art.32) e lo statuto della Regione. Infatti dire che il privato convenzionato è uguale al pubblico, trasforma l’Ente regione in una finanziaria privata che sovvenziona privati a discrezione della giunta, senza avere controllo alcuno sugli stessi, sui servizi che erogano, sul loro modus operandi, su orari, compiti e forme di pagamento del personale, senza potere fare più una programmazione sanitaria.  

Ma non solo: se Fedriga parla di aumentare le sovvenzioni ai privati, deve sapere che questi puntano alle visite private, e fanno attendere il privato convenzionato peraltro contingentato, e più la povertà aumenta, più persone vagheranno senza sanità alcuna e magari nella sporcizia, creando grossi problemi al settore dell’igiene pubblica, sempre più lasciata a sé stessa.

Non solo, mentre noi siamo in allarme per questa situazione catastrofica, Riccardo Riccardi e Massimiliano Fedriga vanno qui e là mentre dovrebbero pensare alla vita, a loro di fatto affidata, purtroppo, dei cittadini di questa disastrata regione, piccoli, grandi, maschi e femmine, giovani e vecchi. E in Asfo, ben 16 sindaci non hanno votato a favore del programma sanitario, e sono quelli dei comuni più piccoli ed anche montani (17).

Inoltre Massimiliano Fedriga ha dichiarato «Nessuna chiusura di servizi e strutture ma su privato si superi lo scontro ideologico» (18), ma lo scontro ideologico lo vede solo lui, qui si tratta di Costituzione, diritto alla salute ed alla vita, e le chiusure verranno poi perché senza medici ed infermieri e con una sanità allo sbando vorrei proprio sapere che cosa intende fare.

E se ho fatto qualche errore, in questa mia disanima del problema sanità, correggetemi ed esprimete il vostro parere, l’importante è riprendere a parlare di modelli di sanità, per noi, per i nostri figli, per i nostri bimbi. Il diritto alla vita, alla salute, ad un ambiente non inquinato, all’acqua è di tutti, indipendentemente dal colore politico. Senza voler offendere alcuno, e chiedendo ai citati di non sentirsi offesi, e solo per esercitare il mio diritto di critica e per riportare mie personali impressioni, questo ho scritto.

Aggiornamento 21 maggio 2023. Situazione incandescente in Asfo, mentre l’assessore ‘benedice’ la nuova strada del Lussari. 

Avevo già scritto nel mio: “Tsunami sanità: mille problemi senza risposta”, su www.nonsolocarnia.info, che Asfo non riusciva a reperire radiologi e pensava di esternalizzare la radiologia dell’ospedale di Pordenone, come già accaduto per quello di San Vito. Quindi la via è segnata. Poi qui ho riportato che mancano 9  medici per far funzionare il Pronto Soccorso sempre dell’ospedale di Pordenone, e 108 medici, ma nessuno vuole venire a lavorare qui (vedi nota 15). Infine 16 sindaci (montana e pedemontana e di diversa area politica) su 28 non hanno votato il piano Asfo e si sono astenuti (per l’elenco degli astenuti cfr. qui nota 17), ed infine 43 associazioni sempre del pordenonese hanno inviato a sindaci e consiglieri regionali una lettera evidenziando alcune criticità e chiedendo di contare di più. A questo punto sappiamo che l’assessore Riccardo Riccardi è rimasto contrariato ed infastidito, perchè vuole avere tutto sotto il suo controllo (insomma io ho capito che non vuole che si muova foglia senza essere preavvisato, e se erro correggetemi) mentre altre proteste arrivano dall’udinese. A questo punto l’assessore ha deciso di convocare i sindaci del Friuli Occidentale, mentre è in piedi anche la questione Cro di Aviano. (Cfr. Sanità, Riccardi messo all’angolo reagisce e convoca i sindaci della provincia insoddisfatti, in ttps://www.ilgazzettino.it/nordest/pordenone/sanita_assessore_riccardo_riccardi_convocati_sindaci-7415290.html).

Laura Matelda Puppini

Cfr. anche il mio, sempre su: www.nonsolocarnia.info:

Tzunami sanità: mille problemi senza risposta.

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(1) Mattia Pertoldi, “Fedriga: Rivedere il Pnrr. Il privato convenzionato è sempre sanità pubblica, IN Messaggero Veneto, 3 maggio 2023.

(2) Il modello Lombardia dalla grandeur sanitaria alla débâcle Covid-19. Dietro il disastro sanitario lombardo per fronteggiare l’emergenza coronavirus c’è una classe politica che ha lottizzato e privatizzato la sanità, in: https://irpimedia.irpi.eu/covid19-sanita-lombardia/. Qui si legge, fra l’altro, che: «La Lombardia vanta un sistema sanitario definito, soprattutto dai suoi governanti, «eccellente». Compare sempre nei primi posti dell’Indice di performance sanitaria […]. Eppure, dietro l’“eccellenza”, ci sono anche dei problemi gestionali colossali, dovuti a precise scelte politiche. Da un lato, il sistema sanitario “alla lombarda” ha trasformato profondamente la sua rete di presidi sanitari di medicina generale a vantaggio dei grandi ospedali. Dall’altro, ha creato un sistema di accreditamento tra pubblico e privato che in passato ha dimostrato di essere permeabile a fenomeni corruttivi». Ma fondate critiche al modello lombardo si trovano anche in altri siti.

