10 febbraio a Torino. Su quel convegno che, per qualcuno, “non s’ha da fare”, ma non si capisce perchè.
Ho acquistato ieri l’altro’ Avvenire’, incuriosita pure da un titolo: “Torino, un convegno ‘bufala’ contro le vittime delle foibe” di Lucia Bellaspiga, mai sentita nominare in campo storico, che wikipedia scrive essere figlia di genitori istriani e lavorare come giornalista dal 2001 per il noto quotidiano cattolico.
Il titolo mi faceva propendere per il fatto che fosse girata voce di un convegno sulle «vittime delle foibe» poi rivelatosi una ‘fake news’, e questo aspetto mi incuriosiva, ma poi ho compreso, invece, che non era così.
Ma incominciamo insieme a capire qualcosa dell’accaduto dal testo in questione, firmato da una giornalista che, in questo caso, sa usare le parole per dare solo la sua versione personalissima dell’incontro programmato presso il Museo dell’ex- carcere ‘Le nuove’ di Torino.
Il suo pezzo inizia così: «La stella rossa che campeggia in locandina è quella di Tito, il maresciallo comunista jugoslavo responsabile delle Foibe e della pulizia etnica contro gli italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia. E a organizzare il convegno negazionista a Torino il 10 febbraio, proprio nel giorno dedicato per legge al Ricordo delle Foibe e dell’Esodo giuliano dalmata, è un certo “Coordinamento nazionale per la Jugoslavia” (per gli amici “Jugocoord”). Il paradosso è grottesco e anacronistico: la Jugoslavia manco esiste più, Croazia e Slovenia (ormai Europa) hanno da un pezzo sfrattato i busti di Tito come da noi decenni fa sparirono quelli del Duce e a Mosca quelli di Stalin, ma nel capoluogo torinese i fan del maresciallo sanguinario esistono ancora e “celebrano” a modo loro il ricordo dei suoi eccidi… (Lucia Bellaspiga, Torino, un convegno ‘bufala’ contro le vittime delle foibe, in Avvenire, 1 febbraio 2018).
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Allora, in primo luogo il giorno del ricordo prevede anche l’analisi “della più complessa vicenda del confine orientale”, secondariamente il convegno che la giornalista del cattolico ‘Avvenire’ afferma essere “negazionista”, e “celebrativo degli eccidi di Tito” in programma a Torino, ha come oggetto un bilancio sulla “giornata del ricordo” (http://xcolpevolex.blogspot.it/2018/01/torino-10-febbraio-convegno-nazionale.html) e non ha come argomento “Le vittime delle foibe”, come il titolo dell’articolo sostiene. Pertanto non si sa da dove la Bellaspiga abbia tratto le informazioni per sostenere quando scrive.
Ma la giornalista pensa che la scelta dell’argomento sia una furbata per nascondere altro, svelato dalla stella rossa, ma per dirlo dovrebbe aver letto tutte le relazioni prima. E i relatori previsti sono diversi, e vanno da Angelo Del Boca, scrittore, giornalista, storico, ad Angelo D’Orsi, professore universitario; da Alessandro “Sandi” Volk a Gabriella Manelli, presidente Anpi Parma; da Marco Barone, laureato in Giurisprudenza, blogger, libero professionista e ricercatore indipendente, a Nicola Lorenzin, di cui nulla ho reperito; da Davide Conti, storico e consulente dell’Archivio Storico del Senato della Repubblica, a Claudia Cernigoi del sito http://www.diecifebbraio.info/ ed Alessandra Kersevan, editrice, saggista, storica. Che poi, inevitabilmente, si possa, nel corso di un convegno su questo argomento, anche parlare di ‘foibe’, mi pare ovvio, ma non è solo questo il tema della giornata del ricordo, altrimenti si dovrebbero cancellare dalla memoria gli internati italiani a fine guerra e morti nei campi di concentramento jugoslavi ma non infoibati. Inoltre anche molti collaborazionisti slavi e sloveni subirono la stessa sorte, assieme a tedeschi ecc. ( Zdenko Cepic, Damijan Guštin, Nevenka Troha, La Slovenia durante la seconda guerra mondiale, ifsml, 2013, pp. 374-375).
