Sulle disinfestazioni d’emergenza: come al solito prevenire è meglio che curare
Ricevo e pubblico queste considerazioni firmate da Legambiente FVG APS, AIAB FVG, ISDE (Società Internazionale Medici per l’Ambiente) ed il comunicato di Stefania Garlatti – Costa di ‘Patto per l’Autonomia’ sulla disinfestazione promossa dal Servizio di Prevenzione, Sicurezza Alimentare e Sanità Pubblica Veterinaria della Regione Fvg.
«La problematica del West Nile virus e la sua endemicità in Regione è cosa nota da una decina di anni, così come per altri virus simili. Prova ne è che la Regione FVG è dotata di un Piano Regionale di sorveglianza e gestione delle arbovirosi trasmesse da zanzare datato 2016 e poi mai rivisto, nemmeno per aggiornarlo rispetto al più recente piano nazionale.
Tale piano comunque sembra giacere in un cassetto visto che anche quest’anno e anche per questo problema nulla si è fatto per la prevenzione e si è atteso che il tutto raggiungesse una conclamata emergenza per poter indossare la tuta di superman e “disinfestare”. Chiaro che quando ci si ritrova con l’acqua alla gola si accetta di tutto, anche le palate di piretroidi di sintesi irrorate sul terrazzo e sul cane della zia.
L’estate 2019 qualcosa aveva insegnato e prodotto una buona collaborazione tra la Direzione Regionale della Salute, l’istituto Zooprofilattico delle Tre Venezie, i Comuni interessati, i Dipartimenti di prevenzione e la ditta che si era aggiudicata l’appalto, arrivando a concludere che la chiave del successo era proprio la prevenzione, estrinsecata attraverso un approccio di sistema e sul controllo attento e puntuale delle larve laddove esse nascono.
Che cosa significa? Che non si gestiscono le zanzare operando a macchia di leopardo ma tutti i possibili luoghi ospitanti uova di un’areale vanno coperti, ovvero caditoie, tombini, pozze d’acqua…. ovunque l’acqua ristagni e su tutto il territorio, senza guardare ai confini amministrativi. Dall’altro lato significa che bisogna agire sui giovani degli insetti, ovvero le larve che hanno vita acquatica. Tra l’altro sulle larve si può agire con prodotti a basso, bassissimo impatto ambientale, come il Bacillus thuringiensis israeliensis e non con le piretrine di sintesi che si sparano sugli adulti.
E così dice di fare il Piano nazionale di PREVENZIONE, sorveglianza e risposta alle arbovirosi 2020-2025: “I trattamenti ordinari antilarvali in aree urbane dovranno attivarsi precocemente, non appena il sistema di monitoraggio rilevi la presenza di larve (o, in assenza di questo, a partire dal mese di maggio), e dovranno essere condotti con una cadenza dettata dal tipo di principio attivo utilizzato, dalle condizioni climatiche e dal tipo di focolaio.”
Il piano raccomanda anche altre cose rimaste neglette. Stralciando: a seguito dell’identificazione della circolazione virale, è necessario attivare interventi diretti alla riduzione del rischio di diffusione, che includano sia misure precauzionali finalizzate a prevenire la trasmissione dell’infezione che azioni mirate contro il vettore. In particolare:
-Intensificare le attività di rimozione dei focolai larvali e le attività larvicide nei focolai non rimovibili nel territorio;
– potenziare l’informazione affinché le persone che vivono o lavorano nell’area provinciale interessata adottino le misure di protezione individuale e collaborino alle attività di rimozione dei focolai larvali e alla attività larvicide nei focolai non rimovibili nelle aree private.
Invece si è atteso, giocando sulla siccità che ha assai limitato la proliferazione delle zanzare, che però ora, con le prime piogge, stanno massicciamente riproducendosi. Il risultato: scarsa efficacia della gestione delle zanzare e delle malattie che possono portare con sè, una bella nube di piretrine di sintesi da respirare da parte di cittadini e animali domestici (tutta salute!) e, quel che è peggio, un impatto pesante su tutti gli organismi non bersaglio, specialmente quelli acquatici.
Infatti la cipermetrina rimane attiva molto a lungo (le piretrime naturali hanno il difetto di durare poco, quindi quando l’uomo ci ha messo mano sintetizzandole è proprio su questo aspetto che ha agito) e non
è per nulla selettiva. In altre parole uccide tutto ciò con cui viene a contatto o da cui viene ingerita e lo fa per molti giorni!
