Terrificante! Il Parlamento italiano stabilisce il 26 gennaio festa nazionale in ricordo degli Alpini, in quel frangente invasori loro malgrado, di uno stato nazionale, beatificando l’invasione nazi-fascista dell’Urss! Ignoranza o … Ma non vi era altro modo?
La campagna italiana di Russia rappresentò la partecipazione militare del Regno d’Italia all’operazione Barbarossa, lanciata dalla Germania nazista contro l’Unione Sovietica nel 1941. L’impegno di prendere attivamente parte all’offensiva tedesca fu deciso da Benito Mussolini alcuni mesi prima dell’inizio dell’operazione, quando venne a conoscenza delle reali intenzioni di Adolf Hitler, ma fu confermato solo nella mattinata del 22 giugno 1941, non appena il dittatore italiano fu informato che quello stesso giorno le armate tedesche avevano dato il via all’invasione. (https://it.wikipedia.o/wiki/Campagna_italiana_di_Russia). Per capire le condizioni in cui andarono ad invadere l’Urss i militari italiani, basta leggere Nuto Revelli, Le due guerre, Einaudi ed., pp. 82-85. Per comprendere perchè gli alpini andarono là e cosa accadde, basta leggere i capitoli quarto, quinto e sesto dello stesso volume, o la descrizione che ne fa Mario Candotti nel suo “Ricordi di un uomo in divisa, naia guerra resistenza, IFSML, 1986. E nessuno può negare che la cosiddetta Operazione Barbarossa fu una invasione da parte degli eserciti nazista e fascista ad uno stato indipendente, al fine di annetterlo, avvenuta nel contesto della seconda guerra mondiale ed al fine di creare un ‘Nuovo Ordine Europeo’. Pertanto non si capisce perché il Parlamento italiano abbia deciso, proprio ora fra l’altro, quando un altro stato è stato invaso però questa volta dalla Russia, non più Urss, invece di pensare ai russi allora invasi, di dedicare una giornata a noi invasori, che è a dir poco deprecabile e dimostra o ignoranza o desiderio di cambiare storia e memoria. Inoltre il R.E.I. ed il corpo degli alpini furono costretti a partecipare all’Operazione, mentre volontariamente vi andarono legioni e militi della M.V.S.N. (Milizia volontaria per la sicurezza nazionale), corpo militare formato da fedelissimi, creato dal Duce, che intendeva forse, piano piano, sostituire l’esercito regolare.
La ritirata italiana dall’Urss che l’esercito fascista italiano e nazista tedesco avevano invaso, lascia sul terreno una marea di alpini e militari morti di freddo, di sete, di fatica, uccisi nello spostamento. (Foto da: Mario Candotti, Ricordi di un uomo in divisa naja guerra resistenza, Ifsml 1986).
Ma ritorniamo a noi. La camera ed il senato hanno approvato, quest’anno, la creazione della “Giornata nazionale della memoria e del sacrificio degli Alpini”. La data coincide con quella della battaglia di Nikolajewka, che fu una ‘battaglia’ disperata nel corso della ritirata, ove a sfondare fu la Tridentina. E così ricorda quei momenti Nuto Revelli, ufficiale effettivo del R.E. I.: «La colonna della Tridentina, con in punta i cosiddetti reparti organici, si infila in una breccia aperta dal Tirano e muove sulla grande piana verso Nikolajevka. La battaglia durerà 10 ore ed è una battaglia durissima. I russi sono ben trincerati, hanno artiglierie, pezzi anticarro. I reparti si susseguono nel tentativo di superare il trincerone della ferrovia a ridosso dell’abitato. Muore il generale Giulio Martinat, tra i primissimi, lungo il declivio che unisce la piana al trincerone della ferrovia. […].
L’ attacco, la corsa verso Nikolajevka, è guidata dal generale Reverberi. È il sacrificio dei più generosi, è l’urto di 40.000 disperati che rotolano verso il trincerone della ferrovia, a sbloccare la situazione. Importante è il contributo dei 4 carri armati e delle due artiglierie semoventi del XXIV Corpo d’ Armata tedesco, quelli del generale Eibl […].