E credo che sia legittimo che si possa parlare di detta giornata istituzionale dopo anni dalla sua creazione, se si può parlare anche del Padre eterno e via dicendo, e della giornata della memoria, tanto che lo stesso Moni Ovadia metteva in guardia dal trasformare la stessa in una giornata celebrativa invece che di riflessione sui perseguitati, sulle ‘vittime’ di allora e di ora. (https://www.wikieventi.it/roma/259159/moni-ovadia-per-giornata-della-memoria-sono-laltro/). E nessuno né della comunità ebraica né di quella cattolica si è mosso per fermarlo urlando ‘ Al lupo, al lupo”, anzi più siti ne riportano il pensiero critico.
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Inoltre leggendo le righe di Bellaspiga sull’Associazione che ha sponsorizzato il convegno, il lettore ha, umanamente, qualche problema. Infatti se è vero che esso è organizzato da ‘Jugocoord’ (che la giornalista dovrebbe sapere poter essere un modo di sintetizzare una lunga sigla per un articolo), cioè da una Associazione che si chiama “Coordinamento nazionale per la Jugoslavia”, non si capisce però perché questo le dia tanto fastidio.
Infatti tale associazione, che attualmente vanta un comitato scientifico-artistico di tutto rispetto, (Cfr. Comitato Scientifico-Artistico, in: http://www.cnj.it/home/it/associazione/2-csa.html), potrebbe essere stata fondata ai tempi in cui esisteva la Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia, che aveva la stella rossa sulla sua bandiera, o volerne studiare la storia e la cultura. Ma la stella rossa non era peculiarità dell’Esercito Popolare di Liberazione Jugoslavo comandato dal generale Josip Broz detto Tito, alleato di Americani, Inglesi e Sovietici nella seconda guerra mondiale, ma segno distintivo, ben prima, dell’Armata rossa. Inoltre non si sa come la giornalista si permetta di definire i soldati del NOV i POJ, che versarono il loro sangue per fermare Hitler al fianco degli alleati, ‘sgherri’. (Lucia Bellaspiga, cit.). Infine ci mancherebbe solo che ora, nell’Italia democratica, non si potesse nemmeno chiamare più ‘Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia’ un’associazione privata.
Quindi, in sintesi, io ho capito, leggendo questo articolo, solo che la giornalista odia visceralmente sia la stella rossa, che però nell’icona dell’Associazione non è solitaria, ma inserita parzialmente in un logo con i colori bianco ed azzurro della bandiera jugoslava, di cui la stella faceva parte, sia i partigiani jugoslavi che combattevano contro il nazifascismo e per la liberazione delle terre invase ed occupate dal Terzo Reich, e mi chiedo se, forse, propenda per i nazisti. (Per la situazione geografica dal settembre 1943 alla fine della seconda guerra mondiale cfr. Laura Matelda Puppini, Confini, geografia e politica ai tempi della Resistenza, in www.nonsolocarnia.info).
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Infine vi è poi anche un altro organizzatore dell’incontro in questione, che Lucia Bellaspiga si è scordata di citare: la rivista “Historia Magistra”, della Franco Angeli editori, i cui rappresentanti magari potrebbero anche offendersi di esser stati dimenticati, e forse anche di tutto l’attivismo di ‘Avvenire’ perché l’incontro non si possa svolgere.