Quindi tutto ciò che vive nelle aree trattate contro gli adulti con la piretrina di sintesi (in questo caso la cipermetrina), e per diversi giorni dopo il trattamento, viene colpito.
Un altro colpo alla resilienza degli ecosistemi, anche quelli urbani, già messi a dura prova, un’altra sostanza tossica da respirare. Ma finchè si rincorre l’emergenza va così! Le associazioni firmatarie chiedono quindi che vengano rese note le motivazioni degli interventi adottati e dell’informazione rassicurante ma inesatta (in particolare qualità dei prodotti usati e loro tempi di carenza) fornita a Comuni e popolazione sugli interventi eseguiti, e, per il prossimo futuro, si augurano che venga aggiornato il Piano regionale di sorveglianza e gestione e ne vengano rispettate prescrizioni e procedure. Infine, per un
ruolo sempre attivo della cittadinanza, le associazioni chiedono strumenti informativi affinché ognuno, nel proprio giardino e terrazzo, possa agire in modo opportuno ed evitando pericolosi danni.
Legambiente FVG APS
AIAB FVG
ISDE (Società Internazionale Medici per l’Ambiente)».
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Anche Stefania Garlatti – Costa di ‘Patto per l’Autonomia’ ha emesso un comunicato nel merito intitolato:
Disinfestazione zanzare a Udine. Stefania Garlatti-Costa (Patto per l’Autonomia): «Attività inefficace allo scopo. Servono interventi larvicidi».
«Di fronte a una situazione che certamente non va sottovalutata e che richiede azioni ragionate, meticolose e programmate, la disinfestazione contro le zanzare a Udine, senza che vi sia riscontro ufficiale di focolai e casi umani, ci sembra un intervento esagerato e inefficace». Così Stefania Garlatti-Costa, componente del direttivo del Patto per l’Autonomia e della Comunità del Patto di Udine, interviene sulla questione dell’attività di disinfestazione anti West Nile/Usutu programmata per questa notte (29 agosto) nel capoluogo friulano su un raggio di 4 chilometri partendo da viale Venezia, punto in cui è stato rinvenuto il piccione infetto che ha fatto scattare l’allarme.
«Il Piano Nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta alle Arbovirosi (le malattie virali trasmesse da artropodi come zanzare e zecche, ndr) prevede l’uccisione degli adulti di zanzara come misura estrema, solo in presenza di focolaio di 2 o più casi umani di malattia neuroinvasiva da West Nile, per un raggio di 200 metri dal punto zero di contagio e procedendo casa per casa, e in ogni caso non in ambiente rurale.
In caso di riscontro della malattia in animali, come accaduto in una singola istanza a Udine, il Piano prevede invece che i Comuni si attivino innanzitutto con trattamenti larvicidi di caditoie e tombini nei luoghi pubblici, e che le Regioni possono valutare interventi straordinari adulticidi intorno agli ospedali e case di cura dove ci sono persone a rischio.
Stanotte invece, a Udine, saranno trattate tutte le zone di verde pubblico della città, quali le vie alberate, i parchi, i cimiteri e le aree verdi, in assenza di focolai animali o contagi umani. Se una zanzara infetta – possibile vettore di virus – si trovasse in un giardino privato, non sarebbe colpita. L’intervento, che di biologico ha ben poco, è una misura esagerata – colpirà tutti gli insetti e piccoli animali – e inefficace allo scopo», ribadisce Garlatti-Costa, che chiede: «Perché non si è seguito il protocollo ufficiale contro le Arbovirosi? Forse per dare l’impressione che la Regione si attivi, quando per mesi in realtà non si è attivata affatto con le auspicabili misure di prevenzione, quali gli interventi larvicidi? E perché non si informa adeguatamente la popolazione che siano eliminati i ristagni di acqua nei giardini, trattando le aree non raggiungibili, come da Piano?».
«Quello di stanotte – conclude – non sarà un intervento da poco per l’ecosistema, anche se i comunicati dell’Assessore alla Salute ne minimizzano l’impatto: la cipermetrina che verrà utilizzata ha effetti su tutti i principali gruppi di insetti ed è altamente tossica per le api e i lepidotteri, rimanendo sulla superficie delle foglie per più di tre giorni».
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Aggiornamento. News. Martedì 6 settembre 2022. – Da https://www.studionord.news/.
«Protesta dei cittadini, annullata a Tolmezzo la disinfestazione anti zanzara.
