Franceschino Barazzutti. Perché no alla centralina sul rio Pecol, in comune di Paularo.
«Non conosco il sindaco di Paularo Daniele Di Gleria, ma ho letto le sue dichiarazioni a favore della costruzione di una centralina idroelettrica sul rio Pecol nei pressi di Dierico.
Afferma il sindaco che la costruzione della centralina “non comporta alcun impatto ambientale” e che “porterà economia con assunzione di manodopera per la sua costruzione e con produzione di energia elettrica a favore della popolazione locale”. Al contrario è scientificamente acquisito che ogni derivazione su un corso d’acqua lo compromette in modo più o meno profondamente, ma lo compromette. Gli esempi in Carnia, purtroppo, abbondano. Abbondano i corsi d’acqua snaturati dalle derivazioni grandi, medie e … mini. Ma dove vive il sindaco Di Gleria se non se ne è accorto
Se poi, il sindaco pensa che la costruzione della centralina dia un contributo all’occupazione mi pare non abbia il senso delle proporzioni e che si accontenti di ben poco.
Le derivazioni idroelettriche sono un fattore del dissesto idrogeologico della nostra montagna: purtroppo attuale in questi giorni! Dall’energia prodotta, che per legge il produttore deve consegnare ai convogliatori Enel o Terna e non già alle utenze locali, come vuol far credere il sindaco, il vantaggio lo trarranno unicamente le tasche del concessionario e non la popolazione locale che, come se non bastasse, paga in bolletta la maggiorazione dell’incentivo all’energia rinnavabile qual’è l’idroelettrica e che il governo gira al privato produttore: un buon business!
Il sindaco Di Gleria immagina (il verbo è appropriato!) di costituire una società in cui confluiscano le centraline in funzione nel territorio comunale “con l’obiettivo di produrre energia elettrica per la popolazione e le aziende locali e … per avere energia a prezzi più bassi”.
Orbene, il sindaco Di Gleria o non sa di che cosa parla o – astutamente – spinge in un futuribile molto avanti la “immaginazione” per coprire la presente realtà della difesa degli interessi dei proponenti privati della centralina. Compito di un sindaco dovrebbe essere quello di tutelare l’ambiente, il “bene comune acqua” che sarà sempre più strategico, e non un interesse privato.
Nel caso in esame tirare in ballo – come fa il sindaco – l’esperienza Secab è fuorviante, poiché quest’ultima è una cooperativa fondata nel 1911 che, come tale, è destinataria di una particolare legislazione che, addirittura, la esentò decenni fa dalla nazionalizzazione, mentre in Val d’Incaroio i concessionari, tranne l’ex Comunità Montana, sono soggetti privati e gli utenti dell’elettricità non sono soci di una cooperativa come nel caso della Secab.
Detto questo, il caso della proposta costruzione della centralina sul rio Pecol, come purtroppo di altre nella montagna friulana, deve offrire l’occasione per un serio dibattito tra amministratori comunali e, principalmente, tra e con la gente nei vari paesi per costruire un movimento popolare che imponga un modello energetico funzionale a chi vive e lavora in montagna. Le conseguenze del recente maltempo hanno messo a nudo una contraddizione inaccettabile: la nostra montagna è una grande produttrice di energia idroelettrica, ma resta spesso…. al buio!
Il superamento di questa contraddizione, che inchioda la montagna nel ruolo coloniale di fornitrice di energia senza esserne fruitrice, richiede una serie di provvedimenti: l’abolizione dell’obbligo del conferimento di tutta l’energia prodotta ai convogliatori Enel e Terna, la fornitura da parte dei concessionari di una quantità di energia alle locali comunità anche a titolo gratuito dal momento che utilizzano il bene comune acqua, la costituzione della Società Energetica Regionale a capitale pubblico come prevista dalla Proposta di Legge n. 193 della scorsa legislatura. Per farla breve, il sindaco Di Gleria conservi integro il rio Pecol e si informi sul modello energetico del Trentino, dell’Alto Adige, della Val d’Aosta, regioni autonome come la nostra. Lo facciano anche gli altri sindaci della montagna: vi troveranno soluzioni adeguate alla tutela dell’ambiente, della popolazione che vive in montagna, del preminente interesse pubblico su quello privato e non viceversa. Trovino il coraggio almeno di copiarle.
