Il mio gemello Marco mi ha inviato un ricordo di Claudio Venza, che ho arricchito con altri due testi scritti in memoria. Riposa in pace, Claudio Venza, «sempre attento e disponibile, […] capace di donare le tue conoscenze senza mai farle cadere dall’alto». (https://moked.it/blog/2022/10/30/claudio-venza-1946-2022/). Tu non ci sei più con il corpo ma restano i tuoi insegnamenti ed i tuoi libri ancora a far rifettere, ora più che mai. Laura Matelda Puppini.  

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«Oggi 5 novembre si sono svolti a Trieste i funerali di Claudio Venza. Tanti giovani, bandiere anarchiche, vecchi compagni che si profitta per salutare, il clima che gli sarebbe piaciuto. Ma anche un dispiacere che prende la gola ed un grande vuoto.

Per superare questo vuoto propongo questo mio personalissimo ricordo di Claudio, non inizio neppure a elencare le tantissime iniziative politico – culturali che ha organizzato o cui ha partecipato soprattutto in Italia ed in Spagna, mi limito alle mie esperienze personali.

Ho conosciuto molti anni fa Claudio all’Università di Trieste. Non negli anni delle prime occupazioni da parte del movimento studentesco che lo avevano visto protagonista, io sono arrivato dopo. Erano comunque anni di lotte e speranze, ed eravamo uniti dal comune interesse per la storia “alternativa” delle nostre terre, la storia degli antifascisti, degli anarchici, dei rivoluzionari, spariti dalla memoria ufficiale. Grazie a lui ho conosciuto o approfondito la conoscenza di figure come Umberto Candoni, fotografo rivoluzionario divenuto punto di riferimento degli anarchici in Carnia sia dopo la prima che dopo la seconda guerra mondiale, o Luciano Della Schiava di Moggio, che poi ho conosciuto personalmente, emigrante in Francia, combattente durante la guerra di Spagna con la “colonna italiana” aggregata a quella anarchica Ascaso. Rientrato a Moggio dopo la seconda guerra, Luciano era stato per molti anni sorvegliato e controllato dalla polizia. O ancora Gaetano Beorchia di Lauco, Italo Cristofoli “Aso”, comandante partigiano caduto a Sappada, Luigi D’Agaro, Giovanni Casali, tutti parte del nutrito gruppo di anarchici di Prato Carnico.

Grazie a queste conoscenze Claudio e io avevamo scritto nell’ormai lontanissimo 1983 con Dianella Gagliani il libro sui “funerali sovversivi” di Giovanni Casali tenuti in pieno regime fascista a Prato Carnico nel 1933. Grazie a lui ho conosciuto Ido Petris, anch’egli purtroppo deceduto, che gestiva allora assieme agli altri soci la Casa del Popolo di Prato Carnico.

Anche grazie alla vastissima autobiografia di Umberto Tommasini, anarchico triestino (ma in realtà era nato a Vivaro, nella zona dei “magredi”) che Claudio aveva curato nel 1984 per le edizioni Antistato, ho appreso tante cose del movimento libertario e antifascista di Trieste ma anche spagnolo. E grazie a lui ho approfondito le vicende di Achille Durigon, arrestato dai fascisti a Pordenone nel 1933, espatriato clandestinamente in bicicletta nel 1934 diretto in Unione Sovietica ma finito dal lato opposto dell’Europa, in Francia e poi in Spagna dove aveva combattuto nelle file del battaglione “Garibaldi”. Rientrato in Italia dopo il passaggio nei campi di concentramento francesi, era stato attivo nella Resistenza. L’elenco potrebbe continuare a lungo, riportare queste persone dimenticate alla memoria delle loro comunità di origine o difenderne la memoria vilipesa è stato a lungo un obiettivo suo e mio.

Ho continuato per anni a lavorare con lui sui temi della guerra di Spagna e del movimento antifranchista spagnolo ed internazionale, collaborando con lui alla cattedra di Storia della Spagna Contemporanea a Trieste. Questo lavoro era stato senz’altro l’occasione per lui di approfondire la natura e le vicende del movimento libertario spagnolo, di cui era appassionato e su cui ha scritto pagine importanti. Ricordo le discussioni anche accese (io non sono anarchico) ma sempre con grande e reciproco rispetto. Ho trovato un interlocutore attento alle ragioni ed alle motivazioni degli altri, che voleva convincere e non prevaricare, disposto anche  a mettere in discussione, se ce n’erano i motivi, convinzioni radicate nel movimento anarchico.

Ora Claudio non c’è più, ha lottato con coraggio per anni contro una malattia che alla fine ha prevalso. Ma resterà sempre nella mente e nel cuore di quanti si oppongono a nazionalismi, fascismi, dittature in qualunque parte del mondo».

Marco Puppini.

Foto di Giovanni Montenero. Il professor Claudio Venza mentre distribuisce sul Campo San Giacomo il periodico anarchico Germinal, assieme ai giornalisti triestini Miro Oppelt e Guido Vitale. (Da: https://moked.it/blog/2022/10/30/claudio-venza-1946-2022/).

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A questo ricordo del mio gemello Marco, aggiungo alcune bellissime righe dal portale dell’ebraismo italiano:  https://moked.it/blog/2022/10/30/claudio-venza-1946-2022/.