Ma la giornalista, non doma, fa anche di peggio perché scrive: «Per intenderci, è come se l’associazione nostalgici del Terzo Reich organizzasse gli eventi commemorativi per la Giornata della Shoah il 27 gennaio». (Lucia Bellaspiga, cit.). Ma per scrivere questo, la Bellaspiga dovrebbe dimostrare che il “Coordinamento nazionale per la Jugoslavia”, è Associazione di nostalgici non si sa di che, e che Tito fu come Hitler, nel corso della seconda guerra mondiale. Ma ciò non è assolutamente vero, e questo non lo dico io, ma la storia. Tito non consta abbia invaso stato alcuno, ma combattè il nazifascismo che aveva occupato mezza Europa compreso il regno di Jugoslavia, quando se lo trovò in casa, e non fece olocausto alcuno. E questo non è parere personale, ma dato oggettivo. E se qualcuno potrebbe avere da recriminare nei suoi confronti, questi potrebbero essere sicuramente sia l’Unione sovietica sia i numerosi comunisti filo Urss finiti prigionieri sull’isola calva, per la sua scelta ‘autonomista’ avvenuta nel 1948. Ma proprio perchè l’ignoranza è grande nel merito delle vicende della Venezia Giulia, dell’Istria e della Dalmazia, e forse le favole tante, lo Stato italiano ha creato, meritevolmente la giornata del ricordo pure per studiare ed analizzare. E sulla storia del confine orientale esistono anche un documento Italo- Jugoslavo, pubblicato su vari siti, per esempio su: https://www.balcanicaucaso.org/Dossier/Dossier/Commissione-italo-slovena-per-una-storia-condivisa-41189, ed una prima analisi stilata da studiosi per l’Anpi, pubblicata pure da me su www.nonsolocarnia.info, con titolo: “Documento dell’Anpi nazionale. Il Confine italo- sloveno. Analisi e riflessioni”.
Per quanto riguarda un incontro di nazisti il giorno della memoria, in effetti è stato organizzato ad Azzano Decimo, il 27 gennaio 2018, un concerto di filonazisti noti per i loro testi, messaggi, segni e simboli inequivocabili, e dato che si teneva in locali privati, il prefetto non è intervenuto a sospenderlo.
Inoltre pare che Lucia Bellaspiga abbia una particolare antipatia per la dott. Alessandra Kersevan e per Claudia Cernigoi, che io ho ascoltato una volta e non mi pare proprio fossero delle negazioniste di quanto accaduto in quelle terre. E vorrei sapere quante volte le ha ascoltate la giornalista di ‘Avvenire’, o se il suo sia un ‘partito preso’. E non da ultimo la Bellaspiga dovrebbe sapere che, se definisce una persona ‘ negazionista’ di qualcosa lo deve dimostrare. Su quante poi fossero state le vittime italiane e fasciste dell’Esercito di Liberazione Jugoslavo nel 1945, io credo che quanto riportato in Zdenko Cepic, Damijan Guštin, Nevenka Troha, op. cit., pp. 374-375, possa essere realistico. (cfr. Laura Matelda Puppini. Per la giornata del ricordo, in: www.nonsolocarnia.info). Ma vi furono anche le cosiddette foibe del ’43, per cui rimando a quanto riportato e citato nel mio: “Non avrei scritto queste righe se non avessi letto il titolo dell’articolo di Maurizio Cescon, Vergarolla 1946 …” su www.nonsolocarnia.info).
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Due parole solo, infine, sulle dichiarazioni relativamente a detto convegno programmato a Torino, del senatore della Repubblica Maurizio Gasparri, prima del MS.I. e poi di A.N., infine del Popolo delle Libertà. (cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Maurizio_Gasparrihttps://it.wikipedia.org/wiki/Maurizio_Gasparri).
Egli mi pare abbia fatto confusione, forse sull’onda politic – emotiva, sull’organizzazione del convegno perché l’Anpi non ha organizzato questo convegno, come pare egli abbia affermato dal titolo di un articolo del Secolo d’Italia. (Augusta Cesari, Foibe, il convegno della vergogna. Gasparri. L’Anpi offende le vittime, in: Il secolo d’ Italia’ 31 gennaio 2018).
Inoltre non si sa, senza aver letto gli atti del convegno od averlo ascoltato, come questo rappresentante della nostra Repubblica Italiana, nata dalla Resistenza, possa affermare che: «Il prossimo 10 febbraio a Torino è stato […] organizzato l’ennesimo convegno […] cui hanno aderito tra gli altri l’Anpi e una serie di associazioni di combattenti antifascisti, nel vergognoso intento di ribaltare verità storiche acclarate e offendere la memoria di migliaia di nostri concittadini che hanno perso ogni bene e la vita stessa a seguito della sanguinaria repressione del regime di Tito». (Ivi). Ma si sa, siamo sotto elezioni, penso sconsolata, leggendo pure il comunicato stampa sempre del senatore Gasparri nel merito, sul suo sito, ove però può legittimamente esprimersi come desidera, e che nessuno è obbligato a leggere. (Foibe: vergogna ennesimo convegno giustificazionista, in: http://www.gasparri.it/). Si deve però notare come il senatore abbia qui utilizzato il termine ‘giustificazionista’, non ‘negazionista’, che fa una bella differenza.
