Ancora una puntata sulla ‘telenovela Tagliamento’. Ora la voce è di nuovo passata ad una commissione di tecnici appena nominata.
Leggo sul Messaggero Veneto del 15 gennaio 2025, l’articolo: “Un gruppo di 12 esperti per il Tagliamento. La Regione crea il tavolo”, in cui si legge che Scoccimarro ha approvato la scelta di un gruppo di tecnici votati da 42 comuni, par di capire del medio e basso corso del fiume, lasciando fuori la montagna, compresi tre del Veneto. Chi sono questi esperti? Secondo detto testo, firmato da Timothy Dissegna, il prof. Matteo Nicolini, docente di costruzioni idrauliche nel corso per la laurea magistrale di Ingegneria per l’ambiente, il territorio e la protezione civile ed chiamato anche a relazionare in un convegno su: “Cambiamento climatico ed eventi estremi: idrologia del territorio e progettazione idraulica”; il prof. Walter Pertoldi, dell’Università di Trento, esperto in dinamiche fluviali, i cui lavori hanno pure ottenuto la medaglia del premio Warwich da parte della British Society for Geomorphology, l’ing. Andrea Goltara, direttore del Centro Italiano per la riqualificazione fluviale; il prof. Teatini Pietro dell’ Università agli Studi di Padova; esperto in monitoraggio dei processi costieri, quali, per esempio, la subsidenza del terreno, l’intrusione di acqua salata, la deposizione e erosione in ambienti di transizione; il prof. Marco Petti, docente di Idraulica e Idraulica marittima e costiera presso l’Università degli Studi di Udine; la prof. Bruna Gumiero dell’ Università di Bologna, esperta in ecologia e riqualificazione fluviale oltre che nel monitoraggio delle acque superficiali; il prof. Francesco Comiti, dell’ Università di Padova e ora Bolzano, esperto in dinamiche idrogeologiche, monitoraggio e valutazione del ripristino fluviale e previsione del pericolo di alluvioni; l’ing. Mario Causero, già in precedenza facente parte di ‘Laboratorio Tagliamento’ voluto dalla giunta Tondo nel 2010, esperto in idraulica, libero professionista; l’ ing. Michela Diracca, libera professionista che si occupa di infrastrutture, opere idrauliche ed edilizia pubblica e privata; l’ing. Salvatore Patti, ingegnere civile ed ambientale di Venezia, che ha scritto anche su ‘La gestione idraulica del territorio’ per la Regione Veneto; Giovanni Battista De Prato sul quale sicuramente per mia imperizia, non ho reperito nulla in rete, e il geologo Andrea Mocchiutti, specializzato in idrogeologia carsica, modelli matematici di simulazione per l’idrogeologia ed il trasporto di inquinanti.
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L’ articolo sopraccitato sottolinea poi anche il dissapore per questa scelta di un paio di sindaci, ma una rondine, come si suole dire, non fa primavera, e forse Dissegna avrebbe fatto meglio a fare il lavoro di ricerca che ho fatto io per informaci, almeno, su chi fossero questi esperti. Inoltre vi è chi ha sottolineato che la traversa di Dignano era già stata decisa da ‘Laboratorio Tagliamento’ ma vedremo che non è così, ed a 14 anni di distanza, in tempi come questi, la scelta di Scoccimarro è stata intelligente, come minimo.
E come precisato nel 2012 da ‘Assieme per il Tagliamento’; ‘Legambiente’ e ‘WWF’ Il Laboratorio Tagliamento poteva essere un punto di partenza e non di arrivo. (https://www.assiemeperiltagliamento.org/20-02-2010_doc_%20conlusione_laboratorio_Tagliamento.pdf).
Inoltre su questa fonte si legge che «La Delibera 178/2012 della Giunta Regionale e il Documento di sintesi allegato costituiscono il completamento di un percorso difficile che in realtà può diventare il punto di partenza di una nuova fase per affrontare con più consapevolezza il tema della sicurezza idraulica del fiume Tagliamento tenendo conto anche dell’insieme degli aspetti ambientali e sociali che ne sono coinvolti». (Ivi). Ma allora in gioco erano le casse di espansione ritenute una scelta non adatta.
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Ed ancora: La Delibera 178 affida alla struttura regionale competente (Direzione Regionale Ambiente) la definizione dei progetti di fattibilità relativi alle proposte di intervento emerse nel Laboratorio e la proposta conclusiva di messa in sicurezza del medio e basso corso del fiume alternativa alle attualmente previste casse di espansione. Tale proposta dovrà essere trasmessa all’Autorità di Bacino per richiedere e quindi avviare da parte del Governo la modifica del Piano stralcio per la difesa idraulica del medio e basso corso del fiume Tagliamento oggi in vigore». (Ivi). Pertanto il Laboratorio in questione aveva demandato la scelta all’assessorato, par di capire.
