Voci dal Meridione. Medici calabresi, senza peli sulla lingua, parlano delle criticità della sanità. Terza parte.
Con le due lettere ad Annarosa Macrì della dott. Vanda Marsico, specialista in rianimazione ed anestesista, chiudo il contributo sulla sanità e sul sistema sanitario nazionale dei medici calabresi dal primo quaderno della sezione AIParC di Cosenza.
Vanda Marsico. La mia lettera appello per la sanità. competenza, sicurezza e libertà. il virus della malapolitica e la sanità calabrese.
Cara Annarosa,
Innanzitutto mi preme sottolineare che le basi su cui poggia un’autentica democrazia sono la cultura, il lavoro e la sanità. E appunto sulla solidità di queste basi l’uomo è libero da qualsiasi condizionamento. Ma in questo particolare momento mi preme soffermarmi solo sulla sanità, ritenendolo un problema da risolvere con estrema urgenza.
Non vi è tempo per discussioni o quant’altro, bisogna agire subito perché ci troviamo in piena emergenza. In questi ultimi anni, bisogna pur dirlo, i tagli economici per la ricerca scientifica e per la sanità sono stati vergognosi, soprattutto nel sud Italia, dove per i piani di rientro la sanità è stata commissariata con risultati non certo brillanti, addirittura con un aumento del debito. Va rilevato peraltro che la dissennata politica di gestione del personale provocato dal numero chiuso nelle facoltà universitarie di medicina e nelle scuole di specializzazione post lauream, oltre ogni limite di ragionevolezza, ha provocato degli spaventosi vuoti di organico che hanno determinato l’attuale disastrosa situazione in Italia, come manifestatasi vistosamente persino in Lombardia.
I posti rimasti vacanti per pensionamento non sono stati ricoperti per contenere la spesa, seguendo così una politica dissennata che ha determinato ulteriori svuotamenti di organico in campo medico e paramedico, contribuendo così ulteriormente ad aggravare la situazione. Così pure le attrezzature sono ormai obsolete ed alcune addirittura non funzionanti. La sanità territoriale è rimasta immobile, gli ospedali periferici che dovevano diventare “casa della salute” sono rimasti poco funzionali, determinando spreco di personale e di denaro. In questa desolazione le lobby hanno esercitato il loro potere immettendo in ruoli importanti personale spesso non idoneo, funzionale solo ai loro desiderata. Il risultato è che oggi, in piena emergenza, non siamo in grado di offrire all’utenza una sanità atta allo scopo e rischiamo concretamente il disastro sociale e sanitario.
Se dovesse, non voglio neppure pensarlo, verificarsi ciò che è accaduto in Lombardia ed in Veneto, fiore all’occhiello della sanità italiana, e che pure hanno risentito di carenza di personale ed attrezzature, ci troveremo completamente impreparati. Voglio intanto precisare che noi tutti siamo colpevoli perché abbiamo accettato supinamente che la sanità venisse ridotta ai minimi termini, senza levare alcuna voce di protesta, come se il tutto ci era, per così dire, destinato. A questo punto cosa possiamo fare? Innanzitutto prendere finalmente atto della situazione in cui ci troviamo e pretendere dalla politica non più promesse o parole, ma fatti concreti.
La politica locale, provinciale e regionale, come hanno fatto la Lombardia ed il Veneto, deve pretendere, e con urgenza, ciò che al sud è stato usurpato. Non andiamo alla ricerca di personale impreparato, facciamo rientrare nella nostra terra i medici costretti a lasciare la loro terra offrendo loro lavoro non precario ma a tempo indeterminato. Nell’immediato ora è necessario chiamare personale qualificato dall’estero e non accontentarsi di personale abborracciato ed impreparato assolutamente inadeguato allo scopo offrendo a costoro un trattamento adeguato e congruo.
Per preparare il futuro va immediatamente, da oggi, sospeso il numero chiuso alle facoltà di medicina ed ai corsi di specializzazione, fino a quando non si sarà raggiunto un numero congruo di medici degno di un paese sviluppato e popoloso come l’Italia. Così come è avvenuto nelle regioni del nord, pretendiamo il rinnovo e l’incremento numerico delle attrezzature, in particolare dei ventilatori nelle sale di rianimazione, da subito. Pretendiamo protezione e sicurezza nel posto di lavoro, con turni non disumani, con l’impiego di tutto ciò che occorre per la protezione e la sicurezza. Diamo insomma dignità a tutto il personale sanitario, che pur numericamente scarso, si trova a combattere in prima linea. Affidiamo la sanità a persone competenti, oneste e libere da condizionamenti, persone che si impegnino a pretendere ciò che ci è dovuto, persone che conoscono i nostri bisogni e che siano al corrente della desolazione in cui ci troviamo.