Franceschino Barazzutti, già sindaco di Cavazzo Carnico- già presidente del Consorzio BIM del Tagliamento»
Testo giuntomi, con preghiera di pubblicazione, da Franceschino Barazzutti e riportato, il 7 novembre 2018, anche da FriuliSera (https://friulisera.it/una-centralina-idroelettrica-sul-rio-pecol-allarme-di-franceschino-barazzutti-che-posta-una-lettera-al-sindaco-di-paularo/). L’immagine che correda l’articolo è tratta, solo per questo uso, sempre da: https://friulisera.it/una-centralina-idroelettrica-sul-rio-pecol-allarme-di-franceschino-barazzutti-che-posta-una-lettera-al-sindaco-di-paularo/, e mostra il rio Pecol. Laura Matelda Puppini
http://www.nonsolocarnia.info/franceschino-barazzutti-perche-no-alla-centralina-sul-rio-pecol-in-comune-di-paularo/https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2018/11/Rio-Pecol2.jpg?fit=1024%2C585https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2018/11/Rio-Pecol2.jpg?resize=150%2C150AMBIENTE«Non conosco il sindaco di Paularo Daniele Di Gleria, ma ho letto le sue dichiarazioni a favore della costruzione di una centralina idroelettrica sul rio Pecol nei pressi di Dierico. Afferma il sindaco che la costruzione della centralina “non comporta alcun impatto ambientale” e che “porterà economia con assunzione di...Laura Matelda PuppiniLaura Matelda Puppinilauramatelda@libero.itAdministratorLaura Matelda Puppini, è nata ad Udine il 23 agosto 1951. Dopo aver frequentato il liceo scientifico statale a Tolmezzo, ove anche ora risiede, si è laureata, nel 1975, in filosofia presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Trieste con 110/110 e quindi ha acquisito, come privatista, la maturità magistrale. E’ coautrice di "AA.VV. La Carnia di Antonelli, Centro Editoriale Friulano, 1980", ed autrice di "Carnia: Analisi di alcuni aspetti demografici negli ultimi anni, in: La Carnia, quaderno di pianificazione urbanistica ed architettonica del territorio alpino, Del Bianco 1975", di "Cooperare per vivere, Vittorio Cella e le cooperative carniche, 1906- 1938, Gli Ultimi, 1988", ha curato l’archivio Vittorio Molinari pubblicando" Vittorio Molinari, commerciante, tolmezzino, fotografo, Gli Ultimi, Cjargne culture, 2007", ha curato "Romano Marchetti, Da Maiaso al Golico, dalla Resistenza a Savona, una vita in viaggio nel Novecento italiano, ed. ifsml, Kappa vu, ed, 2013" e pubblicato: “Rinaldo Cioni – Ciro Nigris: Caro amico ti scrivo… Il carteggio fra il direttore della miniera di Cludinico, personaggio di spicco della Divisione Osoppo Carnia, ed il Capo di Stato Maggiore della Divisione Garibaldi Carnia, 1944-1945, in Storia Contemporanea in Friuli, n.44, 2014". E' pure autrice di "O Gorizia tu sei maledetta … Noterelle su cosa comportò per la popolazione della Carnia, la prima guerra mondiale, detta “la grande guerra”", prima ed. online 2014, edizione cartacea riveduta, A. Moro ed., 2016. Inoltre ha scritto e pubblicato, assieme al fratello Marco, alcuni articoli sempre di argomento storico, ed altri da sola per il periodico Nort. Durante la sua esperienza lavorativa, si è interessata, come psicopedagogista, di problemi legati alla didattica nella scuola dell’infanzia e primaria, e ha svolto, pure, attività di promozione della lettura, e di divulgazione di argomenti di carattere storico presso l’isis F. Solari di Tolmezzo. Ha operato come educatrice presso il Villaggio del Fanciullo di Opicina (Ts) ed in ambito culturale come membro del gruppo “Gli Ultimi”. Ha studiato storia e metodologia della ricerca storica avendo come docenti: Paolo Cammarosano, Giovanni Miccoli, Teodoro Sala.Non solo Carnia
C’è una frase riportata da Gino Grillo nel suo: “Il sindaco Di Gleria: con le nuove centraline i costi diminuiranno”, in Messaggero Veneto 4 novembre 2018, che mi preoccupa, ed è la seguente: “Di Gleria racconta di incontri già avuti, e altri programmati, con Cooperativa Secab […] per far entrare il territorio nell’ area servita dalla cooperativa di Paluzza”. (Ivi). Vuole mettere in piedi una nuova società con Secab, per vendere anche lui energia a terzi? E basta un accordo tra un sindaco e l’amministrazione di una Cooperativa per fare questo?