Su quel laboratorio analisi tolmezzino, dalla sorte incerta, almeno pare.
Leggo sul Messaggero Veneto del 29 gennaio 2015 le perplessità del medico Paolo Agostinis circa il futuro del laboratorio analisi del nosocomio tolmezzino, e credo, a differenza della dirigenza della nuova ASS3 e della dott. Maria Sandra Telesca, che non siano fuori luogo. Certamente il linguaggio non è burocratichese o da legulei, ma credo che i contenuti siano la manifestazione di una perplessità vissuta non solo da lui.
La richiesta di detto internista, poi, non fa una piega: «Non serve un laboratorio spaziale, serve che non ci venga tolto ciò che abbiamo e che è di fondamentale importanza per il clinico e per il paziente». Perché allora tanto adirarsi con lui?
Per la verità che si prevedesse che il laboratorio analisi tolmezzino venisse centralizzato non è una novità: la voce circolava già anni fa. Semmai, quindi, definirei l’intervento del dott. Agostinis, che almeno si è espresso su un aspetto della riforma, intempestivo, quando del laboratorio analisi da mantenere a Tolmezzo si doveva parlare ben prima.
Leggo poi, sul Messaggero Veneto del giorno seguente, sempre in un articolo di Tanja Ariis, la risposta di Maria Sandra Telesca, che pochi giorni fa ha deciso, se ho ben compreso, di potenziare il pronto soccorso udinese, invece che mantenere quello di Gemona, non si sa con che risparmio finale, ma se ce lo dicesse, quantificando le cifre, gliene saremmo grati.
Detto assessore regionale, incarico esterno ed esperta in amministrazione, ha dichiarato, sempre secondo la Ariis, che «il progetto di riorganizzazione dei laboratori in provincia non ha nulla di definito» – e già questo ci consola in questa riforma, già varata e firmata, ma senza decreti attuativi – ed ha proseguito dicendo «Mi fido dei professionisti che stanno lavorando». E qui io cado dalle nuvole, perché non sapevo che stessimo forse pagando, ma credo di sì, una commissione formata da tecnici e specialisti dei laboratori della provincia, di cui vorremmo i nomi e la parcella, se esistente, per affrontare il problema. Forse dico io, con la solita logica della buona massaia, magari lasciar tutto com’era costava di meno e favoriva la sanità pubblica, perché ormai ci stiamo rivolgendo in molti a quella privata.
Mi chiedo poi perché l’ass3 debba pensare a possibili provvedimenti disciplinari nei confronti di Paolo Agostinis, medico noto anche per il suo impegno all’estero, per aver espresso qualche perplessità sulla riforma Telesca- Marcolongo: non credo proprio dobbiamo essere tutti allineati, coperti, a bocca chiusa.
Anche per questo aspetto detta riforma sta diventando, secondo me, indigesta: non fu molto discussa prima, pare si debba accettare acriticamente, poi.
Mi scusi Maria Sandra Telesca, la mia sincerità, ma a me pare che il dott. Paolo Agostinis abbia soltanto espresso, con il cuore, una sua opinione, che credo sia da più persone condivisa. Forse in sanità si è giunti ora al punto che anche le opinioni dei medici su una riforma della sistema sanitario regionale, devono venir vagliate prima di essere espresse, non ovviamente al bar, dove lascerebbero il tempo che trovano, e sottoposte, preventivamente, ad un legale?
Un’altra riflessione si impone, ed è sul titolo del secondo articolo della Ariis: «Bufera sull’ ospedale: «Allarmismo infondato» e sul sottotitolo: « Caso laboratori: la dirigenza replica al medico sul pericolo per molti pazienti. L’assessore Telesca: «Si assumerà la responsabilità di ciò che ha detto.». Beh se davvero l’assessore Maria Sandra Telesca ha detto questo, come a Parigi si diceva Je suis Charlie, andrà a finire che qui diremo: Io sono Agostinis. Sperando di non incorrere nell’ira degli dei, si fa per dire, scrivo queste mie considerazioni, sempre naturalmente opinabili, senza volerne a nessuno e sempre disponibile al dialogo ed alla critica costruttiva. Laura Matelda Puppini
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