Solo così possiamo superare questa triste emergenza e bisogna farlo subito, lasciando anche da parte una burocrazia ignorante e perditempo. Non possiamo più aspettare, bisogna fare presto perché altrimenti sarebbe troppo tardi. Se il ceto politico locale e nazionale non farà ciò o se la situazione assumesse la dimensione dell’irreparabile dovrà assumersene ogni responsabilità morale, giuridica e politica davanti al tribunale della storia.
Vanda Marsico, già primario di Anestesia e Rianimazione presso l’Azienda Ospedaliera di Cosenza. Segretaria AIPARC- Cosenza.
“Lettere e Interventi”, rubrica curata dalla giornalista Annarosa Macrì, ‘Quotidiano del Sud’ 21 marzo 2020.
https://tg24.sky.it/politica/2020/11/25/calabria-commissario-sanita
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Vanda Marsico. Sanità: non bastano le strutture vanno riempite di contenuti sani.
Cara Annarosa,
ho letto quanto scritto qualche giorno fa in questa rubrica dalla collega Marilena Matta e mi preme soffermarmi su alcune problematiche che interessano la sanità di oggi.
È vero che da quando la sanità ha assunto il ruolo di “azienda”, la cura dell’ammalato non rientra più nei principi e nei canoni della sanità classica.
L’ammalato è diventato un “cliente” e una ‘occasione” che devono portare denaro e non si tiene più conto della sua fragilità fisica e psichica. Si deve agire in fretta per contenere la spesa e non importa se il tempo è sufficiente per redigere una diagnosi certa e ratificare una adeguata terapia.
Purtroppo la clinica è stata soppiantata dalla tecnologia, che non può fare essa stessa diagnosi se non è supportata da una efficiente semeiologia e da una accurata anamnesi.
Per quanto riguarda gli ospedali periferici devo fare alcune precisazioni. È vero che non vi può essere un solo ospedale per provincia, ma gli ospedali periferici dovrebbero sorgere in luoghi strategici, dopo un attento esame orografico e tenendo conto delle patologie e delle difficoltà oggettive di transiti e di pericoli.
Nel secolo scorso sono nati tanti, spesso limitrofi, veri duplicati, frutto di una politica solo clientelare. Oggi l’ospedale deve essere un vero “centro sanitario”, deve essere dotato di tutte le tecnologie, con numero di posti letto adeguati alla popolazione e con reparti pluridisciplinari. Deve altresì essere dotato di una terapia intensiva e rianimatoria efficace ed efficiente, per non trovarsi impreparati come si è verificato in questa sciagurata emergenza di Coronavirus, anche nell’efficientissimo Nord Italia. Soprattutto mi preme sottolineare che bisogna dotare gli ospedali di personale sanitario meritevole, mettendo da parte l’interferenza politica clientelare, le lobby, il familismo.
Premiando la meritocrazia si potrà avere un corpo sanitario preparato, onesto, non condizionato. Concludo dicendo che non bastano le strutture che sono pur necessarie, se non si riempiono di contenuti sani ed efficienti, altrimenti si creano solo cattedrali nel deserto.
Vanda Marsico, già primario di Anestesia e Rianimazione presso l’Azienda Ospedaliera di Cosenza. Segretaria AIPARC- Cosenza.
“Lettere e Interventi”, rubrica curata dalla giornalista Annarosa Macrì, ‘Quotidiano del Sud’, 8 maggio 2020.
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A me pare che questi medici calabresi abbiano precisato alcuni aspetti che dovrebbero far riflettere tutta l’Italia, e li ringrazio per quanto hanno scritto.
L’immagine che accompagna l’articolo è tratta da: https://www.assocarenews.it/infermieri/concorsi-infermieri/appunti-concorsi-infermieri/servizio-sanitario-nazionale-e-legge-833-1978. Laura Matelda Puppini.