Secondo questo testo «Il Laboratorio è stato in realtà una commissione di esperti idraulici anche di notevole competenza professionale, alcuni dei quali hanno potuto intervenire in piena libertà e autonomia, mentre altri sono stati comunque vincolati dalla specifica istituzione che rappresentavano. (…). Gli aspetti ambientali degli interventi hanno trovato una valutazione del tutto insufficiente sia per la mancanza di specifiche competenze all’interno del Laboratorio sia per i limiti di una valutazione sintetica numerica nell’ambito dell’analisi SWOT (forza-debolezza-opportunità-minacce) delle proposte in campo. (…).
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Gli aspetti economici relativi alle conseguenze sul territorio degli interventi proposti e quelli sociali riguardanti la accettazione o meno degli interventi sono stati affrontati inizialmente in maniera ambigua e poi formalmente esclusi, ma con alcune contraddizioni. In particolare si è ritenuto di non prendere in considerazione l’esistenza di una consolidata storica contrarietà allo sbarramento di Pinzano derivante da una valutazione dell’importanza socio economica oltreché ambientale dell’area da vincolare all’invaso, mentre si è dato peso ai possibili danni alla nautica da diporto e alla molluschicoltura nella Laguna di Marano nel caso del proposto canale scolmatore. Si è in qualche modo pensato che la riduzione della volumetria dell’invaso a Pinzano da circa 45 a 18 milioni di cubi fosse di per sé una risposta in grado di acquisire il consenso sociale. (…).
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Malgrado molte contraddizioni, alcune indicazioni, come la priorità alla messa in sicurezza degli argini a sud di Latisana, non possono che essere salutate positivamente. L’unanimità di questa valutazione fa sì che sia stato individuato un tema a cui oggi la politica deve saper rispondere rapidamente, anche definendo il problema tecnico delle effettive portate di progetto del Cavrato e del ramo finale del Tagliamento. Va ricordato che sulle indicazioni emerse da parte della rappresentanza della Regione Veneto potrà pesare la necessità di una modifica del Piano stralcio di Bacino determinando quindi il rallentamento dell’operatività dei lavori. Un’altra indicazione interessante emersa dai lavori della Commissione è stata la presentazione per la prima volta dell’ipotesi di interventi di gestione delle piene immediatamente a monte della zona critica della Bassa Friulana con la valutazione di 3 scolmatori verso la Laguna di Marano. Tali proposte hanno fatto scatenare un immediato rifiuto in sede locale per motivi socio economici e ambientali con echi in sede di Autorità di Bacino regionale, ma il tema dovrà essere ulteriormente approfondito in maniera adeguata e seria, anche perché questo intervento potrebbe avere dei risvolti positivi proprio su alcuni aspetti ambientali della Laguna come l’attuale carenza di sedimenti e la marinizzazione delle acque» (Ivi).
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Al termine dei lavori di ‘Laboratorio Tagliamento’ venne stilata una graduatori di possibili interventi sul fiume ma «va chiarito che gli elementi di conoscenza forniti erano molto limitati e che sul piano ambientale non esistevano competenze specifiche all’interno della commissione. Inoltre, a quanto ci risulta, non tutti i componenti del Laboratorio hanno partecipato all’analisi SWOT per pregiudiziali relative ai soggetti rappresentati (ad es. Autorità di Bacino). e quindi la classifica risultante ha avuto un significato apprezzabile, ma puramente indicativo. Va evidenziato che in sede di tale analisi SWOT la proposta dello sbarramento con la Traversa a Pinzano, proposta oggi considerata prioritaria, ha ottenuto una valutazione di poco superiore a quella di uno scolmatore di sinistra Tagliamento verso la Laguna di Marano mentre i due progetti di traversa laminante o nuovo ponte diga a Dignano e la Galleria Fella-Torre hanno ottenuto valutazioni di fatto negative». (Ivi).
Infine «La commissione non ha chiarito in quale misura il Piano stralcio di Bacino attuale debba essere rivisto per poter realizzare le proposte progettuali prese in esame dal Laboratorio, anche se nella attività del Laboratorio ha costituito un punto fermo il mantenimento di riferimento ai volumi dell’onda di piena alla base dell’attuale Piano». (Ivi).
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Poi qualcuno ha ripescato la traversa di Dignano, magari per prendere due piccioni (ponte nuovo di Dignano, traversa, Cimpello Gemona) con una fava, ma è solo un pensiero mio, discutibilissimo, senza pensarci su ed ora Scoccimarro ha deciso di dare la parola a più di dieci anni di distanza, nuovamente, ai tecnici. Ed è già un passo avanti. Alla prossima puntata.
Le puntate precedenti sono leggibili nei miei articoli sempre su www.nonsolocarnia.info intitolati:
- La cura del territorio montano e la prevenzione delle esondazioni: due facce della stessa medaglia. Invece si parla di una specie di diga fra Spilimbergo e Dignano.
- Considerazioni sulla ‘diga’ o ‘traversa’ che dir si voglia di Dignano, con riferimento pure all’incontro in IV commissione regionale.
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Laura Matelda Puppini
L’immagine che accompagna l’articolo rappresenta il Fiume Tagliamento a Pieve di Rosa. Ph Frto. (da wikimedia commons, condiviso con licenza creative commons Attribution 3.0 unported). L.M.P.
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