Se perdo te … ancora due considerazioni sul laboratorio analisi dell’ospedale tolmezzino …
Riassumo in queste mie righe i motivi per cui, senza se e senza ma, si doveva, a mio avviso, dire no alla modifica del laboratorio analisi del nosocomio tolmezzino, ed al passaggio del personale all’ass4, senza neppure che i cittadini lo sapessero.
Nel gennaio dello scorso anno, il dott. Paolo Agostinis, internista, così si esprimeva, nel merito dei laboratori analisi negli ospedali periferici della regione:
«Non serve un laboratorio spaziale, serve che non ci venga tolto ciò che abbiamo e che è di fondamentale importanza per il clinico e per il paziente». (Tanja Ariis, Aumentano diagnosi errate e tardive, in Messaggero Veneto, 29 gennaio 2015).
Ed aggiungeva: «Qualcuno ha pensato a quanto costerà far correre un’automobile avanti e indietro dall’ospedale di Udine? E se l’autista è appena partito, ma in pronto soccorso o in reparto è appena arrivato un altro caso da studiare con urgenza, cosa si fa? Si aspetta che torni l’autista o si manda un secondo commesso? Si rifletta sul fatto che diagnosi errate o in ritardo […] a causa di un ospedale senza pezzi importanti, come è la microbiologia e il servizio di analisi cliniche, avranno esiti infausti per il paziente […]. In assenza di un laboratorio di base, alcuni pazienti saranno subito dirottati al pronto soccorso dell’ospedale di Udine. Questo comporterà perdita di tempo prezioso per il paziente e un ulteriore intasamento del nosocomio udinese. Inviterei davvero […] l’assessore alla sanità a rimanere per una settimana, dalle 8 alle 20, nel laboratorio di microbiologia tolmezzino, per verificare come vanno davvero le cose e quale è l’impatto di un buon laboratorio sulle decisioni terapeutiche e il decorso clinico dei pazienti.»
Così affermavano, allora, immediatamente, minacciando il medico di provvedimenti disciplinari, il direttore generale, quello sanitario e quello amministrativo della neonata aas3: «L’azienda per l’assistenza sanitaria “Alto Friuli-Collinare-Medio Friuli” smentisce con fermezza rischi per la salute derivanti dalla riorganizzazione dei laboratori in provincia. Nessun rischio […] ci sarà nella qualità dell’assistenza sanitaria e nella tempestività delle diagnosi di laboratorio per i cambiamenti che introdurrà la riforma sanitaria. (…). L’Ass 3 assicura che tutti gli esami con caratteristiche di urgenza, compresi quelli di microbiologia, saranno effettuati nei laboratori degli ospedali di rete, garantendo perciò rapidità e tempestività di risposta alle necessità cliniche.» (Tanja Ariis, È bufera sull’ospedale: “Allarmismo infondato”, in Messaggero Veneto, 30 gennaio 2015).
Dalla stessa fonte si apprendeva, poi, che «il problema era all’esame della commissione tecnica formata da tecnici e specialisti dei laboratori degli ospedali della provincia, che stava, allora, ancora valutando il migliore assetto da adottare per assicurare la massima efficienza sia organizzativa che clinica» (Ivi). Nel merito interveniva pure l’assessore Maria Sandra Telesca che affermava che il progetto di riorganizzazione dei laboratori in provincia non aveva ancora nulla di definito, ed aggiungeva: «Mi fido dei professionisti che stanno lavorando». (Ivi).
E qui io cadevo dalle nuvole, perché non sapevo che stessimo forse pagando, ma credo di sì, una commissione formata da tecnici e specialisti dei laboratori della provincia, di cui vorremmo i nomi e la parcella, se esistente, per affrontare il problema, ed ora, ad un anno, vorrei fossero resi noti anche gli esiti. (Laura Matelda Puppini, Su quel laboratorio analisi tolmezzino, dalla sorte incerta, almeno pare, in: www.nonsolocarnia.info, 30 gennaio 2015).
Quindi il 9 febbraio 2015 si veniva a sapere, come il solito dalla stampa, che si era tenuto un incontro fra la presidente della Regione Debora Serracchiani, la dott. Maria Sandra Telesca, il dott. Adriano Marcolongo, il sindaco Francesco Brollo e la dott. Cristiana Gallizia, ed altri dirigenti della sanità di distretto, il cui esito era stato il seguente: «Il laboratorio di analisi dell’ospedale di Tolmezzo non chiuderà e non sarà ridimensionato», ma servirà solo per le urgenze e le emergenze, mentre gli esami di routine verranno inviati ad Udine». (“Tolmezzo: il laboratorio delle analisi non chiude. I prelievi saranno raccolti in ospedale, che continuerà quindi a eseguire tutti gli esami che rivestono carattere di urgenza ed emergenza”, in: Il Friuli, 9 febbraio 2015).