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Ricordo infine, le zone A e B, da tutti dimenticate nella ‘foga antitina’, e invito sull’esodo a leggere il volume di Raoul Pupo, “Il lungo esodo” Istria: le persecuzioni, le foibe, l’esilio, Rizzoli ed. che, sin dal titolo, richiama il fatto che l’abbandono dell’Istria e di paesi della Slovenia da parte di italiani e sloveni italianizzati nonchè, forse, di slavi pure italianizzati collaborazionisti con i tedeschi, avvenne nell’arco di anni e per motivi diversi, in un quadro di spostamenti vari a livello europeo, ed anche di popolazione triestina verso l’Australia e carnico – friulana verso l’Europa e le Americhe alla ricerca di lavoro. Inoltre l’Italia non fu insensibile a questi profughi istriani e dalmati, e emanò una serie di norme a loro favore, che li privilegiavano rispetto agli italiani stanziali, sia per avere un posto statale, sia per avere un alloggio popolare, da che mi consta.
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Che poi Chiara Appendino non sapesse nulla di quel convegno, come di mille altre riunioni ed incontri a Torino è possibile, perché un sindaco di una grande città, se non personalmente coinvolto in un evento culturale, può anche non conoscerlo, ma invero non so invece come non sapesse nulla il Museo (Lucia Bellaspiga, cit.) che aveva concesso non si sa se a pagamento la sala. E parimenti non capisco come tale Felice Tagliente, gestore del museo, abbia potuto dire, solo dal titolo dell’incontro, che: «Mai e poi mai abbiamo aperto le porte a un convegno che definire una vergogna è poco» o il direttore, che francamente ci si chiede che cultura abbia, ad affermare «Piuttosto lo chiudo» si intende il museo, che ospitare il convegno con oggetto la giornata del ricordo. (Lucia Bellaspiga, cit. e ibid, sottotitolo). É forse vergognoso parlare della giornata del ricordo? Siamo a questo punto in Italia?
Ma così va ormai il mondo, penso sconsolata, mentre tristemente vado con la mente al titolo tanto veritiero di un vecchio volume di Marco Travaglio: ‘La scomparsa dei fatti’, per far spazio alle opinioni, ed a come dovremmo ricordarci, quando parliamo e scriviamo, che siamo in Europa, non al bar o dal salumaio in attesa. (Cfr. per esempio il mio: Seconda Guerra Mondiale. Friuli e Carnia in Ozak, Bretagna nella Francia occupata: Terre diverse, esperienze similari, in: www.nonsolocarnia.info).
Insomma a me pare che in questo caso Lucia Bellaspiga abbia scritto un articolo ove ella riversa i suoi odi, i suoi pregiudizi, le sue paure, la sua personalissima visione delle cose, utilizzando uno stile ‘romantico – noir’, prendendosela con un convegno che non mi pare, per quello che sinora so dello stesso, abbia nulla di particolare, e ritengo che il cattolico Avvenire, per altri testi benemerito, abbia fatto malissimo a non ponderare maggiormente la pubblicazione dello stesso.
Senza voler offendere alcuno, ma per esprimere il mio parere documentato e discutere sull’informazione in Italia.
Laura Matelda Puppini
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Aggiornamento. 12 febbraio 2018.
Il 10 febbraio 2018 si è tenuto in altra sede, presente il vice-sindaco di Torino, Guido Montanari, (che aveva negato all’ultimo momento una sala pubblica, per quello che poi ha definito un “difetto di comunicazione”) il convegno “Giorno del ricordo. Un bilancio”, organizzato dall’Associazione. Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia”. Gli Atti del Convegno sono in preparazione a cura della rivista ‘Historia Magistra’.
