Tremila a Trieste per dire no a questa sanità Fvg, centomila a Roma contro il riarmo e per la pace.
Ieri ero a Trieste alla manifestazione indetta dalla Cgil e dal Coordinamento salute FVG, che ringrazio per aver organizzato questa corale protesta, con moltissime altre persone: io una goccia ma che insieme a tante altre gocce abbiamo formato un mare per dire no alle privatizzazioni di tutti i pronto soccorso di Asufc e degli ospedali di Latisana e Spilimbergo. Per dire no alla ‘politica’ se si può chiamare tale, di Riccardi e Fedriga, per un sistema sanitario efficiente, universale e pubblico. Almeno il covid avrebbe dovuto insegnarci che se tutti non hanno accesso alle cure, le epidemie dilagano!
E noi cittadini tutti siamo venuti a sapere della parziale privatizzazione (perché così si chiama nella lingua di Dante), di tutti i Pronto Soccorso di Asufc e di due ospedali di cui uno dell’Azienda del Friuli Centrale, (sul cui operato, da quando c’è questa dirigenza ormai in molti ci poniamo delle domande) a cose già avvenute, quando erano già stati approntati i bandi di gara. Ora questa operazione meramente economica, che non ha precedenti, che io sappia, in Italia, e senza che alcuno ne abbia neppure ipotizzato i risultati sulle persone, ma che comporta la solita emorragia di denaro verso il privato e una ulteriore destabilizzazione per precarietà della sanità, è stata definita come oggetto «di forte competizione tra chi prende parte alle gare pubbliche» (1) dallo stesso Salvatore Guarneri, finito un paio di giorni fa sui giornali. In sintesi sono proprio, pare di capire, un ‘ghiotto boccone’ per le private, che possono poi abbandonare il campo quando il flusso di denaro a disposizione della Regione si dovesse attenuare. Perché non sarà sempre così. E ricordiamoci che ‘Casa di cura Città di Udine, detta anche ‘ Policlinico di Udine’ mandò in ferie forzate, se non erro, i suoi dipendenti nel periodo in cui il virus Covid 19 dilagava ovunque, benché la sanità pubblica le avesse chiesto aiuto.
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E dato che i nostri politici regionali e i dirigenti di Asufc ci trasmettono, attraverso le loro scelte personali, di essere sempre in emergenza, come accade a chi non si interessa in modo debito di risolvere i grossi problemi per cui li paghiamo lautamente, ecco il passare, dall’inizio del 2023, l’ Azienda Sanitaria Friuli Centrale da un bando di privatizzazione all’ altro, dopo la assunzione in pianta stabile dell’avv. Ladi De Cet avvenuta il 1° marzo 2023 alla direzione della SOC “Approvvigionamento Beni e Servizi”, che firma i vari contratti per acquisto di mano d’opera privata in sanità. E tutto questo, inizialmente, dimenticandosi del D. L. 30 marzo 2023 n. 34 (art. 10-11-12), convertito nella legge n.124 del 26 maggio 2023 che impone alle Aziende Sanitarie e Regioni di far cessare, entro la fine del 2025, l’assunzione di gettonisti e le privatizzazioni, passando al reclutamento di personale in pianta stabile e con contratto pubblico. Se poi non si trova magari neppure un cane, e questo solo in Asufc, uno dovrebbe farsi anche un esame di coscienza, assessore compreso. Perché il precarizzare attraverso l’attribuzione a privati tramite gare di appalto tutti i pronto soccorso di una azienda sanitaria, scindendoli, ponendo due dirigenze e via dicendo, è aspetto che rivoluziona al peggio il ssr, già pieno di pecche.
E nel primo bando relativo alla privatizzazione dei Pronto Soccorso udinese, Ausfc si è ricordata del D.L. 30 marzo 2023 nel suo bando di gara a procedura negoziata datato 8 maggio 2023, solo perché fattole presente in una domanda di precisazione da parte di una società e relativamente ai titoli dei medici, nel qual caso veniva citato favorevolmente. Per questo bisogna stare molto attenti a titoli e loro ‘equiparazione’ o ‘equipollenza’. (2). Infatti ormai ci sono corsetti on line, dove la pratica è inesistente e di durata variabile ma che convengono a chi li tiene e, nel mondo della rete e non, si trova di tutto e di più. Ma per questo vi invito a leggere il mio: “Sanità friulana Ko (knock out). Ancora sulla folle idea di privatizzare parte dei pronto soccorso friulani spaccandoli in due e sulle chiusure estive dell’unico ospedale che dicasi tale in Friuli. pubblicato su www.nonsolocarnia.info.