A questo punto iniziavo a non capire più cosa si volesse fare, e mi perdevo e perdo ancora sulla fattibilità del progetto, se non visto come l’anticamera per portare tutto ad Udine e sbaraccare l’ospedale di Tolmezzo e gli altri periferici trasformandoli nei “telesc – marcolonghiani ” presidi ospedalieri, legalmente, pare, inesistenti, ed in mano ai medici di base per alcuni posti letto. (Anna Buttazzoni, Fvg, Roma declassa quattro ospedali, in Messaggero Veneto 2 gennaio 2015, dal titolo impreciso perché chi ha declassato è stata la regione Fvg).
Ma non capire potrebbe essere limite mio.
Il 21 marzo 2015, dato che correva voce che il 31 marzo 2015 le sorti precise del laboratorio tolmezzino sarebbero state decise, ritornavo sul problema con un articolo sempre su: www.nonsolocarnia.info, intitolato: “Divagando su quel laboratorio analisi tolmezzino tra medicina e pronto soccorso”.
Infatti, da una veloce ricerca, da profana, su internet, avevo appreso che gli esami in genere richiesti, nei pronto soccorso, a fini diagnostici, risultano:
analisi urina, emocromo, tempo di protrombina, tempo parziale di protrombina, elettroforesi delle sieroproteine, glicemia, creatinina, azotemia, acido urico, acido cloridrico, sodio, potassio, calcio, fosforo, cloruro, contenuto di co2 cpk; ldh, ast alt ggt fosfatasi alcalina e bilirubina diretta e totale, troponina i, mioglobina, ckmb massa, emogasanalisi, d- dimero, ck- mb, amilasi, lipasi, che sono anche quelli di routine. (R.Baricchi, M.Maconi, D.Formisano, A.Parisoli,P.Ferrini, A.Sangermano, A.Ferrari,M.Brini, Come introdurre la EBLM nel Laboratorio di Analisi Chimico-Cliniche (LACC) e nel Dipartimento di Emergenza-Urgenza (DEU), Servizio sanitario regionale Emilia Romagna, Azienda Ospedaliera Arcispedale S.Maria Nuova –Reggio Emilia; Piera Maria Ferrini, Dipartimento Emergenza Urgenza,Arcispedale S.Maria Nuova Reggio Emilia, Clinical audit del progetto, upgrading, e…prospettive future, documento non datato ma post 2005, R. Baricchi, M. Maconi, D. Formisano, A. Parisoli, P. Ferrini, A. Sangermano, M. Brini, La Evidence Based Medicine nella interpretazione dei test diagnostici applicata a pazienti afferenti al Dipartimento di Emergenza Urgenza, Dipartimento di Patologia Clinica, Servizio Sviluppo OrganizzativoDipartimento di Emergenza-Urgenza – Azienda Ospedaliera Arcispedale S. Maria Nuova – Reggio Emilia, – Riv Med Lab – JLM, Vol. 5, S.1, 2004, in: http://www.asmn.re.it/utilizzo-appropriato-dei-test-diagnostici-di-laboratorio-561).
Perché spendere per inviare quelli routinari ad Udine, cioè una pipì ed un emocromo, tanto per fare un esempio, invece che lasciare che si facciano a Tolmezzo, dato che i macchinari non saranno comunque spostati? Per dare proventi all’ospedale di Udine invece che all’aas3, per poi traghettare lentamente l’ospedale tolmezzino verso la chiusura, non essendo in attivo? Per coprire possibili carenze di personale di laboratorio dell’ass4, con quelli della aas3? Mistero.
Inoltre mi chiedevo cosa significasse il termine “esami di routine” nel caso specifico, ed ora ancor di più, data la posizione del governo e del Ministro Lorenzin, sul taglio delle prestazioni mediche. Significano gli esami dati dai medici di base (non so se dalla guardia medica perché mi pare non possa prescriverli)? E se fossero urgenti per la salute del paziente?
E quelli successivi al primo, nel reparto di medicina, sono di routine o no? Mistero.
Negli studi emiliani sopra citati, veniva, pure, sottolineata l’importanza del rapporto di collaborazione tra clinico e patologo, che potrebbe venir a mancare del tutto, con il trasferimento del laboratorio tolmezzino ad Udine. Ma sicuramente verrebbe a mancare, in Carnia, nel gemonese, nel cividalese, nel Canal del Ferro e nella Val Canale, nelle Valli del Natisone, e mi scuso subito se ho dimenticato qualcuno, sulla base di quanto deciso il 9 febbraio 2015, il rapporto fra medici di base e medici di laboratorio, sinora esistente.
