Sulle entrate, sulle attribuzioni di denaro, sul modo di procedere dell’ attuale giunta Fedriga. Relazione di Minoranza del consigliere Furio Honsell sul DDL n.8. – Gruppo consiliare Misto.
Furio Honsell, da par suo, ci continua ad informare sulla ripartizione fondi della Regione che nulla portano a noi poveri cittadini ed ad un territorio che boccheggia. Leggiamo insieme questo ulteriore suo contributo. E questo denaro, moltissimo, che mai più se ne vedrà tanto, viene anche dato, direi ‘donato’ senza che poi sia previsto controllo sulla spesa e sui procedimenti, e questo accade sia nel caso della Protezione Civile, guidata da Riccardo Riccardi, che nel caso delle Aziende Sanitarie, mentre i nostri assessori ed il presidente poco si interessano di acqua ed ambiente in senso conservativo, in sintesi della sopravvivenza futura. Nel frattempo Fedriga è volato per l’ennesima volta, temo proprio a nostre spese, in Usa per partecipare ad una festa ed ad un’altra, urlando il nostro ‘assoggettamento’ agli Stati Uniti d’America, che nessuno, in regione, gli ha detto di dichiarare, e considerando, senza delibera alcuna nel merito, gli States mercato di riferimento per il Fvg, ma in particolare polo attrattivo per gli USA come non ci bastassero le atomiche di Aviano. “Venghino, venghino, lor Signori… “. (Cfr. nel merito: Sempre più investimenti americani per il Friuli Venezia Giulia, in Messaggero Veneto, 14 ottobre 2023, ma anche altri). Infatti non è detto che un numero crescente di investimenti di privati e multinazionali estere su di un territorio aiutino lo stesso ed i suoi abitanti, ma possono essere anche uno sfruttamento senza condizioni. In fin dei conti il colonialismo si coniuga anche così. Inoltre è andato in Usa a parlare al Dipartimento dell’ energia, dove si è soffermato sull’idrogeno come fonte energetica (https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2023/10/17/fedriga-incontra-dipartimento-energia-usaurge-diversificare_7cb0012f-23a8-43c8-8a55-6e9f61d685f9.htm), si spera green, progetto che però coinvolge la Slovenia e la Ue, non gli Usa, ma sempre senza dire come lo ricaverà (cfr. il mio: Sull’idrogeno e la sua produzione; sulla acciaieria ucraino-olandese e la metanizzazione della Regione Fvg. )
E c’è chi già diceva che ieri l’illuminazione pubblica, nelle vie di un paese della Carnia, non si era accesa, e si domandava cosa sarebbe accaduto se per caso in futuro fosse nevicato, mentre Riccardi continua da anni a parlare di telemedicina, temo perché non sa che pesci pigliare, e dà anche, almeno secondo me, non richiesti consigli tecnico medici, a supporto del palco che vuol mettere in piedi. E se erro correggetemi. Ed io non per nulla ho scritto l’articolo Mentre fuori nevica e la Carnia è senza luce. No all’ennesima centralina, questa volta sul Degano, dove per inciso ce ne sono altre.
Ma ritorniamo alle considerazioni di Honsell. Ho diviso questo lungo testo in capitoletti, il cui titolo è stata da me dato, per favorirne la lettura.
L.M.P.
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«Signor Presidente, egregie Colleghe ed egregi Colleghi Consiglieri,
ecco la sintesi di questo DDL: altri 337,37 milioni di Euro freschi riversati con rapida disinvoltura su una manciata di interventi ordinari e generici, che ne delegano l’erogazione a enti e soggetti intermedi, drammaticamente al di fuori del controllo del Consiglio; quasi non si volesse pensarci su troppo, oppure non lo si volesse lasciar fare a chi intendesse farlo – come noi di Open Sinistra FVG cercheremo invece di fare in questa relazione.
In passato questa norma finanziaria veniva chiamata “il mini-assestamento di autunno”; ma non è certamente “mini” per gli importi coinvolti. Non si erano mai viste tali somme, a memoria di consigliere. Semmai, e lo dico con sconforto, è “mini” l’ampiezza dell’orizzonte strategico che esprime il DDL. Ben 135 milioni vanno ai fondi di rotazione agricoli ed industriali da usarsi per finanziare iniziative sottoposte alla valutazione degli istituti di credito a cui insindacabilmente viene lasciato il compito di giudicarne l’interesse. Questo non potrà che essere misurato in termini di ritorni di utili meramente finanziari e non certo socio-economici.