Donne provenienti dalla Carnia portano uno striscione a favore di politiche pubbliche non solo in sanità alla manifestazione di Trieste. Foto con cell. di Laura Matelda Puppini, 4 aprile 2025.
Quello che preoccupa è, e scusatemi il termine, la faciloneria con cui si procede in Asufc, partendo da una emergenza del 2022, per seguire, pare, con una scusa o l’altra, la via della privatizzazione anche parzialmente gestionale di strutture base importantissime, da cui dipende la vita dei cittadini come i pronto soccorso, che risulterebbero, in provincia di Udine, ora, spaccati tutti in due, creando il caos totale in servizi che la regione Toscana così definisce: «Il Pronto Soccorso per sua natura una delle aree a maggiore complessità” in sanità» (3). Non da ultimo la regione Toscana, che analizza i reali problemi, per velocizzare i percorsi di Pronto Soccorso, si è premurata di avere in funzione dell’area dell’emergenza: «Tac e risonanze magnetiche fino a mezzanotte, visite ed esami in fasce orarie aggiuntive rispetto a quelle applicate finora. Tutto con agende di prenotazione elettroniche, ampliate e gestite dai Cup. E tutto all’interno del sistema sanitario pubblico, con le aziende che acquisteranno le prestazioni aggiuntive dai propri professionisti». (4).
Ed ancora: «Il Servizio Sanitario Nazionale ha tra i suoi compiti istituzionali principali quello di garantire una rapida presa in carico del paziente critico e il suo trasporto, in condizioni di sicurezza, nei centri attrezzati per il trattamento delle specifiche patologie (soccorso sanitario).
Il soccorso sanitario è un servizio pubblico presente sull’intero territorio nazionale con l’obiettivo di garantire 7 giorni su 7, 24 ore su 24, una risposta adeguata alle situazioni di urgenza o emergenza sanitaria e alle maxiemergenze, mediante l’invio di mezzi di soccorso adeguati.
Tale sistema, in Regione Toscana, si è strutturato, fin dalla metà degli anni ’90, con la costituzione di una rete dell’emergenza-urgenza finalizzata ad assicurare l’assistenza ai cittadini che subiscono “eventi acuti” ed è stato interessato, nel tempo, da notevoli trasformazioni intervenute con l’obiettivo di migliorarne l’attività attraverso una continua attualizzazione ai bisogni di salute.
Il sistema di emergenza urgenza della Regione Toscana è in continua evoluzione per affrontare al meglio i mutati scenari socio-demografici ed assistenziali, garantendo la continuità tra la rete delle cure primarie e la rete ospedaliera, organizzata secondo il modello assistenziale “Hub&Spoke”» (5).
Quindi chi ha politici capaci e interessati cerca modelli e riesce ad ottenere risultati, chi invece non li ha, come pare noi, si trova i Pronto Soccorso divisi in due, che magari devono cercare di tenersi un paziente giunto dopo le 19 nelle loro stanze per potergli far fare una tac, solo per impostare la diagnosi, fino alle 8.30 o 9 del mattino seguente per mancanza di radiologi e non avendo, magari, ambulanze disponibili per il trasporto in altro ospedale. Pertanto per ora ritorniamo all’ antico detto “Guai un mal di gnot!”
Ditemi un po’ voi …. E i nostri Fedriga e c. invece di andare negli Usa, in Giappone e quant’altro con viaggi istituzionali, potrebbero andare nella vicina Toscana, anche in treno, a parlare in Regione con i loro colleghi per organizzare meglio la sanità. Perché credetemi, con questi pasticci, i medici con contratto pubblico che resistono ancora in servizio se andranno se possibile in pensione o prederanno la valigia verso lidi migliori, mentre quelli privati approfitteranno per poi, se bravi, migrare pure loro, dopo essersi fatti le ossa sulla nostra pelle: Pronto Soccorso di Udine docet.
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Inoltre i nostri politici regionali non credo proprio fossero all’ oscuro dei problemi dei Pronto Soccorso, se il 6 gennaio 2024, compariva sul ‘Messaggero Veneto’ un articolo intitolato “Honsell: pronto soccorso affollato. La Regione faccia chiarezza”, in cui il noto consigliere regionale ricordava che tra Natale e Capodanno ben 1.100 persone si erano rivolte al Pronto Soccorso di Udine, ed alcuni codici arancioni avevano dovuto attendere in barella per diverso tempo prima di ricevere una adeguata assistenza all’ interno dei locali di accettazione, mentre le file per il triage avevano raggiunto una lunghezza incredibile.
