Un forte NO alla nuova proposta di legge elettorale ed al ricorso alla fiducia per farla approvare.
Oggi il Fatto Quotidiano è uscito con un titolo rosso in prima pagina: “Fascistellum”. – Sottotitolo: “Pd e premier tradiscono i giuramenti sul governo “neutrale” e strozzano emendamenti e dibattito in Parlamento”. Il problema sta nel modo in cui il Governo, saltando il Parlamento e ponendo la fiducia, intende far passare il Rosatellum bis, la proposta di nuova legge elettorale, presentata dal Pd Fiano, che, come architettata, “secondo i calcoli degli sherpa del Pd” potrebbe togliere fino a 50 seggi al Movimento 5 stelle. (http://gds.it/2017/09/21/rosatellum-bis-testo-depositato-di-maio-inciucio-contro-m5s_728927/)
Insomma è una legge, quella elettorale proposta, che, secondo Tommaso Rodano «non serve al sistema politico, ma solo a garantire gli interessi di alcuni partiti, quelli che hanno stipulato il patto» per sostenerla. (Tommaso Rodano, Stanno forzando le regole per una legge imbarazzante, Il Fatto Quotidiano, 11 ottobre 2017). Inoltre si pone la fiducia per farla passare, il che va contro la legge perché la legge elettorale deve seguire il procedimento ordinario. (Ivi). E se ci sono dei precedenti di passaggio con la fiducia essi sono piuttosto inquietanti: «la legge Acerbo nel ’23 (quella voluta da Mussolini per prendere possesso del Parlamento ndr) e la “legge truffa” nel ’53, altrettanto controversa. Di recente […] l’Italicum, prima che fosse abolito».
E così Giustizia e Libertà: «Ancora una volta una maggioranza parlamentare non rappresentativa degli italiani prova ad imporre una legge elettorale segnata da astuzie e forzature. Mancanza di un chiaro principio ispiratore, divieto del voto disgiunto, ripartizione pro-quota del voto maggioritario tra i partiti della coalizione nel proporzionale, ritorno alle liste – civetta, candidature plurime, liste bloccate … Alla base un patto apertamente rivolto a danneggiare le forze politiche lasciate escluse e a privare i cittadini del potere di determinare la composizione del futuro Parlamento». (“Mattarella non si lasci coinvolgere”- Libertà e Giustizia: Operazione per distorcere la volontà popolare” in: Il Fatto Quotidiano, 11 ottobre 2017). Inoltre si chiede per approvarla la fiducia, il che è pure incostituzionale, e i partiti del patto «non mirano a valorizzare la volontà popolare, ma a distorcela a loro favore» (Ivi).
Ed ancora, sempre Libertà e Giustizia: «Da più di dieci anni i partiti elaborano leggi elettorali rivolte non ai cittadini, ma esclusivamente a se stessi. Non mirano a valorizzare la volontà popolare, ma a distorcerla a loro favore. Non si interrogano su quale strumento sia più adeguato alle esigenze sociali, ma su quello più utile ai loro regolamenti di conti. È ora di dire basta». (http://www.libertaegiustizia.it/2017/10/11/liberta-e-giustizia-legge-elettorale-incredibilmente-ci-risiamo/).
Scrive inoltre Marco Travaglio «Un governo illegittimo, sostenuto da una maggioranza fittizia figlia di una legge elettorale incostituzionale e spalleggiato da un capo dello Stato eletto da quella maggioranza e già firmatario di una legge elettorale incostituzionale, impone la fiducia a se stesso su una nuova legge elettorale senza averne il potere, per impedire al Parlamento di discutere, emendare, ed eventualmente bocciare una norma studiata a tavolino da quattro partiti per favorire se stessi e far perdere le elezioni alla prima forza politica del Paese (Il M5S) e alla sinistra non allineata […]». (Marco Travaglio, Un altro 4 dicembre, in Il Fatto Quotidiano, 11 ottobre 2017).