Altri 60 milioni di euro vanno al sistema sanitario regionale, ovvero in mano a un manipolo di direttori generali, che ne disporranno tenendo ben in mente i criteri aziendalistici rispetto ai quali verranno valutati, e solitamente lautamente premiati, ovvero la chiusura in attivo del bilancio. Di tempi di liste di attesa, di premialità per i lavoratori al fine di migliorare il clima aziendale, di reclutamento, nemmeno una parola chiara. Addio quindi, anche a questi 60 milioni.
Ulteriori 100 milioni sono trasferiti sui fondi della Protezione Civile, con il nobilissimo motivo di ristorare i danni causati dagli uragani dello scorso fine luglio. Peccato che sono fondi cosiddetti “fuori bilancio”, chissà se poi scopriremo, come fu per i fondi della tempesta Vaia, che verranno impiegati in zone che non erano state minimamente colpite per fare nuove strade impattanti di dubbia utilità, se non per coloro che le progetteranno e realizzeranno o per farsi vedere alla tappa del Giro d’Italia? Cosa resta del tesoretto? 15 milioni per la messa a norma degli impianti sportivi che permette di scorrere le graduatorie in essere. Misura accolta dall’evidente tripudio di quasi tutta l’aula – chissà di quanto materiale sintetico vedremo ricoprire campi precedentemente in erba, grazie a questa norma?
6 milioni di incentivo per i consumi di carburanti invece di promuovere il trasporto pubblico.
Tripudio generale anche per gli sciagurati ulteriori 6 milioni di incentivo ai consumi di carburanti per l’autotrazione di veicoli privati che portano in totale a 66 milioni il contributo nel 2023. Tutto ciò mentre il clima aziendale presso le società del TPL (trasporto pubblico locale) si deteriora vergognosamente nell’indifferenza della Regione, che dovrebbe invece controllare quel contratto che è uno degli ambiti caratterizzanti la propria specialità regionale.
Se questa misura agevolativa andasse solamente a chi avesse bisogno perché vive in aree non servite adeguatamente dal TPL ne basterebbe una frazione infinitesima. Cosa resta? Ah sì! Ci sono oltre 10 milioni per l’emendamento jolly, a cui si è fatto cenno con il consueto accompagnamento di ammiccamenti in Commissione, ma ancora ignoto all’atto della stesura di questa relazione, i cui milioni per adesso sono posizionati sui misteriosi capitoli dei “Nuovi provvedimenti legislativi”. Non rimangono così che alcuni milioni, pochi punti percentuali sul totale, dispersi su una discreta moltitudine di interventi, alcuni dei quali certamente funzionali.
Sembra che Giunta e Maggioranza in Consiglio Regionale abbiano inserito il pilota automatico…
Ciò che colpisce del percorso di questa norma è che nemmeno in una delle tante sedute ci sia mai stato un momento strategico, dove chi dovrebbe guidare la politica della regione ritenesse necessario condividere la propria strategia o i propri progetti per fronteggiare le criticità e le complessità del prossimo futuro. Sembra che la Giunta e la maggioranza in Consiglio abbiano innestato il pilota automatico. Altro che “Io sono il governatore del Friuli Venezia Giulia” come si è espresso il Presidente Fedriga di fronte al Presidente della Repubblica Mattarella in occasione della commemorazione della strage del Vajont. Di “governo”, così come vorrebbe l’etimologia della parola, non mi sembra ci sia traccia, ci sono solamente i riflessi condizionati di un ordinario amministratore di sostegno. Forse il messaggio del Presidente Fedriga al Presidente Mattarella, con quell’incipit, alludeva all’Autonomia Differenziata, che il suo partito persegue in ossequio all’asfittico principio che i privilegi vadano blindati. Attenzione allo sconquasso di tale norma, si ritorcerà contro proprio alle regioni che la propongono. Mancheranno i lavoratori! Comunque sia, di “memorabili gesta da governatore” in questo DDL 8 non mi sembra ce ne siano.
Colpisce invece ….
