Io credo che il numero di ieri di Il Manifesto avrebbe dovuto esser letto da tutti, almeno per gli articoli di politica interna.

Il primo si intitola: “Il PD è un’illusione” ed è firmato da Alberto Burgio.

Io non so, come afferma l’articolista, se i consensi al PD siano in decrescita o meno, ma vedo un PD sempre più oligarchico, accentratore, che elimina il dissenso, modifica leggi e costituzione in funzione accentratrice, prepara a ben poco luminosi futuri.

«L’astro Renzi -scrive Burgio- attraversa gravi turbolenze. Si era appena concluso il braccio di ferro sulla scuola, quando il PD è stato battuto in Liguria, a Venezia ed ad Arezzo. In Europa gli scontri su immigrazione e Grecia hanno sancito l’irrilevanza del giovane nocchiero e ora i sondaggi lo mortificano […].
Non per questo il premier arretra. Anzi rilancia. (…). Minaccia il sindaco di Roma e il Presidente della Sicilia, che hanno il torto di non appartenere alla schiera dei fedeli. Stringe accordi con la Crème del parlamento (i compari di Lombardo, Cosentino e Verdini). E attacca ad alzo zero lavoratori e sindacati (Alitalia e Pompei) lancia l’offensiva sul fisco perfezionando la mutazione thatcheriana del governo. (…).

Che deve succedere ancora- si chiede Burgio – perché finalmente si assuma che, finchè Renzi avrà il timone, il PD punterà dritto verso un centrismo moderato affaristico, verso un centrodestra di fatto, forse nella speranza di allineare l’Italia agli standard dei paesi forti dell’eurozona per mezzo di misure recessive che generano, al contrario, il solo risultato di ribadire la fragilità economica del paese e la sua dipendenza […], l’arretratezza tecnologica, i divari territoriali, il peso […] delle clientele e delle camorre, in ogni settore dell’economia , della vita civile, delle istituzioni?» (Alberto Burgio, Il Partito del Premier. Il PD è un’illusione, in Il Manifesto, 2 agosto 2015).

Burgio si sofferma poi, sulla funzione regressiva del PD, sulla debolezza della sinistra interna al partito, e sottolinea come vi sia in atto una mutazione dei valori, culturale, nel PD. «[…] l’idea che aveva dato corpo ed anima alla sinistra italiana è stata spedita in archivio come un’anticaglia, soppiantata dalla “moderna” visione di una società “aperta” imperniata sulla centralità del mercato e sulla sovranità del capitale privato a malapena mascherata dalle parole d’ordine della meritocrazia, della concorrenza, della flessibilità». (Ivi).

Secondo Burgio, infine, «La questione della sinistra in Italia va ormai affrontata di petto, con la consapevolezza che, finché il quadro resterà stagnante, Renzi potrà fare e disfare, malgrado i disastri che dissemina. Forte dell’assenza di alternative decenti e, soprattutto, della confusione che regna sovrana a sinistra». (Ivi). Come dargli torto?

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Il secondo articolo riporta gli infausti esiti della politica di Renzi e company, ed i recentissimi dati della Corte dei Conti.

«Corte dei Conti. Comuni stritolati dall’austerità: 8 miliardi di tasse in più dal 2010» – si intitola in prima pagina il pezzo di Roberto Ciccarelli. Poi in seconda si precisa: «Austerità. La magistratura contabile: “Gli 80 euro peggiorano il fabbisogno pubblico”. L’abolizione dell’Imu? “Danneggia il federalismo fiscale”. – La resa dei conti per Renzi. La Corte dei Conti: le tasse comunali sono cresciute del 22% in tre anni, per colpa dei tagli. Dal 2008 meno 40 miliardi agli enti locali e 17,5 alla Sanità per rispettare il diktat della Troika. Il rigore costa 113 euro a testa in più all’anno».