E tutti attendevano una diagnosi ed eventuali accertamenti, non avendo trovato altre soluzioni possibili.
Così Furio Honsell aveva deciso di interrogare l’assessore, sempre Riccardo Riccardi non eletto, su quali fossero le motivazioni che avevano provocato tale disagio e di chiedere alla giunta come intendesse «procedere per assicurare i servizi fondamentali nei mesi futuri». Ma si domandava, pure, se tali disagi fossero causati da incapacità organizzativa o dalla dirigenza di Asufc. (6).
Io alla manifestazione di Trieste. 4 aprile 2025. Autoscatto.
La situazione era peggiorata pure perché, con l’entrata dei privati voluta da Denis Caporale con la benedizione di Riccardo Riccardi, almeno così pare, si era creato un dissidio fra la cooperativa Amaltea, vincitrice dell’appalto, portato comunque avanti per 6 mesi, e il settore pubblico, con reciproche accuse, mentre il direttore del più grande pronto soccorso regionale se ne andava, abbandonando il campo, seguito, mesi dopo, dalla sua vice. Guardate un po’ voi in che situazioni siamo già caduti e stiamo per cadere … E mai che avessero pensato di dare qualche gratificazione al personale già in servizio strizzato come un limone, mai che … Solo: Il Privato, il Privato! – quasi fosse l’acqua benedetta per un indemoniato.
E credetemi, con questi pasticci i medici con contratto pubblico che resistono ancora in servizio se non andranno se possibile in pensione, prenderanno la valigia verso lidi migliori, mentre quelli privati approfitteranno per poi, se bravi, migrare pure loro, dopo essersi fatti le ossa sulla nostra pelle. Ma basta che ci abituiamo alle continue dichiarazioni dei nostri, diligentemente riportate dal Messaggero Veneto, e alla ‘realtà ormai minimalista’ dei servizi sanitari ridotti all’osso ma pagati quasi fossero d’oro zecchino, visti gli stanziamenti regionali per la sanità, perché la giunta e l’assessore dormano sonni tranquilli e le pompe funebri aumentino i loro introiti – penso fra me e me con grande amarezza.
Per fortuna ieri 3000 persone sono accorse alla manifestazione, e 5 o 6 corriere sono giunte dal Friuli ad una manifestazione indetta solo da Cgil e Coordinamento Salute FVG: 1 dalla Carnia, 1 da Gemona, 1 da Latisana, 1 da Udine, 1 da San Giorgio di Nogaro e pare 1 da Cervignano.
Temi per cui scendere in piazza:
a) liste di attesa insostenibili per visite e interventi chirurgici e, aggiungo io, sedi distanti per le visite stesse;
b) Fuga dei medici ed infermieri e carenza dei Medici di Medicina Generale;
c)Svuotamento dei Distretti e indebolimento della sanità territoriale;
d) Attacco ai Consultori, ai servizi per la Salute Mentale ed a quelli che si occupano delle Dipendenze;
e) Separazione e indebolimento dei Servizi Sociali;
f) Pronto Soccorso nel caos ed ospedali nell’ incertezza politica;
g) Scelte sempre più forti di privatizzazione;
h) Aumento delle diseguaglianze sociali e territoriali. (7).
Ma pare che, ammesso sia vero, per tutta risposta, l’assessore abbia detto, non si sa a chi, che la Cgil poteva andare a parlare con lui, quando per legge egli dovrebbe convocare le rappresentanze sindacali quando ci sono modifiche epocali invece che permettere che il dott. Caporale indichi a De Cet di privatizzare spaccando in due tutti i Pronto Soccorso ‘Asufc’ e di stilare per il personale contratti al di fuori di quello nazionale. E se erro correggetemi. O tempora o mores! Pies di cussì …
E francamente, se il dott. Caporale agisce in solitaria, io, se fossi l’assessore, non lo difenderei a spada tratta ma cercherei di farlo ragionare. Ma vi ricordate come tutto funzionava meglio prima del 2014 e vedete ora come sia finito tutto in un macello dopo 7 anni di questi amministratori? Ma ritorniamo al presente. Todde, presidente della Regione Sardegna, ha detto ieri, 5 aprile, alla grande e riuscitissima manifestazione di Roma, che si è cercato di ridare la speranza a chi l’aveva persa: siamo noi del Fvg che vediamo, grazie alle politiche dei nostri governanti, solo buchi neri all’orizzonte ed ormai abbiamo perso ogni speranza.