(3) https://www.saluteinternazionale.info/2022/02/la-non-riforma-della-sanita-lombard/

(4) Fumagalli (M5S): “Riforma legge Maroni è il requiem della sanità pubblica” in: https://www.quotidianosanita.it/regioni-e-asl/articolo.php?approfondimento_id=16162.

(5) https://www.cittadinanzattiva.it/comunicati/15741-urgenza-sanita-presentato-da-cittadinanzattiva-il-rapporto-civico-sulla-salute-2023.htm

(6) Per questo aspetto e per i dati di abbandono della sanità pubblica regionale, cfr. https://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2023/05/17/news/medici_e_infermieri_in_fuga_da_ospedali_491_in_3_anni_tra_asugi_e_burlo_trieste-12809747/

(7) Ivi.

(8) Per l’alta velocità Trieste- Venezia, cfr. su www.nonsolocarnia.info: “Cristian Sergo – M5S Fvg – sul potenziamento della linea ferroviaria Venezia-Trieste. Ma serve davvero, e quanto costerà?”, ed anche il recentissimo intervento sull’argomento sempre di Cristian Sergo in: “https://www.facebook.com/movimento5stelletrieste/videos/1375399179920743

(9) Fvg è futuro. Programma di governo. Regione Friuli Venezia Giulia. Candidato Presidente Massimiliano Fedriga, in: https://autonomielocali.regione.fvg.it/aall/export/sites/default/AALL/Elezioni/Elezioni2023/elezioniregionali2023/doc_reg_2023_f/programmi/Fedriga.pdf., pp. 3-4 e p. 11.

 (10) Ivi, pp. 13-14.

(11) Per quanto previsto dal programma Fedriga, Ivi., pp. 18-19.

(12) https://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2023/05/16/news/cronoscalata_sul_lussari_a_ruba_in_poche_ore_i_ticket_per_la_cabinovia-12809322/

(13) Giacomina Pellizzari, Dai nido alle materne: in regione arrivano 54 milioni per realizzare 48 asili. Sotto titolo: “Anche i piccoli comuni periferici puntano sui servizi per i bambini da zero a 3 anni. I lavori dovranno essere affidati entro fine maggio”, Messaggero Veneto, 19 marzo 2023. (https://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2023/03/18/news/asili_nido_scuole_materne_fvg_54_milioni_48_asili_udine_istruzione_pnrr-12701855/.

(14) https://asufc.sanita.fvg.it/it/news/ambulatori_vallata_maggio2023.html

(15) “Pronto Soccorso, 9 medici in meno”, in Messaggero Veneto, 17 maggio 2023, e Marco Agrusti, Sanità, corsa ad ostacoli a Pordenone: mancano 108 medici, ma nessuno risponde all’appello, in Gazzettino, 17 maggio 2023. Per la morte della dottoressa, cfr. https://www.udinetoday.it/cronaca/sonno-morta-dottoressa-pronto-soccorso.html.

(16) https://www.rainews.it/tgr/fvg/video/2023/05/consiglio-regionale-opposizione-allattacco-sulla-sanita-e12a1c99-0be1-46d5-8e7a-1d8ba70d006d.html

(17) Asfo: piano approvato con i voti della minoranza, pesa l’astensione di sedici sindaci, in: https://www.pordenonetoday.it/politica/asfo-piano-approvato-voti-minoranza-astensione.html .Icomuni che non hanno votato a favore ma si sono astenuti sono, secondo questa fonte: Andreis, Zoppola, San Vito al Tagliamento, San Martino, Budoia, Morsano al Tagliamento, Sesto al Reghena, Roveredo, Claut, Vajont, Vivaro, Arba, Chions, Meduno, Maniago e Sequals. A favore si sono espressi: Pordenone, Porcia, Cordenons, Casarsa, Fiume Veneto, Cordovado, Valvasone, Spilimbergo, Sacile, Brugnera, Pravisdomini e Polcenigo. E così scrive Cesare Monea in un suo post su facebook il 17 maggio 2023 a commento dell’articolo “La maggioranza dei Comuni si astiene sul piano dell’Asfo”, in Messaggero Veneto, Cesare Monea: «Il problema l’abbiamo noi della Pedemontana. Dalle ore 20.OO alle ore 8.00 abbiamo solo una guardia medica che deve coprire come da comunicazione ASFO, da Spilimbergo alla Valcellina, da Erto passando per la Valtramontina fino alla Valcolvera».

(18) Fedriga: “Nessuna chiusura di servizi e strutture ma su privato si superi lo scontro ideologico”, in https://www.quotidianosanita.it/friuli_venezia_giulia/articolo.php?articolo_id=113404.

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L’immagine che accompagna l’articolo è tratta da https://www.cittadinanzattiva.it/notizie/15724-urgenza-sanita-l11-maggio-la-giornata-di-mobilitazione-nazionale-e-territoriale-per-il-rilancio-del-servizio-sanitario-nazionale-promossa-da-cittadinanzattiva.html. Laura Matelda Puppini.

https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2023/05/UrgenzaSanita11_generale11maggio.jpg?fit=1024%2C595&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2023/05/UrgenzaSanita11_generale11maggio.jpg?resize=150%2C150&ssl=1Laura Matelda PuppiniECONOMIA, SERVIZI, SANITÀIncomincio questo articolo scrivendo che sarei stata felice di leggere sul solito Messaggero Veneto, a firma del solito Mattia Pertoldi, non i soliti proclami del dott. Massimiliano Fedriga e di Riccardo Riccardi, il ‘condottiero’ della sanità Fvg e della protezione civile da ben 5 anni, ed ora rinominato dal...INFO DALLA CARNIA E DINTORNI