Claudio Venza (1946-2022)

«Storico insigne, considerato fra i massimi esperti delle vicende della Spagna contemporanea, leader anarchico, giornalista appassionato e anima del periodico libertario Germinal, Claudio Venza ha concluso la sua vita terrena nelle scorse ore.
Ricordiamo il suo impegno nel rendere omaggio all’intellettuale anarchico milanese Paolo Finzi, scomparso nel 2020 (…), la calda ospitalità rivolta a Redazione aperta nel giardino della sua casa a Muggia Vecchia per parlare dell’insorgere dei fascismi e della guerra civile spagnola, il suo impegno civile che ne ha fatto un maestro di libertà, di misura e di moralità.
Al momento del congedo il gesto semplice di donare un frutto colto dall’albero del suo giardino segnava un sentimento di profonda amicizia.

Sempre attento e disponibile, Venza era capace di donare le sue conoscenze senza mai farle cadere dall’alto ed era capace di dare corpo all’insegnamento dell’eroe della guerra spagnola Umberto Tommasini, l’anarchico triestino che si era battuto nella Catalogna libera contemporaneamente contro i fascisti e contro gli stalinisti: “Bisogna essere intransigenti nelle idee e tolleranti con le persone”.

Fra i suoi ultimi interventi, Venza aveva ripreso con vigore una chiara, scomoda e oggi poco ricordata testimonianza di Primo Levi: “Il nazismo in Germania – aveva detto l’autore di Se questo è un uomo – non è stato altro che la metastasi di un tumore proveniente dall’Italia. Un tumore che ha condotto alla morte la Germania e l’Europa. Pochissimi ora riescono a ricollegare quel filo conduttore che lega le squadre fasciste d’azione degli anni Venti in Italia con i campi di concentramento e con il fascismo di oggi, a cui manca soltanto il potere per tornare a essere quello che era: la consacrazione del privilegio e della diseguaglianza».

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E così ricordano Claudio Venza gli anarchici triestini.

«(…). Dopo una primissima esperienza nell’ambiente cattolico, che determinerà per sempre la sua avversione per tutte le chiese (compresa quella del partito comunista come amava raccontare), tutta la sua vita è stata dedicata alla militanza nel Gruppo Anarchico Germinal di Trieste, nella FAI (Federazione Anarchica Italiana) e nel movimento anarchico internazionale. (…).

Disponibile, attento e curioso, cercava sempre di mettere in primo piano la persona assieme alla politica. Cercava di valorizzare i tratti comuni con le altre aree del movimento e di tenere sempre aperto un dialogo anche con quelle molto distanti dal nostro pensiero. Per lui i rapporti e l’empatia erano il collante necessario per dare pienezza ai valori di un anarchismo sociale, organizzato ed etico. Ma, come ha scritto Salvo Vaccaro, “era la sua umanità che spiccava sopra ogni altra qualità, insieme ad una non comune capacità di ascolto, del tutto priva di arroganza o supponenza intellettuale, pur essendo superiore a tant* di noi, quanto meno in altezza!”
Come dimenticare le lunghe chiacchierate e quelle sue domande che a primo acchito sembravano semplici, ma ti portavano nella risposta a metterti in discussione o a fare riflessioni di cui non pensavi di essere capace.

La sua voglia di diffondere il pensiero anarchico è passata, passa tuttora e passerà attraverso i suoi libri e articoli, anche su Umanità Nova, ma non possiamo dimenticare le mille iniziative in cui è stato coinvolto sia come organizzatore che come relatore, come le altrettante attività di piazza; che fossero scioperi, cortei o qualsivoglia tipo di manifestazione era sempre presente per dire la sua, o per diffondere il “Germinal”, oppure per portare il banchetto di libri anarchici. A prova di questo ricordiamo l’ultima denuncia e multa presa nel maggio 2020 per manifestazione non autorizzata. Anche in piena pandemia, non poteva rassegnarsi a non diffondere il “Germinal” il Primo Maggio e, assieme ad altre compagne e compagni, in modo sicuro e distanziato, aveva distribuito il giornale in una Trieste quasi deserta. (…)».

Cristina.

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L’immagine che accompagna l’articolo ritrae Claudio Venza ed è tratta da: https://www.fvgcafe.it/it/news/trieste/politica/morto-il-triestino-claudio-venza-militante-anarchico-docente-universitario-studioso-e-quasi-cantore-della-spagna-rivoluzionaria-28-ottobre-2022.html. Laura Matelda Puppini.

https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2022/11/venza1666938769.jpg?fit=1024%2C683&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2022/11/venza1666938769.jpg?resize=150%2C150&ssl=1Laura Matelda PuppiniETICA, RELIGIONI, SOCIETÀNewsIl mio gemello Marco mi ha inviato un ricordo di Claudio Venza, che ho arricchito con altri due testi scritti in memoria. Riposa in pace, Claudio Venza, «sempre attento e disponibile, capace di donare le tue conoscenze senza mai farle cadere dall’alto». (https://moked.it/blog/2022/10/30/claudio-venza-1946-2022/). Tu non ci sei più...INFO DALLA CARNIA E DINTORNI