Roma manifestazione 5 aprile 2025. 100.000 persone per dire no al riarmo e sì a politiche sociali e pace. (Da: ttps://www.bing.com/images/search?view=detailV2&ccid=HgD0l2M0&id=7D0D2DC5F3803E51C8F89D739228FB45B5BD214B&thid=OIP.HgD0l2M0LMUY3Z_9CZrOJgHaFj&mediaurl=https%3A%2F%2Fwww.italiasera.it%2Fwp-content%2Fuploads%2F2023%2F06).
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Nel frattempo a Spilimbergo …
Oggi 5 aprile 2025 è comparso su ‘Il Gazzettino’ un articolo intitolato: “Radiografia agli ospedali: ecco chi rischia il taglio”, che sottolinea come la linea dell’assessore sia chiara, in base ai numeri che ha dato, peccato che fossero, da che ho compreso, valori assoluti poco chiari, e voglio sperare che infine la Regione si doti di persone che abbiano studiato almeno l’Abc della statistica e dell’ interagire fra i dati, e che riporta pure questa interessante informazione sull’ospedale di Spilimbergo. «[…] all’ospedale di Spilimbergo il personale ha suonato la campanella della mobilitazione inserendo la modalità dello stato di agitazione a causa del piano di privatizzazione» (8) mentre «Prosegue sempre sottotraccia, ma in maniera inesorabile, la trasformazione del sistema sanitario regionale secondo il modello dell’assessore Riccardo Riccardi, totalmente sostenuto dal presidente Massimiliano Fedriga». (9).
Allora: grazie al Gazzettino per averlo così candidamente sostenuto. Ma a me pare che non ci sia nessun modello dietro, e ‘modello’ è una parola precisa che indica un lavoro epocale per essere validato, mentre invece qui si va avanti a ‘rappezza tu’ che ‘rappezzo anch’ io’ eludendo i problemi, e trovando soluzioni di comodo per la politica, tragiche, se non fossero anche comiche al tempo stesso, per i cittadini. Ma sono soldi pubblici e quindi nessuno sa chi abbia dato l’onore ad uno manco eletto di studiare nuovi modelli in sanità quando facciamo ancora parte della nazione, ma forse qualcuno si sente un nuovo re, che ne so, non conosco personalmente alcuni soggetti ma certi atteggiamenti sarebbero indicativi di alcuni aspetti, e se erro correggetemi. In fin dei conti mi sono laureata con 110/110 a Trieste ed ho studiato ampiamente statistica e psicologia in particolare gestaltista ma anche comportamentista, oltre che filosofia del linguaggio.
Infine ha ragione ad adirarsi il personale infermieristico che, per privatizzare l’ospedale di Spilimbergo, verrà, come ho letto non so dove, spostato in altra sede pur essendo entrato con concorso pubblico, avendo scelto anni fa quel nosocomio ed essendo operativo da anni nella stessa sede, con noti colleghi.
E termino con una espressione popolare usata anche da Giuseppe Conte, in una intervista relativa alla manifestazione, anti scelte di Von der Leyen e Ue per il riarmo europeo ed in particolare pacifista di Roma: “A me piange il cuore ….” Anche a me a vedere la sanità ridotta a pezzetti in questo Fvg da un assessore e un dg Asufc che pare non intendano parlare ma solo imporre.
Ed allora: “Via la cerchia ristretta di oligarchi e via il totalitarismo dalla società regionale ed italiana e dalla sanità e grazie alla Cgil ed al Coordinamento per aver organizzato la manifestazione, grazie a M5S ed altri per quella di Roma da cui è giunto un messaggio chiaro: 100.000 persone in Italia più quelli che come me non hanno potuto partecipare stanno ancora rincorrendo una idea di una società di pace e prosperità, ed in questo momento persino tre generali italiani, che di forze armate e di riarmiamoci si intendono più di noi, stanno dicendo che quello che vuole fare l’Europa in fatto di riarmo e invio di militari anche italiani in Ucraina non è un gioco, come non lo è la bomba atomica, e sono Mini, Vannacci e un altro, ed io credo che sappiano fare il loro mestiere.
Senza voler offendere alcuno questo ho scritto, e se vi sono informazioni non corrette, per cortesia avvisatemi. Grazie.
Laura Matelda Puppini
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1 – Elisa Michelutt, “Medici stranieri senza requisiti”. Perquisizione in azienda sanitaria, in Messaggero Veneto 3 aprile 2025, p. 32.