Colpisce invece, ad esempio, che al sistema scuola-università siano destinati meno di 1,5 millesimi dell’ammontare di questo assestamento. Certamente a chi dice di governare non preoccupa molto il fatto che siano proporzionalmente tanti, nel decrescente numero di giovani che se ne vanno della nostra regione, perché non trovano né affitti né tasse universitarie concorrenziali da parte delle università locali rispetto a quelle situate in aree più dinamiche del nostro paese – aree più dinamiche anche perché non hanno avuto amministrazioni di destra negli ultimi 5 anni. A chi dice di governare, non preoccupa nemmeno subire supinamente i piani di accorpamento delle scuole. Non c’è nemmeno la garanzia che non saranno accorpate le scuole di insegnamento slovene. Abbiamo sentito infatti ripeterci “che se ci sono meno scolari allora ci devono essere meno scuole”. Ma questo ragionamento va capovolto, esercitando quel gioco del rovescio mediante il quale, come diceva Antonio Tabucchi, spesso emerge la verità, ovvero: se ci sono poche scuole allora ci saranno meno scolari! Quanto si sarebbe potuto fare con parte delle tante risorse disponibili, per rendere più attrattivo il sistema scuola-università! Così andiamo proponendo inascoltati dai tempi del COVID.
Colpisce anche il ritiro nel 2023, con balzo a piè pari al 2024, dei 10 milioni di finanziamenti per i famosi progetti bandiera sull’idrogeno, così come di altri 14 milioni per la riconversione di aree industriali dismesse per la creazione di centri di produzione di idrogeno da fonti di energia rinnovabili, che avrebbero dovuto essere il fiore all’occhiello della Regione.
Floscia pende dal pennone la bandiera, degli eponimi progetti, e il fiore all’occhiello, della giacca del Presidente Fedriga, è appassito già da molte primavere. Non è successo ancora quasi nulla in quel settore se non una moltitudine di annunci. Si deve concludere che quindi è soltanto l’annuncio, ciò che si ricerca. Quest’anno la scusa è che i ritardi siano ascrivibili al governo statale, ma non avevamo messo delle risorse regionali? E il governo statale non aveva promesso innovazione?
Carsicamente riaffiorano (mai avverbio fu più calzante vista la nostra regione) 5 milioni dei 15, finanziati ormai tanti annunci fa, per i famosi progetti benedetti dall’accordo con NOVARTIS. Tranquilli! Mi hanno assicurato in Commissione che la casa farmaceutica non c’entra più nulla.
Quel ricorso troppo spesso, alla legislazione derogatoria eccezionale.
Preoccupa, in modo esemplare, il comma 17 dell’articolo 5. Sempre più spesso vediamo infatti, e a tutti i livelli, l’esercizio della legislazione derogatoria eccezionale. In questo caso si eliminano disposizioni che erano state introdotte per rendere più trasparente l’utilizzo di contributi e di ristori. Ma, se davvero era necessario intervenire d’urgenza – ricordo che gli eventi calamitosi sono avvenuti più di due mesi fa! – e se l’esperienza di Vaia insegna, i fondi per i ristori non sembra siano impiegati solamente per interventi direttamente legati alle emergenze per cui sono varati, perché dunque non si rispettano le disposizioni standard per i provvedimenti amministrativi. La legislazione in deroga eccezionale è molto pericolosa. L’esempio della cosiddetta Soprintendenza Straordinaria PNRR insegna che può provocare danni al patrimonio ambientale che è chiamata a difendere: leggi ovovia, tigli a Pordenone, ecc.
Parlando sempre di normativa derogatoria eccezionale all’articolo 5, comma 15, andrebbe specificato almeno che i ricoprimenti dovrebbero mantenere forma e colore invariati, e all’articolo 7, comma 3, la deroga prevista risulta ambigua e andrebbe riformulata.
Sull’ambiente: un nulla di fatto.
In tema di ambiente, almeno leggendo i documenti che ci sono stati dati, non appare che le azioni promesse dalla L.R. bandiera n. 4/2023 FVGreen siano iniziate. Alla Tabella D, riferita all’articolo 4 infatti, vengono tolti oltre 2 milioni dai capitoli pertinenti. Forse qualcosa rientrerà con gli acquisti previsti alla tabella J dell’articolo 10, ma non ho sentito parlare di software per misurare gas climalteranti o per stilare il bilancio delle emissioni.