E così apre il suo pezzo Roberto Ciccarelli: «L’abolizione dell’Imu sulla prima casa? Un pasticcio gigantesco che ha distrutto uno dei principi cardine del federalismo fiscale: la corrispondenza tra contribuenti e soggetti beneficiari dei servizi resi.
Vogliamo parlare dei tagli dell’Irap? L’imposta sulle imprese su base regionale, tagliata da Renzi per ridurre il “cuneo fiscale” ha avuto “riflessi negativi sulle funzioni degli enti locali. Quanto al “bonus Irpef” degli 80 euro […] è costato 4,5 miliardi di euro ed ha “peggiorato il fabbisogno del settore pubblico”. La relazione sugli andamenti della finanza territoriale, resa nota il 27 luglio dalla Corte dei Conti, […] permette di comprendere i danni provocati dall’uso populista dei conti pubblici del governo Renzi». (Roberto Ciccarelli, Corte dei Conti. Comuni stritolati dall’austerità: 8 miliardi di tasse in più dal 2010. La resa dei conti per Renzi, in Il Manifesto, 2 agosto 2015).

Secondo l’articolista, che riporta i dati della Corte dei Conti, i tagli agli enti locali, dal 2008 ad oggi, ammontano a circa 40 miliardi, di cui 22 dipendono dalla riduzione di trasferimenti statali; i tagli alla sanità son stati di 17 miliardi e mezzo. Risultato? «“Per conservare l’equilibrio in risposta alle severe misure correttive del Governo” i Comuni – colpiti dai tagli per quasi 8 miliardi tra il 2010 ed il 2014, – hanno risposto con “aumenti molto accentuati” delle tasse locali.

Oggi il peso del fisco è “ai limiti della compatibilità con le capacità fiscali locali” – denuncia la magistratura contabile». (Ivi).

Finale? I comuni hanno rivisto al rialzo Imu/Ici e, qui e là tassazione sullo smaltimento rifiuti, fino a passare, solo per la tassazione sulla casa, da 500,5 euro a testa pro capite del 2011, agli attuali 881,94; le regioni hanno tagliato investimenti e servizi.

«La Corte dei Conti descrive le politiche del rigore fiscale nei termini di un “meccanismo distorsivo” che impone agli enti locali di scaricare i tagli imposti dall’Europa agli enti locali sul contribuente». (Ivi).       Così anche se le municipalizzate, per es. l’Atac, possono avere maggiori entrate derivate dall’utenza, le mancate sovvenzioni da parte dello Stato comportano ampi deficit, e per risolvere la situazione si propone la privatizzazione dei servizi, con la scusa che bisogna appianare i debiti, non dovuti solo e sempre ad inefficienza organizzativa ma anche al sistema di trasferimento delle risorse.
La vendita di pacchetti azionari, o la privatizzazione dei servizi pubblici, sono l’ultimo passo. (Ivi).

Invece « “Serve un pian straordinario di contrasto alle povertà, una vera epidemia per tante zone del Paese, che comprenda più fondi e più servizi” – sostiene Antonio Satta – componente del direttivo dell’Anci – In questi anni abbiamo garantito servizi, nonostante un Patto di stabilità che ci ha trasformati in notai più che in amministratori e politici”». (Ivi).

Le pagine della Corte dei Conti sono un ammonimento sulle conseguenze dei tagli alla sanità (per ora 2,3 miliardi entro il 2016) ed a quelli, ipotizzati e voluti da Renzi ed i suoi come da Berlusconi ed i suoi, sulla tassazione della prima casa (4,5 miliardi di mancate entrate per lo Stato) nei prossimi tre anni.
Ed è innegabile che, come scrive Roberto Ciccarelli «La crisi fiscale viene prodotta dai governi. I tagli li pagano i cittadini, che in più, sono obbligati a rinunciare ai servizi, alle cure ed ad un trasporto locale efficiente. E Renzi che dice? – si chiede l’articolista.
Ieri ha assicurato che i soldi “sottratti” ai Comuni per l’abolizione della Tsi/Imu “saranno restituiti integralmente.” Magie contabili della finanza creativa.» – conclude l’articolista. (Ivi). E come dargli torto?