3 – Modello organizzativo per percorsi omogenei in Pronto Soccorso. Linee di indirizzo. Allegato A. Regione Toscana. Allegato 9099725.
5 – Regione Toscana. Giunta regionale. “Linee di indirizzo per l’aggiornamento e l’armonizzazione del sistema regionale di emergenza sanitaria territoriale”, 2022.
6 – Analogo articolo è comparso su http://www.diariofvg.it/2024/01/06/caos-al-pronto-soccorso-di-udine-honsell-presenta-uninterrogazione-in-regione/ con titolo: “Caos al Pronto soccorso di Udine: Honsell presenta un’interrogazione in Regione”.
7 – “Difesa sanità pubblica, autocorriere da Tolmezzo e Gemona per la manifestazione di Trieste”, in studionordnews, Facebook, 31 marzo 2025.
8 – “Radiografia degli ospedali: ecco chi rischia il taglio”, in Il Gazzettino, 5 aprile 2025.
9 – Ibidem.
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L’immagine che accompagna l’articolo è una di quelle da me scattate. L.M.P.
https://www.nonsolocarnia.info/tremila-a-per-dire-no-a-questa-sanita-fvg-centomila-a-roma-contro-il-riarmo-e-per-la-pace/https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2025/04/20250404_165302-scaled.jpg?fit=1024%2C768&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2025/04/20250404_165302-scaled.jpg?resize=150%2C150&ssl=1ECONOMIA, SERVIZI, SANITÀIeri ero a Trieste alla manifestazione indetta dalla Cgil e dal Coordinamento salute FVG, che ringrazio per aver organizzato questa corale protesta, con moltissime altre persone: io una goccia ma che insieme a tante altre gocce abbiamo formato un mare per dire no alle privatizzazioni di tutti i pronto...Laura Matelda PuppiniLaura Matelda Puppinilauramatelda@libero.itAdministratorLaura Matelda Puppini, è nata ad Udine il 23 agosto 1951. Dopo aver frequentato il liceo scientifico statale a Tolmezzo, ove anche ora risiede, si è laureata, nel 1975, in filosofia presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Trieste con 110/110 e quindi ha acquisito, come privatista, la maturità magistrale. E’ coautrice di "AA.VV. La Carnia di Antonelli, Centro Editoriale Friulano, 1980", ed autrice di "Carnia: Analisi di alcuni aspetti demografici negli ultimi anni, in: La Carnia, quaderno di pianificazione urbanistica ed architettonica del territorio alpino, Del Bianco 1975", di "Cooperare per vivere, Vittorio Cella e le cooperative carniche, 1906- 1938, Gli Ultimi, 1988", ha curato l’archivio Vittorio Molinari pubblicando" Vittorio Molinari, commerciante, tolmezzino, fotografo, Gli Ultimi, Cjargne culture, 2007", ha curato "Romano Marchetti, Da Maiaso al Golico, dalla Resistenza a Savona, una vita in viaggio nel Novecento italiano, ed. ifsml, Kappa vu, ed, 2013" e pubblicato: “Rinaldo Cioni – Ciro Nigris: Caro amico ti scrivo… Il carteggio fra il direttore della miniera di Cludinico, personaggio di spicco della Divisione Osoppo Carnia, ed il Capo di Stato Maggiore della Divisione Garibaldi Carnia, 1944-1945, in Storia Contemporanea in Friuli, n.44, 2014". E' pure autrice di "O Gorizia tu sei maledetta … Noterelle su cosa comportò per la popolazione della Carnia, la prima guerra mondiale, detta “la grande guerra”", prima ed. online 2014, edizione cartacea riveduta, A. Moro ed., 2016. Inoltre ha scritto e pubblicato, assieme al fratello Marco, alcuni articoli sempre di argomento storico, ed altri da sola per il periodico Nort. Durante la sua esperienza lavorativa, si è interessata, come psicopedagogista, di problemi legati alla didattica nella scuola dell’infanzia e primaria, e ha svolto, pure, attività di promozione della lettura, e di divulgazione di argomenti di carattere storico presso l’isis F. Solari di Tolmezzo. Ha operato come educatrice presso il Villaggio del Fanciullo di Opicina (Ts) ed in ambito culturale come membro del gruppo “Gli Ultimi”. Ha studiato storia e metodologia della ricerca storica avendo come docenti: Paolo Cammarosano, Giovanni Miccoli, Teodoro Sala.Non solo Carnia
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