Non si è svolto questa notte a Tolmezzo il previsto intervento di disinfestazione contro la zanzara portatrice del virus di Usutu per effetto della protesta di un centinaio di cittadini, provenienti anche da altri comuni della Carnia, che si sono ritrovati nei pressi della piscina e nelle altre aree interessate dall’intervento (zone campo sportivo, ospedale e scuole, via Caterina Percoto, via Spinotti, via G. Oberdan, via Pio Paschini, via Val del Lago, via Val Fella e via Tagliamanto) per esprimere il proprio dissenso verso l’azione in programma.
L’addetto della ditta incaricata dalla Regione, visto che molte persone si aggiravano attorno all’auto (a piedi e in bicicletta), non se l’è sentita di effettuare l’intervento, che doveva iniziare alle 23.59. Presenti sul posto i Carabinieri per monitorare la situazione.
I manifestanti hanno spiegato che l’azione di protesta è stata messa in atto in quanto “vi sono ancora forti dubbi ed incertezze sull’utilità della disinfestazione e sulle ripercussioni dei prodotti utilizzati sulla salute pubblica e animale”. (…)»
L’immagine che accompagna questi due comunicati rappresenta una zanzara vettore ed è tratta da: https://www.epicentro.iss.it/westnile/. L.M.P.
https://www.nonsolocarnia.info/sulle-disinfestazioni-demergenza-come-al-solito-prevenire-e-meglio-che-curare/https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2022/09/ZANZARA.jpg?fit=300%2C199&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2022/09/ZANZARA.jpg?resize=150%2C150&ssl=1AMBIENTEECONOMIA, SERVIZI, SANITÀRicevo e pubblico queste considerazioni firmate da Legambiente FVG APS, AIAB FVG, ISDE (Società Internazionale Medici per l'Ambiente) ed il comunicato di Stefania Garlatti - Costa di 'Patto per l'Autonomia' sulla disinfestazione promossa dal Servizio di Prevenzione, Sicurezza Alimentare e Sanità Pubblica Veterinaria della Regione Fvg. «La problematica del West Nile...Laura Matelda PuppiniLaura Matelda Puppinilauramatelda@libero.itAdministratorLaura Matelda Puppini, è nata ad Udine il 23 agosto 1951. Dopo aver frequentato il liceo scientifico statale a Tolmezzo, ove anche ora risiede, si è laureata, nel 1975, in filosofia presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Trieste con 110/110 e quindi ha acquisito, come privatista, la maturità magistrale. E’ coautrice di "AA.VV. La Carnia di Antonelli, Centro Editoriale Friulano, 1980", ed autrice di "Carnia: Analisi di alcuni aspetti demografici negli ultimi anni, in: La Carnia, quaderno di pianificazione urbanistica ed architettonica del territorio alpino, Del Bianco 1975", di "Cooperare per vivere, Vittorio Cella e le cooperative carniche, 1906- 1938, Gli Ultimi, 1988", ha curato l’archivio Vittorio Molinari pubblicando" Vittorio Molinari, commerciante, tolmezzino, fotografo, Gli Ultimi, Cjargne culture, 2007", ha curato "Romano Marchetti, Da Maiaso al Golico, dalla Resistenza a Savona, una vita in viaggio nel Novecento italiano, ed. ifsml, Kappa vu, ed, 2013" e pubblicato: “Rinaldo Cioni – Ciro Nigris: Caro amico ti scrivo… Il carteggio fra il direttore della miniera di Cludinico, personaggio di spicco della Divisione Osoppo Carnia, ed il Capo di Stato Maggiore della Divisione Garibaldi Carnia, 1944-1945, in Storia Contemporanea in Friuli, n.44, 2014". E' pure autrice di "O Gorizia tu sei maledetta … Noterelle su cosa comportò per la popolazione della Carnia, la prima guerra mondiale, detta “la grande guerra”", prima ed. online 2014, edizione cartacea riveduta, A. Moro ed., 2016. Inoltre ha scritto e pubblicato, assieme al fratello Marco, alcuni articoli sempre di argomento storico, ed altri da sola per il periodico Nort. Durante la sua esperienza lavorativa, si è interessata, come psicopedagogista, di problemi legati alla didattica nella scuola dell’infanzia e primaria, e ha svolto, pure, attività di promozione della lettura, e di divulgazione di argomenti di carattere storico presso l’isis F. Solari di Tolmezzo. Ha operato come educatrice presso il Villaggio del Fanciullo di Opicina (Ts) ed in ambito culturale come membro del gruppo “Gli Ultimi”. Ha studiato storia e metodologia della ricerca storica avendo come docenti: Paolo Cammarosano, Giovanni Miccoli, Teodoro Sala.Non solo Carnia
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