Questa regione voleva candidarsi a raggiungere l’obiettivo di emissioni 0 di gas serra con 5 anni di anticipo rispetto all’Europa, ma se continua a non dotarsi degli strumenti per misurarli, non saprà nemmeno da dove cominciare e ci sentiremo ripetere con spudoratezza che gli incentivi per il carburante agevolato ad autoveicoli privati e alle compagnie low-cost, tramite la società aeroporto, hanno questo fine (!?).
Una riflessione sul tema acqua, grande dimenticata.
Una riflessione approfondita va fatta sul tema dell’acqua. Se da un lato vengono assegnati 500.000 euro all’autorità d’ambito (ricordo comunque che il piano d’ambito almeno ai miei tempi era dell’ordine del miliardo di euro) è risultato invece inequivocabilmente, nella recente audizione dell’Assessore e dei portatori, non di acqua, ma d’interesse relativamente alla rinaturalizzazione del Lago dei Tre comuni, la più totale mancanza di qualsiasi strategia regionale di mitigazione e di adattamento ai mutamenti climatici soprattutto per quanto riguarda le risorse idriche.
Anzi il PNRR sembra essere il motore, di una scelta – ovvero la riduzione del flusso nel Tagliamento a fini di approvvigionamento agricolo – che potrebbe avere gravi conseguenze perché tale riduzione del flusso sarebbe proprio in corrispondenza dei pozzi di approvvigionamento del CAFC presso il Mulino del Bosso.
Il Consorzio Ledra Tagliamento, nell’incontro avuto, ha mostrato documenti che attestano come l’approvvigionamento dei pozzi derivi dal versante orientale e quindi tale riduzione non dovrebbe alterare la disponibilità d’acqua dell’acquedotto più importante del CAFC, ma il “marcatore solfati” sembra dare indicazioni opposte.
La Regione e l’Assessore all’ambiente non possono rimanere passivi a guardare, lasciando che a decidere della questione sia solamente la disponibilità di denaro data dal PNRR. Sarebbe urgente avere un gruppo di studio permanente per la questione idrica nella nostra regione, come avevo già proposto, peraltro inutilmente, ormai da diverse finanziarie.
È comunque drammatica la mancanza di progettualità almeno in tema di mitigazione e adattamento se non di prevenzione dei mutamenti climatici. Non si può rispondere a questi eventi solamente derogando alle norme che disciplinano le modalità di erogazione dei contributi alla protezione civile.
Sanità, Enti Locali e Trasporto pubblico. Che fa la Regione?
Dei tre principali settori nei quali si manifesta la specialità di questa Regione ovvero trasporto pubblico locale, del quale ho già espresso il disinteresse da parte della Regione di svolgere il ruolo di controllore che le compete, ci sono la Sanità e gli Enti Locali.
Circa la sanità ribadisco ancora una volta l’impossibilità di scalfire le logiche aziendalistiche che fischiano il fuori gioco al Consiglio. Incidentalmente ho chiesto in Commissione quali sono le strategie che la Giunta ha approvato per contenere le liste d’attesa con i 10 milioni assegnati a luglio. Ho ricevuto in risposta un foglietto con il numero di una delibera scarna che rimandava ad un riparto meno espressivo per specifiche e lunghezza, ancorché enormemente più pingue, degli appunti personali che ci facciamo quando andiamo al supermarket il sabato mattina.
Mancano chiari indicatori di input, e indicatori di risultato. Certamente a partire da quel numero di delibera, come in una caccia al tesoro, si può risalire a molti atti, ma dubito che strategie definite in modo così frammentario possano essere misurabili, evidence based. Questa, non mi sembra una metodologia rigorosa per affrontare uno dei problemi più gravi che affliggono i nostri cittadini. Comunque un terzo di tale importo va al famoso privato accreditato. Il rimanente a non meglio precisati “acquisti di prestazioni aggiuntive” e forse qualche centinaio di euro ad assunzioni temporanee. Adesso capisco perché fu bocciato il mio emendamento nello scorso assestamento che chiedeva che in Commissione di spiegassero le strategie proposte dalle Aziende per far fronte a tale emergenza.
Importanza della programmazione sovracomunale.