Infine non è di poco conto il tempo per il trasporto dei campioni, pare con ambulanza, ed anche questo è un problema perché si toglie un mezzo di soccorso, utilizzandolo in forma credo impropria.
Sul trasporto dei campioni e problematiche connesse, ma non solo, una persona laureata che aveva operato nel settore laboratori analisi mi informava che: alcuni esami, come quello delle urine, devono avere campione fresco o trasportato con metodiche attentissime ed in contenitori adeguatamente predisposti, e comunque i tempi di trasporto esistono; campioni non perfettamente trasportati possono emolizzare, precipitare ecc.; le emocolture vengono fatte direttamente portando, al letto del paziente, il sangue prelevato subito nella bottiglia per analisi ed anche per analisi sinoviale; vi sarebbe stato, sicuramente, un problema per il liquor; alcune metodiche per enucleazione dna, anche se di biologia molecolare, presuppongono tempi lunghi di risposta, non le sei ore dichiarate alla stampa. (Le nuove tecnologie consentiranno infatti di ottenere diagnosi microbiologiche in tempi estremamente rapidi, entro le 6 ore in confronto alle 24-48 ore oggi necessarie, in Tania Ariis, È bufera sull’ospedale, op. cit.).
Ma poi mi fermavo sull’argomento, perché pareva il problema fosse rientrato sino a che il Messaggero Veneto pubblicava, l’8 gennaio 2016, l’articolo di Giulia Zanello, La regione fusione o.k. Ora nuovi infermieri, in cui si parlava della visita di Debora Serracchiani e Maria Sandra Telesca al nuovo Csl (Centro servizi e laboratori) udinese, ed in cui si poteva leggere che il complesso tecnologico «prevede l’accentramento delle analisi degli esami di laboratorio, pur mantenendo i presidi di prelievo sul territorio».
Nulla di nuovo, mi dicevo.
Anche La Vita Cattolica sottolineava come il laboratorio udinese, ad un anno dalla nascita, «prevede la riorganizzazione della diagnostica di laboratorio per le Aas2 e Aas3 nei presidi ospedalieri di Latisana, Palmanova, San Daniele e Tolmezzo e nei punti prelievo per esterni afferenti agli stessi con la costituzione di un laboratorio con sede centrale nell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Udine» (Serracchiani: «Il laboratorio unico dimostra che la riforma sanitaria è positiva», in La Vita Cattolica, 7 gennaio 2016, avente come cappello: “La struttura accorpa le analisi degli ospedali di Udine, Palmanova, Latisana, S. Daniele e Tolmezzo”).
E ivi si leggeva pure che il Csl sarebbe giunto: «a sfiorare i 4.000 referti una volta completato il percorso con l’acquisizione degli ulteriori campioni per esterni attualmente gestiti dai laboratori periferici dei presidi che fanno parte del Lui. Dopo Palmanova, che già da un mese conferisce campioni esterni, la prossima settimana sarà la volta di Latisana, per poi proseguire con Tolmezzo fra due mesi e infine San Daniele entro maggio 2016». (Ivi).
Inoltre: «Dopo un percorso di preparazione che ha impegnato parte del 2014 e l’intero 2015, dal 1° gennaio 2016 – previo accordi con le organizzazioni sindacali del comparto e della dirigenza – tutto il personale (circa sessanta unità) tecnico e laureato dei laboratori che partecipano al Lui è transitato giuridicamente alle dipendenze dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Udine, programmando un contingente sufficiente a garantire le funzioni necessarie nelle sedi periferiche» (Ivi).
Ma essendo diventato personale dell’ass4, – dico io – esso naturalmente può venir impiegato dalla stessa a suo piacimento, anche per coprire carenze udinesi, e si verifica una situazione in cui un ospedale dipendente da una ass ha un laboratorio analisi dipendente da un’altra, che ovviamente ha esigenze diverse. “Garantire un contingente sufficiente “ di personale per i laboratori periferici, poi, è frase ambigua, e siamo ancora a “ Parole, parole, parole”, per dirla con Mina ed Alberto Lupo.
Ed ancora: «Attraverso un attivo coinvolgimento delle direzioni e dei responsabili delle strutture cliniche presenti negli ospedali di San Daniele, Tolmezzo, Palmanova e Latisana la Direzione del Dipartimento di Laboratorio ha definito il pannello di esami che continuerà ad essere garantito nelle diverse sedi periferiche, ciascuna delle quali manterrà un laboratorio adeguato alle esigenze, in grado di rispondere in tempi rapidissimi ai quesiti clinici per i degenti nei diversi presidi ospedalieri» (Serracchiani: «Il laboratorio unico dimostra, op. cit.). E il coinvolgimento dei cittadini? Per carità, basta il parere dei “tecnici”.