Ma a decidere la battaglia è la paura della notte all’addiaccio, a 40 gradi sotto zero, è la prospettiva delle isbe di Nikolajevka, dei ricoveri per la notte. 40.000 soldati rotolano l’uno sull’altro come un fiume in piena, mentre scende la notte. 40.000 disperati invadono Nikolajevka». (Nuto Revelli, op. cit., pp. 110-111). E così Mario Candotti, ufficiale di complemento di artiglieria della Divisione Julia, che partecipa alla campagna di Russia dopo “essersi fatto” la Grecia, e poi comandante partigiano della Brigata Garibaldi/ Carnia. Egli giunge a Nikolajevka quando la Tridentina sta combattendo per aprire un varco per sé e per gli altri. I russi sono nella città, gli alpini sul terrapieno. «La marea degli sbandati- scrive – precipita verso il basso, invadendo tutto il fianco del colle: è una marea nera di uomini, di slitte, che si riversa allo scoperto. E contro questa massa si accanisce il nemico […]. Ma nulla può ormai arrestare il movimento verso la ferrovia. (…). […] la Tridentina è riuscita ad aprire il varco per sé e per gli altri». (Mario Candotti, op. cit., p. 123). Poi il rientro in patria di battaglioni decimati, come anche la Julia, che «ha subito perdite gravissime a Popowka e a Novo Postojalowka», (Nuto Revelli, op. cit. p. 108) e l’isolamento che raggiunge in patria i supestiti, sia perchè si teme abbiano contratto infezioni o malattie contagiose, sia perchè non si vuole che parlino, che dicano cosa è accaduto loro.
Mi dite cosa c’è da ricordare e magnificare in tutto questo? Una disastrosa ritirata da una invasione della Patria altrui finita male? Ed al di là del singolo e comune comportamento bellico degli italiani, la storia della nostra invasione dello stato dell’Urss a fianco di Hitler è vergognosa e la giornata che la enfatizza, precede immediatamente quella della shoah e con questa si confonderà portando, temo, ad una lettura fascista della storia, ed ad una confusione con l’Olocausto. Ma sembra proprio che in Italia il 27 gennaio, in cui si ricorda la Shoah (che coinvolse con tutto il suo orrore milioni di ebrei che morirono e voluta nai nazisti ma anche dai fascisti), attraverso la data della liberazione da parte dell’esercito russo di Auschwitz, sia incastrato ormai in Italia fra due ricorrenze nazionali richiamanti vuoi per l’impostazione, vuoi per il contenuto, la lettura degli eventi dettata dall’ideologia e dalla politica della destra anche estrema. E se erro correggetemi.
Comunicato Aned. Da: da: https://www.facebook.com/ANED-Associazione-Nazionale-ex-Deportati-nei-Campi-nazisti-178230375551464/?_rdr.
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Ed anche l’Aned (Associazione Nazionale ex- Deportati nei capi fascisti) che ha elenchi con migliaia di nomi) si è indignata giustamente per questa ultima trovata. Questo il suo comunicato:
«Un incredibile voto unanime a una legge che tradisce la Costituzione.
Se il Parlamento per onorare gli Alpini esalta la guerra di Hitler e Mussolini
L’ANED, Associazione Nazionale Ex-Deportati nei campi nazisti, esprime sconcerto e riprovazione per il ripetersi di approvazioni a larghissima maggioranza da parte del Parlamento e di importanti assemblee elettive di disegni di legge e di ordini del giorno ispirati ad una esibita ideologia reazionaria, in aperto contrasto con i dettati della Costituzione.
Sono i recenti provvedimenti – sempre presi a grandissima maggioranza – coi quali si vietano finanziamenti pubblici a enti ed istituti che “sminuiscano” o “neghino” la narrazione fatta dalla destra reazionaria del fenomeno che va sotto il nome delle foibe, per cui l’unica lettura autorizzata di tale fenomeno in molte regioni è quella faziosa e distorta della destra filofascista.
L’altro giorno è stata la volta del Senato, che ha approvato in via definitiva con il voto di tutti i gruppi una legge per l’istituzione, il 26 gennaio di ogni anno della “Giornata Nazionale della Memoria e del sacrificio degli Alpini” (proprio così della memoria e del sacrificio).
La data prescelta è quella della battaglia di Nikolajevka che segnò nel 1943 una sconfitta militare e l’inizio di una tragica ritirata a piedi, che costò fra gli Alpini decine di migliaia di caduti, nel gelo dell’inverno continentale. Perché è stata scelta questa data lo spiega il testo della legge: “al fine di conservare la memoria dell’eroismo dimostrato dal Corpo d’Armata alpino nella battaglia di Nikolajevka durante la seconda guerra mondiale, nonché di promuovere i valori della difesa della sovranità e dell’interesse nazionale nonché dell’etica della partecipazione civile, della solidarietà e del volontariato, che gli Alpini incarnano”.