Queste considerazioni dovrebbero farci riflettere anche su cosa significherà poi realmente un governo di pochi, con analoghi programmi anche se sotto diverse sigle, e pertanto con analoga progettualità, che porta dritto al Partito della Nazione, non come Pd ma come insieme di poche persone, sempre le stesse, che perseguono gli stessi interessi, che non pare proprio siano quelli dei cittadini se si guarda alle renzian – rottamazioni fatte sino ad ora: rottamazione del lavoro sicuro, della famiglia al seguito, del sistema sanitario nazionale, della democrazia rappresentativa e partecipata, dello stato italiano attraverso privatizzazioni forzate, che qualsiasi economista si chiederebbe come reggeranno, perchè fra l’altro si sostengono su incentivi pubblici.
Per questo pubblico volentieri il comunicato del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale
«FATECI SCEGLIERE I NOSTRI PARLAMENTARI. NO AL VOTO DI FIDUCIA”
No alla fiducia, No a questa legge elettorale che renderà sempre più il parlamento subalterno alla volontà dei capi partito.
Chi la vuol approvare con forzatura dei tempi e col voto di fiducia ha dalla sua inquietanti precedenti: fu posta nel 1923 sulla legge Acerbo e nel 1953 sulla legge truffa e 2015 su una legge elettorale incostituzionale.
Mettere la fiducia per costringere a il parlamento a votare la legge elettorale è un atto di eccezionale gravità. Anzitutto vuol dire che la maggioranza parlamentare tanto decantata potrebbe non esserci e governo e maggioranza pensano di risolvere le difficoltà con un atto di imposizione come è il voto di fiducia. Si sta riproponendo lo scenario autoritario dell’approvazione dell’Italicum. Si ripropone in modo ancora più negativo un atteggiamento di spregio verso il ruolo del parlamento che anticipa quel che accadrà dopo le elezioni, se questa legge elettorale andrà in porto: Il futuro parlamento con questa legge non sarà scelto dai cittadini ma nominato dai capi dei partiti.
Non solo non ci consentono di scegliere i parlamentari ma neppure hanno accettato di introdurre modifiche di buon senso come la possibilità di esprimere due voti distinti tra liste del proporzionale e candidati nel maggioritario, meglio se con due distinte schede come hanno suggerito autorevoli costituzionalisti, limitando così pesantemente la possibilità degli elettori di scegliere.
È una pessima scelta per la nostra democrazia. Se il governo Gentiloni si assumerà questa responsabilità vorrà dire che ha chinato la testa di fronte al diktat di Matteo Renzi e del Pd e questo malgrado avesse più volte affermato che il governo non sarebbe entrato – tanto meno con questa autentica imposizione – sulla legge elettorale.
La parola del governo e del Presidente del Consiglio non avranno più alcun valore da qui in avanti, questo è un atto grave che avrà ripercussioni pesanti. Tutte le dichiarazioni di garbo istituzionale fin qui fatte suonano come autentiche prese in giro delle elettrici e degli elettori.
Il Presidente della Repubblica farebbe bene a fermare questo atteggiamento autoritario e a non firmare una legge elettorale approvata con voto di fiducia a pochi mesi dalle elezioni e in spregio ad un referendum che ha bocciato lo stravolgimento della Costituzione il 4 dicembre 2016.
Se la legge elettorale verrà approvata con il voto di fiducia si aprirà una grave ferita nella qualità della nostra democrazia. C’è da augurarsi fino all’ultimo che nell’unico voto segreto che ci sarà la Camera decida di bocciarla.
Chi promuove questa scelta, chi la subisce, chi l’accetta si assume una grave responsabilità, i cui esiti possono essere nefasti per la qualità della democrazia del nostro paese.
Chi è contrario lo dica con tutta la forza possibile, noi lo faremo e invitiamo tutti i cittadini a mobilitarsi per l’affermazione della legalità democratica, utilizzando tutti gli spazi possibili a partire dal voto del Senato, anche se la Camera dovesse soggiacere all’imposizione.
Per la salute della democrazia italiana questa legge non deve essere approvata.
Roma, 10/10/2107 – Coordinamento per la Democrazia Costituzionale».
Laura Matelda Puppini
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