Circa gli Enti Locali, infine, si saluta con soddisfazione che, dopo aver smantellato in modo certosino qualunque possibilità di organizzazione sovracomunale quale poteva essere una ristrutturazione delle UTI, questa Giunta finalmente si renda conto che la tanto sbandierata re-introduzione delle Province come enti di area vasta, non è lo strumento efficace per affrontare la programmazione e lo sviluppo del territorio. Alla Tabella K riferita all’articolo 11 finalmente, come noi andavamo ripetendo ormai da 6 anni, si incomincia a utilizzare il vocabolo “sovracomunale”, premiando le iniziative non di area vasta, ma sovracomunali. Non si può che essere lieti che finalmente questa Regione abbia riscoperto una parola nel vocabolario! Sono lieto di vedere riemergere la logica delle UTI, chissà che tra qualche anno non si ritorni a 6 anni fa!
Sulla natura delle entrate e sul loro mancato uso per potenziare il sistema welfare ed a favore della popolazione più debole.
Un ragionamento diverso su questo DDL può partire a nostro avviso da considerazioni sulla natura delle entrate ovvero i 337,37 milioni dell’assestamento. Ebbene 250 milioni di questi derivano dall’iscrizione di 250 milioni di ulteriori entrate tributarie “giustificati del favorevole andamento delle stesse” come riportato in relazione. Mentre 87,37 derivano dal conguaglio di compartecipazioni ai tributi erariali spettanti alla Regione per annualità pregresse.
Leggendo le Tabelle di variazione, circa la metà di questo importo, ovvero poco più di 140 milioni derivano dall’IVA “scambi interni”, che come avevo evidenziato anche nello scorso assestamento è tassa indiretta che colpisce tutte le fasce di reddito in modo uguale e dunque proporzionalmente in modo assolutamente iniquo le fasce più povere.
E aspetto ancora più grave tale incremento è dovuto, in una misura che apparentemente nessuno ha il coraggio nemmeno di tentare di valutare, proprio dall’inflazione e dunque non costituisce ricchezza, bensì implica ulteriore povertà per i cittadini.
Queste considerazioni indicano in primo luogo che le risorse in entrata, ancorché per certi versi ancora ipotetiche seppur tecnicamente giustificatissime, valgono meno di quanto numericamente sembrino. Non a caso alcune delle poste, anche in questo assestamento, sono dettate dal compensare l’aumento dei costi di interventi progettati e finanziati in passato.
Ma soprattutto, l’analisi sin qui svolta indicherebbe che queste nuove risorse andrebbero impiegate per ridurre le disparità socio-economiche, nella direzione della maggiore equità. Tale riequilibrio si potrebbe realizzare restituendo l’ammontare delle addizionali regionali solamente alle fasce più deboli, irrobustendo gli strumenti per la stabilizzazione lavorativa, e potenziando il sistema di welfare e di inclusione sociale a favore degli “ultimi”.
Purtroppo gli ultimi sono spesso invisibili a chi governa, infatti queste norme vanno invece quasi tutte a sostenere chi comunque non ha fragilità strutturali.
Esempio emblematico sono i fondi di rotazione, assoggettati alla bancabilità sancita da un ente privato. Altro tema importante è quello relativo alle stabilizzazioni come discusse al comma 4 dell’articolo 7. Le risorse su questi incentivi di politica attiva del lavoro dovrebbero permettere di esaurire tutte le domande inevase presentate nel 2022 e del 2023. Ci risulta invece che ciò non sarà ancora raggiungibile, e se avverrà, avverrà solo nel 2024.
Oltre all’equità queste risorse in entrata andrebbero investite nella prevenzione, sia sanitaria che ambientale – anche se non occorrerebbe fare questa distinzione perché non c’è vera salute se non in un ambiente che dia benessere. Come si è già detto, andrebbero varati piani di mitigazione e di utilizzo di aree dismesse degradate pubbliche e piani di bonifica per contenere i danni delle improvvide azioni del passato. Ma come ci è stato spiegato in relazione ad altre progettualità Regionali, si è evidentemente deciso, anche in questo caso, di “tenere il motore al minimo.”
Conclusioni.
Non ci saranno in eterno queste disponibilità finanziarie. In conclusione, come Gruppo Misto riteniamo che le enormi risorse di questo DDL non vengano investite in modo fruttuoso, quanto invece avrebbero potuto. Ci chiediamo se ci saranno risorse anche quando i problemi che segnaliamo non saranno più procrastinabili, o si agirà in modo estemporaneo anche allora?Per tutti i motivi sopra esposti, in Commissione abbiamo dato voto contrario a questo mini-assestamento.