Cioè per onorare gli Alpini si è scelta la data culminante di una criminale campagna di aggressione del fascismo all’allora Unione Sovietica, a fianco dell’esercito nazista; quello stesso esercito nazista che si macchiò in quei territori dei più orrendi delitti contro le popolazioni civili, contro gli ebrei, le donne, i bambini, i vecchi e anche contro i prigionieri di guerra. Il tutto per ‘promuovere i valori della difesa della sovranità e dell’interesse nazionale’ che, nel caso specifico, semmai, erano quelli che sostenevano allora lo sforzo dell’Armata Rossa, impegnata a difendere la propria terra dagli invasori tedeschi ed italiani.
C’è da chiedersi in quali faccende fossero affaccendati i parlamentari di tutti i gruppi quando hanno votato una simile grossolana operazione di mistificazione di una guerra di aggressione fascista.
Per il Parlamento italiano gli Alpini non vanno ricordati per l’eroismo nelle trincee sulle vette più alte dell’arco alpino in tre terribili inverni durante la Prina guerra mondiale; non vanno ricordati per il contributo generoso in occasione di diverse catastrofi naturali, e neanche per il recente sacrificio nella lotta alla pandemia, ma per una terribile sconfitta in una guerra voluta fortissimamente dal duce del Fascismo per coltivare i suoi rapporti con l’alleato nazista.
Viene da dire che Mario Rigoni Stern, Nuto Revelli e tanti altri che attorno al sacrificio degli alpini hanno scritto pagine memorabili, si rivolteranno nella tomba. Da questo voto esce infine calpestata la Costituzione, che ripudia la guerra e che vede oggi il Parlamento italiano esaltare unanime la criminale politica di aggressione che caratterizzò i regimi nazifascisti.
Milano 8 aprile 2022».
(Comunicato Aned da: https://www.facebook.com/ANED-Associazione-Nazionale-ex-Deportati-nei-Campi-nazisti-178230375551464/?_rdr, scritto su carta intestata: ANED Nazionale Casa della Memoria Via Federico Confalonieri 14 20124 Milano Tel. 02 683342 Mail: segreteria@aned.it e simbolo dell’Associazione).
Memorial de Caen. (https://www.tripadvisor.it/Attraction_Review-g187182-d196246-Reviews-Memorial_de_Caen-Caen_Calvados_Basse_Normandie_Normandy.html).
E la campagna di Russia è descritta pure da Giulio Bedeschi, che vi partecipò, nel suo “Centomila gavette di ghiaccio”. E non solo: quell’invasione nazifascista ad una nazione comportò per l’Urss migliaia di morti civili, pure di fame nell’assedio di Leningrado, ora San Pietroburgo, e milioni di morti fra i militari dell’Armata Rossa, a difesa della propria Patria. Per cortesia: la francese città di Caen non è distante da noi: deputati e senatori italiani, invece magari (e dico così per dire) di visionare solo siti dove andare in vacanza, per programmare il relax, come fan tutti, recatevi magari pure al Mèmorial de Caen, così in poche ora avrete almeno una infarinatura di quello che accadde nel corso della seconda guerra mondiale pure in Urss ed all’Urss. E non a caso Caen si trova in Normandia.
Unendomi nel pensiero al comunicato dell’Aned, questo ho scritto, senza voler offendere alcuno, ma il fatto è secondo me di una gravità inaudita e dimostra una ignoranza inaudita, non tollerabile in chi governa. Almeno io penso così.
Ricordo infine i miei:
Quell’assurda invasione della Russia voluta dai fascisti al fianco dei nazisti, e la battaglia di Nikolajevka: gennaio 1943. (https://www.nonsolocarnia.info/quellassurda-invasione-della-russia-voluta-dai-fascisti-al-fianco-dei-nazisti-e-la-battaglia-di-nikolajevka-gennaio-1943/).
Discutendo e ricordando di Alpini. (https://www.nonsolocarnia.info/discutendo-e-ricordando-di-alpini/).