Riporto qui il saluto più che condivisibile, di Carla Nespolo, presidente dell’Anpi nazionale.
«Cari amici relatori e partecipanti al convegno, v’invio il mio più affettuoso saluto e augurio di Buon Lavoro e buon studio. Se fossi stata in Piemonte avrei partecipato, poiché una riflessione nel decennale della votazione del ” Giorno del Ricordo ” è quanto mai necessaria e utile, in particolare nel momento in cui tale giornata è troppe volte accompagnata da muscolose esibizioni di filo-fascismo. Nel nostro Piemonte come in altre parti d’Italia. Le sofferenze delle popolazioni del confine orientale vanno certamente ricordate e compiante, ma in un quadro storico serio e non in una inqualificabile gazzarra fili-fascista. L’uso pubblico della storia è tema importante, che puo’ produrre anche risultati positivi, se serve ad estendere a nuovi soggetti la conoscenza storica e non se la storia viene strumentalizzata a fini di lotta politica contingente. In tempi così difficili per un risorgente e pericoloso fascismo, è’ importante il ruolo degli storici e degli intellettuali in generale. La conoscenza è il vero nemico del fascismo e del nazismo. Un caro saluto al presidente dell’Anppia, al prof. D’Orsi e agli altri relatori e partecipanti. Cordialmente Carla Nespolo».
(Torino, 10 febbraio 2018. “Giorno del ricordo. Un bilancio. Disinformazione preventiva sul Convegno e indisponibilità della sala inizialmente prenotata e Saluto di Carla Nespolo, in: http://www.cnj.it/home/it/iniziative/8732-torino-10-2-2018-giorno-del-ricordo,-un-bilancio.html#rassegna).
Laura Matelda Puppini
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Link per alcuni articoli pubblicati su www.nonsolocarnia.info citati:
Laura Matelda Puppini. Per la giornata del ricordo.
Per la parte metodologica si invia anche all’articolo mio e semrpe pubblicato su www.nonsolocarnia.info:
L’immagine che correda questo mio testo è la scannerizzazione di una parte dell’ articolo di Lucia Bellaspiga comparso su Avvenire.
Laura Matelda Puppini
https://www.nonsolocarnia.info/10-febbraio-a-torino-su-quel-convegno-che-per-qualcuno-non-sha-da-fare-ma-non-si-capisce-perche/https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2018/02/articolo-avvenire-Immagine1.png?fit=1024%2C406&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2018/02/articolo-avvenire-Immagine1.png?resize=150%2C150&ssl=1ETICA, RELIGIONI, SOCIETÀSTORIAHo acquistato ieri l’altro’ Avvenire’, incuriosita pure da un titolo: “Torino, un convegno ‘bufala’ contro le vittime delle foibe” di Lucia Bellaspiga, mai sentita nominare in campo storico, che wikipedia scrive essere figlia di genitori istriani e lavorare come giornalista dal 2001 per il noto quotidiano cattolico. Il titolo...Laura Matelda PuppiniLaura Matelda Puppinilauramatelda@libero.itAdministratorLaura Matelda Puppini, è nata ad Udine il 23 agosto 1951. Dopo aver frequentato il liceo scientifico statale a Tolmezzo, ove anche ora risiede, si è laureata, nel 1975, in filosofia presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Trieste con 110/110 e quindi ha acquisito, come privatista, la maturità magistrale. E’ coautrice di "AA.VV. La Carnia di Antonelli, Centro Editoriale Friulano, 1980", ed autrice di "Carnia: Analisi di alcuni aspetti demografici negli ultimi anni, in: La Carnia, quaderno di pianificazione urbanistica ed architettonica del territorio alpino, Del Bianco 1975", di "Cooperare per vivere, Vittorio Cella e le cooperative carniche, 1906- 1938, Gli Ultimi, 1988", ha curato l’archivio Vittorio Molinari pubblicando" Vittorio Molinari, commerciante, tolmezzino, fotografo, Gli Ultimi, Cjargne culture, 2007", ha curato "Romano Marchetti, Da Maiaso al Golico, dalla Resistenza a Savona, una vita in viaggio nel Novecento italiano, ed. ifsml, Kappa vu, ed, 2013" e pubblicato: “Rinaldo Cioni – Ciro Nigris: Caro amico ti scrivo… Il carteggio fra il direttore della miniera di Cludinico, personaggio di spicco della Divisione Osoppo Carnia, ed il Capo di Stato Maggiore della Divisione Garibaldi Carnia, 1944-1945, in Storia Contemporanea in Friuli, n.44, 2014". E' pure autrice di "O Gorizia tu sei maledetta … Noterelle su cosa comportò per la popolazione della Carnia, la prima guerra mondiale, detta “la grande guerra”", prima ed. online 2014, edizione cartacea riveduta, A. Moro ed., 2016. Inoltre ha scritto e pubblicato, assieme al fratello Marco, alcuni articoli sempre di argomento storico, ed altri da sola per il periodico Nort. Durante la sua esperienza lavorativa, si è interessata, come psicopedagogista, di problemi legati alla didattica nella scuola dell’infanzia e primaria, e ha svolto, pure, attività di promozione della lettura, e di divulgazione di argomenti di carattere storico presso l’isis F. Solari di Tolmezzo. Ha operato come educatrice presso il Villaggio del Fanciullo di Opicina (Ts) ed in ambito culturale come membro del gruppo “Gli Ultimi”. Ha studiato storia e metodologia della ricerca storica avendo come docenti: Paolo Cammarosano, Giovanni Miccoli, Teodoro Sala.Non solo Carnia
Mi è giunto un commento che non capisco, e che richiama pure al 10 febbraio 1947, cioè alla data della firma dei trattati di parigi, che non si sa se è un link o che, da uno dei vari siti 10 febbraio. Prego chi l’ha inviato di spiegarsi meglio. Grazie. Laura Matelda Puppini
Ho appena letto queste righe e penso: ecco cosa succede quando vi è intolleranza se non vero e proprio ‘razzismo’ verso il prossimo, anche da parte cattolica. Come si dovrebbe leggere quanto? Come una azione intimidatoria?
“Conferenza della Kersevan a Roma, arriva la polizia
La storica udinese stava tenendo una conferenza su “Foibe: verità e revisionismo storico”, quando la dirigente scolastica ha chiesto l’intervento delle forze dell’ordine
ROMA. Al Liceo scientifico “Pasteur” di Roma, durante una conferenza dell’udinese Alessandra Kersevan su foibe e revisionismo, è arrivata la polizia per un controllo, chiamata dalla dirigente scolastica.
Lo rende noto il giornale comunista “Contropiano”, che ha anche diffuso un comunicato del personale docente e Ata sull’accaduto.
“Apprendiamo con preoccupazione che i controlli della Polizia di Stato compiuti nel Liceo “Pasteur” di Roma durante la conferenza di martedì 6 febbraio “Foibe: verità e revisionismo storico” sono stati richiesti dalla Dirigente scolastica.
Il referente del progetto didattico “Guerra e lavoro”, la relatrice della conferenza, i docenti, gli studenti, il personale Ata non sono stati né consultati né informati di questa visita.
La dirigente ha dichiarato di aver chiamato la polizia per motivi di sicurezza, viste le precedenti contestazioni di stampo neofascista della storica Alessandra Kersevan, relatrice della conferenza.
La polizia – prosegue il comunicato – si è presentata in borghese e armata nella scuola, era sprovvista di tesserino per visitatori, ha eseguito riprese video, ha prelevato da una parete la locandina della conferenza in questione, è entrata in aula magna durante l’incontro.
Questa presenza indecifrabile ha destato inquietudine e tensione presso vari professori, membri del personale Ata e studenti che hanno respirato un clima tutt’altro che rassicurante. Studiosi e organizzatori non si sono sentiti tutelati ma – secondo la nota – controllati e intimiditi.”
http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2018/02/09/news/conferenza-della-kersevan-a-roma-arriva-la-polizia-1.16455365
09 febbraio 2018
Dopo quanto accaduto a Torino ed a Roma, mi chiedo se il 10 febbraio sia ancora la giornata del ricordo o sia stata mutata nella giornata dell’intolleranza.
Ottimo articolo. Il convegno poi si è fatto.