Nel corso del dibattito in aula presenteremo comunque emendamenti e ordini del giorno nelle direzioni innovative che abbiamo indicato. Se però, come ormai avviene da quando si è insediata la Giunta Fedriga, la maggioranza preferisce presentare un provvedimento fotocopia la prossima occasione piuttosto che accogliere in anticipo un emendamento proposto dall’opposizione, il nostro voto sarà contrario sia per i contenuti che per le modalità operative del sedicente “governo” di questa regione.
Furio HONSELL – Consigliere regionale Gruppo consiliare Regionale Misto – XIII legislatura.
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L’immagine che accompagna il testo ritrae la sede del Consiglio Regionale Fvg a Trieste, mentre la giunta si riunisce in un bellissimo palazzo in piazza Unità. (Magari, penso io, di Palazzi regionali ne basterebbe uno, questo). Foto da: http://www.consiglio.regione.fvg.it/cms/export/sites/consiglio/hp/informazioni/.immagini/slider_03.jpg. L.M.P.
https://www.nonsolocarnia.info/sulle-entrate-sulle-attribuzioni-di-denaro-sul-modo-di-procedere-dell-attuale-giunta-fedriga-relazione-di-minoranza-del-consigliere-furio-honsell-sul-ddl-n-8-gruppo-consiliare-misto/https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2023/10/consiglio-regionale-slider_03.jpg?fit=1024%2C683&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2023/10/consiglio-regionale-slider_03.jpg?resize=150%2C150&ssl=1ECONOMIA, SERVIZI, SANITÀFurio Honsell, da par suo, ci continua ad informare sulla ripartizione fondi della Regione che nulla portano a noi poveri cittadini ed ad un territorio che boccheggia. Leggiamo insieme questo ulteriore suo contributo. E questo denaro, moltissimo, che mai più se ne vedrà tanto, viene anche dato, direi 'donato'...Laura Matelda PuppiniLaura Matelda Puppinilauramatelda@libero.itAdministratorLaura Matelda Puppini, è nata ad Udine il 23 agosto 1951. Dopo aver frequentato il liceo scientifico statale a Tolmezzo, ove anche ora risiede, si è laureata, nel 1975, in filosofia presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Trieste con 110/110 e quindi ha acquisito, come privatista, la maturità magistrale. E’ coautrice di "AA.VV. La Carnia di Antonelli, Centro Editoriale Friulano, 1980", ed autrice di "Carnia: Analisi di alcuni aspetti demografici negli ultimi anni, in: La Carnia, quaderno di pianificazione urbanistica ed architettonica del territorio alpino, Del Bianco 1975", di "Cooperare per vivere, Vittorio Cella e le cooperative carniche, 1906- 1938, Gli Ultimi, 1988", ha curato l’archivio Vittorio Molinari pubblicando" Vittorio Molinari, commerciante, tolmezzino, fotografo, Gli Ultimi, Cjargne culture, 2007", ha curato "Romano Marchetti, Da Maiaso al Golico, dalla Resistenza a Savona, una vita in viaggio nel Novecento italiano, ed. ifsml, Kappa vu, ed, 2013" e pubblicato: “Rinaldo Cioni – Ciro Nigris: Caro amico ti scrivo… Il carteggio fra il direttore della miniera di Cludinico, personaggio di spicco della Divisione Osoppo Carnia, ed il Capo di Stato Maggiore della Divisione Garibaldi Carnia, 1944-1945, in Storia Contemporanea in Friuli, n.44, 2014". E' pure autrice di "O Gorizia tu sei maledetta … Noterelle su cosa comportò per la popolazione della Carnia, la prima guerra mondiale, detta “la grande guerra”", prima ed. online 2014, edizione cartacea riveduta, A. Moro ed., 2016. Inoltre ha scritto e pubblicato, assieme al fratello Marco, alcuni articoli sempre di argomento storico, ed altri da sola per il periodico Nort. Durante la sua esperienza lavorativa, si è interessata, come psicopedagogista, di problemi legati alla didattica nella scuola dell’infanzia e primaria, e ha svolto, pure, attività di promozione della lettura, e di divulgazione di argomenti di carattere storico presso l’isis F. Solari di Tolmezzo. Ha operato come educatrice presso il Villaggio del Fanciullo di Opicina (Ts) ed in ambito culturale come membro del gruppo “Gli Ultimi”. Ha studiato storia e metodologia della ricerca storica avendo come docenti: Paolo Cammarosano, Giovanni Miccoli, Teodoro Sala.Non solo Carnia
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