In esso ricordo pure il generale Giulio Martinat, piemontese delle valli valdesi, che si gettò fra i primi lungo la discesa di Nikolajewka, ben sapendo a cosa andava incontro, per spronare i suoi, già decimati, a seguirlo, gridando: “«Avanti alpini, avanti di là c’è l’Italia, avanti!» morendo assieme a molti soldati. Medaglia d’oro al valor militare. (http://www.larchivio.com/xoom/alpini-martinat.htm e https://it.wikipedia.org/wiki/Giulio_Martinat).
P.S. Vorrei sapere poi dal Parlamento perchè gli Alpini sì ed altre armi no? Non meritano forse una giornata in ricordo i cavalleggeri di Genova, i granatieri di Sardegna, i carabinieri, ed i militari che difesero Porta San Paolo a Roma insieme con civili, fino all’ultimo sangue dai nazisti, rallentando l’occupazione della capitale, visto che il generale che doveva difenderla se ne era andato? Non cadde indifesa, Roma, grazie a loro.
Laura Matelda Puppini
https://www.nonsolocarnia.info/terrificante-il-parlamento-italiano-stabilisce-il-26-gennaio-festa-nazionale-in-ricordo-degli-alpini-in-quel-frangente-invasori-loro-malgrado-di-uno-stato-nazionale-beatificando-linvasion/https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2022/04/caen-le-memorial-de-caen.jpg?fit=1024%2C683&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2022/04/caen-le-memorial-de-caen.jpg?resize=150%2C150&ssl=1ETICA, RELIGIONI, SOCIETÀLa campagna italiana di Russia rappresentò la partecipazione militare del Regno d'Italia all'operazione Barbarossa, lanciata dalla Germania nazista contro l'Unione Sovietica nel 1941. L'impegno di prendere attivamente parte all'offensiva tedesca fu deciso da Benito Mussolini alcuni mesi prima dell'inizio dell'operazione, quando venne a conoscenza delle reali intenzioni di Adolf...Laura Matelda PuppiniLaura Matelda Puppinilauramatelda@libero.itAdministratorLaura Matelda Puppini, è nata ad Udine il 23 agosto 1951. Dopo aver frequentato il liceo scientifico statale a Tolmezzo, ove anche ora risiede, si è laureata, nel 1975, in filosofia presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Trieste con 110/110 e quindi ha acquisito, come privatista, la maturità magistrale. E’ coautrice di "AA.VV. La Carnia di Antonelli, Centro Editoriale Friulano, 1980", ed autrice di "Carnia: Analisi di alcuni aspetti demografici negli ultimi anni, in: La Carnia, quaderno di pianificazione urbanistica ed architettonica del territorio alpino, Del Bianco 1975", di "Cooperare per vivere, Vittorio Cella e le cooperative carniche, 1906- 1938, Gli Ultimi, 1988", ha curato l’archivio Vittorio Molinari pubblicando" Vittorio Molinari, commerciante, tolmezzino, fotografo, Gli Ultimi, Cjargne culture, 2007", ha curato "Romano Marchetti, Da Maiaso al Golico, dalla Resistenza a Savona, una vita in viaggio nel Novecento italiano, ed. ifsml, Kappa vu, ed, 2013" e pubblicato: “Rinaldo Cioni – Ciro Nigris: Caro amico ti scrivo… Il carteggio fra il direttore della miniera di Cludinico, personaggio di spicco della Divisione Osoppo Carnia, ed il Capo di Stato Maggiore della Divisione Garibaldi Carnia, 1944-1945, in Storia Contemporanea in Friuli, n.44, 2014". E' pure autrice di "O Gorizia tu sei maledetta … Noterelle su cosa comportò per la popolazione della Carnia, la prima guerra mondiale, detta “la grande guerra”", prima ed. online 2014, edizione cartacea riveduta, A. Moro ed., 2016. Inoltre ha scritto e pubblicato, assieme al fratello Marco, alcuni articoli sempre di argomento storico, ed altri da sola per il periodico Nort. Durante la sua esperienza lavorativa, si è interessata, come psicopedagogista, di problemi legati alla didattica nella scuola dell’infanzia e primaria, e ha svolto, pure, attività di promozione della lettura, e di divulgazione di argomenti di carattere storico presso l’isis F. Solari di Tolmezzo. Ha operato come educatrice presso il Villaggio del Fanciullo di Opicina (Ts) ed in ambito culturale come membro del gruppo “Gli Ultimi”. Ha studiato storia e metodologia della ricerca storica avendo come docenti: Paolo Cammarosano, Giovanni Miccoli, Teodoro Sala.Non solo Carnia
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