La Corte dei Conti chiede il rispetto della funzione costituzionale nella gestione della spesa pubblica ( regolarmente infranta – come scrive Ciccarelli – da tutti i governi per rispettare i diktat della troika europea), ma non si può non vedere «le gravi deformazioni provocate da una visione mercantilista dell’economia, provocate dal “mantra” della competitività, della riduzione dei costi e della compressione salariale». (Ivi).

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Nel frattempo apprendiamo, sempre da Il Manifesto del 2 agosto, che la politica della “Buona scuola” sta portando e porterà alla migrazione in massa dei docenti dal Sud al Nord, come, dico io che di anni ne ho più di sessanta, già accaduto e sta ancora accadendo. Inoltre Domenico Pantaleo, della Flc-Cgil, non esita a definire l’ultima legge relativa alla scuola del Governo Renzi come un «evidente tentativo di aggirare la legge cancellando diritti e dignità delle persone» (Flc-Cgil, Buona scuola provoca migrazione di massa, in Il Manifesto 2 agosto 2015).

Sempre la Cgil precisa che l’abolizione di Tasi e Imu sono un regalo ai più ricchi. I poveri risparmieranno 55 euro, gli abbienti 827, i 35.700 proprietari di case di lusso avranno uno sconto di 1.940 euro. (Cgil. L’abolizione di Tasi e Imu è un regalo ai più ricchi, in: Il Manifesto 2 agosto 2015).

E non bisogna dimenticare che vi saranno mancate entrate per la riduzione fiscale alle imprese e la decontribuzione sui nuovi contratti dello job act. Secondo le proiezioni della Cgil la disoccupazione resterà comunque stabile ed attestata intorno al 12- 13% nei prossimi anni, la riduzione dell’Ires Irap per le imprese è il solito provvedimento a pioggia che prescinde da ciò che può dare l’impresa e cioè esula da investimenti, innovazione, produttività e garanzia di maggiore occupazione, senza risultati positivi per la nazione. (Ivi).

Alla politica berlusconiana di Renzi e company, il sindacato risponde con una proposta di piano per la creazione di posti di lavoro e investimenti pubblici che arrecherebbero un beneficio, sul Pil, almeno quattro volte maggiore delle vecchie politiche berlusconian – renziane, (Ivi) che ci hanno portato in questa situazione e che preoccupano noi tutti, non solo il sindacato.

Infine Marta Fana ci avvisa che la disoccupazione ha raggiunto il 22%, ed il futuro in questo settore è dipinto a tinte fosche, segnala che vi è un deciso aumento dei reati contro la dignità e la salute dei lavoratori, delle lavoratrici anche madri, assieme all’aumento di lavoratori clandestini extracomunitari privi di qualsiasi garanzia. Inoltre le imprese non pagano i contributi ai lavoratori, tanto che mancano all’appello 484 milioni, ed irregolarità, ove è stato possibile per l’ inps procedere ai dovuti controlli, si registrano dovunque. E conclude così l’ articolista:«Piuttosto che insabbiare queste informazioni , il governo prenda atto di una situazione allarmante». ( Marta Fana, Contributi. 484 milioni non versati ai lavoratori, in: Il Manifesto, 2 agosto 2015).
E ciò accade mentre il Sud, invece di dar luogo ad una qualche forma di protesta, per la sua situazione, che pare la peggiore in Italia, sogna i Borboni. (Tonino Perna, Noi e i Mezzogiorni d’Europa, in:Il Manifesto, 2 agosto 2015).

Prendiamo atto di cosa sta succedendo in Italia e del perchè, non è più tempo di fede, o di occhi chiusi, chiediamo una decisa svolta di rotta, e la sinistra si renda conto che Renzi pare proprio essere la nuova destra, il continuatore di Silvio Berlusconi, nulla di meglio e di più.

Laura Matelda Puppini

Laura Matelda PuppiniECONOMIA, SERVIZI, SANITÀIo credo che il numero di ieri di Il Manifesto avrebbe dovuto esser letto da tutti, almeno per gli articoli di politica interna. Il primo si intitola: “Il PD è un’illusione” ed è firmato da Alberto Burgio. Io non so, come afferma l’articolista, se i consensi al PD siano in decrescita...INFO DALLA CARNIA E DINTORNI