Infatti: «Il lavoro di accentramento dei laboratori è stato fatto di concerto con i professionisti e i risultati sono già estremamente positivi. A fare da regia clinica della diagnostica è stato costituito, inoltre, un Comitato Clinico permanente». (Ivi).
Tolto il fatto che non si sa chi siano questi “professionisti” ed in che, pare che paghiamo sempre più burocrati e sempre meno medici ed infermieri, e la sanità stia diventando un moloch con nessun contatto con i problemi reali. Si continua a parlare e magnificare , senza dati e senza che neppure sia completata la fase di trasferimento dei laboratori periferici verso quello centrale, come politica vuole, non metodologia scientifica, e ci si trova davanti al fatto già compiuto, senza nemmeno sapere criticità ed esiti possibili, nulla di nulla. Che cosa ci stia a fare il comitato sopra citato, poi, non si sa e neppure da chi sia composto, né quanto viene pagato con soldi dei contribuenti, almeno così pare, che dovrebbero esser spesi per la sanità/salute.
Così tanto per divagare a sera inoltrata od al mattino, mi pare che questo modo decisionista ben poco attento alle esigenze di chi mette il capitale per tali operazioni, cioè dei cittadini, abbia ben poco a che fare con il metodo democratico, e prepari alla fine dell’ospedale di Tolmezzo ed alla fine della montagna, ma Renzi docet anche a livello metodologico, e così il novello partito della Nazione. Tutto è deciso dall’oligarchia al potere, e ormai siamo sotàns, dato che, pare proprio, come tali la Regione e lo Stato ci trattino. E se erro correggetemi.
Ma ritornando al laboratorio analisi tolmezzino, scrivevo il 9 gennaio 2016, il mio «Ghe pensi mi» No grazie. Sui problemi etici della sanità, sulla sua politicizzazione, sul laboratorio analisi tolmezzino, e così mi esprimevo relativamente ai problemi possibili dati da un laboratorio unico, oltre quello di avere personale sufficiente:
«La politica regionale Fvg sogna banda larga ed Insiel quali nuovi Mercurio in versione accelerata, ma la trasmissione dei referti a livello informatico, come ho già scritto, ha dei limiti che potrebbero esser dati: dall’intasamento del servizio di erogazione centralizzato, dalla scelta prioritaria di refertazione, dal tempo impiegato per trasporto ed accettazione esame esterno, dai limiti del caricamento e comunicazione dati in un sistema oberato che porta, come accade già ora, a lentezza nel servizio quando non si tratti di vera e propria mancanza dello stesso. Non si deve dimenticare, poi, che la trasmissione informatica può esser rallentata pure dai sistemi di controllo della rete».
In attesa di avere qualche precisazione, pare non ci resti altro da fare che brindare, senza eccedere, ancora al nuovo anno, riflettendo tristemente sulla politica, che come piovra, tutto ha invaso, e su quel metodo di governare, anche di berlusconiana memoria, senza dati, progetti, previsioni, studi scientifici, che sta distruggendo, secondo me, lo Stato italiano nato dalla Resistenza ed uccidendo ogni primavera ed avvenire degni di questo nome. Almeno “Salviamo il salvabile” per dirla con Edoardo Bennato, perché questo solo pare possano fare i cittadini, ammesso che sia loro concesso.
E concludo scrivendo, come il solito, che queste sono mie considerazioni documentate, che non intendo offendere nessuno ma solo porre problemi sul tappeto, e se erro correggetemi.
E rimando pure, alla lettura, per chi non lo avesse ancora fatto, del mio: “«Ghe pensi mi» No grazie. Sui problemi etici della sanità, sulla sua politicizzazione, sul laboratorio analisi tolmezzino” sempre su: www.nonsolocarnia.info.
Laura Matelda Puppini
L’immagine che correda l’articolo è tratta, solo per questo uso, da: www.laboratorioanalisicardillo.com. Laura Matelda Puppini
Analisi dettagliata e corretta, come sempre.
In particolare condivido le conclusioni :
“… metodo democratico della oligarchia al potere ( novello Partito della Nazione ) … politica, che come piovra, tutto ha invaso, e su quel metodo di governare, anche di berlusconiana memoria, senza dati, progetti, previsioni, studi scientifici, che sta distruggendo, secondo me, lo Stato italiano nato dalla Resistenza ed uccidendo ogni primavera ed avvenire degni di questo nome”.
Saccenti, presuntuosi e incompetenti. Una iattura. La Resistenza si rivolta nella tomba. I giovani capaci fuggono altrove.