https://www.nonsolocarnia.info/voci-dal-meridione-medici-calabresi-senza-peli-sulla-lingua-parlano-delle-criticita-della-sanita-terza-parte/https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2021/02/Ssn-Immagine1.png?fit=404%2C373&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2021/02/Ssn-Immagine1.png?resize=150%2C150&ssl=1ECONOMIA, SERVIZI, SANITÀCon le due lettere ad Annarosa Macrì della dott. Vanda Marsico, specialista in rianimazione ed anestesista, chiudo il contributo sulla sanità e sul sistema sanitario nazionale dei medici calabresi dal primo quaderno della sezione AIParC di Cosenza. Vanda Marsico. La mia lettera appello per la sanità. competenza, sicurezza e...Laura Matelda PuppiniLaura Matelda Puppinilauramatelda@libero.itAdministratorLaura Matelda Puppini, è nata ad Udine il 23 agosto 1951. Dopo aver frequentato il liceo scientifico statale a Tolmezzo, ove anche ora risiede, si è laureata, nel 1975, in filosofia presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Trieste con 110/110 e quindi ha acquisito, come privatista, la maturità magistrale. E’ coautrice di "AA.VV. La Carnia di Antonelli, Centro Editoriale Friulano, 1980", ed autrice di "Carnia: Analisi di alcuni aspetti demografici negli ultimi anni, in: La Carnia, quaderno di pianificazione urbanistica ed architettonica del territorio alpino, Del Bianco 1975", di "Cooperare per vivere, Vittorio Cella e le cooperative carniche, 1906- 1938, Gli Ultimi, 1988", ha curato l’archivio Vittorio Molinari pubblicando" Vittorio Molinari, commerciante, tolmezzino, fotografo, Gli Ultimi, Cjargne culture, 2007", ha curato "Romano Marchetti, Da Maiaso al Golico, dalla Resistenza a Savona, una vita in viaggio nel Novecento italiano, ed. ifsml, Kappa vu, ed, 2013" e pubblicato: “Rinaldo Cioni – Ciro Nigris: Caro amico ti scrivo… Il carteggio fra il direttore della miniera di Cludinico, personaggio di spicco della Divisione Osoppo Carnia, ed il Capo di Stato Maggiore della Divisione Garibaldi Carnia, 1944-1945, in Storia Contemporanea in Friuli, n.44, 2014". E' pure autrice di "O Gorizia tu sei maledetta … Noterelle su cosa comportò per la popolazione della Carnia, la prima guerra mondiale, detta “la grande guerra”", prima ed. online 2014, edizione cartacea riveduta, A. Moro ed., 2016. Inoltre ha scritto e pubblicato, assieme al fratello Marco, alcuni articoli sempre di argomento storico, ed altri da sola per il periodico Nort. Durante la sua esperienza lavorativa, si è interessata, come psicopedagogista, di problemi legati alla didattica nella scuola dell’infanzia e primaria, e ha svolto, pure, attività di promozione della lettura, e di divulgazione di argomenti di carattere storico presso l’isis F. Solari di Tolmezzo. Ha operato come educatrice presso il Villaggio del Fanciullo di Opicina (Ts) ed in ambito culturale come membro del gruppo “Gli Ultimi”. Ha studiato storia e metodologia della ricerca storica avendo come docenti: Paolo Cammarosano, Giovanni Miccoli, Teodoro Sala.Non solo Carnia
Sanità FVG, Zalukar: Imbavagliati i professionisti della salute. 02.11.2020 – 08.05 – “L’Assessore alla Salute del FVG ha di fatto imposto il divieto ai professionisti che operano nella sanità di esprimersi su questioni inerenti il virus e ha avocato solo a se questa facoltà”. Così in una nota il Consigliere regionale del Gruppo Misto Walter Zalukar.
“In primis, diamo un nome a questa operazione: censura. La censura si applica per tre motivi: controllare il pensiero delle persone; nascondere la verità, celare le proprie debolezze. Quest’ultimo mi sembra quello che meglio si attaglia alla situazione in questione, ma non escludo il secondo.
Se una persona è sicura del proprio operato non teme che su questo ci si esprima liberamente anche dissentendo, perché ritiene di avere argomenti per sostenere quelle scelte; forse l’Assessore, può darsi anche inconsciamente, non ha tale certezza”.
“Inoltre, la reticenza dimostrata nel rispondere puntualmente alle tante interrogazioni mie e dei miei colleghi Consiglieri denota una certa opacità di azione. Un esempio su tutti: perché non presentare i dati sui tempi di attesa? Le liste di attesa sono un indicatore di funzionamento del SSR e oltre a tutto interessano da vicino i cittadini.
I professionisti della sanità stanno vivendo molto male questa imposizione. Gli operatori spesso subiscono le scelte politiche, come le ultime fantasiose riforme sanitarie. Mentre i politici sembrano giocare a risiko con il Sistema Sanitario, gli operatori quel Sistema devono farlo funzionare. Tacitarli d’autorità, bistrattare proprio la categoria su cui grava il peso della lotta al virus non pare proprio una mossa abile”.
“Il problema della cosiddetta infodemia esiste: la sovrabbondanza di informazioni non sempre fondate genera insicurezza e confusione. Ma qui non si tratta di limitazione dell’infodemia, qui pare compromessa la libertà di espressione che è uno dei fondamenti di una democrazia avanzata.
Se l’Assessore voleva porre un argine alla mala-informazione credo abbia sbagliato obiettivo.
Ed ora i professionisti dovrebbero farsi sentire; esistono gli ordini professionali e le rappresentanze sindacali anche per questo.
Dal canto mio, ho presentato un’interrogazione alla Giunta dove chiedo una repentina retromarcia”.
https://www.triesteallnews.it/2020/11/02/sanita-fvg-zalukar-imbavagliati-i-professionisti-della-salute/?fbclid=IwAR1zAZhjiga57Mrjk-m_Rabzu5Mq1yPYIsPqWhG1DX5NL3TLjS__bl3IRO4