Il 3 luglio 1995, Alexander Langer si toglieva la vita a Pian dei Giullari, presso Firenze. Non mi pare che la stampa od il mondo politico abbiano sufficientemente ricordato questo ambientalista e pacifista, nel ventennale della sua morte: lo faccio io attraverso la pubblicazione  della tesi di laurea di Angelo Cosentino, un giovane di Catanzaro, di cui ho apprezzato lo scritto. Grazie, Angelo, per questo bel lavoro.

Alexander Langer nacque in una famiglia borghese, laica e liberale. Il padre era un medico viennese di origini ebraiche, la madre una farmacista tirolese. Durante la seconda guerra mondiale, la madre si oppose all’adesione al governo nazista, per poi essere eletta nel dopoguerra al consiglio comunale di Vipiteno, come indipendente nella lista della Südtiroler Vokspartei. Nonostante le tensioni tra la comunità linguistica italiana e quella tedesca in Alto Adige, il clima che si respirava in casa Langer era molto tollerante: i genitori frequentavano amici italiani e volevano che i figli conoscessero bene entrambe le lingue, così Langer frequentò una scuola materna italiana mentre frequentò la scuola media ed il liceo classico in lingua tedesca, a Bolzano, presso i padri francescani.

La situazione bilingue in cui visse, lo spinse ad  interrogarsi sull’appartenenza comunitaria e sul rapporto tra culture diverse. A diciotto anni creò, insieme ad altri amici, un gruppo di studio e una rivista che ospitava contributi in lingua madre tedesca, italiana e ladina. Tale esperienza di incontro e confronto fra culture segnò profondamente il giovane Langer che, anche molti anni dopo, ne fece un fulcro della propria azione pacifista.

L’inesauribile ricerca di relazioni volta a costruire ponti per superare la conflittualità fu un principio guida della vita stessa di Alexander Langer, tanto che nei due censimenti sull’appartenenza etnica  del 1981 e del 1991 rifiutò di dichiararla.

Da giovane cattolico, Langer espresse l’intenzione di consacrare religiosamente la sua vita, ma fu dissuaso dall’opposizione dei genitori. Si laureò in giurisprudenza presso l’ Unversità di Firenze. Negli anni degli studi universitari conobbe don Lorenzo Milani e don Ernesto Balducci  e militò nella Federazione Universitaria Cattolica Italiana. Negli settanta militò in Lotta Continua, lavorando presso l’omonimo giornale e cercando, in Germania,  contatti con gli emigranti italiani.  Terminata l’esperienza di Lotta Continua, Langer tornò a Bolzano.

Negli anni ottanta fu uno dei fondatori del movimento politico dei Verdi in Italia ed in Europa. Il suo tentativo di dare un senso vero e attuale a parole come “conservazione”, “progresso”, “identità”, “tolleranza” lo portò spesso su posizioni non convenzionali.

Come politico del movimento dei Verdi, Langer fece parte del consiglio provinciale della Provincia autonoma  di Bolzano e del consiglio regionale del Trentino Alto Adige, dal 1978 al 1993.

Nel 1989 fu eletto per la prima volta al Parlamento Europeo e divenne il primo presidente del gruppo parlamentare dei Verdi. Fu rieletto nel 1994.

Il distacco dalla Chiesa non pose termine alla voglia di Langer di un dialogo con i cattolici.

Il 14 aprile 1987, insieme ad altri ecologisti, presentò una dichiarazione di approvazione del documento della Congregazione per la dottrina della fede sui problemi morali connessi alla fecondazione artificiale e alla sperimentazione su embrioni. Tale dichiarazione fu fortemente contestata da alcune giornaliste del “Manifesto”.  Il 7 maggio dello stesso anno Langer precisò che la dichiarazione non era un appoggio incondizionato ai contenuti del documento e non voleva in alcun modo entrare nel tema della fecondazione artificiale, ma era un apprezzamento limitato ai temi della manipolazione genetica  e della vivisezione.

Langer dedicò negli ultimi anni della sua vita un particolare impegno alle ragioni della pace nei territori dell’ex- Jugoslavia, segnati dalla guerra. Per far cessare il conflitto propose l’intervento della comunità internazionale tramite una forza dell’O.N.U. .

Nel maggio 1995, Alexander  Langer si candidò a sindaco di Bolzano, ma la sua candidatura fu respinta a causa del suo rifiuto di dichiarare la propria appartenenza etnica nel censimento.

Il 26 giugno 1995 partecipò a Cannes alle proteste contro l’inerzia dell’Europa di fronte alla guerra nei Balcani.

Il 3 luglio 1995 Langer si tolse la vita a Pian dei Giullari, nei pressi di Firenze, impiccandosi a un albero di albicocche; ai familiari e agli amici lasciò un breve biglietto che recitava: «non siate tristi, continuate in ciò che era giusto». Riposa nel piccolo cimitero di Telves, accanto ai suoi genitori.

(Questa biografia di Alexander Langer è tratta da: https://it.wikipedia.org/wiki/Alexander_Langer).

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